La Serie A è ferma ma noi non ci arrendiamo e da ormai un mese la mandiamo avanti su FIFA 20, come fosse un mondo parallelo in cui l’emergenza del Coronavirus è passata e possiamo tornare a concentrarci sulla nostra passione per le parate ingessate di Olsen e la maestria registica di Gaston Brugman.
Nella Serie A del mondo parallelo continua col duello serrato per il campionato tra Juventus e Lazio, che si sono lasciate ormai indietro un’Inter sempre più in crisi, che ha perso la propria identità e marcisce dentro uno spogliatoio con più intrighi di SKAM. La squadra di Conte è riuscita a perdere persino contro il Verona: una squadra rimasta con la testa al multiverso di prima. Questo, lo sappiamo, è un universo che non perdona.
È ironico che il Verona abbia vinto grazie anche a una prestazione ciclopica di Amrabat a centrocampo: già venduto alla Fiorentina, una squadra che sento sul collo il fiato mortifero della retrocessione.
Cos’altro segnalare? Il crollo del Genoa in casa contro il Napoli, con Milik in versione vanbastenesca; l’eroica vittoria della Roma contro il Parma, dopo due punti nelle ultime tre partite; il pareggio zero a zero tra Sassuolo e Bologna, definita da Sports Illustrated “Una delle partite più noiose del calcio contemporaneo”.
Poi, ovviamente, la doppietta dell’eterno Quagliarella: leggenda che non riesce a risentire i salti da una dimensione spaziotemporale diversa e continua a fare quello che ha sempre fatto: gol titanici mai seguiti da un’esultanza.
Ma va bene adesso andiamo a vedere cosa è successo nella nuova giornata. Prima vi ricordo però le regole della casa: abbiamo simulato condizioni meteo e orari di gioco (secondo una calendarizzazione fatta da noi ma che prova a seguire i normali criteri della Serie A). Abbiamo settato due tempi da 6 minuti e tenuto “campione” come difficoltà. Abbiamo però abbassato leggermente la capacità dei portieri e alzato la precisione dei tiri degli attaccanti. Il realismo di FIFA ha finito infatti per far diventare il gioco più noioso della realtà e ci è voluta una spintarella per non far finire tutte le partite zero a zero, in un delirio utopico uscito dalla testa di Brera. Per quanto riguarda le formazioni, purtroppo, non abbiamo potuto fare scelte: se lasci che sia il computer a giocare vuole il diritto a scegliersi la sua formazione, e mi pare giusto.
Sempre un caro saluto a Matteo Barzaghi, interpellato da Pierluigi Pardo solo per sapere quanto manca alla fine: un professionista ridotto a orologio vivente.