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Marco D'Ottavi
Cosa aspettarsi dai giovani della Juventus
13 set 2023
13 set 2023
L'ultimo mercato ha rafforzato la volontà della società di costruirsi in casa i futuri campioni.
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Marco D'Ottavi
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IMAGO / Sportimage
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Dopo l’eliminazione con il Lione in Champions League ad agosto del 2020, in quel rigurgito di calcio pandemico, Andrea Agnelli aveva lasciato intendere che la Juventus andava svecchiata. Il processo successivo non è stato facile - la necessità di rimanere competitivi, i contratti pesanti firmati dai calciatori “più anziani”, una certa fretta nel gestire giovani come De Ligt, Kulusevski e Bentancur - ma al termine di questo calciomercato sembra aver imboccato una strada irreversibile. Complice forse anche il momento economico non eccezionale, dovuto in parte alla mancata qualificazione alla prossima Champions League, mai come quest’anno la Juventus è sembrata voler enfatizzare questa nuova linea verde. Per sostituire Cuadrado è arrivato il 23enne Weah, mentre Cambiaso, anche lui 23 anni, tornato dal prestito al Bologna è rimasto a Torino. Ma è nelle retrovie che si è lavorato in maniera ancora più radicale: Kenan Yildiz e Dean Huijsen sono stati promossi dalla Next Gen alla prima squadra in pianta - più o meno - stabile come accaduto l'anno scorso con i vari Miretti, Iling-Junior, Soulé e Barrenechea (questi ultimi due mandati in prestito al Frosinone) mentre dal mercato sono arrivati Facundo González e Livano Comenencia, più altri giovanissimi prospetti che si divideranno tra la Next Gen e la Primavera, con la speranza che anche loro possano in futuro arrivare a disposizione della prima squadra. Quella di investire sulle giovanili è una tendenza sempre più in voga in Europa anche tra le squadre di vertice, basta guardare il lavoro di alcune academy inglesi (Chelsea e City su tutte), ma anche a quello che fa da anni la Roma e l'Atalanta, e più recentemente hanno fatto Inter e Milan. La Juventus invece negli ultimi vent’anni non è quasi mai riuscita a formare un giocatore dalle giovanili alla prima squadra, tolto Claudio Marchisio, preferendo eventualmente puntare sui migliori giovani usciti da altre squadre. È allora interessante provare a indagare su questi nomi nuovi, come giocano e che prospettive possono avere tra presente e futuro. Dean Huijsen - 2005Tra i tifosi della Juventus, e non solo, si parla di Dean Huijsen da più di un anno. Le sue qualità sono diventate leggendarie, il suo impatto sulla Serie C pantagruelico. C’è da dire che fissarsi con un giovane del vivaio è alla base del manuale del buon tifoso e tutti sognano di costruire in casa un fenomeno. In più la Juventus - storicamente celebre per la qualità dei suoi difensori - sta avendo qualche difficoltà nel ricambio post Barzagli, Chiellini, Bonucci e c’è bisogno di sangue fresco e talentuoso. Fin qui - tra Primavera, Next Gen e Nazionali giovanili - Huijsen ha giocato principalmente in una difesa a 4. Nelle amichevoli estive Allegri lo ha provato come terzo di sinistra in difesa e - tirando a indovinare - lo ha fatto anche perché tra possibili infortuni e prestazioni non all’altezza in quel ruolo Alex Sandro non è proprio al sicuro (ma lì può giocare anche Danilo, con Gatti a destra, o anche Rugani). Huijsen non è mancino, ma a vederlo usare il sinistro non si direbbe. La naturalezza con cui imposta, lancia e calcia col piede debole è quasi ipnotica. Il gol che l’ha portato all’attenzione di tutti l’ha segnato tirando una sassata col sinistro.

Huijsen è nato in Olanda e cresciuto in Spagna, e poche combinazioni offrono più garanzie riguardo le qualità coi piedi. Sia con le giovanili della Juventus che con quelle dell’Olanda ha segnato tantissimo per essere un difensore, tirando anche i calci di rigore. Ovviamente non è la prima cosa che si guarda nel suo ruolo, ma dimostra certo una confidenza col pallone che è sempre più richiesta e necessaria: uno dei motivi per cui Allegri ha adattato Alex Sandro come terzo difensore di sinistra è stata proprio la capacità del brasiliano di aiutare la fluidità della manovra e, per quanto la Juventus non abbia sistemi di circolazione raffinati, è un aspetto importante del gioco e Huijsen sembra già poter destreggiarsi con tranquillità.L’altezza - 195 centimetri - e la lunghezza delle gambe ne fanno anche già una presenza ingombrante in area di rigore. Forte sui palloni alti e nella difesa della porta negli ultimi metri, si vede però come la sua struttura fisica non sia ancora del tutto sviluppata. Non è tanto e solo una necessaria crescita a livello muscolare - che arriverà - quanto piuttosto una certa confidenza con il proprio corpo e con lo spazio che deve migliorare. Questo può essere un po’ il suo limite, in un momento in cui sembra che Allegri voglia proporre una difesa più aggressiva. Huijsen, nelle poche partite giocate con i professionisti, è sembrato essere un po’ impacciato sui primi passi, quando deve accorciare o comunque cercare interventi difensivi in spazi ampi. L’atteggiamento di Huijsen, comunque, è sempre positivo. Anche contro squadre come Real Madrid, Milan e Atalanta non si è mai fatto scrupoli a supportare la manovra o provare ad essere deciso contro giocatori con ben più esperienza di lui.

