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Fabio Barcellona
La rincorsa di Pochettino
31 mar 2016
31 mar 2016
Il Tottenham è migliorato tanto, e se non vincesse la Premier potrebbe mangiarsi le mani.
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Fabio Barcellona
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La grande e impronosticabile stagione del Leicester City di Claudio Ranieri in Premier League ha in parte oscurato l’altrettanto storico cammino del Tottenham Hotspur e il suo deciso miglioramento rispetto alla stagione passata.

 

Il Tottenham Hotspur è secondo in classifica a 5 lunghezze dal Leicester ed è a questo punto l’unico credibile ostacolo rimasto tra le Foxies e la conquista della Premier League. Quella attuale è la seconda stagione di Maurizio Pochettino alla guida della squadra del Nord di Londra. L’allenatore argentino era stato chiamato ad allenare il Tottenham all’inizio della scorsa stagione, dopo l’anno e mezzo di gestione Villas Boas e i disastrosi sei mesi di Tim Sherwood seguenti all’esonero del tecnico portoghese.

 

https://www.youtube.com/watch?v=CrfSNDzalPE

Fu fatale un 5 a 0 rimediato dal Liverpool di un indemoniato Luis Suarez.



 

Con Pochettino arrivano a White Hart Lane il terzino sinistro Ben Davies dallo Swansea City, il centrale Federico Fazio dal Siviglia, il mediano Benjamin Stambouli dal Montpellier e, abbastanza sotto traccia, Eric Dier dallo Sporting Lisbona. Una campagna acquisti abbastanza tranquilla dopo le due precedenti sessioni di mercato caratterizzate dalle cessioni eccellenti al Real Madrid di Luka Modric e, soprattutto, l’anno successivo, di Gareth Bale e il conseguente investimento, sia pure parziale, delle sterline ricavate dalle due cessioni.

 

Sin dall’inizio Pochettino imposta il suo peculiare 4-2-3-1 che elimina di fatto dalle rotazioni parecchi giocatori che fino alla precedente stagione erano stati importanti per gli Spurs. L’esplosione di Harry Kane emargina gli altri due centravanti in rosa, Adebayor e Soldado. I due esterni puri, Lennon e Townsend vengono oltremodo penalizzati dall’interpretazione del ruolo di esterno alto richiesta dall’allenatore. Scelti Mason e Bentaleb per i ruoli di interni di centrocampo, i tanti altri centrocampisti in rosa, Stambouli, Capoue, Paulinho, racimolano solo briciole di presenze.  La rosa è ricca ma zeppa di giocatori inadatti al gioco di Pochettino.

 

Nella prima stagione sulla panchina degli Spurs Pochettino raggiunge il quinto posto in classifica conquistando 64 punti, le precoci eliminazioni in FA Cup ed Europa League e una sconfitta per 2-0 contro il Chelsea di Mourinho in finale di Coppa di Lega. Non c’è un progresso evidente con la stagione precedente terminata al sesto posto, ma con 5 punti in più, e neanche rispetto alla prima stagione di Villas-Boas, conclusa al quinto posto e con il record di punti (72) in Premier League.

 

Oltretutto le statistiche avanzate di tiro dipingevano la stagione 2014-15 degli Spurs come over-performing, assegnando loro una posizione tra il nono e il decimo posto in classifica. Insomma, pur arrivando con grandi aspettative, Pochettino non aveva migliorato tangibilmente le prestazioni del Tottenham.

 

I difetti della squadra erano abbastanza evidenti e riguardavano principalmente la fase difensiva della squadra: appena quattro squadre in Premier League subivano più reti degli Spurs. Le statistiche avanzate di tiro confermavano il dato grezzo dei gol subiti e la qualità delle occasioni concesse era alta; infatti ben il 68% (record percentuale per la Premier League) dei tiri concessi partivano da dentro l’area di rigore degli Spurs.

 

In campo il problema era soprattutto l’efficacia complessiva del pressing, elemento caratteristico del calcio di Maurizio Pochettino.

nell’individuare nella coppia di centrocampisti del 4-2-3-1 della squadra il punto debole che mandava per aria l’aggressivo meccanismo di recupero palla del Tottenham. Saltato il primo pressing operato dai quattro giocatori offensivi, la coppia di interni prescelta, formata da prevalentemente da Ryan Mason e Nabil Bentaleb, non era abile a recuperare il pallone o ritardare/orientare convenientemente l’azione avversaria e schermare la propria linea difensiva.

