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Quale centravanti per la Juventus?
03 gen 2022
03 gen 2022
Pro e contro dei nomi che circolano per sostituire Morata.
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Sebastian Frej/MB Media/Getty Images
(copertina) Sebastian Frej/MB Media/Getty Images
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La notizia del possibile passaggio di Alvaro Morata al Barcellona ha aperto un buco al centro dell’attacco della Juventus. (La situazione attuale è questa: Xavi lo ha richiesto, Morata vorrebbe andare, ma ci sono delle cose che devono ancora incastrarsi, secondo AS dovrebbe diventare ufficiale già in settimana). È raro che una squadra di alto livello debba - o voglia - cambiare il centravanti titolare a gennaio, ma se i bianconeri hanno scelto di non riscattare Morata in estate (dovrebbero pagare 35 milioni di euro all’Atletico Madrid), è giusto che diano allo spagnolo la possibilità di accettare l’offerta del Barcellona. Per farlo, però, devono prima trovare il sostituto, una scelta per niente scontata. Il mercato di gennaio è come una scatola di cioccolatini scadente: non sai mai quello che ti capita e potresti pescare qualcosa di andato a male o che non sa di niente. Limitandosi ai nomi che circolano in questi giorni, quale sarebbe il profilo più adatto per sostituire Morata?

Memphis Depay

Il nome dell’olandese è il primo uscito dal mazzo, trattandosi di semplice scambio di giocatori tra Juventus e Barcellona (che libererebbe anche spazio salariale per i blaugrana, sempre legati ai paletti imposti dalla Liga). Tra i profili possibili, però, pare essere anche il meno gradito ad Allegri. I motivi, sto sempre parlando di speculazioni, sarebbero tattici: l’allenatore della Juventus vorrebbe infatti un “centravanti puro”, che, senza mettersi a fare dell’esegesi delle sue volontà, starebbe a indicare un Mandzukic che ancora gioca a calcio (anche se poi in realtà alla Juventus faceva l’ala).

Eppure Depay, pur nascendo come ala, è stato trasformato in centravanti da Koeman già nel 2018. L’allora CT dell’Olanda (e allenatore che lo ha voluto al Barcellona) in assenza di candidati credibili aveva avanzato Depay con successo, tanto che ne aveva seguito l’esempio anche Bruno Génésio al Lione. Anche in questa prima parte di stagione, al Barcellona, Depay ha giocato principalmente da centravanti.

Non è un gol da centravanti?

Certo Depay lo ha fatto in sistemi più propensi al gioco di posizione, dove le sue abilità tecniche sopperiscono a quelle fisiche richieste dal ruolo. L’olandese ha statistiche irrilevanti per quanto riguarda i duelli aerei, ma sarebbe sbagliato limitare ai centimetri il contributo di un centravanti. Anche Morata, che pure ne avrebbe il fisico, non è quel tipo di attaccante (in questa stagione gioca 1.6 duelli aerei ogni 90’, vincendone 0.6). Anzi, se ci limitassimo al solo gioco spalle alla porta, Depay è possibilmente un giocatore migliore dello spagnolo. Forse meno fisico nel tenere dietro i difensori, ma sicuramente più tecnico per quanto riguarda la capacità di giocare di sponda e associarsi con i compagni (in questo momento è il giocatore con più xA del Barcellona).

https://twitter.com/StatsBomb/status/1403371064273653765

Il problema più grande sarebbe la mobilità di Depay. Soprattutto dopo l’infortunio ai legamenti, l’olandese è diventato un giocatore meno leggero. Tende ad abbassarsi e allargarsi, è comunque un centravanti con lo spirito di un trequartista, ma lo fa con meno intensità di quella richiesta a Morata. Soprattutto ama ricevere sui piedi piuttosto che cercare la profondità. Si può dire molto del contributo dell’attuale centravanti della Juventus, ma di certo non ha mai fatto mancare la voglia di fare una corsa in più, di allungare la squadra quando serviva o di venire a ricevere palla ben dentro la sua metà campo. Anche per quanto riguarda il contributo alla fase difensiva, Morata si è sempre speso molto (è il terzo della rosa per pressioni portate). Depay avrebbe molte più difficoltà a fare queste cose, richiedendo degli aggiustamenti (che però sarebbero necessari, se si vuole facilitare il lavoro qualitativo del centravanti).