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Qui Brahim Diaz gli scappa davanti, ma poi è bravo a recuperare.

Se Allegri non è un allenatore "contro i giovani" per i difensori tende ad andarci coi piedi di piombo. Eppure l'allenatore livornese sembra essere rimasto stregato da Huijsen, tanto da decidere di tenerlo in prima squadra mandando in prestito De Winter e Facundo Gonzalez, tutti e due più grandi e con più esperienza. In una stagione senza coppe le sue possibilità di giocare saranno comunque molto ridotte e già la settimana scorsa è “sceso” di nuovo in Next Gen per mettere minuti nelle gambe contro il Pescara. Anche non dovesse giocare, la considerazione della Juventus verso di lui è molto alta e il talento sembra esserci davvero. Facundo Gonzalez - 2003Difensore, uruguagio, propenso a usare ogni mezzo per difendere la porta: Facundo Gonzalez sembra essere un prototipo di difensore che ben conosciamo. Eppure la sua formazione è stata molto diversa. Gonzalez si è trasferito dall’Uruguay in Spagna con la famiglia a 4 anni e la sua crescita calcistica è tutta di stampo catalano. È cresciuto infatti alle porte di Barcellona e ha fatto tutta la trafila giovanile nell’Espanyol prima di passare al Valencia, dove ha giocato con la seconda squadra. La Juventus l’ha preso per poco meno di tre milioni ed è stato il primo acquisto di Cristiano Giuntoli, almeno ufficialmente. Se il suo nome vi suona familiare, è perché ha fatto parte dell’Uruguay campione del Mondo Under 20 battendo l’Italia in finale.

Gonzalez sembra avvicinarsi meno al profilo di alcuni difensori che la Juventus ha provato a costruire negli ultimi anni - Romero e Demiral - difensori dal grande atletismo, capaci di difendere su un campo grande e di essere molto aggressivi. Pur avendo uno stile simile, infatti, preferisce difendere in maniera più controllata, più nello spazio che sull’uomo. Nell’uno contro uno, invece, è asfissiante, di quei difensori che sembrano voler inseguire gli avversari anche nei sogni. Col pallone tra i piedi non è elegante e sicuro come Huijsen, ma si nota la sua formazione spagnola. Gioca spesso in avanti col suo mancino, rischiando soprattutto nei passaggi taglialinee, ma sa essere anche più pragmatico. Al contrario degli altri di cui sto scrivendo, lui non è stato aggregato alla prima squadra, né alla Next Gen, ma è stato mandato in prestito alla Sampdoria di Pirlo in B, anche se aveva diverse richieste da squadre di A. Nelle prime tre partite non ha giocato neanche un minuto, ma l'infortunio di Ferrari potrebbe aprirgli le porte della formazione titolare già dalla prossima giornata. Kenan Yildiz - 2005Per Kenan Yildiz vale un po’ il discorso fatto per Huijsen con cui divide anche l’anno di nascita: di lui - almeno tra i tifosi della Juventus - se ne parla ancora prima che giocasse una partita in bianconero. Nato in Germania, di origini turche, cresciuto in diverse squadre della Baviera prima di trasferirsi al Bayern Monaco, il suo arrivo a Torino a parametro zero nell’estate del 2022 ha infatti fatto sperare a uno di quei furti di fenomeni che ogni tanto accadono tra giovanili (Pogba e Coman per rimanere alla Juventus), anche perché poche settimane dopo Yildiz è stato inserito tra i migliori giovani al mondo dal Guardian. La sua prima stagione ha in qualche modo confermato questa speranza. Con la Primavera, Yildiz ha brillato sia in campionato che in Youth League, grazie a una combinazione di fisico e tecnica rara per quest’età. Partendo come seconda punta, allargandosi spesso a sinistra per ricevere e poi associarsi con Hasa (altro talento della casa), Yildiz ha segnato 15 gol e servito 7 assist, mettendo in mostra anche una certa freddezza in area di rigore e una tecnica di tiro varia e già notevole.

Soprattutto il gol a 2:19 contro il Cagliari evidenzia lo strapotere atletico del turco sui pari età.

