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Kvaratskhelia è partito con il piede giusto
02 set 2022
02 set 2022
L'ala georgiana ha vinto il premio AIC di calciatore del mese.
(copertina)
Giuseppe Maffia/NurPhoto via Getty Images
(copertina) Giuseppe Maffia/NurPhoto via Getty Images
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Nelle sue prime partite in Serie A, Khvicha Kvaratskhelia ha messo in mostra tutto il suo repertorio, fatto di dribbling stretti e conduzioni palla al piede potenti e veloci, che valorizza negli ultimi venti metri di campo andando al cross, o al tiro, con entrambi i piedi. Ha segnato finora tre gol: uno di testa, uno di destro da fuori area e uno di sinistro; ha realizzato un assist con un filtrante per Zielinski. Più in generale, ogni volta che ha avuto la palla tra i piedi ha provato a fare qualcosa di importante.

Ha mostrato anche i propri limiti, quando è stato marcato con grande aggressività da Dodo, nella partita con la Fiorentina, e quando gli spazi in cui era andato infilarsi erano troppo stretti per passarci con la palla. Ma il suo impatto sulla Serie A è stato innegabilmente positivo, al punto che i suoi colleghi iscritti all’AIC lo hanno votato come Giocatore del Mese delle tre giornate giocate interamente ad agosto (la votazione è stata fatta prima della partita con il Lecce), con il 67% delle preferenze rispetto a Sergej Milinkovic-Savic (autore di una partita fenomenale con l’Inter), Kalulu (anche lui in grande forma) e un’altra bella sorpresa del campionato, Nemanja Radonjic (che ha già fatto dimenticare Brekalo ai tifosi del Toro).

I tifosi del Napoli hanno avuto un’estate agrodolce. Hanno visto andar via Ospina, Mertens, Koulibaly, Insigne e Fabian Ruiz, ma si sono consolati con gli arrivi di Kim Min-jae, Raspadori, Simeone, Ndombelé e, appunto, Khvicha Kvaratskhelia. Luciano Spalletti ha detto che ci vorrà un po’ per colmare il vuoto di carisma e personalità lasciato dai giocatori che hanno lasciato Napoli, ma se c’è un giocatore che da solo sembra in grado di rilanciare le ambizioni di una squadra che lo scorso anno si è fatta sfuggire la possibilità di vincere lo Scudetto per poco, quasi senza accorgersene, è proprio il georgiano.

Su Kvaratskhelia, esploso nei primi sei mesi del 2019 nella Lokomotiv Mosca, e poi nella stagione successiva nel Rubin Kazan di Slutksy, prima di passare alla Dinamo Batubi dopo l’invasione russa in Ucraina, c’erano gli occhi di mezza Europa almeno da un paio d’anni. A sentire il suo agente è stato il Napoli che ci ha creduto più di ogni altro club - in Inghilterra chiedevano il prestito, il Milan ha esitato - e che è riuscito a portarlo in Serie A per una cifra vicina agli undici milioni (poco).

Abbiamo scelto tre azioni esemplificative del suo potenziale.

Cross di sinistro

In Russia Kvaratskhelia tentava 6.8 dribbling ogni novanta minuti, sbagliandone più della metà. Probabilmente deve ancora prendere le misure a un campionato come quello italiano dove gli spazi sono più stretti, considerando che secondo Statsbomb/fbref gli sono riusciti solo 2 dribbling su 11 e secondo Whoscored 3 su 20.

Ma Kvaratskhelia non ama dribblare per il gusto di farlo - cioè, non solo per quello - ma il suo gioco diretto e aggressivo ha un obiettivo molto pratico: crearsi lo spazio per accedere agli ultimi venti metri di campo, dove può andare al cross o al tiro. Anche quando riceve palla a metà campo Kvaratskhelia prova subito a girarsi verso la linea laterale per ingaggiare un duello in velocità con il suo marcatore. Con le sue doti di corsa e conduzione sa che più o meno da qualsiasi punto del campo può arrivare in fondo e creare un pericolo.

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Contro il Verona, nella prima giornata, il Napoli ha mostrato una costruzione molto verticale che probabilmente utilizzerà anche nel proseguimento di stagione e che cerca proprio di sfruttare la qualità di Kvaratskhelia nell’uno contro uno.

Meret gioca il pallone sulla mezzala sinistra, Zielinski, che prima ancora di ricevere la pressione dell’avversario si gira sul sinistro.Kvaratskhelia viene incontro alla palla partendo da una posizione alta e esterna, e ha spazio a sufficienza per controllarla e proteggerla.

