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Il tridente Ronaldo-Dybala-Higuain è sostenibile?
18 dic 2019
18 dic 2019
Quale futuro per l'attacco bianconero.
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Dalla partita contro il Brescia – il 24 settembre, quinta giornata di campionato – Maurizio Sarri ha abbandonato il 4-3-3 fluido con cui aveva cominciato la stagione, schierando la sua squadra con il 4-3-1-2, il modulo di gioco con cui l’allenatore toscano aveva costruito ad Empoli la sua scalata al calcio di vertice e che aveva presto abbandonato a Napoli in virtù di una rosa praticamente perfetta per il 4-3-3.

La prima versione del 4-3-1-2 della Juventus vedeva il gallese Ramsey in posizione di trequartista e Higuain-Dybala in attacco. Da allora i bianconeri non hanno più abbandonato la disposizione “1-2” per i suoi giocatori più avanzati, ma Sarri, smentendo la fama di allenatore poco propenso a modificare la sua formazione tipo, ha costantemente variato gli interpreti del tridente offensivo.

Nella posizione di trequartista si sono alternati principalmente Ramsey e Bernardeschi, mentre Bentancur è stato impiegato in quel ruolo in particolari situazioni tattiche. Per brevi spezzoni di partita sono stati impiegati Dybala e Douglas Costa. In attacco Cristiano Ronaldo, Higuain e Dybala si sono alternati, dal primo minuto e a partita in corso, nel ruolo di attaccante. Nell’ultima partita, invece, contro l’Udinese, l’allenatore bianconero ha lanciato dal primo minuto il tridente con Dybala, Ronaldo e Higuain in campo dal primo minuto.

Le diverse possibilità per Maurizio Sarri

Maurizio Sarri ha individuato tre calciatori in rosa in grado di ricoprire il ruolo di trequartista: Federico Bernardeschi, Aaron Ramsey e Douglas Costa. I continui infortuni hanno però limitato le possibilità di impiego del brasiliano, lasciando spazio a Ramsey e Bernardeschi. In realtà anche il gallese è rimasto spesso bloccato da qualche piccolo infortunio e, anche per questo, Bernardeschi è diventato il giocatore più usato nella posizione di trequartista, sia in campionato che in Champions League.

Il trio di attacco più utilizzato è stato complessivamente quello composto da Bernardeschi, Higuain e Cristiano Ronaldo, sebbene in campionato Dybala sia stato più frequentemente impiegato dell’attaccante argentino assieme agli altri due compagni di squadra. La coppia di attaccanti più utilizzata assieme a Ramsey è stata quella composta da Ronaldo e Dybala.

Ma, andando oltre il minutaggio delle varie possibili combinazioni dell'attacco bianconero, quali sono le differenze in termini di efficacia complessiva della squadra e di sviluppo del gioco tra i possibili terzetti offensivi di Sarri? Cosa cambia passando da Bernardeschi a Ramsey a Dybala? E, in definitiva, è sostenibile il tridente Dybala-Higuain-Ronaldo?

La produzione offensiva

In campionato la Juventus produce 2.24 xG per partita. Con il 4-3-1-2 gli xG diventano 2.48 per partita, contro gli 1.53 per match ottenuti con il 4-3-3. Sebbene per il modulo con 3 punte il campione sia eccessivamente ridotto, sembra che il passaggio al rombo di centrocampo abbia aumentato la produzione offensiva dei bianconeri. Prendendo in considerazione solamente terzetti impiegati complessivamente per almeno 90 minuti, si nota come quello maggiormente produttivo sia stato quello composto da Dybala, Higuain e Ronaldo, capace di generare 2.78 xG p90, seguito da quello composto da Ramsey, Higuain e Ronaldo con 2.49 xG p90. Il valore minimo di xG è del trio Bernardeschi-Dybala-Ronaldo che ha prodotto mediamente 1.91 xG ogni 90 minuti.

