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La strada giusta?
08 feb 2016
08 feb 2016
La Fiorentina continua a sperimentare, anche contro un Bologna in formissima e sicuro di sé.
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Nessuno in Serie A, finora, si è divertito a sperimentare e sorprendere tanto quanto Paulo Sousa. Abbiamo visto molte versioni della Fiorentina, specie all’inizio, quando per trovare l’equilibrio provò molte soluzioni prima di arrivare a quella che si può definire la sua squadra base: difesa a 3 e un quadrato formato da due centrocampisti e due trequartisti, liberi di scambiarsi la posizione per costruire la manovra; più un giocatore per fascia a dare ampiezza agli attacchi e Kalinic a muoversi sia da riferimento che alla ricerca della profondità. Ma anche successivamente Paulo Sousa non ha perso la propria vocazione a cambiare, e ora che il mercato gli ha messo a disposizione nuovi giocatori (Zarate e Tello su tutti) è tornato a esprimere creatività. È difficile classificare con dei numeri lo schieramento della Fiorentina a Bologna, asimmetrico sia in fase di possesso che in quella di non possesso: in fase offensiva il centrocampo viola era schierato a 3, con Borja Valero vertice basso, Mati Fernández e Vecino interni. Bernardeschi partiva da destra, ma finiva spesso per accentrarsi, Tello invece rimaneva molto largo a sinistra; in fase difensiva, invece, la Fiorentina si disponeva su due linee, ma con Bernardeschi di fianco a Vecino e Borja Valero, e Tello più alto. Imprevedibilità o confusione? C’è da chiedersi se Paulo Sousa l’avesse preparata così o se il problema muscolare che ha impedito a Ilicic di scendere in campo abbia modificato i suoi piani. A prescindere da ciò, è da sottolineare la scelta tecnica di lasciare in panchina Kalinic (il suo ultimo gol risale alla partita col Chievo di dicembre) per fare posto a Babacar. In generale, quindi, è complicato preparare la partita contro la Fiorentina e anticipare le mosse di Paulo Sousa. Roberto Donadoni, però, è un tecnico intelligente ed esperto e ha subito adattato il suo Bologna allo schieramento viola. Pur con una linea difensiva a 4, i movimenti della Fiorentina per iniziare l’azione erano quelli tipici della difesa a 3. Astori, sul centro-sinistra, veniva coinvolto molto spesso nell’impostazione (a fine partita è il migliore in campo per palloni giocati, 93, e passaggi riusciti, 72), fino ad avanzare nella metà campo bolognese, mentre dall’altra parte Roncaglia, in teoria terzino destro, restava più bloccato lasciando a Mati e Bernardeschi il compito di occupare la fascia. A inizio azione, cioè, la Fiorentina aveva un uomo in più a sinistra e uno in meno a destra, atteggiamento a cui Donadoni ha risposto adattando i movimenti dei suoi esterni d’attacco: quando i viola provavano a impostare l’azione a sinistra, Mounier restava in posizione e, aiutato dalla scarsa distanza tra Astori e Pasqual, finiva per marcare tutti e due.

Mounier può tenere d’occhio Astori e Pasqual, Taïder esce su Borja Valero, Donsah su Vecino, Diawara non ha avversari di cui preoccuparsi e può muoversi in funzione dello sviluppo dell’azione, coprendo i compagni o aiutandoli con un raddoppio. Giaccherini si è accentrato molto e scherma Mati. Da notare come in questo caso i viola disegnino un rombo a centrocampo.

Quando invece i viola provavano a impostare l’azione sul centro-destra, bastava che Giaccherini entrasse dentro il campo per compensare l’uscita di Taïder su Borja Valero e ristabilire la superiorità numerica. E se da una parte il Bologna lasciava Roncaglia libero di impostare (incentivando la Fiorentina a giocare sul suo uomo meno tecnico), dall'altra la squadra di Paulo Sousa è stata bravissima a girare da una parte all'altra senza mai far forzare la giocata allo stesso Roncaglia.

Mati è schermato da Giaccherini e marcato da Diawara, Masina marca Bernardeschi. Borja Valero non può fare altro che tornare indietro e cambiare fronte d’attacco.