Ci sono altri motivi che lo potrebbero allontanare dalla Juventus: Depay si porta dietro una fama da bad boy - tra tatuaggi, esultanze critiche e una carriera musicale ben avviata - che non sembra collimare con il famoso “stile Juve” o, forse più corretto, con l’armonia di uno spogliatoio sempre molto restio ad accettare figure più divisive. Eppure Depay potrebbe essere un giocatore divertente per i tifosi, con una tecnica che in pochi hanno nel nostro campionato e la qualità per trovare il modo di associarsi con Dybala e Chiesa. Anche a livello realizzativo non sarebbe un downgrade rispetto al Morata visto in questa stagione (fin qui ha segnato 8 gol). Certo Allegri dovrebbe provare a cambiare il modo in cui la Juventus sta in campo (al momento è 11° per baricentro medio in Serie A), cercando di non stressare troppo il suo centravanti e cercando di occupare la trequarti avversaria in modo più coerente. Ma è davvero quello che vuole? Difficile crederlo.


Mauro Icardi

Lo stesso problema si porrebbe in maniera diversa con Mauro Icardi. Sono anni che la Juventus flirta con il centravanti argentino e mai come in questo momento il matrimonio sembra possibile. A Parigi, però, non solo Icardi ha avuto uno scarso impiego, chiuso da una concorrenza obiettivamente irreale, ma ha anche mancato quel salto di qualità nel gioco lontano dall’area di rigore che aveva lasciato intravedere.

La vera domanda però è un’altra: Icardi può essere ancora lo stesso killer dell’area di rigore visto in Serie A fino a quattro anni fa? Perdere un riferimento fondamentale per la manovra avrebbe senso se in cambio arriva un attaccante in grado di battere gli xG con estrema facilità (cosa che non sta riuscendo a Morata). In questo momento la Juventus ha difficoltà a creare occasioni da gol (7° in Serie A per xG prodotti), ma ancora di più a finalizzarle (11° attacco del campionato). Morata deve spendersi molto lontano dalla porta, giocando di spalle, correndo molto, lottando con i difensori: tutte cose che finiscono per farti perdere lucidità negli ultimi metri. Usare così Icardi sarebbe un controsenso.

Certo l’argentino è, da solo, un centravanti che può tenere bassa la difesa avversaria con i suoi movimenti, creando uno spazio nella trequarti dove potrebbe venire a giocare Dybala (prima del suo infortunio si era intravisto un 4-2-3-1). Con Icardi in area di rigore, se è quell’Icardi, i centrocampisti potrebbero pensare meno a inserirsi e più a gestire il possesso. Il crossing game di Cuadrado avrebbe una nuova linfa, trovando un terminale abilissimo di testa. Icardi però non segna più di 12 gol da 4 stagioni, guadagna 10 milioni di euro a stagione e la sensazione è che si trovi bene a Parigi e al PSG, dove c’è una folta comunità argentina.

Quasi 36 minuti di motivi per cui la Juventus dovrebbe provarci.

Icardi sarebbe quindi una scommessa difficile, ma anche una scommessa a breve termine (se, come si dice, arrivasse in prestito senza obbligo di riscatto). 6 mesi per capire se è ancora un giocatore in grado di fare la differenza. Una scommessa che se vinta restituirebbe alla Juventus un giocatore che nel nostro campionato era una certezza. Per la Juventus è però difficile rischiare in questo momento, con il quarto posto in bilico e il bisogno di fare una campagna europea dignitosa. Allegri vuole davvero centrare questi due obiettivi con un centravanti che al PSG era finito dietro nelle gerarchie anche a Moise Kean?




Gianluca Scamacca

Si era parlato di Scamacca alla Juventus già un anno fa, quando il prezzo del suo cartellino era intorno ai 20 milioni. Oggi quel prezzo è raddoppiato grazie alle ottime prestazioni degli ultimi mesi. I 35-40 milioni chiesti dal Sassuolo lo rendono un investimento importante, che andrebbe fatto così, all’improvviso, per rimpiazzare una partenza improvvisa. Certo, per quanto ho scritto fino a qui, Scamacca è il centravanti perfetto per Allegri. Alto 195 centimetri, è un bersaglio perfetto per i lanci lunghi (in questa stagione gioca 4.3 duelli aerei per 90’, vincendone 2.3, ma il Sassuolo non è una squadra che predilige questa soluzione) e sappiamo quanto l’allenatore della Juventus ami questo tipo di giocatori. Ma è soprattutto la sensibilità con cui gioca di sponda a renderlo appetibile. Scamacca è abilissimo nell’usare ogni parte del corpo per servire un compagno, di prima o dopo lo stop. Far salire la manovra rapidamente riciclando palloni sporchi è quello che gli riesce meglio, la parte del gioco che sembra venirgli più naturale, più del gol. E più di un gioco aereo che in realtà è ancora tutto da raffinare.

Lo fa anche con una rara ambizione, nel bene e nel male.