In ogni caso, gli indici di xG calcolati vanno presi con le dovute precauzioni, perché il numero di partite considerate non è molto alto e la qualità degli avversari e le condizioni di punteggio affrontate dai vari terzetti non abbastanza uniformati da una maggiore ampiezza del campione preso in esame. È interessante notare che, in uno sport episodico e a basso punteggio come il calcio, con in campo il trio Douglas Costa-Higuain-Dybala la Juve sia stata in grado di segnare 5 gol in soli 83 minuti di impiego congiunto, massimizzando i 3.11 xG prodotti, mentre con il terzetto Dybala-Higuain-Ronaldo i bianconeri abbiano realizzato 7 reti in 169 minuti da 5.23 xG prodotti

Quale trequartista?

Isolando la figura del trequartista, confrontando i due giocatori maggiormente impiegati, emerge come con Bernardeschi in campo la Juventus abbia prodotto 1.94 xG p90, mentre con Ramsey è riuscita ad ottenerne 2.11 xG p90. Gli stili di gioco dei due giocatori sono parecchio diversi e Sarri, esprimendosi a proposito, ha definito il gallese un centrocampista d’attacco e un trequartista moderno, in grado anche di svolgere i compiti di una mezzala offensiva, mentre ha più volte elogiato la capacità di Bernardeschi di partecipare attivamente e con profitto alla fase difensiva della squadra.

Analizzando più in profondità l’interpretazione del ruolo dei due giocatori si nota come Ramsey fornisca un ottimo contributo alla qualità del palleggio, facilitando sia il consolidamento del possesso nella metà campo avversaria sia le fasi di rifinitura e finalizzazione.

Anche negli spazi stretti in cui la Juventus si trova spesso a manovrare, per scelta e per necessità, il gallese è abile nello smarcamento alle spalle del centrocampo avversario e nella successiva giocata necessaria al fluido avanzamento dell’azione. Le sue doti tecniche gli consentono di dialogare sul corto coi suoi compagni, anche negli affollati spazi a ridosso dell’area di rigore avversaria, dove può costruire raffinate combinazioni con gli attaccanti. Ramsey possiede inoltre un ottimo senso dell’inserimento negli ultimi 11 metri che gli permette di trovare con relativa frequenza la conclusione a rete.

Bernardeschi è invece un giocatore meno a suo agio nei fondamentali di smarcamento e palleggio negli spazi stretti, ma è capace di strappi in conduzione in spazi più ampi o successivi a ricezioni sull’esterno che gli danno il tempo per provare a saltare il suo avversario una volta rivolto verso la porta avversaria. La visione di gioco periferica è inferiore a quella di Ramsey, così come sono meno precisi i tempi degli inserimenti in area avversaria.

Molti dati e indici statistici descrivono perfettamente i diversi stili di gioco dei due trequartisti. La più spiccata tendenza al palleggio e alla partecipazione al gioco è ben fotografata dal numero di passaggi ricevuti ed effettuati dai due quando schierati come trequartista. Ramsey riceve in media 44.5 passaggi ogni 90 minuti e ne effettua 54.5 (con un’accuratezza dell’86.2%). Bernardeschi invece ne riceve 28.7 e ne gioca 34.5 (con un’accuratezza dell’82,1%).

La migliori doti in rifinitura e finalizzazione del gallese sono ben descritte dal maggior numero di passaggi nella trequarti campo avversaria e dal maggior numero di tocchi in area.Anche gli indici più avanzati disegnano le caratteristiche dei due giocatori: Ramsey primeggia su Bernardeschi come xG (0.44 p90 contro 0.31 p90) e negli xA (0,21 contro 0.08 ogni 90 minuti). Inoltre Ramsey produce un numero medio di xG ogni 90 minuti superiore a quello di Bernardeschi, pur con un numero di tiri ogni 90 minuti nettamente inferiore a quello del suo compagno di squadra (2.66 tiri p90 per Bernardeschi, 1.5 per il gallese), indice di una selezione di conclusioni molto più qualitativa.

I dati confermano quindi che il contributo offensivo di Ramsey riguardi la qualità del palleggio, specie in zone avanzate del campo e sulla superiore capacità di essere incisivo negli ultimi metri, dove è più efficace in fase di rifinitura e finalizzazione. Con il gallese in campo la Juventus produce di più. Il contributo di Bernardeschi in fase d’attacco tuttavia non è trascurabile e si esprime principalmente nel impatto fisico sulla gara e negli strappi palla al piede (2.22 ogni 90 minuti, contro gli 1,25 di Ramsey) che possono liberare spazi per i compagni di squadra.

