Labirinto Bonucci
Tutti i significati del trasferimento più clamoroso dell’estate.
Bonucci è stato il primo tifoso della Juventus
Marco D’Ottavi
Tra Bonucci e i tifosi della Juventus c’era un legame speciale. Il difensore era il simbolo della rinascimento juventino, dalla mediocrità dei due settimi posti ad un dominio totale sulla Serie A. Come la Juventus, anche Bonucci dava l’idea di essere sbucato dalla porta sul retro per prendersi tutta la scena. Non era un campione quando è sbarcato a Torino, non era campione quando faceva errori che hanno preso il suo nome. Diciamo la verità: non era un campione e nessuno si sarebbe aspettato lo sarebbe diventato a quel punto. Come nessuno poteva aspettarsi – neanche i suoi tifosi – una Juventus così dominante sette anni fa.
Lui invece è stato l’unico a crederci e questo ha fatto la differenza. Per i tifosi Bonucci poteva essere eccessivo, sfrontato ai limiti del provocatorio, oltre il famoso “stile Juve”. Rispetto ad altri campioni bianconeri, Bonucci non è mai stato elegante fuori dal campo, ma andava bene così, era quello che i tifosi si aspettavano da lui. Buffon è un leader, Marchisio un principe, ma è Bonucci che andava in curva coi tifosi.
Proprio perché così vicino ai tifosi, proprio perché così odiato (Bonucci era il giocatore più odiato d’Italia, capiremo se manterrà questo privilegio anche al Milan), Bonucci era il più protetto dai tifosi e la sua cessione ad una rivale come il Milan raggiunge i livelli di un dramma shakespeariano. In diverse occasioni i tifosi lo hanno difeso da tutti e tutto.
4. Sciacquarsi la bocca
Come quando la sua esultanza con il gesto di “sciacquarsi la bocca” – che è fastidiosa, specie in un contesto sportivo – è diventata un caso. Dopo la vittoria per 3 a 2 contro la Roma, decisa proprio da un gol del difensore, il livello dello scontro superò nettamente i livelli di guardia. Molti giocatori della Juventus provarono a “gettare acqua sul fuoco”, mentre Bonucci pubblicò l’immagine della sua esultanza su instagram mentre si trovava in ritiro con la nazionale.
Per molti fu un gesto eccessivo, ma per i tifosi non era mai troppo. Quell’esultanza era (è?) perfetta: spesso costretti a respingere le accuse alla loro squadra, la più odiata, ma anche la più odiabile d’Italia, cosa c’è di meglio che invitare gli altri a sciacquarsi la bocca dopo averli battuti? I gol di Bonucci avevano sempre quel gusto in più proprio per ricordavano tutto questo ai tifosi. Chissà che senso avrà da domani.
3. “La differenza è che noi siamo agli ottavi di Champions e voi in Europa League”
Per rispondere ad un giornalista che gli faceva notare la differenza tra le vittorie della Juventus in Italia e le sconfitte all’estero, additando favori arbitrali come spiegazione, Bonucci non sceglie la diplomazia, non sceglie neanche di ignorare quella provocazione. Bonucci risponde come se fosse una discussione sgradevole tra tifosi sui social: “La differenza è che noi siamo agli ottavi di Champions e voi in Europa League”. Una risposta da tifoso schierato in prima linea, che vuole difendere la sua gente senza doversi preoccupare della forma.
2. La testata a Rizzoli
Ovvero quando i tifosi hanno passato una settimana a sezionare un video e a parlare di prospettive, geometrie, ombre e distanze per capire se Bonucci avesse o meno colpito con una leggera testata l’arbitro Rizzoli. I problemi del difensore erano i problemi dei tifosi. Gli errori del difensore erano gli errori dei tifosi. Chissà se poi gliela aveva data quella testata.
1. Contro Allegri
Molte ricostruzioni dell’addio di Bonucci fanno partire tutto da qui: lo scazzo tra lui e Allegri negli ultimi minuti di uno Juventus – Palermo 4 a 1. Basterebbe questo a far capire l’assurdità del litigio, ma la questione è stata dannatamente seria. Bonucci litiga con l’allenatore davanti alle telecamere, lo invita a fare un cambio, prova a sostituirsi a lui. C’è una linea sottile nel rapporto tra senatori ed allenatori, nell’aiuto reciproco e nelle discussioni, che non può essere superato: non si discute così in campo, dove decide l’allenatore.
Bonucci quel limite lo supera, si dimentica delle regole o le ignora volutamente. Bonucci trascende il suo ruolo perché non è definito: difensore, capitano, leader emotivo e tecnico, tifoso. Tutte queste anime convivono in Bonucci e come ci ha detto il futuro non è necessariamente una cosa positiva. Eppure anche in questa occasione molti tifosi si sono schierati dalla sua parte, convinti che sì, ad uno così si possono permettere anche queste cose, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.
Leonardo Bonucci è stato il più grande tifoso della Juventus per sette anni, ma questo non è bastato a tenerlo a Torino. La scelta di andare al Milan è stata la prima volta in cui si è comportato da professionista e non da tifoso. Per questo motivo i tifosi della Juventus sono rimasti così delusi, anche più che dell’incredibile lacuna tecnica che lascia: se il tuo primo tifoso ti abbandona, cosa vuol dire?