Scamacca non è ancora un giocatore ossessionato dalla ricerca della porta. I suoi movimenti, il modo in cui pensa, non è ancora finalizzato a essere nella miglior posizione per segnare. Non che gli manchino le abilità: quando calcia Scamacca può piegare le mani dei portieri e anche sui palloni alti può fare male di testa o in acrobazia. I gol segnati nelle ultime settimane - 4 in 7 partite - mostrano dei miglioramenti, ma rimangono gol difficili, dove Scamacca ha mostrato più che altro che la sua ambizione può avere successo. Nel gol al Milan, per esempio, un attaccante più smaliziato sarebbe avanzato ancora per avere un tiro migliore, invece di provare a calciare fortissimo all’incrocio da lontano.

Sicuramente Scamacca è il nome più futuribile tra quelli che stanno girando, ma è anche l’unico che costringerebbe alla Juventus a fare un investimento definitivo, dovendo anche convincere il Sassuolo a privarsene prima del tempo. Se la Juventus pensa di poter arrivare ad altri profili per il suo attacco in estate (si è già tirata fuori dalla corsa a Vlahovic?) buttarsi su Scamacca perché disponibile subito potrebbe essere un errore.


Restare così

Eliminato Morata, la Juventus ha in rosa ancora tre giocatori che possono giocare nel ruolo di centravanti: Kean, Dybala e Kaio Jorge. Non sono sufficienti? Se il brasiliano è ritenuto da Allegri tutt'al più un giocatore da buttare nella mischia per gli ultimi minuti, Kean è stato ripreso per giocare in quel ruolo - anche se recentemente è stato provato come esterno. La vera domanda è se Dybala può farlo, o, più precisamente, se Allegri vede Dybala in quel ruolo. In questa stagione l’argentino ha fatto il centravanti solo nel secondo tempo con l’Atalanta (scelta motivata così da Allegri: «Le squadre di Gasperini giocano uomo a uomo a centrocampo e il centravanti che ha qualità tecniche diventa regista»), ma anche nelle ultime partite - prima dell’infortunio con il Venezia - quando ha giocato da trequartista nel 4-2-3-1 capitava di vederlo come riferimento avanzato.

È da quando è arrivato in Italia che si parla del ruolo di Dybala, vista la sua esplosione a Palermo come centravanti atipico. Dybala ha giocato come centravanti - almeno come posizione di partenza - anche con Sarri, in una delle stagioni migliori in bianconero. Allegri tuttavia è stato chiarissimo a riguardo: per lui non è un centravanti.

Eppure, alcune volte, la necessità è la miglior virtù. Lo spostamento di Dybala a centravanti, a cascata, permetterebbe anche di aggiungere nella trequarti della Juventus un giocatore capace di trovare l’ultimo passaggio (teoricamente Kulusevksi, anche se ci sono voci di mercato anche intorno a lui). L’idea di vedere lo svedese, Dybala e Chiesa giocare insieme davanti - attaccando ogni pallone come fosse l’ultimo della loro vita - stuzzica più di un tifoso. Non stuzzica Allegri probabilmente, ma perché non provare per qualche mese?


Arkadiusz Milik

Anche per Milik è un eterno ritorno nelle voci di mercato che riguardano la Juventus. Ogni mezza stagione che passa, però, il centravanti polacco mostra di essere una versione un pochino più lontana da quella ideale vista prima degli infortuni. Se un anno e mezzo fa delle approfondite visite mediche al ginocchio avevano bloccato il suo passaggio alla Roma, da allora le cose non gli sono andate alla grande. Milik ha saltato la prima parte della stagione a causa di un infortunio, sempre al ginocchio, e da quando è rientrato deve giocarsi i minuti davanti con Payet. Il bottino di gol non è male, 8 in poco più di mille minuti, ma 3 di questi sono arrivati in Coppa di Francia contro l'ES Cannet Rocheville (5° livello del calcio francese) e 4 in Europa League (e più in generale 2 su rigore).

I numeri di Milik, in generale, mostrano che non è un attaccante d’élite. Il suo arrivo sarebbe un ripiego di un ripiego, una scelta sensata solo se si decide che Kean e Dybala possono essere i titolari, ma che c’è bisogno di un altro giocatore con caratteristiche diverse da tenere all'occorrenza.


Un centravanti dalla Premier League

Il campionato inglese sta diventando il cimitero dove pescano le squadre italiane quando non sanno dove sbattere la testa.

Pierre-Emerick Aubameyang

Sembra un destino, per alcuni giocatori, quello di poter arrivare in Serie A quando è troppo tardi. Aubameyang si è spento tanto rapidamente quanto ha brillato e, forse proprio per questo, può finalmente tornare in Italia, da dove era partita la sua formazione giovanile (con il Milan). Rispetto agli altri nomi fatti Aubameyang è meno un “centravanti puro”, quella figura ideale cercata da Allegri. L’attaccante dell’Arsenal ha costruito le sue fortune sulla velocità di gambe e di pensiero, sulla capacità di essere tecnico andando a mille all’ora. Sono caratteristiche uniche, che al top lo hanno reso uno dei migliori giocatori al mondo, pur con alcuni limiti evidenti.

