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Con Lamine Yamal il campo è in discesa
03 feb 2025
La sua azione contro l'Alaves non la dimenticheremo facilmente.
(articolo)
7 min
(copertina)
Foto IMAGO / Pressinphoto
(copertina) Foto IMAGO / Pressinphoto
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Come tutte le azioni storiche, anche questa parte dalla propria metà campo. Lamine Yamal usa il primo controllo per staccarsi dal marcatore e col cambio di passo aggira anche il raddoppio. A quel punto salta tutta la strategia immaginata per arginarlo.

Mentre corre verso il centro salta il terzo avversario che si frappone. Per riuscirci non deve nemmeno cambiare marcia; poi però si accorge che quello del raddoppio è tornato e vuole sbarraragli la strada strada in scivolata. Allora rallenta ancora, facendosi passare il pallone dal piede destro a quello sinistro. Anche quell’avversario va a vuoto. Usa il corpo per proteggersi dal quarto avversario che prova ad andargli contro da destra e, con un cambio di passo, schiva l’intervento da dietro del terzo avversario di prima. Sembra una di quelle scene dei film d’azione in cui un ragazzino particolarmente rapido e abile evita una serie di scagnozzi goffi e lenti. Riesce a riprendere palla in tempo per trovarsi al centro della trequarti avversaria. A quel punto un quinto avversario gli si frappone davanti, ma invece di affrontarlo si ferma. Lamine Yamal allora può alzare la testa e accorgersi che sì: letteralmente mezza squadra avversaria è ai suoi piedi. A sinistra c’è Raphinha libero che chiama palla e lui gliela passa con l’ormai classica trivela mancina; il brasiliano può stoppare e concludere, ma la palla esce larga. Il modo migliore per godersi tutta la scena è la telecamera verticale in cui si vede la sua discesa sincopata.

Chi sa quanti tra gli spettatori allo stadio si sono accorti subito che stavano assistendo a una di quelle azioni che tra qualche anno saranno ancora nelle compilation su Lamine Yamal - come quell’azione di Messi contro l’Athletic, oppure quella danza destro-sinistro di Iniesta sulla riga laterale. Quanti dei presenti hanno alzato lo sguardo dal telefono perché richiamati dal mormorio trepidante di chi accanto stava già guardando. Di certo tutti i presenti una volta tornati a casa sono andati a cercare sui social l’azione in questione, prima ancora del gol vittoria segnato da Lewandowski ovviamente su assist di Lamine Yamal. La partita era iniziata da meno di cinque minuti e vedevamo per la prima volta il raddoppio di ala e terzino sinistro con cui il Deportivo Alavés ha deciso di difendere contro Lamine Yamal. A 17 anni si sta già abituando ad affrontare all’interno delle partite anche questo tipo di tattiche da parte delle squadre avversarie.

Il Deportivo Alavés ha provato a difendere andando aggressivi sull’uomo pur con un baricentro molto basso, cercando il contrasto duro per provare a scombussolare mentalmente gli avversari. Ha funzionato con Gavi, andato troppo duro in un contrasto aereo e costretto a lsciare il campo, e con Raphinha che si è preso pure un’ammonizione per proteste contro l’arbitro, mentre usciva sostituito dal campo. Lamine Yamal no: è rimasto concentrato nella partita. Ha puntato l’avversario diretto ogni volta che si è trovato in isolamento e in conduzione è entrato dentro al campo per scardinare il blocco avversario. Una partita scorbutica, interrotta da tanti fischi arbitrali e con poche occasioni da gol. Una partita che però si accendeva ogni volta che la palla era tra i piedi di Lamine Yamal, perché sai che potrebbe fare qualcosa.

Ha chiuso con 21 dribbling tentati e 11 riusciti. Provate a immedesimarvi nel terzino sinistro Manuel Sanchez, 24enne cresciuto nell’Atlético di Madrid, che ha difeso bene, per quanto possibile. Lamine Yamal ha tentato il dribbling in tanti modi diversi: in modo deciso col primo passo, oppure in modo più barocco dopo dei controlli più elaborati. A volte lungo la fascia, altre volte centralmente. C’è un’azione a inizio secondo tempo in cui è in isolamento in fascia sulla trequarti e Sanchez lo affronta ben piantato, ma non sa se andrà sull'esterno o entrerà in campo e quindi è con la posizione del corpo perpendicolare a Lamine Yamal. Al catalano basta una lievissima finta di corpo prima del cambio di passo per lasciarlo fermo. Mentre entra in diagonale verso l’area, il povero Manuel Sanchez prova ad aggrapparsi con le mani correndogli accanto, poi dietro, poi crolla a terra perché l’intervento in scivolata da dietro non riesce. Intanto Lamine Yamal ha già fatto una veronica per evitare l’intervento frontale del centrale avversario al limite dell’area.