 

In estate Maurizio Pochettino si libera di tutti i giocatori sgraditi, sia tatticamente che caratterialmente. Via Adebayor, Lennon, Soldado, Paulinho, Capoue, Stambouli, Chiriches, Kaboul; dentro il coreano Hueng-Min Son dal Bayer Leverkusen, Toby Alderweireld dall’Atletico Madrid, Dale Alli dal MK Dons, Kieran Trippier dal Burnely e l’austriaco Kevin Wimmer dal Colonia. La rosa viene sfoltita dai nomi dal passato importante e ringiovanita. Nonostante i problemi mostrati in fase di non possesso palla dal centrocampo, viene acquistato solamente un centrocampista molto offensivo qual è il giovane talento Dele Alli.

 



La stagione 2015-16 del Tottenham comincia a rilento: sconfitta esterna contro il Manchester United e serie di tre pareggi consecutivi, di cui due casalinghi che relegano, alla quarta giornata, gli Spurs al sedicesimo posto. La svolta della stagione si ha probabilmente alla settima giornata, con la vittoria casalinga per 4-1 contro il Manchester City.

 

Da allora è un progressivo scalare la classifica fino all’attuale secondo posto.

 

Il modulo di gioco è lo stesso della scorsa stagione, il 4-2-3-1. In porta gioca Lloris. Il terzino destro titolare è Kyle Walker con Trippier come riserva. Al centro della difesa Alderweireld ha giocato tutte le partite in Premier League, così come, fino all’infortunio, Jan Verthongen, sostituito da Wimmer. Nel ruolo di esterno sinistro si sono alternati Davies e Danny Rose.

 

In mezzo al campo una maglia da titolare è sempre appannaggio dell’ex terzino Eric Dier. L’altra posizione è molto più contesa: ad inizio stagione Pochettino impiega Mason, Bentaleb e Alli, per approdare infine, in maniera quasi definitiva, all’impiego di Moussa Dembélé, solamente 10 presenze da titolare nella passata Premier League divise tra il ruolo di centrocampista e quello di trequartista.

 

Le tre mezzepunte generalmente utilizzate sono Eriksen, Lamela e Dele Alli, avanzato dopo un inizio di campionato da centrocampista puro. Nelle rotazioni entrano anche Son e Chadli. Il centravanti è Harry Kane, 21 gol in 31 partite di Premier League.

 

Le caratteristiche del 4-2-3-1 del Tottenham sono piuttosto chiare e restituiscono l’immagine di un grosso lavoro in allenamento al fine di costruire un’identità netta e precisa al gioco della squadra.

 



In fase di possesso palla l’idea di Pochettino è quella di abbassare il più possibile la difesa avversaria, con l’obiettivo di agevolare l’efficacia del proprio gegenpressing una volta perso il pallone. Le fasi di costruzione dell’azione prevedono un forte coinvolgimento dei due difensori centrali e di uno dei due centrocampisti che, se necessario, può abbassarsi sulla linea della difesa per facilitare la circolazione del pallone, creando o accentuando la superiorità numerica contro la pressione degli attaccanti. I terzini si alzano rimanendo larghi e sono loro a fornire ampiezza alla manovra.

 


Fase di possesso palla degli Spurs. Dier si abbassa sulla linea dei difensori per agevolare la circolazione della palla. I due terzini, Walker e Rose sono alti e aperti e danno ampiezza alla squadra.



 

Con i terzini alti e aperti le due mezzepunte esterne (false ali ai tempi di Pochettino all’Espanyol) possono occupare una posizione più interna e affiancare da vicino il trequartista alle spalle di Kane. Una delle più importanti chiavi del gioco offensivo degli Spurs passa proprio per le ricezioni di uno dei trequartisti. In fase di attacco manovrato, l’obiettivo della squadra di Pochettino è far giungere il pallone alle spalle della linea di centrocampo avversario nelle zone di campo denominate “half-spaces”, zone intermedie di difficile lettura per la difese avversarie. Il Tottenham predilige un gioco verticale e diretto e pertanto, quando possibile, svuota il centrocampo e sceglie come giocata di transizione tra la preparazione bassa e la fase offensiva in zona avanzata, la giocata verticale dalla linea arretrata verso la zona della trequarti cercando un varco tra la linea dei centrocampisti avversari.

