L’arbitro fischia tre volte, crede di aver portato a termine il suo compito. La doppia sfida tra Valencia e Inter è appena finita e in maniera quasi automatica si forma un capannello di giocatori. Da una parte le maglie bianche, dall’altra quelle nerazzurre. Le risse di fine partita hanno il potere di riavvicinare i calciatori ai loro istinti, di liberarli dalle maschere che indossano durante i 90 minuti. Uomini abituati a volare al minimo contatto per ottenere un rigore, una punizione o solo per far ammonire l’avversario, improvvisamente ritrovano affinità con la natura a volte cruenta di un essere umano.
L’azione che porta al vantaggio di David Villa in casa del Barcellona è uno dei momenti più alti del calcio del Valencia in quella stagione. Edu scambia con Joaquin che stringe e lascia libera la corsia per la sgroppata di Miguel, cross perfetto a pescare l’attaccante sul palo lontano.
Il riassunto della partita d’andata, una sfida segnata da grandissime giocate individuali: l’acrobazia di Ibrahimovic per il primo vantaggio interista, la capacità di David Silva di mantenere basso il pallone per il gol del 2-2.