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È Tudor o sono i calciatori?
27 ott 2025
La Juventus ha deciso che è l'allenatore, ma la domanda resta.
(articolo)
9 min
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IMAGO / Goal Sports Images
(copertina) IMAGO / Goal Sports Images
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È nato prima l’uovo o la gallina? È la domanda primordiale che va bene per tutte le altre domande che pongono difficoltà insite nella formulazione di risposte semplici o esaustive.

Vale anche per le squadre di calcio in crisi: prendiamo la Juventus 2025/26: è Igor Tudor a non essere capace nel suo ruolo da allenatore o sono i calciatori a essere scarsi, cioè meno capaci di quanto ci si aspetta da loro? La dirigenza della Juventus si è data la risposta questa mattina: è Tudor a non essere capace. Il croato è stato esonerato e nei prossimi giorni sapremo chi sarà il sostituto. Eppure, mi sembra, la domanda resta in piedi, e vale la pena provare ad analizzare le due possibili risposte.

L’ACCUSA VERSO I CALCIATORI
Questa accusa verso i calciatori, cioè di essere scarsi, o comunque non al livello richiesto da un club come la Juventus, si ripete da anni. L’origine possiamo ritrovarla nella frase, mai confermata ma ormai storica, pronunciata da Sarri come un anatema, dopo il suo esonero al termine della lunga stagione 2019/20: «Questa squadra è inallenabile». Una frase che torna d'attualità, visto che è stata proprio una squadra allenata da Sarri (e senza fare mercato) a far esonerare Tudor.

All’epoca, il senso delle sue parole sembrava più umano che tecnico: la Juventus aveva ancora una delle migliori rose d’Europa, ma era stata assemblata male e soprattutto i calciatori non erano abbastanza malleabili alle idee del loro allenatore. Cinque anni dopo però, qualcosa sembra essere cambiato. La rosa della Juventus è ancora costruita male, ma soprattutto è andata incontro a un ridimensionamento, dovuto a errori nella gestione del mercato e alle difficoltà economiche sopraggiunte (anche in parte per mantenere quella rosa così forte).

Ma è un ridimensionamento abbastanza pesante da passare dalla vittoria di nove scudetti consecutivi a non vincere per 8 partite di fila e non segnare da 4? Da essere una delle migliori squadre al mondo a vedere l’obiettivo del quarto posto come il massimo possibile? Dopo la sconfitta contro il Como, più di qualche opinionista si è chiesto se la rosa di Tudor fosse poi davvero superiore rispetto a quella di Fabregas. Già solo la possibilità che una domanda come questa possa aggirarsi come uno spettro, lascia intendere che un problema c’è, ed è grande.

Prendiamo l’ultima sconfitta contro la Lazio, sarebbe facile citare l’errore di David che ha portato al gol di Basic come esempio di calciatori scarsi. Un retropassaggio di testa che va oltre lo sbagliato, e sembra quasi un assist volontario agli avversari. Giudicare però quell’errore come “tecnico” sarebbe un insulto verso il calciatore canadese e certe cose, semplicemente, accadono in una partita.

Nelle pieghe dei 90 minuti dell’Olimpico, però, è facile rintracciare tantissimi momenti in cui le scelte tecniche dei calciatori della Juventus sono sbagliate o approssimative. Qui ad esempio un primo controllo di Gatti piuttosto tremendo, che solo per pochi centimetri non è diventato il secondo assist ai giocatori della Lazio.

1 gatti

Da notare in basso a destra anche la reazione scomposta di Tudor.

Non voglio puntare il dito contro Gatti, che è stato uno dei più positivi nelle ultime stagioni della Juventus. È un giocatore arrivato tardi ad alti livelli, che sopperisce ai limiti tecnici, limiti che per il suo ruolo sono meno gravi, con un grande agonismo. Non è un valore aggiunto nella fase di costruzione dal basso, ma ogni tanto quando parte palla al piede fa vedere anche cose interessanti. Eppure è inevitabile, anche per la storia della Juventus e per come ha costruito il suo mito partendo dalla difesa, fare un confronto con il passato, soprattutto se la titolarità di Gatti non può essere messa in discussione.