 


Le tre mezzepunte occupano tutte una zona interna del campo. L’ampiezza è garantita dai terzini. La giocata preferenziale è quella che va dalla linea difensiva verso una delle tre mezzepunte piazzate tra le linee, in questo caso il coreano Son.



 

Chiuse le linee di passaggio interne, il gioco può prendere strade laterali. I terzini possono essere raggiunti da un passaggio del centrale dello stesso lato, ma non è certo infrequente la ricerca del lancio lungo in diagonale da parte verso il terzino alto dal lato opposto. Le buone capacità di calcio lungo del destro Alderweireld e del mancino Verthongen (o Wimmer) consentono ai due rispettivamente il diagonale lungo incrociato utilizzando il proprio piede preferito.

 


Il Leicester intasa gli spazi centrali e chiude le linee di passaggio verso le mezzepunte Spurs. Inevitabilmente lascia libere le linee di passaggio verso gli esterni. Il centrale Alderweireld gioca quindi sul terzino del lato Walker che riceve con molto spazio a disposizione.



 

Gli adattamenti allo schieramento difensivo avversario e alle variabili poste dalla partita rendono la posizione dei giocatori in fase di possesso palla molto fluida. L’originale 4-2-3-1 si arricchisce di varianti che prevedono uno schieramento a 3 dietro e l’abbassamento della mezzapunta centrale sulla linea dei centrocampisti. Se l’idea di base è quella di giocare un calcio diretto, con una connessione verticale tra reparto arretrato e quello avanzato, le circostanze tattiche in campo rendono talvolta necessario un gioco maggiormente palleggiato. L’aggiunta di un centrocampista alla linea dei difensori è il più comune accorgimento per facilitare la circolazione del pallone. Ma spesso si può notare una rotazione del triangolo formato dai due interni e dal trequartista, che vanno a formare un centrocampo con un vertice basso, Dier, e due mezzali. In campo così si disegna un 4-3-3 che crea diverse linee di passaggio corte.

 


La rotazione del centrocampo del Tottenham: Dier si abbassa in posizione di mediano, Dembélé si allarga ad occupare la posizione di mezzala sinistra ed Eriksen si abbassa in posizione di mezzala destra



 

L’abbassamento del trequartista può anche essere contestuale alla salida lavolpiana di Dier tra i due centrali.

 


Dier si abbassa tra i centrali Alderweireld e Wimmer. Erikisen affianca Dembele sulla linea di centrocampo. Si crea una sorta di 3-2-4-1.



 

Una volta innescata, l’azione offensiva si sviluppa nell’ultimo terzo di campo tramite scambi ravvicinati che coinvolgono le mezzepunte e il centravanti Kane. Lo sviluppo tramite combinazioni interne della manovra di finalizzazione, oltre a ricercare la conclusione a rete, apre spazi sull’esterno; l’apertura verso i terzini per giungere al cross in corsa attaccando l’area con tanti uomini è una soluzione offensiva tipica del Tottenham di Pochettino.

 


L’elevata densità centrale concentra la difesa in mezzo e libera spazio per Rose che viene servito da Eriksen. Sul cross del terzino l’area verrà attaccata da quattro giocatori degli Spurs.



 
https://vimeo.com/161000717

Il manifesto del calcio verticale di Pochettino: il secondo gol contro il Bournemouth. La palla viaggia dal difensore centrale Wimmer alla mezza punta Dele Alli alle spalle della linea di centrocampo avversario. Sulla ricezione di Alli, Kane attacca la profondità



 



Il tratto distintivo del calcio di Pochettino è sempre stato identificato con il

delle sue squadre. Il Tottenham non fa eccezione.  In un campionato che non spicca per

gli “Spurs” si distinguono per la continuità e la qualità del proprio.

