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Francesco Lisanti
La crescita di Tielemans
18 apr 2017
18 apr 2017
Ad appena 20 anni il centrocampista belga gioca già come un veterano, dove andrà in estate?
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Francesco Lisanti
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Quando aveva 15 anni, Youri Tielemans era già stato promosso nell’Under-17 dell’Anderlecht, eletto capitano della squadra e incaricato di battere tutte le punizioni, tutti i calci d’angolo e tutti i rigori,

i genitori dei compagni di squadra. Una delle rare occasioni in cui non avrebbe messo tutti d’accordo.

 

Tielemans è il vanto del settore giovanile delle

, il ragazzo che «

», come sottolinea il direttore Jean Kindermans, a differenza di altri prodotti del vivaio (Kindermans cita Januzaj e Charly Musonda) che hanno ceduto alle lusinghe dei grandi club prima di potersi affermare in prima squadra.

 

All’età di 16 anni, Tielemans ha firmato il suo primo contratto da professionista, e

il general manager Van Holsbeeck lo ha definito «il nostro primo grande investimento a lungo termine». Due mesi dopo ha debuttato con la maglia della prima squadra, nella prima partita del campionato 2013-14. Due anni dopo ha firmato l’estensione contrattuale che in via teorica lo lega al club bianco-malva fino al 2020.

 

Tuttavia, com’è abbastanza naturale immaginare, nessuno all’Anderlecht crede che Tielemans potrà mai diventare una bandiera della squadra, e questa è praticamente l’unica aspettativa che non hanno riposto su di lui. Ouahbi, allenatore delle selezioni giovanili,

: «A chiunque mi chiedesse chi dei miei ragazzi avrebbe fatto strada, facevo immediatamente il suo nome».



 



 

La cessione di Tielemans si concretizzerà con ogni probabilità quest’estate, e in questo momento il Monaco sembra avere un vantaggio considerevole sulle avversarie, ovvero tutte le grandi squadre d’Europa (per quel che valgono le speculazioni di mercato, il motore di ricerca di Google contiene il nome “Tielemans” associato a qualunque società potesse permettersi i 25/30 milioni di valutazione del cartellino).

 

«Alcuni club stabiliscono un programma individuale per guidare i migliori talenti verso la prima squadra»,

Landry Dimata, ex-compagno e amico di Youri. «A partire da quando ha compiuto 16 anni, all’Anderlecht hanno deciso molto in fretta che cosa avrebbero fatto di lui». Un programma che in gran sintesi si può riassumere con: trattenerlo il più a lungo possibile e capitalizzare il massimo dalla cessione.

 

Al termine della migliore stagione sul piano realizzativo (che lo ha visto segnare 18 gol in tutte le competizioni di club), con il potere contrattuale dettato dall’estensione appena firmata, sembra che per l’Anderlecht non possa esserci momento più propizio per lasciarlo partire. Anche se questo significherà rinunciare alla bellezza di un controllo al volo

al novantesimo minuto.

 

La crescita di Tielemans è stata monitorata dal dipartimento

, un progetto che nasce una decina d’anni fa dall’esigenza di creare un ambiente più familiare per i giovani dell’accademia, specialmente quelli di madrelingua francese, che in una comunità a prevalenza fiamminga incontravano un ambiente ostile. Eden Hazard, ad esempio, viveva a pochi chilometri dal centro di formazione di Neerpede, e nonostante il forte interesse dell’Anderlecht ha scelto di emigrare in direzione opposta, verso il nord della Francia.

 

La possibilità di proseguire il percorso educativo in un contesto sufficientemente protetto e altrettanto stimolante ha convinto la famiglia ad affidare il piccolo Youri alle cure dell’Anderlecht sin dall’età di 5 anni. La madre non gli permetteva di giocare nel weekend successivo a una brutta pagella, ricorda sempre Ouahbi. Una linea di principio pienamente condivisa dalla società:

di Youri, «la filosofia dell’Anderlecht è la tecnica prima di tutto, e poi avere una buona mentalità e una buona educazione».

