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Alessandro Piccolo
La rimonta impossibile del Crotone
15 giu 2017
15 giu 2017
10 partite chiave nella stagione improbabile dei calabresi.
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Alessandro Piccolo
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Nonostante un inizio incerto e una parte centrale di campionato disastrosa, il Crotone è riuscito incredibilmente a salvarsi all’ultima giornata, concludendo una cavalcata che gli ha permesso di ottenere 20 punti nelle ultime 9 partite di campionato, con una rosa definita da molti inadatta alla categoria. Una salvezza che è stata definita in tanti modi: Falcinelli

di “favola”, Nicola di “

”. Al di là delle definizioni, comunque, è stata una delle imprese sportive più inaspettate negli ultimi anni, che andrebbe forse letta anche alla luce della bassa quota salvezza fissata quest’anno, ma che non toglie nulla al recupero straordinario della squadra di Nicola.

 

La scorsa estate il Crotone aveva ceduto i giocatori cardine della salvezza lo scorso anno e non avere più Juric in panchina toglieva il senso rivoluzionario che aveva rappresentato la squadra calabrese. Nel corso della stagione, per arrivare alla salvezza, l’evoluzione del Crotone è stata radicale. Aveva iniziato come un

che in molti consideravano inadeguati alla categoria fino a diventare una vera squadra, compatta e determinata, che ha imparato a limare i propri difetti massimizzando i pregi. Con il passare del tempo e dei risultati, il Crotone è sembrato sempre più convinto del fatto che nel calcio le distanze, sia tecniche che di classifica, possano essere colmate. Un percorso lungo e accidentato, che proverò a riassumere in 10 partite chiave.

 

 



https://www.youtube.com/watch?v=iKOAy9cRVgE

 

Soltanto due anni fa il Crotone, allenato da Massimo Drago, si giocava i Play-Out di Serie B nelle ultime giornate, salvandosi da un ritorno traumatico in Lega Pro dopo un buon numero di stagioni nella serie cadetta. La promozione in Serie A, com’è noto, è stata soprattutto merito del grande lavoro di Ivan Juric, nonché di alcune stagioni sorprendenti come quelle di Ricci, Budimir e Palladino. In estate, però, la società si è ritrovata a dover ricostruire la squadra da capo: Juric è andato al Genoa e molti elementi chiave della squadra, come gli stessi Ricci e Budimir, hanno deciso di monetizzare la buona stagione passando a squadre di Serie A di più alto livello.

 

La campagna acquisti estiva non era stata di primo livello (Dussenne, Simy, Ceccherini, Rohden, Cojocaru, Rosi, Crisetig, Tonev, Nalini e Mesbah) e alla griglia di partenza il Crotone era considerata la squadra con minori possibilità di salvezza, da una parte perché era quella con la minor spesa in monte ingaggi (

13 milioni, due in meno di Empoli e Chievo, tre in meno del Pescara e sei in meno di Palermo e Cagliari), dall’altra perché le altre due neopromosse, Cagliari e Pescara, sembravano essersi mosse meglio sul mercato o avere identità tattiche più promettenti.

 

Davide Nicola, che veniva da un paio di stagioni mediocri al Bari, inizialmente prova a continuare con il 3-4-3 con cui Juric aveva conquistato la promozione, sostituendo però il gioco intenso e volto alla transizione rapida del croato, aduno più attendista e solido, meno rischioso in un campionato così competitivo e difficile come la Serie A.
La prima apparizione del Crotone n Serie A, in trasferta a Bologna, mette però subito in mostra i limiti di quel gioco: troppi in errori in impostazione, eccessivo affidamento al gioco lungo e alle seconde palle, esterni bassi costantemente in difficoltà.

 

Simbolicamente, questa partita ha rappresentato una doccia fredda: la testimonianza che non si sarebbe riusciti a competere provando a essere una versione sbiadita dello scorso anno. Il gol di Destro arriva peraltro su errore di Palladino, il giocatore su cui, almeno fino a gennaio, si basavano le maggiori speranze di salvezza del Crotone.

 

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=MgdrxCIBNPA



Nelle prime due giornate contro Bologna e Genoa, il Crotone aveva tirato in porta appena tre volte, e mai con Simy, l’attaccante che il DS Ursino aveva prelevato dal Portogallo per sostituire Budimir.

 

Forse questo è uno dei motivi che ha spinto la dirigenza del Crotone, nell’ultimo giorno di mercato, a prendere in prestito dal Sassuolo due attaccanti dalle caratteristiche completamente diverse rispetto al nigeriano: Diego Falcinelli e Marcello Trotta.