 

Nel calcio di Pochettino il pressing ha la doppia funzione di interrompere il flusso di gioco avversario e, al contempo, creare i presupposti per una transizione offensiva veloce, che sfrutti lo sbilanciamento difensivo degli avversari, secondo il principio che il pressing è il miglior playmaker possibile. Già la struttura della fase di possesso palla è funzionale e coerente con quanto il Tottenham prova a fare nel momento in cui perde il pallone.

 

Gli “Spurs” alzando tanti uomini sopra la linea del pallone, e svuotando il centrocampo, provano a schiacciare più indietro possibile il maggior numero di avversari, in maniera tale da rendere loro più complicata la gestione del pallone nei momenti immediatamente successivi ad un’eventuale riconquista. Il gegenpressing, il tentativo di riconquistare il pallone immediatamente dopo la sua perdita attaccando il possessore di palla e i possibili appoggi, è una caratteristica della squadra di Pochettino. Anche la posizione interna assunta dalle tre mezzepunte in fase di possesso palla si traduce in un vantaggio al momento di attuare il gegenpressing.

 

https://vimeo.com/160866556

Dalla perdita del possesso del pallone di Son al recupero di Walker passano esattamente 03:33 secondi. Gegenpressing.



 

Ma il Tottenham attua un pressing alto e aggressivo anche partendo dal possesso palla avversario. L’azione collettiva di pressing è innescata da varie situazioni di gioco. Costituiscono trigger (ovvero degli inneschi) per il pressing, per esempio, i retropassaggi, le ricezioni spalle alla porta e le palle giocate dal centro verso il terzino. L’uomo più vicino al pallone aggredisce per togliere tempo e spazio al portatore, mentre i compagni vicini chiudono le possibili soluzioni di passaggio.

 

https://vimeo.com/160866595

Contro il City il passaggio indietro da Tourè verso Otamendi innesca il pressingdegli Spurs.



 

A completare il quadro delle possibilità di recupero palla c’è l’intensità con cui la squadra sale in blocco dopo avere giocato una palla alta e lunga, aggredendo le seconde palle. La posizione generalmente avanzata da cui parte il pressing del Tottenham coinvolge interamente nell’azione dei 4 giocatori offensivi che quasi sempre hanno anche la responsabilità di individuare il trigger corretto e iniziare l’azione di pressione. Non infrequenti, saltato il primo pressing, le situazioni di difesa con 6 uomini (i 4 difensori più i 2 centrocampisti); se costretti a difendere posizionalmente nella propria metà campo, gli Spurs adottano uno schieramento a zona piuttosto stretto in larghezza proteggendo preferenzialmente il centro della difesa.

 



Enfatizzando i principi di pressing, gegenpressing e verticalità in fase di possesso palla il Tottenham è riuscito a diventare l’antagonista più credibile dell’incredibile Leicester di questa stagione di Premier League.

 

Il gioco degli Spurs è diventato di gran lunga più efficiente rispetto alla passata stagione. Da un punto di vista offensivo la squadra di Pochettino ha una percentuale di possesso palla identica a quella della passata stagione (55.2% oggi, 55.3 nel 2014/15), ma una percentuale di passaggi riusciti inferiore (80.2% contro 81.2%) e un numero di passaggi per 90 minuti anch’esso minore rispetto alla 2014/15 (492.1 contro 508.6). Inoltre la squadra perde il pallone più frequentemente (27.9 palle perse per 90 minuti contro 26.6). Il Tottenham 2015/16 passa di meno il pallone, in maniera più imprecisa e perdendolo più spesso, ma sono cresciuti il numero di assist per 90 minuti (1.23 contro 1.03) e, soprattutto, il numero di key-pass per 90 minuti (13.1 contro 10.7). È il segnale di una migliore assimilazione del calcio verticale di Pochettino. Gli Spurs hanno aumentato i rischi nell’effettuare i propri passaggi ricavando una percentuale di riuscita inferiore, ma un’efficienza molto maggiore.

http://www.dailymotion.com/video/x3uayso

Il primo gol contro la Fiorentina a White Hart Lane. Palla diretta dal terzino verso la punta che gioca sull’interno Mason che si inserisce da dietro. Calcio verticale.


