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Lamine Yamal o Dembélé? No, Rayan Cherki!
06 giu 2025
Contro la Spagna Cherki ha esibito tutto il suo sfacciato talento.
(articolo)
6 min
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Foto IMAGO / Moritz Müller
(copertina) Foto IMAGO / Moritz Müller
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Qualche mese fa, lo ricorderete, abbiamo provato a far diventare italiano Rayan Cherki, sfruttando una nonna di San Felice di Castello, in provincia di Perugia. Non ci siamo riusciti, così come non è riuscito Amine Gouiri a fargli scegliere l’Algeria come aveva fatto lui. Alla fine si è sbrigato Didier Deschamps a convocarlo con la Nazionale maggiore, per evitare brutte sorprese, lo scorso 21 maggio.

«Perché ora? Perché l’ho deciso. In fin dei conti è una mia responsabilità», ha risposto DD in conferenza stampa. E quando le cose si sono messe male nella semifinale di Nations League con la Spagna, si deve essere detto: perché no, facciamo entrare Cherki.

Spagna-Francia era stata presentata come un duello al singolar tenzone tra Lamine Yamal e Ousmane Dembélé, da cui sarebbe dovuto uscire il prossimo vincitore del Pallone d’Oro. I francesi ovviamente rifiutavano questa narrazione: avrebbero preferito si fosse guardato ai trofei, alla Champions League vinta da Dembélé.

Lamine Yamal invece, di cui stiamo imparando a conoscere il carattere vendicativo, ci deve essere motivato: a mezz’ora dalla fine della partita la Spagna vinceva 5-1 e Lamine Yamal aveva segnato due gol, uno su rigore e un’altro incrociando il tiro dentro l’area di destro, con la punta del piede, cadendo a terra con Lenglet che gli stava appiccicato. Un gol che significava: forse non aveva capito: io segno quando mi pare. E voi non potete farci niente.

Rayan Cherki era già entrato in campo a quel punto. Al posto di Olise, nella posizione classica del numero dieci, libero di andare dove voleva lui. Cherki, eletto “miglior dribblatore” della Ligue 1 nella cerimonia di fine stagione, ha un talento che è prima di tutto associativo, è un ragno che tesse tele luminose, l’unico con una vera e propria visione di gioco all’interno della squadra francese (tra Ligue 1 e Europa League, con il Lione, ha fatto 19 assist, per dire).

Due minuti dopo il gol di Lamine Yamal, per esempio, Cherki taglia l’area dal centro-sinistra con un filtrante per Dembélé a destra. Una palla che non capisce nessuno, Unai Simon esce dalla porta pensando a un altro tipo di passaggio e si fa superare dalla traiettoria; Dembélé parte quando lo capisce, un po’ tardi, e arriva che la palla è quasi uscita dal campo, resta un angolino stretto per metterla nella porta vuota e Dembélé ci prova, colpendo il palo.

cherki 1

Il talento tecnico è una questione relativa. Ci sono giocatori che salendo troppo di livello si rivelano meno forti di quel che si pensava. E ci sono giocatori che salendo di livello sembrano ancora più forti. Ieri sera Ryan Cherki sembrava il giocatore più tecnico in una squadra che scoppiava di talenti. Vicino a Mbappé, Barcola, Dembélé, era Rayan Cherki a sembrare quello col miglior controllo e il miglior tocco di palla. Era quasi… imbarazzante?

Sembra così facile e naturale per lui che viene da chiedersi se non abbiano un problema gli altri, appunto Kylian Mbappé. Che a dieci minuti dalla fine gli passa una palla al limite dell’area così sciatta che sembra un insulto, un passaggio troppo forte, rimbalzante, che nessuno avrebbe controllato come ha fatto Cherki.

Da quel passaggio francamente di merda di Mbappé (o quanto meno sciatto), Cherki ricava il gol del momentaneo 2-5. Cherki non solo controlla il pallone, ma se lo alza per calciare al volo di sinistro, con la parte esterna del collo del piede, tagliato come un rovescio in backspin, un tiro ridicolo, senza senso, fortissimo, che si infila sul secondo palo con la facilità di un tiro libero.