Ma, come dicevo, gli errori tecnici li fanno tutti nella Juventus. Sempre dalla partita contro la Lazio, dopo pochi minuti è arrivata una bella combinazione tra Vlahovic e David, le due punte. Sul passaggio di ritorno, però, Vlahovic controlla così il pallone.

2 vlahovic

Non era un controllo facile come quello di Gatti, ma è un controllo che, se fatto bene, poteva portarlo ad avere il pallone che gli scendeva sul sinistro al limite dell’area di rigore. Che Vlahovic abbia un problema con il primo controllo è risaputo, ma certe volte è troppo limitante. Come può Tudor costruire un attacco efficiente intorno a questi limiti?

Per il serbo la Juventus ha fatto un investimento economico esorbitante, che probabilmente perderà a zero in estate. Al momento, però, i suoi sostituti Openda e David non sembrano meglio. Contro il Real Madrid il belga ha avuto sui piedi il pallone del pareggio, un gol che avrebbe sollevato di molto il morale della squadra, ma per calciare ci ha messo una vita. Anche qui: che deve fare Tudor se un centravanti ci mette troppo tempo a calciare contro il Real Madrid?

Ci sono errori di tutti i tipi nella Juventus. Tornando alla partita contro la Lazio, Locatelli ha provato una verticalizzazione dentro la propria area di rigore dopo aver recuperato un pallone correndo all’indietro. Sarà stato un consiglio di Tudor quello di provare una giocata del genere?

Sulla respinta, il pallone arriva in qualche modo a Cambiaso, che lo riperde al limite dell’area di rigore prima per via di un controllo impreciso, e poi cercando di passare attraverso Zaccagni.

Locatelli e Cambiaso sono due dei leader tecnici ed emotivi della squadra, ma qual è il loro livello effettivo? Se dovessimo giudicarlo solo dalla partita contro la Lazio sarebbe un disastro.

Cambiaso è stato spostato dalla fascia al centro perché non riusciva a tenere Isaksen, mentre Locatelli, che è anche il capitano, dopo aver predicato calma, si è fatto ammonire ingenuamente per aver reagito a una trattenuta del danese. Due minuti dopo, a farsi ammonire ingenuamente, è stato McKennie, che poi avrebbe rischiato il rosso. Questi non sono due errori “tecnici”, ma sono due errori che un calciatore di alto livello, e sto supponendo che quelli della Juventus lo siano, non dovrebbe fare.

Ricapitolando, quindi, nelle partite della Juventus si possono trovare errori tecnici dei giocatori più pagati, di quelli meno pagati; errori dei leader tecnici ed emotivi della squadra, errori di concetto ed errori gravi che portano al gol degli avversari. Si potrebbe anche allargare lo sguardo e notare come i calciatori della Juventus, tolto solo Yildiz, oltre agli errori in sé, fanno una fatica tremenda nel riconoscere situazioni di gioco vantaggiose e sfruttarle. Non si contano le volte in cui con una migliore visione di gioco o con più ambizione la Juventus avrebbe potuto costruire un’azione da gol. Il calcio si basa anche sull’individualità, e se le individualità non sembrano capaci di fare un passaggio che non sia scontato o creare superiorità con un dribbling o un qualche tipo di intuizione è difficile vincere nel calcio di oggi.

LE ACCUSE A TUDOR
Se ci sono così tanti errori, è però inevitabile chiedersi il motivo, oltre le colpe del singolo. Banalmente, la risposta potrebbe essere che i calciatori non sono stati messi a loro agio. Era la spiegazione più usata la scorsa stagione, quando i giocatori della Juventus non sembravano riuscire a metabolizzare le idee di Thiago Motta. L’ex allenatore della Juventus si è incartato nel cercare di costruire una squadra che giocasse un calcio posizionale fluido, con continui scambi tra i giocatori che però si sono scontrati con la realtà.

Tudor era arrivato proprio per riportare semplicità. Un calcio più verticale, fatto di duelli individuali e aggressività. Ma alla fine è stato esonerato proprio come Motta.

Quando si cita Maifredi è l’inizio della fine.