Ma in questo modo, facendo uscire costantemente Taïder su Borja Valero e modificando i movimenti degli esterni e dei centrocampisti a seconda del lato in cui la Fiorentina provava a impostare l’azione, Donadoni è riuscito soprattutto a mantenere sempre la superiorità numerica attorno al portatore di palla. Impedendo così ai viola di costruire la manovra in maniera pulita (82,5% di passaggi riusciti, ben al di sotto della media stagionale, e 138 palle perse) e di servire Babacar che, da parte sua, ha fatto poco per aiutare la squadra. Nel primo tempo la Fiorentina è riuscita a costruire una sola occasione con un’azione manovrata, sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto poco prima, con il Bologna che non era quindi nelle sue posizioni “standard”.

Astori attrae Giaccherini e per Gonzalo si apre un grande spazio per avanzare e impostare l’azione. Bernardeschi taglia in maniera intelligente lasciando l’uno contro uno a Tello, che salta Masina e serve un pallone perfetto a Babacar, la cui conclusione finisce alta.

L’azione ha dimostrato ancora una volta l’importanza per la Fiorentina di un giocatore sulla fascia in grado di saltare l’uomo, fondamentale per sbloccare la situazione e rendere produttivo il palleggio viola. Paulo Sousa, comunque, non ha insistito su questa soluzione (Tello si trovava a destra proprio perché poco prima era stato battuto un angolo) rendendo più facile il compito dei rossoblù di Donadoni. Per uscire dall’intasamento degli spazi creato dal Bologna i viola si sono mossi molto, scambiandosi spesso le posizioni, ma l’impressione è stata che il cambio di schieramento abbia fatto perdere riferimenti ai giocatori, che hanno faticato a tenere le giuste distanze per attaccare in maniera efficace con la palla a terra. Uno dei movimenti più frequenti è stato lo scambio di posizioni tra Mati e Bernardeschi, con il primo che si allargava a destra e il secondo che tagliava al centro per dare un riferimento tra le linee ai centrocampisti in possesso palla. Bernardeschi ha provato a raccogliere l’eredità creativa di Ilicic e, seppur in una prestazione complessivamente buona (tra le altre cose, 2 occasioni create e ben 7 palloni recuperati), in cui ha trovato il primo gol in campionato, ha dimostrato di dover ancora migliorare nei tempi di gioco e nelle scelte per arrivare a essere davvero una minaccia per le difese. Alcuni colpi di Bernardeschi, però, sono da grande giocatore, come i due splendidi passaggi filtranti con cui, prima, ha quasi mandato in porta Tello, e poi l’ha effettivamente lanciato a rete. Due combinazioni veloci da un esterno all’altro, a dimostrazione che quando la Fiorentina può attaccare in maniera diretta diventa molto più pericolosa.

Bernardeschi ha appena raccolto un rilancio a cercare Babacar e manda in porta Tello con un assist stupendo alle spalle della difesa del Bologna. Sarà l’unico tiro in porta della partita dell’ex Barcellona.

Coraggio rossoblù Il piano gara del Bologna è stato semplice ma efficace. Inizio aggressivo, poi, dopo un quarto d’ora in cui ha attaccato costantemente il primo possesso della Fiorentina, si è abbassato aspettando i viola a centrocampo. Da quando sulla panchina siede Roberto Donadoni i rossoblù hanno fatto un deciso salto in avanti a livello di organizzazione e coraggio nel recupero palla. Il Bologna non ha paura di affrontare a viso aperto avversari di maggiore qualità e, nelle fasi in cui sceglie di pressare il primo possesso avversario, spesso riesce a recuperare palla in zone alte, in maniera diretta oppure forzando gli errori di chi prova a impostare l’azione. Anche le transizioni difensive vengono giocate in maniera molto aggressiva: si cerca il recupero immediato del possesso, anche a costo di allungare la squadra. Anche perché la linea difensiva non accompagna sempre il pressing dei centrocampisti e degli attaccanti, ma resta più staccata a protezione della propria porta (è uno dei motivi per cui Donadoni ha spostato Rossettini, difensore centrale, a terzino destro). È stato così anche contro la Fiorentina: nei primi due minuti il Bologna ha recuperato almeno 4 volte il pallone nella metà campo avversaria (alla fine le palle recuperate in territorio viola saranno 15, contro le 7 della Fiorentina), sia pressando l’inizio azione che aggredendo immediatamente il portatore di palla una volta perso il possesso. In media i rossoblù hanno recuperato palla a 39,3 metri dalla propria porta (un buon dato, in corrispondenza della trequarti difensiva), contro i 30,5 metri della Fiorentina, che però ha giocato quasi tutto il secondo tempo in 10 per l’espulsione di Mati Fernández. Eppure il Bologna (38,5 metri in media) è risultato più lungo rispetto ai viola (35,3 metri). Anche i rossoblù avevano un lato “forte” dove costruire l’azione, quello sinistro, zona di competenza di Masina, Taïder (il migliore del Bologna per palloni giocati, 75, e passaggi riusciti, 54), ma soprattutto Giaccherini. È lui il leader creativo della squadra di Donadoni (il migliore per occasioni create, 3), il giocatore cui spetta definire l’azione dopo aver ricevuto dai centrocampisti, spesso abbassandosi molto. Le catene di fascia che lo vedono protagonista sono sempre le più pericolose del Bologna, ma contro la Fiorentina è stato favorito dal particolare schieramento dei viola, che, vista la mancata copertura di Tello, era facilmente attaccabile a destra, sbilanciando ancora di più la costruzione della manovra rossoblù a sinistra.

