Labirinto Bonucci
Tutti i significati del trasferimento più clamoroso dell’estate.
I 5 migliori momenti di Bonucci con la Juventus
di Alfredo Giacobbe
5. gol in Juventus – Lazio 2-0 del 17 maggio 2017
Bonucci ha segnato 21 reti in 319 partite con la maglia della Juventus. Questo siglato contro la Lazio, nella recente finale di Coppa Italia, è stato l’ultimo di Bonucci in bianconero. Il gol fissa il risultato sul 2-0 finale ed è in pratica quello che assegna la dodicesima Coppa Italia alla Juventus, la terza consecutiva. Arriva da una routine da calcio d’angolo perfettamente eseguita: già sulla rincorsa di Dybala, si vede Bonucci liberarsi del suo marcatore grazie al blocco di Chiellini; la palla arriva al centrale a due passi dall’area di porta grazie alla spizzata di Alex Sandro, che allunga la traiettoria del cross sul primo palo. Bonucci festeggia sotto la curva dei tifosi juventini con la sua esultanza classica, la squadra lo segue unita. Nell’intervista post-partita, Bonucci si lascia anche andare ad un complimento verso Allegri, circa la sua gestione della rosa nell’arco della stagione. Mancavano 17 giorni alla finale di Cardiff, 58 giorni al trasferimento al Milan.
4. gol in Siviglia – Juventus 1-3 del 22 novembre 2016
La finale di Champions League della scorsa stagione è arrivata grazie a tanti piccoli momenti decisivi, e uno di questi è direttamente riconducibile a Leonardo Bonucci. Durante la fase a gironi, dopo il pareggio con il Lione allo Juventus Stadium, i bianconeri erano obbligati dalle circostanze di classifica a fare punti al Sanchez Pizjuan. Le cose, invece, si misero male fin da subito: dopo solo 9 minuti, Nico Pareja portò il Siviglia in vantaggio. Poi l’espulsione del Mudo Vazquez, 10 minuti prima dell’intervallo, inclinò il piano della partita verso la Juve. Marchisio pareggiò i conti in avvio di ripresa, ma solo a 5 minuti dalla fine un assolo di Bonucci fece esplodere di gioia i tifosi bianconeri. Il calcio col piede debole di Leo sulla respinta della difesa andalusa e l’espressione di smarrita rassegnazione di Sampaoli contribuiscono a rendere il momento ancora più epico.
3. salvataggio in Juventus – Napoli 1-0 del 13 febbraio 2016
Può sembrare incredibile oggi, dopo sei anni di dominio assoluto, ma il 13 febbraio del 2016 la capolista della Serie A non era la Juventus. Il Napoli di Sarri e Higuain erano attesi dallo Juventus Stadium per la definitiva legittimazione delle loro pretese sul campionato italiano, e ci sarebbero riusciti se non fosse stato per quel intervento in spaccata di Leonardo Bonucci (oltre che, ovviamente, per la deviazione di Albiol sul tiro di Zaza al minuto 88). Hysaj avanza sulla destra senza pressione, ha il tempo di guardare al centro, attendere un movimento e contare i passi per il cross. Il movimento del 9 del Napoli arriva puntuale: Higuain disorienta Bonucci, facendogli credere di cercare il taglio davanti a lui, per poi sfilare alle sue spalle. Lichtsteiner non riesce a chiudere la diagonale, l’impatto del pallone con la fronte di Higuain avverrà a pochi metri dalla porta: il gol sembra inevitabile. Invece Bonucci, che non vede più Higuain e che perderebbe troppo tempo a girarsi e a ritrovare la coordinazione, accelera e taglia dritto per dritto fino ad incrociare la traiettoria della palla. Il tocco con la punta del piede sposta il pallone di pochi centimetri al di sopra della testa di Higuain, sufficienti ad impedire al centravanti argentino di segnare un gol pesantissimo nell’economia di quella partita, ma soprattutto di tutto il campionato.
2. gol in Juventus – Roma 3-2 del 5 ottobre 2014
La settimana che precedette Juventus-Roma del 5 ottobre 2014 fu tutto un addensarsi di nuvoloni neri e di elettricità atmosferica che finì, inevitabilmente, per abbattersi sulla partita: 2-2 nel primo tempo, con 3 calci di rigore fischiati tra mille proteste, Rudi Garcia negli spogliatoi dopo solo 28 minuti. Nella successiva tempesta di cartellini – saranno 7 quelli gialli e 2 i rossi alla fine della partita – si fece spazio il lampo di Bonucci al 40’ del secondo tempo che si ritrovò ai limiti dell’area di rigore, forse perché l’angolo venne battuto troppo in fretta e non gli permise di andare a saltare. La sua battuta al volo di destro fu perfetta, con la spalla sinistra buttata giù in gesto da attaccante consumato, e produsse una traiettoria precisa e potente al tempo stesso. In un colpo solo Bonucci risolse la partita e seppellì le ambizioni della Roma sul campionato, mai così ambiziosa come appariva in quell’inizio di campionato.
1. assist per il gol di Vucinic in Cagliari – Juventus 0-2 del 6 maggio 2012
La storia dei sei scudetti consecutivi vinti nacque a Trieste, sede eccezionale di quel Cagliari-Juventus, che aprì la serie di campionati vinti, quando la squadra era ancora allenata da Antonio Conte. Ma quella fu anche la partita che costituì le fondamenta dell’immagine di Leonardo Bonucci per come la conosciamo oggi, dentro e fuori dal campo. Dopo 5 minuti, Bonucci si ritrova con la palla tra i piedi, libero da ogni marcatura. Le consegne di Massimo Ficcadenti agli attaccanti del tridente cagliaritano sembrano chiare: il centravanti Pinilla prende in consegna il regista Pirlo, le ali Ibarbo e Thiago Ribeiro schermano l’uscita verso i terzini. Senza opzioni, Bonucci avanza palla al piede, prima con poca convinzione, poi, piano piano, sempre più a testa alta. Nessuno pensa di schermargli la visuale perché nessuno conosce ancora davvero la pericolosità di Leonardo Bonucci. Invece con un lancio alle spalle della linea difensiva avversaria mette Vucinic in porta: è il gol che regala il primo scudetto ed è anche l’epifania di Leonardo Bonucci come prototipo del difensore moderno. In telecronaca, subito dopo quell’assist, Maurizio Compagnoni ricorda le “lontanissime le polemiche sulle prestazioni di Bonucci nel girone d’andata”. Nel post-partita, lo stesso Bonucci si presenta ai microfoni quasi giustificandosi per essere stato travolto dalla gioia e da qualche brindisi di troppo: “Ho 25 anni e ho vinto il mio primo Scudetto con la Juve, cercate di capirmi”. Quando gli fanno rivedere l’assist esclama divertito, ma anche con un’improvvisa fiammata d’orgoglio: «Credevate fosse Pirlo e invece era Bonucci».