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Dario Pergolizzi
Dove può migliorare la Juventus in Europa
28 nov 2018
28 nov 2018
Contro il Valencia si sono viste le molte possibilità a disposizione di Allegri.
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Dario Pergolizzi
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All’Allianz Stadium, Juventus e Valencia si sono affrontate in modo simile a quanto era successo all'andata, anche se la squadra di Marcelino ha adottato alcuni aggiustamenti per cercare di arginare il predominio degli avversari. Il Valencia ha puntato ancora una volta sulla solidità difensiva e sull'attenzione alle transizioni, mentre i bianconeri hanno accettato di difendere in alto e con grande aggressività.

 

Marcelino ha scelto di disporre il suo solito 4-4-2, con l’unica novità di Coquelin in posizione di esterno destro al posto di Soler (soluzione già adottata contro il Manchester). Allegri, invece, ha schierato il tridente "pesante", forse puntando sulla buona vena realizzativa di Mandzukic e sulla vulnerabilità dimostrata dal Valencia all’andata sui cross all’altezza del secondo palo.

 



Ma a differenza della partita di due mesi fa (finita 2-0 per la Juventus), dopo la grande sofferenza patita sulle corsie laterali nella partita di andata, Marcelino ha catechizzato a dovere le sue coppie di esterni chiedendo attenzione nei due contro uno, e nei due contro due, che la Juventus avrebbe creato con le proprie catene laterali. Il Valencia è una squadra che difficilmente concede spazio tra le linee attraverso una grande compattezza verticale e spinge le sue avversarie sulle  fasce: la Juventus, di conseguenza, ha scelto ancora una volta di attaccare ricercando l’ampiezza, attraverso cambi di campo e sovrapposizioni.

 

Stavolta, però, Coquelin e Wass, a destra, e Guedes e Gaya, a sinistra, si sono dimostrati più aggressivi e sicuri nell’accorciare sul portatore, ed è stato frequente vedere la Juve forzare il cross da posizioni molto defilate o con diversi uomini sul portatore. È emersa anche qualche ruggine di troppo nei meccanismi di palleggio tra le tre punte juventine, soprattutto nella prima metà della gara: Dybala ha fatto da riferimento centrale, muovendosi soprattutto negli spazi di mezzo e andando anche a disturbare con continuità la ricezione dei mediani valenciani nelle fasi di prima costruzione, ma questo dinamismo lo ha portato ad essere poi poco lucido col passare dei minuti.

 

L'aggressività del Valencia ha contenuto Cristiano Ronaldo, mentre Mandzukic ha dato il suo solito contributo principalmente senza palla, con qualche imprecisione di troppo nello stretto (nonostante dei tentativi lodevoli di non rallentare la manovra, cercando spesso la triangolazione di prima). Di fronte alla maggiore attenzione degli spagnoli, la Juventus è stata eccessivamente prevedibile nelle scelte, e la partita è arrivata a fine primo tempo con il punteggio giustamente in parità.

 


Una delle tante buone scalate sul lato forte del Valencia nel primo tempo. Si può anche notare la partecipazione dei centrocampisti della Juventus all’attacco dell’area, con Matuidi nel mezzo spazio di sinistra e Bentancur al centro. Ronaldo è raddoppiato con efficacia.


 



Se la squadra di Marcelino è stata pressoché impeccabile nello schermare la manovra dei bianconeri con una difesa posizionale perfettamente organizzata, con i mediani bravissimi nel portare i raddoppi sia sugli esterni che negli inserimenti dei centrocampisti, la Juventus ha mostrato di essere ugualmente solida, anche se in un modo diverso.

 

Adesso, con uno stile più aggressivo e la voglia di recuperare palla in alto, la tenuta difensiva della Juventus dipende soprattutto dall'abilità a ripiegare immediatamente nel caso in cui il pressing immediatamente successivo alla perdita del pallone vada a vuoto. Ed è merito non solo del grande controllo dello spazio dei due centrali, ma anche all’organizzazione collettiva delle coperture preventive: in particolar modo Bentancur ha fatto una prestazione di livello altissimo, soprattutto senza palla, coprendo sì le spalle a Cancelo ma senza diventare troppo conservativo nel proprio gioco.

 


La grande prestazione di Rodrigo Bentancur in fase difensiva: solo Coquelin ha recuperato più palloni di lui (15 contro 10). 


 

Al di là dei singoli, è l'intera squadra di Allegri a mostrare ormai un grado di affiatamento eccellente in ogni fase di gioco, e questo non esclude ulteriori margini di miglioramento delle prestazioni grazie al consolidamento di quella che al momento sembra la formazione “titolare” (almeno per nove undicesimi: l'unico dubbio sembra quello per lo slot in attacco conteso da Mandzukic, Douglas Costa e Bernardeschi).