Come spesso fa, però, Kvaratskhelia si gira subito sul suo piede sinistro per portare palla nel corridoio esterno. In questo caso fa scorrere la palla con un velo, con la consapevolezza che la sua velocità gli permetterà di arrivare prima sul pallone anche partendo con un paio di metri di svantaggio. Il suo diretto avversario, Faraoni, è bravo ad accorciare la distanza ma quando Kvaratskhelia arriva al limite dell’area e accorcia il passo le cose si fanno più complicate perché può sia rientrare sul destro per calciare in porta o crossare sul secondo palo (per Lozano) sia andare lungo linea e crossare di sinistro.

Forse per paura di essere saltato Faraoni temporeggia fino ad arrivare dentro l’area di rigore senza tentare l’intervento, sperando di negargli lo spazio al momento del cross, o aspettando che sia il georgiano a forzare un dribbling. Kvaratskhelia alla fine sceglie il cross di sinistro per Osimhen, trovando lo spazio e il tempo giusto per evitare Faraoni.

La difesa del Verona fa buona guardia e il centrale avversario, Gunter, respinge un cross che se fosse stato un metro più lungo sarebbe arrivato sulla testa di Osimhen.


Cross con il destro

Aspettare Kvaratskhelia accorciando lo spazio e cercando di spingerlo all’errore in effetti può essere la soluzione migliore, o comunque quella meno rischiosa. È un giocatore esuberante, istintivo e ancora molto grezzo per quanto riguarda il decision-making. Il che lo porta ad esagerare con le finte o a provare giocate troppo complicate, troppo spesso.

Dopo la partita con la Fiorentina, in cui è stato sostituito a metà del secondo tempo, Luciano Spalletti ha detto che a volte si “intestardisce” nel portare palla, e se da una parte è normale che sia così, considerando che parliamo di un 2001 con scarsa esperienza di alto livello, dobbiamo aggiungere che già oggi Kvaratskhelia ha una visione di gioco che gli permette di cogliere le occasioni che gli capita. Quando un compagno esegue un movimento con i tempi giusti, cioè, lui lo serve volentieri e in tempi brevi. Non è un giocatore egoista, appena può alza la testa alla ricerca del compagno libero.

Si è visto ad esempio nell’assist a Zielinski contro il Verona, un filtrante da trequarti di campo che ha premiato il bell’inserimento del compagno dietro la difesa. Ma l’azione che forse ha più esaltato i tifosi del Napoli è l’assist per Lozano in amichevole contro l’Adana Demirspor, capace di ricordare loro gli assist di Insigne per Callejon.

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Anche in questo caso l’origine della pericolosità di Kvaratskhelia sta nelle molte opzioni a sua disposizione. Sapendo che può calciare con il destro la maggior parte dei terzini tende a spingerlo sul sinistro, o comunque preferisce mandarlo verso la linea di fondo. Ma se gli si lascia troppo spazio sul destro - se non viene raddoppiato come quasi sempre accade, dal centrale difensivo più vicino o da un centrocampista - non solo può saltare l’uomo e andare al tiro, ma anche crossare direttamente in area.

In questo caso gli basta un’occhiata per leggere il posizionamento della difesa avversaria e il movimento di Lozano, a cui fa arrivare la palla crossando quasi da fermo, con una precisione e una forza sorprendenti.

Contro la Fiorentina, in una partita ad alta intensità in cui il suo avversario diretto, Dodo, lo ha messo in difficoltà sul piano fisico, anticipandolo o impedendogli di ricevere palla con tranquillità, Kvaratskhelia aveva comunque trovato la giocata che poteva cambiare la partita.

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Con un cross molto simile a quello mostrato prima, dallo spigolo sinistro dell’area di rigore Kvaratskhelia pesca Lozano sul secondo palo. Il messicano, però, ha colpito male di testa, mancando la porta. A fine partita, rivedendo l’azione subito dopo averlo criticato, Spalletti ha aggiunto: “Però questa palla qui… non so si può sbagliare”.

Dopo la partita con la Fiorentina - in cui tutto il Napoli ha sofferto, a dire il vero - il pubblico italiano e i media hanno mostrato la loro faccia più severa e impaziente, non senza una parte di ragione. Kvaratskhelia, che ha ancora 21 anni, deve imparare un po’ di mestiere, per gestire con maggiore furbizia la marcatura avversaria e i raddoppi. In generale gli conviene giocare in modo più “normale” a volte, prendersi meno rischi, scegliere meglio i momenti in cui provare la giocata. Tecnicamente deve aggiungere un po’ di resistenza alla pressione (specie quando gli arriva alle spalle) e migliorare negli smarcamenti, così da cercarsi lo spazio in cui ricevere senza essere prevedibile. Soprattutto, deve migliorare la sintonia con i compagni.