 

Il Tottenham è la squadra che tira più di tutte a rete dell’intera Premier League, eccezion fatta per il Manchester City, (circa 17 tiri a partita contro i 13.9 della passata stagione). La maggior efficienza è anche testimoniata dal fatto che nel 2014/15 gli Spurs tiravano in porta per la maggior parte delle volte da fuori area (51.6%), mentre oggi la percentuale di tiri da fuori area si è abbassata al 46.1%. Il Tottenham tira tanto, tira meglio e, oltretutto, con accuratezza elevatissima. Sebbene gli Spurs siano la squadra di Premier League che tira percentualmente di meno dalla cosiddetta Danger Zone, la zona centrale dell’area di rigore, (solo il 31% dei tiri), la sua “shot accuracy” è di gran lunga la migliore dell’intero campionato (55% dei tiri non bloccati giungono nello specchio; l’Arsenal , secondo in questa classifica, è al 49% tirando il 51% dei propri tiri dalla Danger Zone).

 

Le statistiche avanzate di tiro descrivono pienamente il nuovo corso offensivo della squadra di Pochettino.  Secondo il modello di Paul Riley, che tiene conto esclusivamente dei tiri nello specchio, gli Spurs occupano il

per expected Goal a favore  (7° posto finale la passata stagione); il modello di Michael Caley, che ha come base di dati tutti i tiri, assegna al

dietro Arsenal e Manchester City  .

 

Particolarmente interessante è inoltre il dato che vede gli Spurs nettamente in testa per gol segnati da situazioni di calcio piazzato. Il contributo del destro di Eriksen e delle

di Alderweireld e Kane è notevole. Il Tottenham ha segnato ben 16 gol da palla ferma.

 

Miglioramenti evidentissimi ci sono stati anche nell’efficacia della fase difensiva. La squadra è la terza per tiri subiti a partita (10.7) e ha migliorato sensibilmente il dato di 12.9 tiri a partita concessi nella passata stagione. Oltre al dato puramente quantitativo, la qualità dei tiri presi dagli avversari è drasticamente calata. Gli expected Goal concessi sono coerenti col fatto che gli Spurs sono la squadra che ha subito meno gol di tutte, solo 24, nella Premier League. Il modello di Caley pone la squadra di Pochettino al secondo posto nella classifica degli expected Goal concessi, quello di Riley addirittura al primo posto con medie praticamente identiche di 27 gol attesi nelle 31 partite giocate. Lo scarto positivo rispetto ai dati della passata stagione è veramente enorme: in termini di gol subiti il Tottenham era la quindicesima difesa per gol subiti della Premier League ed occupava il 13° posto nella classifica degli expected Goal.

 



Il calcio molto strutturato del tecnico argentino ha necessitato di un lungo periodo di apprendimento da parte dei giocatori, progressivamente selezionati per una migliore adattabilità alle richieste tattiche dell’allenatore.

 

I meccanismi di pressing e gegenpressing ricercati da Pochettino richiedono grande capacità di lettura da parte dei giocatori, tanto nella scelta dei tempi quanto in quella della zona in cui applicare la pressione.

 

Queste capacità di lettura sono cresciute dall’inizio della gestione Pochettino, portando a miglioramenti evidentissimi che hanno inevitabilmente generato, in una squadra che gioca aggressivamente le due situazioni tattiche in maniera sistematica, enormi progressi nelle statistiche difensive. Una chiave fondamentale in questi progressi ha il nome di Eric Dier.

 

Il ventiduenne, che ha realizzato il gol della vittoria esterna dell’Inghilterra nella recente amichevole contro la Germania, si è formato calcisticamente in Portogallo, allo Sporting Lisbona, dove i suoi genitori si erano trasferiti per lavoro. Giunto assieme a Pochettino come difensore, è stato reimpostato quest’estate come centrocampista difensivo del  4-2-3-1 degli “Spurs”. Il sistema prevede che uno dei due interni giochi più bloccato, sia in fase di possesso palla che in quella di non possesso; mentre al secondo è richiesta un’interpretazione maggiormente dinamica, con inserimenti profondi in attacco in fase di possesso palla e pressione avanzata in fase di non possesso palla. Il tecnico argentino ha intravisto nel terzino Dier le capacità di interpretazione tattica del ruolo di interno di copertura necessarie a equilibrare il pressing della propria squadra.