 

Contro un avversario così abile nel serrare le linee sulla propria trequarti, come il Valencia, si è visto quali possono essere i margini di ulteriore perfezionamento per la Juventus: a dover migliorare è soprattutto la qualità degli smarcamenti nei corridoi centrali, soprattutto quando la palla ce l'hanno Pjanic o Bonucci. Oggi, quando il possesso è in posizione centrale e arretrata, sono ancora poche le soluzioni per la verticalizzazione corta, il che porta i due principali playmaker bianconeri a forzare il lancio lungo verso l’esterno, e non sempre nelle migliori condizioni, dato il funzionamento molto efficiente delle scalate del Valencia.

 

A scompaginare la situazione ci hanno pensato soprattutto Cancelo, Dybala e Bentancur grazie a diversi palleggi e break palla al piede per vie centrali. Il terzino portoghese ha avuto un ruolo fondamentale anche sul gol: spostato a sinistra nel secondo tempo (con Cuadrado entrato al posto di Alex Sandro) ha impegnato in maniera differente la catena difensiva di Marcelino, grazie ad accentramenti più repentini e, in generale, con un controllo tecnico di altissimo livello, e ha migliorato la partita di Ronaldo, bravissimo a defilarsi al momento giusto. Quando il Valencia portava su di lui due giocatori in marcatura, pensavano comunque prevalentemente a coprire il suo rientro sul destro, verso l'interno del campo, lasciandogli uno spazio verso il fondo che il portoghese ha sfruttato con la consueta classe.

 


La giocata decisiva di Cancelo, che attrae Wass verso il centro ed è abile ad eludere il raddoppio di Kondogbia verticalizzando per lo smarcamento di Ronaldo.


 

Dopo il gol, la Juventus è riuscita a mantenere un’intensità alta nonostante la lucidità di alcuni uomini, Dybala e Pjanic su tutti, fosse palesemente calata. Mandzukic invece è stato galvanizzato dalla rete, ed è riuscito a recuperare diversi palloni preziosissimi, compensando anche un Matuidi insolitamente poco presente anche nelle fasi senza palla. Il francese è stato parecchio mobile, andando a fornire soluzioni in ampiezza e attaccando centralmente quando a defilarsi sulla sinistra erano Ronaldo, Dybala o Mandzukic, ma non è stato incisivo come suo solito nelle riconquiste.

 

Grazie a questa vittoria, la Juventus si è assicurata ufficialmente il passaggio del turno e potrà affrontare con maggiore tranquillità una trasferta già abbordabile per la conquista del primo posto, che rimane l'ultima sfida rimasta in questa fase a gironi. I margini di crescita della squadra di Allegri non sono prevedibili, ma i punti di forza sono già evidenti da diverse settimane: Allegri preme spesso il tasto delle connessioni “naturali” tra i giocatori, argomento ribadito anche nell’intervista post partita, e se la Juventus è una squadra che arriva con grande tranquillità all’altezza della trequarti avversaria, e accetta il rischio di difendere alto con poco margine di errore, manca ancora un po' di qualità - e sintonia - quando si tratta di creare occasioni passando per vie centrali.

 

Se la Juventus finora è stata una macchina inarrestabile sulle catene laterali, soprattutto grazie alla qualità dei suoi terzini e alla perfetta mobilità dei giocatori di altro ruolo coinvolti, forse è possibile aumentare il rendimento delle giocate nella famigerata “zona 14”, ossia il centro della trequarti. La sensazione che lascia la partita, che ovviamente dovrà essere corroborata da prestazioni all'alzarsi del livello dell'avversario, è che Allegri sia in possesso di una varietà di soluzioni offensive con pochi eguali in Europa, e che ognuna di queste sia capace di dare pochi riferimenti agli avversari.

 

Ad ogni tridente offensivo corrisponde un diverso atteggiamento di rifinitura (basti pensare alle qualità di percussione di Costa e Bernardeschi in ogni punto del campo) e la soluzione col “triplo 9” provata ieri è forse una delle più prevedibili, anche se rimane pericolosissima in termini di pura finalizzazione. La curiosità è quindi nel vedere quale tridente Allegri sceglierà, e se le sue scelte rimarranno legate  all'avversario o se la Juventus prenderà una forma più definitiva.

 

Quel che è certo è che la partita di ieri ha dato altre indicazioni importanti all'allenatore della Juventus in vista del prosieguo della stagione, in cui i bianconeri sono chiamati a rispettare le grandi aspettative generati in questi mesi.

 

 

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