 

Abbastanza veloce e dotato di un buon sinistro, Falcinelli è un attaccante molto abile nell’attaccare la profondità e un po’ meno nel giocare spalle alla porta, sebbene nel corso della stagione gli sia stato richiesto in più occasioni. Il secondo, invece, era stato acquistato dal Sassuolo dove giocava più che altro da esterno offensivo del 4-3-3. Al Crotone, invece, Trotta, gioca da seconda punta. Insieme andranno a comporre la coppia d’attacco titolare nell’ultima incredibile fase del campionato.

 

Entrambi fanno il loro esordio alla terza giornata contro l’Empoli, in una partita che sembra essere il negativo dell’intera stagione. Il Crotone perde 2-1, dopo essere riuscita a pareggiare con Sampirisi, e la vendetta più grande è ancora un puntino irriconoscibile all’orizzonte.

 

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=G57XoUacMBE

 

Come se non bastasse la differenza tecnica, e a volte anche atletica, con il resto della Serie A, il Crotone deve anche giocare le prime partite “in casa” all’Adriatico di Pescara, perché i lavori di ampliamento dell’Ezio Scida sono andati troppo per le lunghe.

 

L’esordio allo Scida arriva solo alla nona giornata, contro il Napoli di Maurizio Sarri. Il Crotone perde, ma non in maniera clamorosa, e da quel momento in poi 20 dei 33 punti guadagnati verranno da partite in casa. Forse la salvezza del Crotone sarebbe stata più tranquilla se avesse giocato anche le prime partite nella propria casa.

 

 



 



 

Alla decima giornata, il Crotone ha solo due punti in campionato, uno conquistato contro il Palermo e un altro contro la Fiorentina in una giornata piovosa. Proprio la settimana successiva all’1-1 di Firenze, il Crotone, alla seconda apparizione allo Scida, ottiene la prima vittoria della sua storia in Serie A, contro un Chievo che, nonostante l’ottima stagione, è stata una delle poche squadre a subire molto il gioco del Crotone, sia all’andata che al ritorno (la squadra di Maran è stata l’unica, insieme al Pescara, a non aver strappato neanche un punto agli “squali”).

 

È la partita del litigio tra Falcinelli e Trotta per tirare il rigore dell’1-0. E forse anche il momento in cui Falcinelli diventa definitivamente il riferimento offensivo della squadra di Nicola. Negli ultimi minuti di gioco è proprio l’attaccante umbro a raddoppiare: è il terzo gol in un campionato in cui arriverà a segnarne 13, suo record personale in Serie A.

 

 



 





Alla dodicesima giornata il Crotone gioca per la seconda volta nella sua storia a San Siro, dopo l’incontro di pochi mesi prima

in Coppa Italia. Inaspettatamente, contro una Inter che è appena uscita dal naufragio de Boer, i rossoblù difendono lo 0-0 fino all’84’ minuto, quando Perisic porta in vantaggio i suoi, seguito subito dopo da Icardi, che porta con una doppietta il risultato finale sul 3-0.

 

Nonostante la sconfitta, la partita è comunque una delle più importanti della prima parte del campionato del Crotone. Davide Nicola, che fino a quella partita aveva alternato il 3-4-3, il 3-5-2 e il 4-3-3, da quel momento passa definitivamente al 4-4-2. Il modulo che, dopo un lungo periodo di incertezza, garantirà al Crotone una certa solidità difensiva basata sulla copertura del centro senza palla, e una fase offensiva più semplice, con recupero del pallone e verticalizzazioni immediate.

 

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=m6oMYJecn3A



Alla prima giornata di ritorno il Crotone perde per 0-1 col Bologna in casa e tocca probabilmente il punto più basso della sua stagione. Nel girone d’andata ha messo insieme appena nove punti e sembra non essere all’altezza nemmeno di una squadra quest’anno tutt’altro che irresistibile come quella di Donadoni.

 

Appena due partite dopo, ancora una volta contro l’Empoli, il Crotone sembra iniziare a rialzarsi. Contro una squadra che ha bisogno di controllare il pallone, il gioco di transizioni di Nicola sembra esaltarsi. Dopo l’1-1 di Mchedlidze alla fine del primo tempo, il Crotone si dimostra tremendamente più efficace della squadra di Martusciello e la tripletta di Falcinelli fissa il risultato finale sul 4-1.

 

 



 



 



Quella contro l’Empoli è l’ultima partita di Palladino con la maglia del Crotone: pochi giorni dopo la dirigenza decide di cederlo al Genoa, provocando grande delusione tra i tifosi.

 

La prima partita del Crotone senza Palladino sembra confermare le prospettive più cupe. La squadra perde in trasferta contro una diretta avversaria come il Palermo, con la panchina di Nicola che inizia addirittura ad essere messa in discussione nonostante le continue riconferme della società.