 

Dei suoi genitori, l’agente Henrotay

«hanno più a cuore il diploma del figlio che il suo portafoglio», ma anche, in un’altra occasione, che «Youri ha attraversato momenti difficili, (…) fin da giovanissimo ha avuto un’agenda fitta di impegni e responsabilità da adulto, ma ha dovuto continuare con gli studi perché era importante per la famiglia». Negli anni dell’adolescenza, Tielemans non si è praticamente mai dovuto muovere da Neerpede, ha frequentato un istituto superiore poco distante, e dopo gli allenamenti un insegnante privato lo raggiungeva sul posto perché mantenesse il passo con le lezioni.

 

Nel giugno 2015, appena diciottenne, ha conseguito il diploma di maturità in scienze umanistiche, l’equivalente del nostro diploma di liceo classico.

di proclamazione gli ricordano le presenze in Champions League e nella Nazionale maggiore, lui poi commenta che ha dovuto studiare per gli esami proprio durante la convocazione con la Nazionale, che non ha avuto riposo ma che ne è valsa la pena. Pochi mesi dopo è diventato il volto

per la lotta all’assenteismo scolastico, che prevedeva incontrasse alcuni studenti in difficoltà.

 

«Non sono particolarmente maturo per la mia età»,

di sé stesso, perché ne fa una questione di interessi e attività quotidiane, e in questo si vede del tutto simile ai suoi coetanei. Nel tempo libero preferisce stare con gli amici, giocare alla playstation, guardare partite di calcio. «Niente di straordinario», commenta, come se nel tempo libero potesse anche salvare il mondo.

 

In realtà il suo curriculum contiene alcuni record che rasentano lo straordinario. È il terzo giocatore più giovane ad aver esordito in Champions League (quando aveva poco più di 16 anni), il giocatore più giovane ad aver raggiunto le 100 presenze con l’Anderlecht (quando ne aveva appena compiuti 19), ed è destinato a strappare a Mitrovic la palma di trasferimento più costoso della storia del campionato belga («sarà molto di più dei 17 milioni pagati per Ndidi, molto di più! Ho una cifra in mente, ma non starò qui a dirvela», ha confessato Van Holsbeeck alla stampa, gongolando

)



 

La maturità, soprattutto, è negli occhi degli altri. Kindermans si è detto convinto che la sua forza principale sia la dedizione al lavoro: «È sempre assiduo negli allenamenti, con la volontà di migliorarsi. Quando un talento eccezionale è disposto a lavorare così duramente, si può parlare di una gemma rara». I suoi compagni di squadra,

che adesso gioca nel Chievo, ne ricordano le eccezionali doti carismatiche: «Non parlava molto, ma quando aveva qualcosa da dire, tutti lo ascoltavano».

 

Il coraggio con cui è stato lanciato tra i titolari in età precocissima gli ha trasmesso il coraggio di rischiare giocate ambiziose. Ha appena compiuto diciott'anni quando guida l'Anderlecht attraverso un difficilissimo girone di Europa League. Si mette in luce in una trasferta a Montecarlo, vinta 0-2, con giocate

: legge il rimbalzo del pallone, sfila alle spalle di El Shaarawy, detta il passaggio al compagno, scavalca Coentrão con un sombrero e ritorna in possesso, con la testa alta.

 

Per i ragazzi delle scuole medie di Molenbeek, con cui Youri

e dispensato sorrisi, «è strano incontrarlo di persona, è come incontrare Cristiano Ronaldo». Mentre i ragazzi lo circondano e gli dettano le dediche, Youri sembra effettivamente a suo agio, molto attento, molto professionale, un veterano tra le nuove leve. La stessa percezione che trapela quando può muoversi in un ambiente a lui decisamente più familiare, come il centrocampo.

 

Come se l’adolescenza gli scivolasse addosso, in questi anni Tielemans non ha tradito nessuna promessa: è stato uno studente modello, è la stella nascente del calcio belga, è un simbolo per l’Anderlecht e i suoi dirigenti, è un idolo per i giovanissimi, e da poco è anche papà.

