La Dey
Deyna Castellanos è il nuovo talento del calcio femminile che non potete ignorare.
Conferme
Ma prima del grande salto, il Mondiale under-17 in Giordania era l’ultima competizione da disputare con la Nazionale di categoria e potenzialmente anche l’ultima per lei a livello under, considerato che ha già debuttato in nazionale maggiore, dove la aspettano con ansia.
Dopo la sconfitta senza reti con la Germania nella partita d’esordio, Castellanos si è presa la squadra sulle spalle e contro il Camerun, nella seconda gara, ha ampliato il repertorio: il primo gol lo segna da calcio piazzato, col destro e da destra (aprendo il piatto in quel modo che, parlando di prime punte, ricorda un po’ le punizioni di Didier Drogba). Poi colpisce un palo nella ripresa non riuscendo a chiudere la partita, e questo consente al Camerun, al minuto 93, di raggiungere un insperato pareggio con un bellissimo gol di tacco di Takounda. Ciò che succede dopo ha dato a Castellanos popolarità mondiale attraverso i social, e ha rafforzato il suo status di salvatrice della patria: le squadre tornano al centro, restano spiccioli di partita da giocare, Castellanos si fa dare la palla e calcia da centrocampo.
Una giocata di questo tipo può apparire barbara, forse presuntuosa, e comunque piuttosto semplice da analizzare, ma ci sono più livelli in ballo: c’è il calcolo dell’attaccante che si prende il rischio di tirare da lì nell’ultimo possesso della partita invece di far ripartire l’azione, c’è l’esecuzione tecnica di un calcio lungo, preciso e che arrivi forte abbastanza da impedire una presa facile. C’è chiaramente anche l’aiuto del portiere non impeccabile, come in tutti i gol da quella distanza. Non è tentativo disperato che si risolve per il meglio. È una risposta immediata all’asticella che si alza, perfetta nella sua esecuzione. In questo caso, se avete capito come funziona con Castellanos, non c’è bisogno di guardare la palla fino in fondo per sapere come finisce.
Il primo gol contro il Camerun è più “pulito”.
È impressionante come in queste manifestazioni abbia differenziato i modi di colpire, come se per Castellanos un Mondiale fosse un’occasione per mettersi in mostra prima di una competizione. Ancora, contro il Canada, ha aggiunto altre due voci sul curriculum: stop di petto, gambeta spalle alla porta per liberarsi di almeno quattro giocatrici che potevano contrastarla o chiuderle linee di tiro e passaggio, e destro violento in porta per la prima rete. Sull’azione che porta al secondo gol, sinistro di prima da posizione angolata che ammicca a quel gol di Francesco Totti alla Sampdoria, col portiere che fa il massimo respingendo corto per un facile tap-in di Yerliane Moreno.
Il primo gol è da loop da 5 secondi nei pomeriggi morti.
L’ultima gara che la vede a segno, prima delle due brutte partite contro Corea del Nord e Spagna, è col Messico nei quarti di finale. Il Venezuela ha appena subito il gol dello svantaggio, e lei pareggia in un minuto liberandosi al tiro contro due avversarie con una sterzata sul destro. Il gol che manda il Venezuela di nuovo tra le migliori quattro squadre invece lo mette a segno scartando il portiere dopo esser stata ben servita con una palla in profondità.
Il gol che toglie subito il vantaggio al Messico.
Nelle ultime due partite Castellanos non ha brillato, così come il resto della squadra, surclassata dall’organizzazione tattica delle coreane, prima, e delle spagnole, poi. L’azione più interessante è stata un tiro che ha letteralmente piegato le mani alla numero uno coreana, la quale ha chiesto l’intervento del medico dopo aver deviato la sua conclusione. Nonostante le due sconfitte che hanno chiuso il torneo, il Venezuela si è conquistato una dimensione nuova all’interno del Sudamerica e nel mondo, che sarà difficile difendere con le nuove generazioni nelle categorie under e che si scontrerà con realtà ben più attrezzate nella nazionale maggiore.
Ma anche al netto del sensazionalismo del suo gol da centrocampo, Castellanos è con merito il talento più chiacchierato del calcio femminile, e potrebbe cambiare sia la cultura sportiva del proprio paese, dove il calcio femminile potrebbe finalmente ambire a delle soddisfazioni, sia quella degli altri paesi sudamericani, dove le federazioni tradizionalmente forti potrebbero cercare di colmare il gap per non essere di nuovo dominate da una nazione con minori risorse.
Soprattutto, le giovani calciatrice potrebbero trovare un nuovo modello in Castellanos, quando la star Marta lascerà il calcio, o magari addirittura prima. Il Sudamerica mostra ancora una volta la sua capacità di risollevarsi nei momenti critici, trovando un eroe che da solo sia in grado di alimentare i sogni di grandezza di tutti. E dopo gli O Rei e O’ Ney dei maschi, chissà che per qualcuno il futuro non possa essere anche un po’ di La Dey.