Come affermato da Maurizio Sarri, la Juve pare soffrire meno in fase difensiva con Bernardeschi in campo. Gli xG concessi con Bernadeschi dietro le punte sono 0.98 p90, dato che si alza a 1.15 p90 quando è Ramsey ad occupare la posizione di trequartista. La squadra subisce anche meno tiri in porta, ma il dato reale dei gol subiti è praticamente identico, circa 0.75 p90. I parametri difensivi individuali dei due giocatori sono simili, ma evidentemente il contributo di Bernardeschi consente alla squadra di difendere meglio.

Per il sistema in fase di non possesso previsto da Sarri, e in particolare con il 4-3-1-2 e la sua necessità di trovare dei meccanismi idonei per difendere l’ampiezza, è fondamentale la pressione dei giocatori avanzati sull’impostazione bassa degli avversari. Rallentare la circolazione del pallone della squadra rivale è importante per la Juventus, per dare il tempo alle mezzali di scivolare, se necessario, verso l’esterno. In quest’ottica Bernardeschi ha evidenziato doti mentali e atletiche eccellenti, che gli consentono di effettuare la fase di pressione con continuità e di coprire ampie zone di campo, per ricucire buchi nella struttura del centrocampo della squadra quando le mezzali sono costrette a spostarsi da una parte all’altra del campo.

Nei suoi 135 minuti giocati da trequartista Douglas Costa ha fatto intravedere un’interpretazione ancora diversa del ruolo. Seguendo i suoi istinti il brasiliano ha trovato gli spazi di ricezione aprendosi in fascia da dove, come successo in occasione del bellissimo gol contro la Lokomotiv Mosca, riesce ad esprimere con maggiore facilità le sue doti di accelerazione e dribbling. Lo schieramento con Douglas Costa-Higuain-Dybala tende a muoversi in modo fluido verso una sorta di schieramento a 3 punte, con il brasiliano alla sinistra e la Joya alla destra di Gonzalo Higuain.

E Dybala?

Per la prima volta in stagione contro l’Udinese Maurizio Sarri ha schierato sin dal primo minuto Dybala, Higuain e Ronaldo, con il numero 10 impiegato come trequartista. La soluzione, finora utilizzata a partita in corso, ha entusiasmato gli osservatori, producendo un primo tempo da 3 gol realizzati, 10 tiri in porta, 68% di possesso palla, dominio territoriale netto e tante brillantissime combinazioni tecniche tra i tre giocatori.

Maurizio Sarri ha più volte affermato che lo schieramento con Dybala trequartista rappresenta una soluzione di emergenza da utilizzare solo in particolari situazioni tattiche. Prima delle partite contro Bayer Leverkusen e Udinese l’allenatore bianconero aveva fatto ricorso a tale soluzione per 9 minuti nella partita contro l’Inter e per recuperare le situazioni di svantaggio casalingo contro la Lokomotiv Mosca e il Sassuolo. In entrambi i casi la Juve era poi riuscita a segnare, ribaltandointegralmente il risultato in Champions League, con Dybala protagonista in ogni rete realizzata.

Ancor più che per Ramsey e Bernardeschi i numeri personali e di squadra di Dybala nel ruolo di trequartista soffrono delle particolari situazioni tattiche di impiego e dello scarso minutaggio. Tuttavia ogni indice avanzato indica come la squadra abbia finora beneficiato della presenza di Dybala come trequartista.

Con Dybala la Juve produce ben 2.78 xG per 90 minuti. Individualmente la Joya è il miglior per xG e xA.