 

Ma quella che sembra essere inizialmente la catastrofe, che decreta la fine sportiva del Crotone in Serie A, si rivela essere in realtà la variabile inaspettata, che permette alla squadra di fare il salto definitivo verso la salvezza. La cessione di Palladino responsabilizza infatti il resto della squadra che, non avendo più riferimenti facili a cui appigliarsi nei momenti di difficoltà, si compatta solo dietro al suo allenatore. Con la partenza dell’attaccante, inoltre, Nicola troverà anche alcuni dei principali protagonisti della salvezza, come Stoian e Nalini, entrambi titolari contro il Palermo.

 

 



 



 

 

Quando scende in campo contro la Fiorentina, il Crotone ha 14 punti in classifica, uno in meno del Palermo, otto in meno dell’Empoli e quindici in meno del Genoa, e non vince da due mesi: il destino dei calabresi sembra essere segnato, con Genoa ed Empoli già piuttosto sicure della propria salvezza.

 

Come è successo spesso in stagione, i crotonesi si trovano a dover subire un gol decisivo nei minuti finali, quando sembrano vicinissimi a poter strappare dei punti alla squadra avversaria. Kalinic segna al 90’, e in quel momento, allo Scida si respira la consapevolezza di una retrocessione che, nonostante le nove giornate mancanti, sembra essere già avvenuta.

 

Nei giorni successivi alla sconfitta arrivano le dimissioni del presidente Raffaele Vrenna che,

, dichiara di dover lasciare a causa di non meglio precisate incomprensioni sulle strategie di sviluppo aziendale, contribuendo a gettare nel caos uno spogliatoio già scosso dai pessimi risultati. La squadra di Nicola vede il baratro e forse proprio per quello riesce a trovare la forza per compiere un’impresa che in quel momento non sembrava razionalmente possibile a nessuno.

 

 



 



 

 

Dopo la sconfitta contro la Fiorentina, il Crotone cambia: in pochi giorni la squadra sembra ritrovare il coraggio e la consapevolezza che sembrava aver perso definitivamente. I rossoblù vincono contro Chievo, Inter, Sampdoria, Pescara e Udinese, inanellando una striscia di sette risultati utili consecutivi, cedendo il passo solo a una Juventus ormai pronta alla festa scudetto. La vittoria più clamorosa è probabilmente quella contro l’Inter, di nuovo allo sbando. Al 23esimo del primo tempo la squadra di Nicola è già sul 2-0, con una doppietta di Falcinelli.

 

La metamorfosi del Crotone è impressionante. Prima della sconfitta con la Juve gli “squali”, che fino a quel momento avevano segnato solo 21 gol subendone ben 49, vanno a rete per ben 10 volte, subendo solo 5 gol. Per la prima volta i tifosi crotonesi assistono a una lunga serie di partite giocate con il giusto atteggiamento mentale e tattico, e si godono un ruolino di marcia

League.

 

Con il Crotone in forma stellare, Genoa ed Empoli si accorgono di avere il fiato sul collo della squadra di Nicola quando ormai sembra essere troppo tardi: gli uomini di Juric raggiungono la salvezza solo alla penultima giornata battendo il Torino; mentre l’Empoli, perdendo in casa contro l’Atalanta, è costretto a giocarsi tutto all’ultima giornata a Palermo in una partita che, nonostante i pronostici e

, risulterà tutt’altro che scontata.

 

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=_uGiiTq44Xk

 

Il resto, come si dice, è storia. Il 28 maggio il Crotone batte in casa la Lazio mentre il Palermo ferma l’Empoli per 2-1. Lo stesso Crotone che fino a qualche settimana prima subiva sempre gol nell’ultimo quarto d’ora, che se si fosse giocato solo un tempo

in zona Europa League, contro la Lazio mette subito le sue intenzioni in chiaro portandosi prima sul 2-0 in 22 minuti e poi chiudendo la partita a metà del secondo tempo.

 

È la rivoluzione totale e finale della stagione del Crotone che per il secondo anno di fila riesce a raggiungere un risultato totalmente insperato ad inizio anno dopo aver ricostruito l’intera squadra su una base di giovani in cerca di rilancio, e aver cambiato allenatore e sistema di gioco.

 

https://www.youtube.com/watch?v=81K9ltn9crU

 

Nel delirio del post-partita, in cui si vede Nicola dabbare davanti alla curva festante dei tifosi del Crotone, l’allenatore trentino

della sua promessa – fatta quando la salvezza sembrava un sogno impossibile e le scommesse assurde si potevano fare a cuor leggero - di farsi da Crotone a Torino in bicicletta: «Sono disposto a fare di tutto per ottenere ciò che voglio, credo proprio che sarà una passeggiata». La salita più dura, d’altra parte, è stata appena messa alle spalle.

 

 

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