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Foto di Marco Bertorello / Getty Images
Calcio Marco D'Ottavi 31 maggio 2018 4'

La delusione dell’anno: Andrea Belotti

Il premio più deludente degli Ultimo Uomo Awards va al Gallo Belotti.

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Se Belotti è stato la delusione dell’anno, i meme sulla sua stagione tragica invece non hanno assolutamente deluso. Il seguente contributo sarà intervallato dai migliori, scelti per voi dalla pagina Serie /A/ Memes, che restituiscono l’amarezza percepita dai tifosi di Belotti in questa stagione.

 

Il premio alla delusione dell’anno è probabilmente il più subdolo tra quelli distribuiti da l’Ultimo Uomo. La delusione è un sentimento di secondo livello, figlio dell’aspettativa, che è una categoria dello spirito per definizione soggettiva. Se però nei nostri sogni magari aspettiamo Godot (o Kate Upton), nel nostro Fantacalcio aspettavamo Andrea Belotti. E lui non è arrivato.

Schermata 2018-05-31 alle 11.40.06

 

La delusione generata dal Gallo non è romantica, né accrescitiva: è una delusione fin troppo materiale, che possiamo pesare come il prosciutto dal salumiere. Pesa 15-17 gol: quelli che gli mancano rispetto alla passata stagione in cui aveva dimostrato di poter convertire in rete praticamente qualunque pallone finisse nella sua sfera di influenza (nel campionato 2016/17 Belotti ha segnato 24 gol, se escludiamo i rigori, da soli 16,6 xG creati). Eppure non sono neanche tanto i gol a mancare, a meno che non siate tifosi del Torino, quelli che sono mancati ad Andrea Belotti sono stati – appunto – i “fantagol”.

 

Belotti arebbe vinto il premio di Delusione dell’anno anche in un mondo senza Fantacalcio? Voi che l’avete votato, avreste fatto lo stesso se non aveste speso (o visto i vostri amici farlo) 100, 150, 200 crediti per assicurarvi i suoi venti e passa gol in campionato, che sembravano scontati dopo le prime giornate?

 

Avreste giudicato la sua stagione più deludente di quella di André Silva, che ha segnato solo due gol in campionato facendosi rubare la scena da Cutrone? O di quella di Bonucci, che doveva spostare gli equilibri del campionato e invece ha finito per disputare un campionato mediocre? Addirittura più deludente di quella di Schick, che tanto aveva promesso e poco mantenuto (ma questo vale anche per noi della redazione che l’abbiamo considerato una delusione più grande di Kalinic e Alex Sandro)?

 

Schermata 2018-05-31 alle 11.40.42

 

Ad inizio stagione Belotti aveva una quotazione di 100 milioni di euro e rientrava in quella fascia strettissima di attaccanti-da-avere-per-forza nella propria fantasquadra insieme ad Higuain, Icardi e Mertens. Curiosamente di questi solo l’argentino dell’Inter ha rispettato le aspettative dal punto di vista realizzativo. Mertens, ad esempio, ha segnato 11 gol in meno della scorsa stagione, facendo passare la sua media gol per 90 minuti da 0.98 a 0.55, una flessione negativa similea quella di Belotti, passato da 0.77 gol ogni 90 minuti a 0.34. Perché allora Mertens non è finito nella discussione intorno a questo premio?

 

La differenza è che da Belotti ci aspettiamo solo il gol. Non c’è niente altro che l’attaccante del Torino sembra fare particolarmente bene su di un campo da calcio: non è un giocatore associativo, non è talentuoso, né tecnico. Certo, anche in questa stagione, giocando molto meno della precedente, l’attaccante del Torino è risultato il giocatore che subisce più falli, ma basta come qualità ad un attaccante che non segna come un disperato?

 

Il Belotti attaccante del Torino e il Belotti attaccante della vostra squadra di Fantacalcio praticamente coincidono, in quanto macchine il cui unico scopo generare gol da 3 punti. Per questo motivo non ci è possibile scindere l’uno dall’altro, come possiamo fare per altri attaccanti quando perdono il loro istinto sotto porta. Belotti ci ha deluso perché dopo i 26 gol della scorsa stagione in qualche modo ci aspettavamo che ne potesse segnare ancora di più e invece lui ne ha segnati molti meno.
Belotti1

C’è un necessario “però”: gli infortuni. Il 1 ottobre il Torino vince 2 a 0 contro il Verona e il terzo gol sembra solo questione di minuti. Inseguendo un avversario fino alla bandierina, il ginocchio di Belotti ha un movimento innaturale. Il Gallo esce in barella tenendosi le mani al volto, lo stadio Olimpico smette di respirare e nei minuti finali il Verona segna due gol.

 

È praticamente il primo infortunio in carriera per Belotti, che fino a quel momento reputavamo indistruttibile, una lesione parziale al legamento collaterale del ginocchio destro. Fino a quel momento aveva giocato 9 partite, 7 di Campionato e 2 di Coppa Italia, segnando 6 gol, di cui uno incredibile al Sassuolo frutto di una sforbiciata volante. Tutto sembrava andare per il verso giusto.

 

L’infortunio è stato meno grave del previsto e Belotti è tornato in campo dall’inizio dopo neanche un mese, anche perché c’era lo spareggio contro la Svezia, ma ha smesso di segnare. È tornato al gol solo 7 giornate dopo, contro il Napoli, grazie alla complicità di Reina. Dieci giorni dopo, in allenamento, subisce un nuovo infortunio al ginocchio, sempre lo stesso. Ancora una volta lacrime e spavento (sono i giorni in cui i crociati saltano come i tappi di birra in Serie A), ma questa volta è solo una distorsione.

 

 

Belotti2

 

Parliamo quindi di due infortuni ravvicinati allo stesso ginocchio, due traumi non gravi ma che sono sempre difficili da quantificare nel loro impatto su di un giocatore, soprattutto uno che basa così tanto il proprio gioco sul fisico.

 

I gol di Belotti non sono frutto di istinto o tecnica, ma di forza e determinazione. Per segnare il Gallo deve essere più esplosivo degli avversari, sopraffarli con il suo corpo, cosa che non gli è riuscita con continuità dopo l’infortunio. Una statistica valga per tutte: se nella scorsa stagione Belotti aveva segnato 10 gol di testa, quest’anno questo numero si è fermato a zero.

 

 

Belotti3

 

Qualche giorno fa gli sono bastati 10 minuti per andare in gol nell’amichevole contro l’Arabia Saudita e forse l’incantesimo negativo che l’ha bloccato in questa stagione è già svanito. Qual è il posto di Belotti lo scopriremo presto, se questa è stata una stagione funesta o se è il suo destino. Con il Gallo ci rivediamo quindi tra 12 mesi, quando sarà di nuovo tempo di premi, nel frattempo non posso che consigliarli questa guida su come affrontare una delusione (di essere una delusione).

 

 

Tags : andrea belottitorinoultimo uomo awards

Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.

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