Il taglio di Mounier porta via Pasqual, Giaccherini può servire Donsah, che può entrare facilmente nell’area della Fiorentina, anche se alla fine verrà chiuso.

In un’azione simile Giaccherini ha trovato il gol del definitivo 1-1.

Un altro taglio di Mounier libera spazio per Mbaye e Donsah. Giaccherini allarga al terzino, che a sua volta serve Donsah, che si inserisce alle spalle di Pasqual. Il centrocampista ex Cagliari è bravo a scaricare indietro a Giaccherini, che conclude l’azione da lui stesso iniziata.

A quel punto il Bologna era già in superiorità numerica, eppure era andato sotto per il gol di Bernardeschi. Merito di una grande azione che ha esaltato le qualità in palleggio della Fiorentina, oltre ad aver ricordato l’importanza di Kalinic nella squadra di Paulo Sousa e la distanza che al momento lo separa da Babacar (di cui ha preso il posto a fine primo tempo).

Il Bologna è rientrato dopo un contropiede viola, ma concede spazio a Borja Valero. Lo spagnolo alza un pallone che Kalinic difende in mezzo a due difensori prima di allargare a Tello. Sul cross successivo il movimento dell’attaccante croato ad allungare la difesa bolognese è determinante per creare lo spazio per una conclusione abbastanza semplice per chi ha il talento di Bernardeschi.

In inferiorità numerica la Fiorentina si è schierata con due linee da 4 e Kalinic davanti e si è difesa piuttosto bene, concedendo una sola vera occasione, un tiro da fuori di Taïder con una grande parata di Tatarusanu. Per qualche minuto Paulo Sousa ha poi cambiato di nuovo ruolo a Bernardeschi, provandolo interno sinistro in un 4-3-2 dopo l’ingresso di Zárate, ma l’esperimento è durato poco (forse non è un caso se in 10 contro 11 tutti gli allenatori sembrano d'accordo sul 4-4-1...). Il pareggio sta bene a tutti? Non c’è dubbio, insomma, che affrontare il portoghese sia una sfida stimolante per tutti gli allenatori di Serie A. Donadoni l’ha vinta in parte, giocando meglio in parità numerica rispetto a quando al suo Bologna è toccato l’onere di fare la partita dopo l’espulsione di Mati Fernández. Ma con questo pareggio il bottino dei rossoblù da quando l’ex CT della Nazionale è in panchina sale a 24 punti in 14 partite, un rendimento da Europa League. Anche per questo non è un punto da buttare via per la Fiorentina, che da qualche tempo fatica a brillare. In effetti i viola, che dopo 5 giornate del girone di ritorno hanno fatto 4 punti in meno rispetto a quello d’andata, sembrano una squadra in difficoltà e l’ambiente sembra entrato in una spirale forse anche eccessivamente negativa. A Bologna è bastato ritrovare uno dei propri riferimenti, Kalinic, per recuperare parte delle antiche certezze e rischiare di vincere la partita pur in inferiorità numerica. Contro una delle squadre al momento più in forma della Serie A. La soluzione per uscire da questo periodo complicato e difendere il terzo posto dall’Inter e dai ritorni di Roma e Milan, insomma, non è poi così impossibile da trovare.

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