 

Le letture di Dier ritardano, oppure indirizzano lateralmente, la transizione avversaria, chiudendo linee di passaggio verticali verso gli attaccanti o, quando possibile, andando a chiudere avanti il portatore di palla. L’abilità di Dier nello scegliere, tra le varie opzioni possibili, quella più corretta dopo il superamento della prima linea di pressing ha contribuito in maniera decisiva a

.

 

https://vimeo.com/161004958

Il contributo difensivo di Eric Dier alle spalle del pressing degli Spurs



 

Al contributo di Dier in fase di difesa dalle transizioni avversarie si somma quello dato sulla linea arretrata dal neo-acquisto Alderweireld. Il belga offre un ottimo equilibrio tra discreta velocità, abilità nei palloni aerei e capacità di coprire la profondità su spazi ampi, rafforzando di molto la difesa degli Spurs. Il belga è inoltre il difensore di Premier League che gioca il maggior numero di passaggi lunghi per 90 minuti (13.3), interpretando con coraggio le responsabilità attribuite ai difensori in fase di costruzione della manovra.

 

I due terzini titolari, i venticinquenni Walker e Rose, sono entrambi velocissimi e esprimono il meglio delle loro qualità spingendosi con forza e continuità in proiezione offensiva, proprio come richiesto dal sistema di gioco implementato dagli Spurs.

 

Un ulteriore merito di Pochettino è stato quello di avere risolto gran parte dei problemi mostrati a centrocampo durante la passata stagione lavorando sulle qualità, spesso nascoste, degli uomini a disposizione. Senza aspettare rinforzi dal calcio mercato, come di solito accade in Premier League. È accaduto con Dier, inventato centrocampista, ed è accaduto anche con Dembèlè. Il belga, impiegato poco e da mezzapunta nella passata stagione, è stato convertito con successo in interno box-to-box, valorizzando il suo dinamismo in pressing, che gli consente di essere il giocatore della squadra con maggiori recuperi di palloni in questa fase di gioco, e la sua capacità di gestione del pallone. Dembélé è il calciatore degli Spurs con la più alta percentuale di passaggi riusciti (90.3%).

 

Il lavoro di Pochettino è rintracciabile anche nell’evoluzione del talento diciannovenne Dele Alli, fino alla scorsa stagione in League One al MK Dons e oggi in nazionale. Inizialmente impiegato come interno a tutto campo al fianco di Dier, Alli è stato quindi spostato nella linea dei trequartisti assieme ad Eriksen e Lamela. Le posizioni in campo dei tre sono piuttosto fluide, ma ciascuno assolve principalmente una funzione tattica.

 

Eriksen ha grande capacità di trovare lo spazio di ricezione tra le linee avversarie, oppure si abbassa sulla linea dei centrocampisti per facilitare, l’avanzamento del pallone. Con questa funzione Erikisen gioca almeno 15 passaggi in più a partita rispetto ai compagni di reparto, con una percentuale di successo più elevata, e creando il maggior numero di occasioni per i compagni mediante key pass e assist.

 

Lamela è la mezzapunta capace di ricevere in posizione aperta, particolarmente efficace nelle situazioni di gegenpressing. Dei tre Alli è il giocatore che maggiormente attacca gli spazi creati dal continuo movimento di Harry Kane, oltre a quello che finalizza di più. Delle mezzepunte Alli è quella che ha messo a referto più assist (9), più gol (7) e che tira maggiormente su azione (54). La combinazione assist di Alli-gol di Kane, avvenuta 7 volte in stagione, è la combinazione più frequente nelle reti segnate in tutta la Premier League. La capacità di lettura degli spazi di Alli lo ha reso indispensabile nell’ultimo terzo di campo come perfetto complemento di Kane, ma lo rende capace di giocare a sostegno del centrocampo e, come a inizio stagione, come centrocampista puro box to box.