C’è un video in cui Cherki calcia non so quanti palloni dal limite dell’area e li mette dentro tutti, con traiettorie ed effetti sempre diversi, con il destro e con il sinistro. Sembra un video finto come quello delle traverse di Ronaldinho, o quello di Haaland che calcia tre palloni in equilibrio uno sopra all’altro. E invece Cherki ha riprodotto, contro la Spagna, quella stessa impressione di finta, eccessiva, facilità

A quel punto della partita Dembélé era uscito dal campo con la testa bassa di chi dentro di sé non ha vinto il Pallone d’Oro, consolato da Deschamps con una carezza sulla testa. Magari Lamine Yamal ha pensato che Ryan Cherki è un avversario più degno? Cherki aveva preso in mano la Francia, era diventato il playmaker a tutto campo di una squadra nella sua versione più apocalittica, con Kolo-Muani centravanti e Mbappé e Barcolà larghissimi, a giocare ognuno una partita diversa. Cherki metteva tutto insieme, muovendosi ad altezze diverse del campo, giocando con la difesa, avvicinandosi a Malo Gusto sul lato destro.

cherki panorama

Meno di cinque minuti dopo aver segnato quel gol, Cherki ha messo proprio Malo Gusto - suo ex compagno al Lione e nelle nazionali giovanili - alle spalle della difesa, tagliando col bisturi tra Cucurella e Dani Olmo. Malo Gusto arriva a crossare una palla bassa dentro l’area piccola che se non l’avesse messa in porta Dani Vivian probabilmente lo avrebbe fatto Mbappé. Basterebbe questo, per presentarsi al pubblico francese che guarda la Nazionale maggiore ma non il campionato né le giovanili (la maggior parte dei francesi), ma Cherki fa un altro assist, stavolta pulito, quando ormai mancano due minuti ai cinque totali di recupero assegnati dall’arbitro.

E ancora una volta è una palla talmente dolce e tagliente, precisa, geniale, che viene quasi da ridere. Sembra che si siano messi d’accordo, Cherki, la difesa spagnola e Randal Kolo-Muani, che l’abbiano provata decina di volte nel pomeriggio, prima dello spettacolo serale. Dal lato destro Cherki crossa un pallone vergognoso per quanto è perfetto, sul secondo palo, alle spalle di Le Normand (che come dice il cognome è nato in Francia) e giusto giusto sulla corsa di Kolo-Muani.

cherki assist

Poi è troppo tardi, la partita è finita e la Francia ha perso 4-5. Ma se non fosse stato per Ryan Cherki non ci sarebbe stata affatto, una partita.

Un anno fa, dopo averlo tenuto fuori dalle convocazioni con la nazionale under 21, Thierry Henry sperava di riuscire a motivarlo a dare il proprio meglio in quel modo. «Non parlo neanche della sua tecnica, perché non ho mai visto un giocatore nella storia del calcio dribblare con la sua velocità, con entrambi i piedi».

Henry (forse miglior comunicatore che allenatore) poi lo ha fatto giocare pochissimo anche ai Giochi Olimpici, dove la Francia ha perso in finale proprio con la Spagna e Cherki è entrato solo nei supplementari.

Un anno dopo il talento di Ryan Cherki (già cercato da Manchester City, Liverpool, Real Madrid e, a scendere, da praticamente qualsiasi squadra possa pensare di competere all’asta neanche fosse un Leonardo Da Vinci smarrito e ritrovato) è detonato di fronte a tutti, senza vergogna alcuna, in una partita di poca importanza in cui più per gioco che per altro si diceva che si sarebbe assegnato il Pallone d’Oro.

E oltre al Pallone d’Oro 2025 - nessuno è più forte di Lamine Yamal, oggi, e nessuno lo è stato nell’ultimo anno, punto, fine delle storie - magari abbiamo assegnato anche quello 2026, o 2027.

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