 

Il 5 marzo di quest’anno è nata Melina, la primogenita di Youri e Mendy, la sua compagna. Tielemans ha detto di non temere di essere travolto dalla paternità: «Ho sempre avuto una vita stabile, anche quando vivevo ancora con i miei genitori. Adesso la mia vita sarà più stabile. Sento che le responsabilità supplementari che avrò in casa mi aiuteranno anche a crescere in campo». Ha poi aggiunto, dopo una pausa: «Spero che questo sia chiaro una volta per tutte, ora torniamo a concentrarci sul calcio».

 





 

In campo, Tielemans non è sempre un giocatore educato e ordinato nella misura in cui lo appare all’esterno. Soprattutto in fase difensiva, è un giocatore intenso, frenetico, più istintivo che riflessivo. Ha una gran voglia di recuperare la palla, ma gli capita

l’uomo alle spalle in uscita, di essere impreciso nella lettura della linea di passaggio, oppure più semplicemente di farsi saltare nell’uno contro uno. A volte 

 nel tentativo esasperato di recuperarlo, a dispetto dell’eleganza che lo contraddistingue quando imposta. Alla fine esce vincitore.

 

Queste debolezze sono però esasperate dal contesto di gioco, e non è detto che altrove si proporrebbero con la stessa frequenza. La struttura dell’Anderlecht, il classico 4-3-3 di marca belga, occupa tutto il campo in ampiezza e porta entrambi i terzini molto alti sul campo, sempre lungo il binario della linea laterale, per suggerire la sovrapposizione e liberare la creatività delle ali (Weiler può contare su diverse opzioni interessanti nel ruolo: Hanni, Chipciu, Acheampong). La palla tende a non passare dal centro, a seconda della pressione avversaria il portiere rinvia lungo oppure si rivolge a uno dei due terzini.

 

Il risultato di questa polarizzazione del gioco è che al centro rimane molto spazio da coprire. Nelle rare occasioni in cui l’Anderlecht riesce a portare densità nella zona del pallone, Tielemans dimostra di saper difendere in avanti con efficacia, sfruttando l’esplosività e il baricentro basso per non dare respiro al portatore di palla. Quando il campo inizia ad aprirsi, però, Tielemans non è ancora un difensore abbastanza esperto da rallentare a sufficienza la manovra avversaria.

 

La polarizzazione si riflette anche sul suo apporto alla fase offensiva. A dispetto

, Tielemans tenta poco più di 40 passaggi a partita, un’influenza relativamente contenuta sulla circolazione di palla dell’Anderlecht.

dalle

, si trova spesso a stringere le connessioni più forti con i due terzini, sia in entrata che in uscita, fungendo un po’ da passaggio doganale

del campo.

 

Tielemans è un gran passatore, molto preciso nel gioco lungo e molto sensibile nel gioco di prima, che combina eccezionalmente precisione ed eleganza quando può

e servire i compagni sulla corsa. Lo 

anche Roberto Martínez, attualmente allenatore del Belgio: «Ha la personalità e la tecnica per giocare a un tocco e dettare il ritmo della partita, in campo gioca come un vero capitano».

 

Un dibattito aperto, che Martínez non è stato in grado di chiudere, riguarda la posizione ideale di Tielemans: «ognuno ha la sua opinione a riguardo, è difficile dire se sia un “sei” oppure un “otto”, può ricevere la palla in ogni posizione e adattarsi alle richieste della squadra». Nell’Anderlecht viene regolarmente schierato da interno di centrocampo, e la facilità di calcio con entrambi i piedi gli permette di occupare indifferentemente il lato destro o sinistro del campo, oppure di sistemarsi

in assenza di Dendoncker (in realtà le posizioni del triangolo di centrocampo delle

sono molto elastiche, nel corso della stessa partita può arrivare a interpretarle tutte).

 

Tielemans non è particolarmente veloce, ma

e direzione può essere pericoloso anche in transizione. Ha un'indole da mezzala di possesso, per cui non emerge per il contributo diretto alla fase di finalizzazione. In questa stagione registra poco più di un tiro tentato e poco più di un’occasione creata a partita. La doppia cifra raggiunta sia nei gol che negli assist è generata più che altro dai calci di punizione, da cui disegna traiettorie tese e potenti per la testa dei compagni, e dai calci di rigore che è sempre incaricato di battere (quest’anno ne ha già segnati 8).