Nelle ultime stagioni il numero di gol segnati è progressivamente sceso, così come - alla vista - anche la sua capacità di essere brillante come ai tempi migliori. Tuttavia, prima di essere messo fuori rosa per motivi disciplinari, era stato titolare in tutte le partite dell’Arsenal in cui era disponibile. Aubameyang ha solo 32 anni, che per alcuni attaccanti corrisponde al picco della carriera e il suo appannamento potrebbe essere dovuto anche a un problema di motivazioni. In un campionato meno fisico, dove la sua velocità creerebbe più problemi che in Premier League, sarebbe un lusso avere un Aubameyang motivato e carico. In questo momento il giocatore è partito per la Coppa d’Africa, tornerebbe quindi disponibile verso la fine di gennaio, con un torneo sulle spalle da scaricare, forse non il massimo.




Edinson Cavani

Cavani è un altro di quei giocatori ciclicamente accostati alla Juventus, in un’eterna battaglia contro il tempo. Impossibile scordarsi l’immagine del centravanti meraviglioso che segnava per due e correva per tre a Napoli, o della sua versione lussuosa in Francia (200 gol in 301 partite al PSG). L’età ovviamente ha scalfito quel giocatore, che da qualche anno convive con una serie di infortuni che gli impediscono di trovare una continuità necessaria per il suo fisico. In questa stagione è riuscito a scendere in campo appena 10 volte e l’arrivo di Ronaldo sembra aver scalfito anche la sua voglia di essere il centravanti di una squadra di alto livello, tanto che nelle scorse settimane stava trattando il suo passaggio al Corinthians. Inoltre Cavani non è mai stato davvero un centravanti catalizzatore di palloni spalle alla porta e la sua tendenza al sacrificio funzionava meglio per la fase difensiva, che non per sprecare il suo talento e le sue energie nei duelli aerei o in lunghe conduzioni palla al piede. Perchè comunque, anche oggi, la miglior qualità di Cavani rimane la capacità di essere decisivo e autosufficiente negli ultimi 20 metri di campo. Forse l’ultima dimostrazione è stata nel doppio confronto con la Roma nella scorsa semifinale di Europa League.

2 gol, un grande assist e un rigore procurato.

Può tornare quella versione di Cavani? Non la migliore possibile, ma certo una che farebbe comodo alla Juventus, a cui manca un attaccante in grado di essere così influente nella trequarti avversaria. Difficile dirlo, ma è anche difficile credere che l’aria della Serie A non smuoverebbe qualcosa in Cavani.


Divock Origi

Altro nome dalla Premier League, un centravanti chiuso dagli eventi, che al Liverpool ha più l’aura di giocatore talismano che di giocatore necessario. Divock Origi è un centravanti moderno, che può giocare lontano dalla porta, molto veloce quando riesce a girarsi. Non ha un primo tocco meraviglioso ma non è neanche un pezzo di legno. Ma è anche un attaccante che a 26 anni solo una volta è andato in doppia cifra di gol. Abbiamo tutti nella mente la doppietta al Barcellona, ma quella partita ha avuto indubbiamente qualcosa di magico. Sarebbe difficile aspettarsi da lui grande prolificità con pochi palloni, anzi. C’è da dire che in tutta la carriera, dopo essersi messo in mostra al Lille e essere comprato dal Liverpool, Origi ha avuto solo una vera occasione di mettersi in mostra (al Wolfsburg: non è andata bene). La Serie A sulla carta sembra un campionato adatto alle sue caratteristiche e la Juventus una squadra abbastanza disperata da dargli quella fiducia che non ha mai trovato altrove.




Romelu Lukaku

Chiudiamo con il nome più improbabile, quello che circola per un puro incastro di storie: Lukaku scontento al Chelsea, la Juventus a cui serve un centravanti. Tutte le strade vanno da un’altra parte - lo stesso giocatore nell’intervista uscita qualche giorno fa ha detto “Mai alla Juventus - eppure per quanto scritto qui sopra sarebbe un matrimonio perfetto. Una squadra a cui serve un centravanti in grado di spostare il pallone dalla metà campo all’area di rigore avversaria e che sia anche un finalizzatore e un centravanti che fa tutte queste cose. Lukaku è stato un uragano sul nostro campionato, quel tipo di scossa che servirebbe alla squadra di Allegri per risolvere molti dei suoi problemi. Ma è anche un attaccante che si è appena mosso per oltre 100 milioni di euro e che è proprio difficile possa tornare nel nostro campionato a gennaio, in una squadra che deve rivedere il suo budget per il mercato e per il monte ingaggi.


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