Tudor, che in estate era stato riconfermato dalla dirigenza più per mancanza di alternative che per effettiva convinzione, è partito dal suo 3-4-2-1 per mettere in campo la squadra. Con Bremer al centro della difesa e la possibilità di portare Yildiz dentro al campo non era sembrata neanche una cattiva idea, ma i limiti tattici della squadra si sono intravisti da subito: se la Juventus alzava il baricentro, mostrava grossi problemi nelle transizioni difensive; se lo abbassava, non riusciva a creare occasioni.

All’inizio le prestazioni dei singoli (Bremer e Yildiz appunto, ma anche Vlahovic contro il Borussia) hanno nascosto la polvere sotto il tappeto, ma l’infortunio di Bremer ha riportato tutto alla luce del sole, come già l’anno scorso. Ovviamente non voglio negare il peso tecnico di Bremer, ma una rosa di una squadra come la Juventus si può reggere su un difensore?

Tudor ha provato a continuare con il 3-4-2-1, per poi cambiare dopo lo scialbo pareggio contro il Milan, in cui la squadra è sembrata veramente spenta. Contro il Como si è visto un 4-3-3 che doveva sopperire all’assenza di difensori centrali (troppo pochi per una difesa a 3, e torniamo ai problemi di costruzione della rosa), ma non ha funzionato.

Dopo quella partita si sono visti anche i limiti di Tudor nella gestione della comunicazione: il croato si è infilato in un’assurda polemica con Fabregas, sostenendo quasi che il Como fosse la Juventus e la Juventus il Como. Dichiarazioni che sembrano indicare anche come Tudor non si sentisse l’allenatore della migliore Juventus possibile per lui, ma di una Juventus costruita (male) per altri e che a lui è toccata quasi per caso. Una sensazione confermata dalle ultime formazioni, con i nuovi acquisti lasciati sempre in panchina.

Tra l’insistere sull’adattare la rosa alle sue idee e l’adattare le sue idee alla rosa, Tudor si è infilato in una strana via di mezzo, e nel calcio non paga mai. Contro il Real Madrid e la Lazio, per dire, è passato al 3-5-2. I moduli sono numeri, ma in questo caso sono abbastanza indicativi della poca lucidità dell’allenatore. Stessi principi, moduli diversi, il risultato è stato ancora peggiore.

Nella decina di partite stagionali si sono visti poi troppi esperimenti. A oggi è difficile dire non solo chi fosse il centravanti titolare, chi il trequartista di destra, chi i centrocampisti, ma soprattutto cosa volesse Tudor da questi ruoli. Se come esterno a tutta fascia a destra prima ci schieri un difensore come Kalulu e poi all’improvviso lo cambi con Conceicao, che messaggio mandi alla squadra? Il tutto con Joao Mario, l’unico giocatore disponibile in quel ruolo, in panchina. Anche l’aver messo in panchina Thuram per far giocare Koopmeiners (o Locatelli) è difficile da spiegare. Yildiz tenuto in panchina per via del problema al ginocchio, ma poi inserito nel secondo tempo. Una scelta che è sembrata una bocciatura di tutti gli altri giocatori offensivi.

Del Piero, che è una delle poche voci ascoltate oggi dai tifosi, ha provato a relativizzare le colpe di Tudor.

Queste incertezze tattiche di Tudor i calciatori se le sono portate in campo. Contro la Lazio lo abbiamo visto smaniare in panchina, lamentarsi platealmente delle scelte dei suoi calciatori. È arrivato a far scaldare Kostic al 15' come minaccia. Forse è anche per questo che contro la Lazio si sono visti così tanti errori, così come si erano visti col Como, col Villarreal o col Verona. Ed è per questo che a pagare è stato Tudor. È sempre così e sempre sarà così nel calcio, dove se una società inizia a domandarsi se è nato prima l’uovo o la gallina non va lontano.

Certo, per la Juventus è l'ennesimo fallimento tattico, l’ennesima retromarcia. A un club a cui servirebbe una direzione chiara per aggiustare tutti gli errori commessi in questi anni, sembra impossibile fare delle scelte e poi difenderle. Ora toccherà a Comolli scegliere il suo allenatore, magari uno che sappia finalmente come lavorare con la rosa a disposizione.

Non sarà facile, ma è vitale non sbagliare: se le cose dovessero andare male di nuovo, la Juventus dovrebbe ripartire da zero un'altra volta, da ancora prima dell'uovo o della gallina.

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