 

A completare tatticamente il trio di mezzepunte e a costituire l’esatto pezzo finale del gioco d’attacco di Pochettino c’è Harry Kane. Il ventiduenne centravanti ha nel suo bagaglio un insieme di movimenti offensivi che lo rendono particolarmente adatto a un sistema offensivo progettato come quello degli Spurs. Kane, oltre a mostrare doti realizzative davvero notevoli (21 gol in 31 partite) e parecchio varie (è abile in area, di testa e acrobazia e tira con profitto anche da fuori area), si muove con continuità ed estrema energia su tutta la larghezza del fronte d’attacco, creando linee di passaggio e liberando spazi per gli inserimenti delle mezzepunte. Se necessario funge da ricevitore dei passaggi lunghi dalla difesa proteggendo il pallone e alzando la squadra. Inoltre, le sue doti di resistenza e generosità lo rendono particolarmente attivo nelle fasi di pressing e gegenpressing.

 

https://www.youtube.com/watch?v=IwvQyDdjfAE

Harry Kane segna davvero in tutte le maniere



 



Al di là di come finirà la Premier League, gli Spurs sono quasi certi di partecipare per la seconda volta nella propria storia alla prossima Champions League, e di certo la stagione sarà considerata in ogni caso più che soddisfacente.

 

Il Tottenham è la squadra più giovane della Premier League. Nell’intera rosa solo il portiere di riserva Vorm ha più di 30 anni e tra i giocatori di movimento i più anziani sono i ventottenni Dembélé e Verthongen. Tra i quattro davanti Lamela ed Eriksen sono nati nel 1992, Kane nel 1993 ed Alli addirittura nel 1996. Tanto terreno fertile per Pochettino, abile a lavorare con i giovani e abituato a lavorare con metodi di lavoro particolarmente duri per potere poi giocare un calcio dispendioso, che richiede energie fresche e disponibilità al sacrificio.

 

Kane, Alli, Dier, lo stesso Eriksen sono giocatori già oggi formidabili e con ampi margini di crescita. Oltretutto il Tottenham è la squadra di Premier League con il minor numero di stranieri rosa e possiede pertanto un forte e molto giovane nucleo di giocatori inglesi, già integralmente trapiantato nella nazionale di Roy Hodgson.

 

Per Pochettino c’è pertanto ancora grande spazio di lavoro per migliorare i propri giocatori e il calcio della propria squadra che  può, e deve , perfezionare alcune situazioni di gioco.

 

Il sistematico utilizzo di pressing e gegenpressing richiede meccanismi perfetti sia nella prima linea di pressione che alle sue spalle. In questo senso il processo di perfezionamento di tempi e scelte da adottare può ancora andare avanti perché, sebbene enormemente migliorato, il Tottenham accusa ancora occasionalmente qualche squilibrio nella transizione difensiva.

 

Anche la fase difensiva contro un possesso palla consolidato ha ampi margini di miglioramento. Le due linee a 4 schierate in questa fase tattica, in controtendenza con tutte le altre fasi di gioco, sono spesso troppo passive e mostrano frequenti errori di posizione e lettura nei due terzini, in difficoltà a interpretare correttamente la propria posizione in funzione della palla, compagno e avversario.

 

https://vimeo.com/161006496

Dier si abbassa sul centro destra a formare un trio assieme ai centrali in fase di costruzione. Questo lo allontana dalla zona in cui verrà perso il pallone. Saltata la prima linea di pressione il Leicester può ripartire fino all’area di rigore avversaria



 

La fase offensiva sconta una certa mancanza di fluidità quando non riesce a svilupparsi velocemente e in verticale. Un migliore controllo e una maggiore sicurezza nel congegnare, quando necessario, un avanzamento del pallone lungo il campo più fraseggiato darebbe una dimensione nuova all’attacco degli Spurs.

 

Il progetto della costruzione di un

sembra essere arrivato a compimento e a breve dovrebbero cominciare i lavori dell’impianto. Si prevede pertanto uno spostamento degli investimenti dal settore puramente sportivo verso la costruzione dello stadio. Proprio in quest’ottica le capacità di Pochettino di utilizzare e far crescere giocatori giovani possono risultare fondamentali per il successo sportivo nel breve-medio termine degli Spurs. Il tecnico argentino ha un contratto per altri tre anni e la dirigenza degli Spurs dovrebbe fare di tutto per tenerselo stretto.

 

 

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