Da un punto di vista quantitativo i numeri di Dybala indicano una partecipazione alla manovra offensiva molto più intensa in termini di passaggi fatti e ricevuti, presenza nella trequarti campo avversaria, tiri in porta e dribbling. L’argentino riesce a trovare la giusta posizione in cui ricevere il pallone nel cuore della struttura difensiva avversaria, sa giocarlo con qualità combinando con gli altri attaccanti e riesce a giungere con frequenza davvero notevole al tiro. Inoltre è capace di creare vantaggi posizionali con il dribbling, che tenta molto più spesso e con maggiore successo sia di Ramsey che di Bernardeschi.

Ben 6.81 tiri ogni 90 minuti per Dybala come trequartista e una presenza in termini di tocchi di palla e precisione di molto superiore a quella dei compagni di squadra. L’unico dato che non lo vede primeggiare è quello dei tocchi in area.

Insomma, con Dybala dietro a Ronaldo e Higuain la Juventus ha segnato tantissimo, non ha mai subito gol e anche gli indici statistici avanzati confermano le ottime prestazioni della squadra. Inoltre l’argentino ha numeri offensivi di molto superiori a quelli degli altri trequartisti impiegati. Come detto è però necessario fare la tara ad ogni considerazione quantitativa con i pochi e particolari minuti di impiego concessi al tridente Dybala-Ronaldo-Higuain.

È tuttavia possibile integrare le considerazioni quantitative con alcune riflessioni qualitative circa le diverse caratteristiche delle possibili combinazioni del tridente d’attacco bianconero.

I tridenti possibili

Le caratteristiche di gioco dei due attaccanti utilizzati, assieme a quelle del trequartista, condizionano i movimenti del reparto offensivo bianconero. Dybala è di certo la più mobile delle 3 punte impiegate e sono frequenti i suoi movimenti di raccordo con il centrocampo. Le qualità di Dybala sono preziose sia per puntellare il fitto palleggio nella metà campo avversaria, sia per transitare dalla fase di preparazione dell’azione a quelle di rifinitura e finalizzazione, grazie ai dribbling e alle giocate individuali. Le zone di azione preferite di Dybala sono i mezzi spazi, con particolare predilezione per quello di centro-destra. È interessante il modo in cui l'argentino si divide lo spazio con Bernardeschi e Ronaldo. In tali occasioni, frequentemente, le due punte svuotano il centro dell’attacco, spostandosi nelle loro zone preferite di centro-destra e centro-sinistra, lasciando al trequartista il compito di occupare, in maniera dinamica, la zona nel cuore della difesa avversaria.

Dybala e Ronaldo si aprono, Bernardeschi occupa dinamicamente il centro dell’attacco.

Delle tre punte Higuain è quella che più di tutte si muove in spazi ridotti tra i centrali avversari, mentre come è noto, Cristiano Ronaldo ama occupare il centro dell’attacco giungendo dall’esterno, preferibilmente dalla zona di sinistra.

Sia in presenza di Douglas Costa che con Bernardeschi, le distanze tra i componenti del reparto d’attacco tendono a dilatarsi proprio per le caratteristiche dei trequartisti impegnati. Il brasiliano, come già detto, ha la naturale predisposizione ad aprirsi per ricevere la palla sulla fascia, mentre le minori capacità di palleggio e di visione di Bernardeschi spingono le punte a cercare di raccordare il gioco con il centrocampo e ad aprirsi sull’esterno per la minore efficacia della manovra stretta e interna.

Ramsey e Dybala riescono invece a trovare i giusti spazi in cui ricevere nella trequarti avversaria e, grazie alle loro superiori doti tecniche nello stretto, alla qualità del primo controllo, alla brillantezza delle letture tra le maglie delle difese avversarie, riescono a dialogare sul corto con i compagni di reparto. Con Ramsey e Dybala la Juve riesce quindi a giocare su distanze più ridotte, le punte possono rimanere più vicine e l’area viene occupata meglio anche grazie alle doti di inserimento dei due trequartisti.

Il 4-3-1-2 della Juventus con Dybala trequartista. Le punte e la Joya giocano vicine tra loro, i componenti del rombo rimangono stretti negli spazi di mezzo della struttura difensiva avversaria

Ogni parametro quantitativo considerato fotografa le diverse qualità di Ramsey e Dybala rispetto a quelle di Federico Bernardeschi. Le caratteristiche dei diversi calciatori impiegati come vertici alti del rombo influenzano lo scaglionamento in campo e le caratteristiche della circolazione del pallone. In quest’ottica, la profonda connessione tra la fase di possesso palla e quella difensiva può fornire la chiave per immaginare il futuro del 4-3-1-2 della Juventus.