Dodo non sarà l’unico terzino a riservargli un trattamento speciale, anche nell’ultima mezz’ora con il Lecce (Spalletti lo ha fatto partire dalla panchina anche perché gli era sembrato stanco pochi giorni prima) è bastato raddoppiarlo e portarlo sulla linea di fondo per farlo sbagliare. Eppure va sottolineato come, anche nelle sue partite più complicate, resta un giocatore in grado di essere decisivo con una singola giocata. E si sa, in Italia con il risultato cambiano anche le opinioni.


Dribbling stretto e tiro di sinistro

Anche se ama puntare l’uomo in campo aperto e i suoi cross sono sempre pericolosissimi, Khvicha Kvaratskhelia non è il tipo di trequartista esterno che si isola restando vicino alla linea laterale. Spesso e volentieri viene dentro al campo, con e senza palla, per partecipare alla costruzione del gioco o per rifinirlo da zone più centrali. La sua straordinaria qualità nel tiro con entrambi i piedi gli permette di trasformarsi, ad azione in corso, in un trequartista centrale o in una seconda punta.

Se il primo gol contro il Monza è il biglietto da visita che i tifosi del Maradona di Napoli si aspettavano di vedere - tiro forte e preciso di destro sul palo più lontano, dal limite sinistro dell’area di rigore - il secondo mette bene in mostra quanto possa essere difficile da difendere quando ha spazio per andare da entrambe le parti, per via del fatto che calcia altrettanto bene con il suo piede debole, il sinistro.

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Quando Lobotka ruba palla a centrocampo, con la difesa del Monza leggermente sbilanciata, Kvaratskhelia è molto stretto e sulla stessa linea di Osimhen. Prima di ricevere palla, Kvaratskhelia si allarga di qualche metro verso sinistra per creare lo spazio per riceverla sui piedi. Immediatamente punta il difensore che ha davanti, Antov, che sa che da quella posizione centrale può calciare direttamente in porta con il destro.

Nel primo tempo, come detto, aveva segnato calciando di destro da una posizione più lontana e difficile, forse per questo la priorità della difesa del Monza è coprire il tiro da quel lato. A sostegno di Antov c’è anche Marlon, che accorcia la distanza per murare il tiro. Kvaratskhelia però ha scelto diversamente.

La finta col destro serve a far perdere ad Antov quella frazione di secondo che gli permette di passargli davanti: il georgiano rientra sul sinistro con un dribbling stretto e mentre il difensore è ancora piegato sulle gambe accelera con la palla incollata al piede. Sono pochi tocchi in conduzione con cui Kvaratskhelia guadagna la posizione che voleva, quella da cui può calciare in porta senza ostacoli davanti.

Il giocatore del Monza più vicino al proprio portiere, Molina, prova un intervento scivolando disperatamente, così come Di Gregorio intuisce l’angolo e prova la parata, ma il tiro a incrociare di sinistro è semplicemente troppo forte e preciso perché abbiano davvero qualche speranza di contrastarlo.

A fare la differenza è stato il fatto che Kvaratskhelia è praticamente ambidestro. Anche quando si trova in una posizione molto esterna non è consigliabile sottovalutare il sinistro di Kvaratskhelia, con cui è in grado di mettere cross taglienti tra difesa e portiere, oppure morbidi sopra le loro teste, ma dalla fascia centrale del campo può andare direttamente al tiro, come in questo caso.

Le difese italiane stanno iniziando a conoscere il suo talento e difficilmente Kvaratskhelia si sentirà mai solo in campo (piuttosto potrebbero venirgli le manie di persecuzione), il che non significa che diventerà un avversario facile contro cui difendere. Anzi, proviamo a guardare le cose al contrario di come si fa di solito e, visto che dopo quattro partite non potevamo certo aspettarci che si fosse già adattato, chiediamoci come e quanto può ancora migliorare un giocatore con un talento così grande e con così tante possibilità in campo.

Sfruttando l’effetto sorpresa e la freschezza fisica Kvaratskhelia ha già segnato tre gol e realizzato un assist, cosa succederà quando sarà lui a prendere le misure ai suoi avversari e al campionato nuovo?

Una versione ridotta di questo pezzo è uscita sul blog Hudl di Wyscout.




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