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Foto di Valerio Pennicino / Getty
Calcio Federico Aquè 20 gennaio 2017 3'

La differenza di Marchisio

L’aspetto più incredibile del gioco del centrocampista juventino.

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La stagione di Claudio Marchisio è cominciata soltanto il 26 ottobre, a causa del grave infortunio al ginocchio subito contro il Palermo sul finire dello scorso campionato. In compenso, ci ha messo poco a riprendersi il posto e basta dire che con lui in campo i bianconeri non avevano mai perso prima della partita con la Fiorentina (in Supercoppa, la sconfitta è arrivata solo ai rigori).

 

Il gioco di Marchisio si potrebbe scomporre in tanti piccoli gesti, forse banali, ma che sottolineano un’intelligenza calcistica davvero fuori dal comune. La differenza tra Marchisio e quasi tutti gli avversari con cui si confronta sta però nelle letture difensive. La naturalezza con cui Marchisio legge il gioco in anticipo e intercetta i passaggi ha davvero pochi eguali ed è uno dei motivi che rendono così determinante la sua interpretazione del ruolo di vertice basso del centrocampo nella Juventus. Marchisio sembra leggere la mente dei suoi avversari e attrarre il pallone come un campo magnetico: una dote capace di dare ai bianconeri un vantaggio sensibile in diverse situazioni di gioco.

 

Forse è un aspetto sottovalutato non solo del gioco di Marchisio, ma di tutti i centrocampisti centrali con compiti di impostazione. Ma a centrocampo distruggere ha la stessa importanza di costruire.

 

Il primo esempio del talento difensivo di Marchisio viene dalla partita con il Napoli. Uno degli obiettivi più ricercati nel pressing sul primo possesso avversario è forzare il lancio lungo del portiere o dei difensori: costringerli a giocare sotto pressione, ovviamente, amplifica le possibilità di errore e di recuperare la palla.

 

In questo caso Mandzukic si è spinto nell’area di rigore del Napoli e costringe Reina a un lancio affrettato: Marchisio è scalato in avanti su Diawara, ma non appena Reina si appresta a calciare si stacca per intercettare il pallone, recuperandolo dopo un primo controllo impreciso e permettendo alla Juve di iniziare una nuova azione già nella trequarti del Napoli.

 

Anche se non ha portato a un attacco diretto della porta del Napoli, è la dimostrazione di quanto sia importante il ruolo di Marchisio quando la Juve sceglie di pressare alto.

 

Contro il Bologna, invece, uno scenario più classico: la Juve si difende nella propria metà campo e chiude ogni spazio in cui far passare il pallone. Queste sono le situazioni in cui Marchisio non si limita soltanto a entrare nella testa dei suoi avversari, ma li manipola per costringerli a fare ciò che lui si aspetta: Viviani prova la verticalizzazione, Marchisio ovviamente non si aspettava altro e in un solo gesto combina il recupero della palla e il rilancio dell’azione.

 

La Juventus può così ripartire in superiorità numerica: un altro dei vantaggi generati dall’intelligenza di Marchisio.

 

Le letture difensive di Marchisio sono fondamentali anche quando la Juve attacca. A palla persa è infatti praticamente impossibile trovarlo fuori posizione: Marchisio è sempre pronto ad attivarsi per recuperare immediatamente il possesso o per proteggere la difesa.

 

Dalla partita di Supercoppa: il Milan ha recuperato palla e Suso potrebbe far partire un contropiede, ma non ha fatto i conti con Marchisio, che non solo intercetta il passaggio, ma recupera il possesso in scivolata, trasformando un potenziale pericolo per la difesa della Juve in un potenziale pericolo per la difesa del Milan.

 

Le letture di Marchisio, ovviamente, sono molto preziose anche per conquistare le seconde palle e permettere alla Juve, ad esempio, di schiacciare gli avversari nella propria metà campo. Contro la Sampdoria, il cross di Pjanic sul secondo palo viene intercettato da Regini, che spazza l’area calciando al volo: Marchisio è vicino al punto di caduta del pallone, allunga il piede sinistro per controllarlo e poi completa il recupero vincendo il duello fisico con Ricky Álvarez. La Juve, così, può riprendere a giocare nella metà campo della Samp.

 

Ancora in Supercoppa: i bianconeri sono sbilanciati e Romagnoli prova ad approfittarne con un lancio lungo che potrebbe aprire una prateria a Bacca. L’ultimo ostacolo tra il colombiano e la porta è proprio Marchisio, che gestisce la situazione con una tranquillità imbarazzante: stop di petto e cambio di gioco al volo sulla testa di Mandzukic. L’importanza di un giocatore completo e maturo come Marchisio è racchiusa tutta in questi pochi secondi: quanti giocatori al posto suo avrebbero gestito una situazione del genere con questa calma? Pochi.

 

Sei mesi di inattività sono stati cancellati con la naturalezza di chi padroneggia ogni strumento del mestiere e non ha bisogno di tempo per recuperare le vecchie abitudini: l’infortunio al ginocchio non ha tolto a Marchisio il posto nell’élite dei centrocampisti del panorama mondiale.

 

 

Tags : centrocampisticlaudio marchisiojuventus

Federico Aquè ha collaborato con Sprint&Sport, Datasport e Sportmediaset.

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