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Foto di Steve Dykes / Getty Images
NBA Lorenzo Bottini 21 gennaio 2017 4'

La posta del cuore: i fratelli Ball diventeranno dei fenomeni?

Vincenzo ci ha chiesto se l’ultima dinastia del basket giovanile farà i botti in NBA. Risponde Lorenzo Bottini.

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I fratelli Ball riusciranno tutti e tre a diventare fenomeni in NBA?
Vincenzo

 

Risponde Lorenzo Bottini, un fanatico di fratelli Ball

 

Ciao Vincenzo,
il cenone di Natale passato a stretto contatto coi parenti ci ha dato un ulteriore motivo per rosicare di non essere nati nella famiglia Ball. Mentre voi vi abbuffavate di fritti Lonzo non aveva ancora conosciuto il sapore della sconfitta collegiale, LiAngelo segnava a secchiate e LaMelo indicava alla squadra avversaria la linea di centrocampo dietro alla quale avrebbe sparato la sua bomba. L’anno scorso i “Ball Brother’s” sono subito diventati un fenomeno di culto dopo aver dominato il mondo delle High School in una stagione da trentacinque vittorie e zero sconfitte, profetizzando un basket rivoluzionario che alcuni hanno definito come i Golden State Warriors sotto acido.

 

I figli di LaVar hanno fatto a pezzi l’idea neoclassica del gioco a furia di transizioni pazze, outlet pass ad una mano da canestro a canestro, tiri presi da qualsiasi posizione del campo senza che nessuno trovasse una soluzione. Un basket folle, spettacolare ma talmente estremo da risultare impossibile da classificare. Per capire se la stagione 2015/16 di Chino High sarà ricordata come uno dei prodromi dell’invasione di una nuova razza, come l’ha definita il timido patriarca, o un trip collettivo come in California non si vedeva dai tempi della Summer of Love, toccherà aspettare.

 


Meglio del Cirque du Soleil.

 

Nel frattempo Lonzo Ball, il primogenito, nella sua prima e probabilmente unica stagione a UCLA ha ridato linfa a uno storico programma giocando come se fosse ancora a Chino High. Il suo dinamismo e la sua visione di gioco celestiale innescano la batteria di tiratori in maglia Bruins, uno spettacolo pirotecnico che illumina l’attacco più esplosivo della nazione (124.7 di AdjO su Kenpom). Lonzo è un passatore meraviglioso, che abbina un intelligenza cestistica sopra la media ad abilità fisiche che gli consentono gesti tecnici unici al mondo, e una skill che da sola vale una scelta in lottery a fine stagione. Con 8 assist a partita è il secondo in tutta la Division I (il primo è Maurice Watson che ha sfortunatamente già finito la sua stagione) e l’ottimo assist-to-to ratio (3,5) sottolinea come nonostante la giovane età abbia già la patente per guidare una fuoriserie.

 


A Westwood quest’anno non ci si annoia.

 

Quando non scarta cioccolatini per i compagni, Lonzo è in grado di chiamare il suo numero e crearsi l’occasione per segnare. In isolamento le sue qualità di scorer sono inficiate dall’assoluta mancanza di un qualsiasi midgame: le sue conclusioni arrivano solo o nell’area pitturata o da dietro la linea da 3 (una sola conclusione realizzata su 96 che non fosse una tripla, una schiacciata o un layup). Al ferro arriva comodamente grazie alle sue gambe a propulsione e alle spaziature che gli concede l’attacco di UCLA, sia dal palleggio che da tagliante. I dubbi sul suo tiro sono stati cancellati da uno sfavillante 43%, che sfiora l’80% in spot-up. La meccanica non convenzionale si è trasformata in una mortale catapulta capace di sputare fuoco da ogni posizione del campo. Complici gli allenamenti di papà LaVar, Lonzo possiede già un range da NBA, utile anche a coprire un rilascio lento e basso che potrebbe costargli del lavoro extra in palestra una volta arrivato tra i professionisti, cioè tra sei mesi. Sarà interessante capire se una volta in Nba il sistema si adatterà a lui o, per la prima volta, sarà lui a doversi adattare.

 


LiAngelo e la sua personale battaglia contro i canestri avversari.

 

Quando Lonzo inizierà la sua stagione da rookie in Nba, a Westwood arriverà LiAngelo, il Ball su cui ho più riserve su una possibile carriera tra i pro. Nonostante le caterve di punti che sta mettendo a tabellone il suo gioco è meno rivoluzionario di quello di Lonzo e meno futuribile di quello di LaMelo. Il suo dominio odierno è garantito da uno strapotere fisico ed è drogato dal ritmo di gioco di Chino High. In un sistema più normalizzato troverà molta difficoltà ad essere definito da un ruolo essendo troppo basso per giocare costantemente in frontline e troppo lento e senza qualità elevate di ball-handling per operare da esterno. Negli anni ad UCLA troverà sicuramente un modo per far canestro con discreta continuità ma non mi aspetto di vederlo in Nba se non in ruoli marginali.

 

Su LaMelo invece tocca spolverare la palla di vetro. Fare premonizioni su un giocatore di quindicenne anni è complicato, farle su un quindicenne con il taglio di Odell Beckham che prende e tira dalla sua metà campo è praticamente impossibile. Se dobbiamo dar retta al padre, LaMelo è il più forte dei tre, irrobustito dalle continue sfide con i fratelli più grandi. LaVar in una rievocazione californiana di un romanzo di Nikolai Lilin lo ha costretto fin dall’età prescolare a combattere a mani nude sui playground cittadini contro le pance degli avversari, nella convinzione che tutto questo dolore un giorno gli sarà utile. Nessuno può dire se LaMelo diventerà un Curry con più range di tiro o impazzirà come un pitbull per la sua infanzia rubata e si chiuderà dentro una casa di bambole, èer ora è considerato da Rivals.com il 16esimo prospetto della sua classe, un gradino sopra il suo promettente compagno di squadra Onyeka Okongwu (che però è al settimo posto su Espn100). Per delle considerazioni più realistiche bisognerà aspettare come minimo l’anno da junior, quando sarà maturato anche fisicamente. Nonostante ora il suo fisico adolescenziale non dia garanzie è già più alto di quanto fossero sia Lonzo che LiAngelo alla sua età.

 

La storia dell’Ncaa è piena di dinastie familiari, solo negli ultimi anni ricordo quella degli Zeller ad Indiana e dei Plumlee a Duke. Sarebbe molto bello se i fratelli Ball riuscissero a trasformare la nostra percezione del gioco in un matrix di baseball pass, jumper da centrocampo e alley-oop in transizione. Più cautamente suggerirei che tutti, specialmente Lonzo e LaMelo, hanno la possibilità di essere giocatori di alto livello ma che per farlo saranno costretti per la prima volta ad abbandonare il nido domestico.

 

 

Tags : lonzo ball

Lorenzo Bottini nasce nel 1989 a Roma. Si laurea in Storia del cinema interessandosi soprattutto dei rapporti con i nuovi media. Folgorato sulla via di Detroit dai due Wallace, ritiene lo sport uno dei pochi modi rimasti per creare modelli comunitari.

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