Lamine Yamal cambia la percezione spaziale del campo: sembra che sia in discesa verso la porta avversaria.

Non è la prima volta che al Barcellona c’è un giocatore che restituisce una sensazione simile. Per arrivare alla ventina di dribbling tentati in una partita per un giocatore con la maglia del Barcellona, bisogna tornare al giovanissimo Lionel Messi, contro il Maiorca nell’aprile del 2007.

La discesa con cui ha aperto le danze Lamine Yamal ha richiamato le immagini di Messi con i capelli lunghi e le maglie larghe che nel Barcellona di Rijkaard scompigliava gli avversari partendo dalla fascia destra. Il paragone più aderente resta ancora quello di un Neymar mancino, il suo idolo anche a giudicare da come si acconcia i capelli e dalle sue esultanze.

Per il Barcellona è un dono, ma bisogna parlare anche di chi nella Masia in questi anni ha lavorato per non limitarne le potenzialità. Proprio com’era stato fatto con Messi a suo tempo. E poi anche gli allenatori, Xavi e Flick, che lo responsabilizzano senza compiti troppo rigidi. Lamine Yamal è riuscito a conservare la leggerezza e la spontaneità nei gesti di quando è salito in prima squadra; anche se ora è più preciso, più capace di realizzare ciò che ha immaginato.

Oggi Lamine Yamal è già decisamente un giocatore più forte di quello della scorsa stagione, anche perché si è sviluppato ulteriormente nel fisico: è più muscoloso, ha più resistenza, riesce a resistere meglio nei contrasti e a incidere lungo tutta la partita. Nel Barcellona di Flick che ricerca combinazioni nello stretto nella metà campo avversaria Lamine gioca tanti palloni. Se con Xavi riceveva più in isolamento, ora lungo la partita la situazione è più variegata: alterna passaggi risolutivi ad azioni più elaborate, è con Pedri uno dei due emisferi che controllano la manovra blaugrana. Se Pedri è più razionale, Lamine Yamal è quello che ci mette più fantasia e rischio. E lui rischia tanto, perde più palloni di prima, a volte sembra andarsi proprio a infilare a posta in situazioni difficili, ma va benissimo così ad Hansi Flick, che ne incoraggia la creatività spingendolo a scegliere liberamente se fare triangolazioni col compagno vicino o provare a saltare l’uomo appena vede una situazione favorevole. In questa stagione è già in doppia cifra di gol e assist in tutte le competizioni (10 e 16), ed è anche aumentato il suo numero di dribbling.

Grafico Statsbomb.

Nessuno dribbla quanto lui nella Liga, sotto ci sono Nico Williams, Bryan Zaragoza, Vinicius Jr e Mbappé. Per capirci: prova quasi 3 dribbling a partita più dei migliori dribblatori della Serie A e più di chiunque altro anche rispetto alla Premier League. Bisogna sempre parlare di dribbling tentati e non riusciti, perché per lui vale quello che valeva per Messi e Neymar: è importante sia il dribbling in sé che la sua minaccia. Bisogna aggiungere che Lamine Yamal subisce anche 2.49 falli a partita, altro aspetto fondamentale per spiegare l’impatto anche in termini psicologici che ha sulla partita la sua semplice presenza. Nessuno controlla il tempo come lui, nessuno ha la sua creatività nei controlli e nel dribbling. Dovremmo già discutere apertamente se sia o meno il miglior giocatore al mondo. Il compagno di squadra Gavi recentemente ne ha parlato in questi termini, aggiungendo la postilla, “dopo Messi”. Ma se quando era uscito Messi c’era ancora per esempio Ronaldinho nel picco della carriera a fare certe cose e quando è uscito Neymar c’era ovviamente Messi, oggi che sia Messi che Neymar sono lontani dal grande calcio, non c’è un giocatore chiaramente migliore a cui dare il pallone in qualsiasi zona del campo e chiedergli di creare un’occasione da gol o uscirne meglio di come ci è entrato.

Ci sono Salah e Vinicius, certo, spauracchi dalla trequarti in su, ma sarebbero capaci dell’azione che abbiamo visto fare a Lamine Yamal contro l’Alavés?


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