 

Per chi ancora non avesse preso appunti dopo le stelle comete piovute nelle porte di

e

che hanno fatto il giro del mondo, la sua tecnica di tiro è veramente speciale. Per apprezzarla fino in fondo vale la pena selezionare “0.5” come velocità di riproduzione dei mixtape dei suoi gol su Youtube. Quando ha molto spazio per caricare il destro, Tielemans si abbassa con il peso del corpo sulla palla, un po’ come fanno i tiratori del rugby per concentrare l’energia nella rincorsa. Arriva sul pallone con i passi misurati, la rincorsa esplosiva, la postura verticale, la caviglia salda sul terreno.

 

Per le difese avversarie,

, significa che una palla vagante fuori area diventa immediatamente pericolosa. Dalla sua posizione di interno, Tielemans non attacca in prima battuta l’area di rigore, ma ha tempi di inserimento, forza fisica e rapidità di esecuzione per andare a conquistare le seconde palle a ridosso della trequarti.

 

A quel punto scaricare il pallone verso la porta avversaria diventa sia l’opzione più logica che la più semplice da percorrere, deve preoccuparsi soltanto di calciare al meglio delle sue possibilità, per cui risulta particolarmente preciso in questa situazione di gioco. Una delle migliori occasioni dell’Anderlecht nell’ultima partita di campionato è un marchio di fabbrica di Tielemans, il pallone raccolto e

.

 

Quando invece si ritrova a dover scegliere tra un ventaglio di opzioni disponibili, perde qualità nell’esecuzione. Le conclusioni dalla distanza, che in ogni caso riesce a mantenere

, gli servono a volte da coperta di Linus per risparmiarsi la responsabilità di servire l'ultimo passaggio. Insieme alla fiducia per i movimenti dei compagni, Tielemans dovrà maturare anche la necessaria freddezza per prendere decisioni complesse, in poco tempo e con lo spazio che va progressivamente riducendosi.



Con l’esperienza, ma soprattutto con l’approdo in una squadra dai principi di gioco più sofisticati, che costruisca dal basso e palleggi a centrocampo, Tielemans potrebbe affermarsi nei panni del raffinato regista che promette di diventare, riducendo

che in quella zona di campo non può permettersi.

 

 



 

Al momento suonerebbe indoveroso valutare un diciannovenne soltanto sul piano della capacità decisionale e della costanza di rendimento. Del resto il suo percorso di crescita, con relativi margini di miglioramento, è perfettamente in linea con gli altri grandi talenti dell’annata 1997: Gabriel Jesus, Dembelé, Rashford, Renato Sanches.

 

A differenza dei coetanei, però, Tielemans ha scelto di restare nella squadra che lo ha fatto crescere. Si concederà finalmente alla corte dei grandi club europei dopo 4 stagioni e 175 presenze con la maglia dell’Anderlecht, la stessa che indossa dal 2002. Ha già timbrato, preliminari esclusi, 10 presenze in Champions League e 20 in Europa League, ha indossato per la prima volta la fascia da capitano a 19 anni, e a fine stagione potrebbe mettere in bacheca il secondo titolo nazionale della sua carriera. Le

hanno 4 punti di vantaggio quando mancano 8 giornate al termine.

 

Al termine di questo apprendistato non si è ancora definita con chiarezza la sua natura di centrocampista - dalla trequarti vede meglio la porta ma fa più fatica a smarcarsi, dalla mediana può tagliare il campo con i passaggi profondi ma fa più fatica a coprire lo spazio - però sono emerse a pieno quelle caratteristiche che lo rendono un giocatore su cui puntare a occhi chiusi per il futuro, la professionalità, il carisma, le spalle larghe. L’Anderlecht ha investito molto su Tielemans, e come hanno ormai imparato i dirigenti, i tifosi, i compagni, Youri mantiene le promesse.



 

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