Quale futuro per il tridente?

L’impressione è che il largo impiego di Bernardeschi sia stato dovuto, almeno in parte, all'assenza di Aaron Ramsey. Tuttavia le caratteristiche in fase di possesso palla dell’italiano rendono la manovra bianconera meno fluida nello stretto e costringono la squadra a giocare in un campo più grande per trovare gli spazi giusti per far circolare il pallone. Il possesso è meno sicuro e la riconquista immediata del pallone resa meno agevole dalle maggiori distanze tra i giocatori e dalla ridotta qualità del palleggio. All’interno di questo contesto tattico risultano quindi preziose le qualità puramente difensive di Bernardeschi, capace di coprire molto campo sia in verticale che in orizzontale, di coprire con ottimi tempi e angoli di pressione l’impostazione bassa avversaria e, in definitiva, di alleggerire i compiti in fase di recupero palla delle mezzali.

L’impiego di Aaron Ramsey e, ancora di più di Paulo Dybala, diviene quindi sostenibile in fase di non possesso palla in maniera proporzionale alla loro capacità di migliorare la qualità del possesso della Juventus e di muovere la difesa avversaria manovrando in un campo piccolo. Banalmente, un maggiore dominio territoriale e del possesso, un obiettivo apertamente dichiarato da Maurizio Sarri, può ridurre le fasi di difesa schierata della Juventus, sia direttamente, favorendo fasi di riaggressione facilitate dalle minori distanze tra i calciatori e dalla qualità del palleggio, sia indirettamente, utilizzando il possesso anche in maniera difensiva.

Le mediocri qualità difensive di Higuain, Ronaldo e Dybala in un campo grande, possono essere mascherate in un campo piccolo e risultare meno importanti dei vantaggi potenziali in fase offensiva.

Le parole di Sarri dopo la partita di domenica scorsa sono state esplicite. Il tecnico bianconero ha ancora una volta sottolineato come il contemporaneo impiego di Dybala, Higuain e Ronaldo sia ipotizzabile solo in determinate condizioni tattiche. Come per esempio nel finale di partita contro il Bayer Leverkusen, quando i tedeschi hanno abbassato l’intensità del loro gioco, o contro una squadra come l’Udinese che tende a palleggiare poco e quindi impegna relativamente il pressing del tridente offensivo. Tuttavia la sensazione è che Sarri, ben lontano dall’integralismo che lo aveva etichettato e, forse per la prima volta in carriera, con tante scelte a disposizione, voglia dosare con cura gli ingredienti del proprio tridente d’attacco.

Fin quando la qualità del gioco in fase di possesso sarà abbastanza elevata da permettere alla squadra di difendersi col pallone e di favorire efficienti fasi di riaggressione in un campo piccolo, la Juventus potrà schierare tutti assieme i suoi giocatori di maggiore qualità. Se invece, venendo a patti con la realtà, sarà necessaria una fase di non possesso più fisica e posizionale il contributo di Bernardeschi potrà ancora essere parecchio utile al tecnico juventino.

Al di là di ogni manicheismo, come per tutti gli allenatori, il successo di Sarri verrà decretato dalla sua capacità di unire le proprie più profonde convinzioni tattiche con le caratteristiche dei propri giocatori e dalla bontà delle soluzioni adottate per colmare la distanza tra i propri ideali e la realtà del campo. La scelta dei giocatori da schierare, partita dopo partita e all’interno delle partite, per comporre il proprio tridente rappresenta forse il principale campo da gioco in cui il tecnico bianconero misurerà la sua abilità nel trovare il corretto equilibrio tra l’ottimismo illuminista del suo calcio e il pessimismo cui talvolta costringe la realtà del campo.

I primi mesi di Sarri sembrano suggerire che il tecnico bianconero sia davvero pronto a giocare al meglio la sua personale partita.

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