A vederlo giocare, però, Yildiz sembra avere piuttosto un futuro da trequartista, o comunque da giocatore tra le linee, più che da attaccante puro. È infatti molto verticale nelle intenzioni, sia quando porta palla in progressione che quando deve cercare un compagno. Il suo gioco è ricco di filtranti, triangolazioni, inserimenti in avanti dopo aver scaricato. L’altezza e la stazza lo rendono anche difficile da spostare quando corre. Non è allora un caso che Allegri, dopo averlo voluto con sé durante la tournée negli Stati Uniti, lo abbia provato soprattutto come mezzala. Yildiz infatti risponde un po’ all’ideale dell’allenatore per il ruolo: strutturato fisicamente, abile nell’inserimento, incisivo in area di rigore. La scorsa stagione Yildiz ha avuto pochissimo spazio nella Next Gen (appena 400 minuti), tanto che a un certo punto si diceva fosse “scontento” di essere relegato nelle giovanili e potesse partire di nuovo. A 17 anni è difficile dire dove sia giusto inserire un calciatore, soprattutto uno che ha appena cambiato Paese e abitudini, e forse la Juventus ha voluto inserirlo con calma. Oggi però sembra quello più vicino alla prima squadra: alla prima giornata ha esordito contro l’Udinese, entrando anche nel finale col Bologna, con la Juventus alla ricerca della vittoria. Allegri sembra tenerlo molto in considerazione, tanto che nella sua maniera un po’ da padre un po’ da sciamano dopo la partita lo ha invitato a tagliarsi i capelli perché «se li è toccati cento volte in dieci minuti». Yildiz se li è tagliati il giorno dopo. Livano Comenencia - 2004L’acquisto di Livano Comenencia - arrivato all’improvviso negli ultimi giorni di mercato, quando sembrava invece che la Juventus potesse investire per qualche giocatore d’esperienza per allungare le rotazioni della prima squadra - evidenzia forse più di tutti il nuovo corso in casa bianconera. Comenecia è arrivato per circa 3 milioni dal PSV, che coi giovani spesso fa grandi cose. Lui però pare non sia stato considerato “pronto” per la prima squadra in Olanda ed è anche per questo che la Juventus è riuscita a prenderlo. Comenencia è un terzino destro con un passato recente da mediano, quindi naturalmente portato a interpretare il ruolo in chiave moderna, e cioè meno monodimensionale sulla fascia e più predisposto a entrare dentro al campo. Quello che più risalta è la sua altezza - oltre 190 centimetri - che relegata sull’esterno può sembrare una forzatura, ma che si porta dietro con naturalezza. Non è veloce, ma ha un buon passo e col pallone tra i piedi una tecnica un po’ grezza ma interessante. Nelle giovanili del PSV provava spesso il dribbling o la giocata anche in posizioni di campo considerabili “rischiose” e sarà interessante vedere in Italia come sarà vista questa intraprendenza. Al momento è stato aggregato alla Next Gen e la Serie C - per quanto sia una considerazione stereotipata - sembra il posto adatto per sgrezzarne gli eccessi e inquadrarlo meglio come possibile sviluppo.

Comenencia sembra infatti di quei calciatori che possono essere tutto o niente. Paradossalmente la Juventus dei prossimi anni può essere un buon posto per giocarsi le proprie possibilità, basta pensare che al momento non c’è in rosa un vero terzino destro se non De Sciglio alle prese con la rottura del crociato (Weah è nuovo nel ruolo, Cambiaso ci ha giocato ma a destra è adattato). Allegri non è poi un allenatore che disdegna i giovani, anche se Comenencia sembra particolarmente anarchico al momento e ci sarà bisogno di un po’ di tempo prima di vederlo in prima squadra.Altri giovani arrivati in questo mercatoLa linea verde della Juventus non si è fermata a questi nomi: nell’ultimo mercato sono arrivati dall’estero altri giovani più o meno pronti che andranno a rafforzare Next Gen e U19, proprio con l’idea di creare quanti più giocatori della prima squadra in casa. Dikeni Salifou - 2003Preso dal Werder Brema con una strana formula per un giovane - prestito con diritto di riscatto - Dikeni Salifou è un mediano. Lui si definisce un «un numero 6 dinamico, veloce, bravo nei duelli e nel gioco aereo». Il suo idolo è Pogba, anche se non sembra avere la sua visione di gioco e la sua tecnica. Con molta probabilità sarà provato nella Next Gen per capire se può far parte della Juventus del futuro. Javier Gil Peluche e Bruno Martinez - 2006Due difensori spagnoli di 16 anni, che la Juventus ha preso per affidarli a Paolo Montero, l’allenatore della Primavera. Sembra quasi una tendenza dopo Huijsen e Facundo Gonzalez quella di cercare difensori cresciuti all’interno delle giovanili spagnole, in sistemi di gioco che per impronta culturale prediligono lo sviluppo di calciatori associativi.Mazur Patryk - 2007La Juventus ha fatto incetta anche di giovani da inserire nell’Under 17. Tra loro Mazur Patryk è il nome che risalta di più, visto che ha già esordito nel campionato polacco con la maglia del Stal Rzeszow. Ovviamente è presto anche per descriverne le qualità, ma Patryk è una presenza costante nelle Nazionali giovanili del suo Paese e fisicamente sembra essere già un calciatore pronto. Come per gli altri di questa lista, il tempo ci dirà.

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