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Guida alla Juventus 2025/26
22 ago 2025
Per i bianconeri si sente aria di ricostruzione, anche se l'allenatore e quasi tutta la rosa non sono cambiati.
(articolo)
16 min
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IMAGO / Nicolo Campo
(copertina) IMAGO / Nicolo Campo
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POSIZIONE LO SCORSO ANNO: 4°.

CHI IN PIÙ:: João Mário, Jonathan David, Daniele Rugani, Filip Kostic, Fabio Miretti.

CHI IN MENO: Alberto Costa, Samuel Mbangula, Timothy Weah, Randal Kolo Muani, Renato Veiga, Douglas Luiz.

UNA STATISTICA INTERESSANTE DALLO SCORSO CAMPIONATO: nelle 29 partite della gestione di Thiago Motta, la Juventus è stata la seconda squadra della serie A con il PPDA più basso (9.87) e concedeva 0.97 Expected Goal agli avversari ogni 90 minuti (dati Hudl StatsBomb). Nelle 9 partite guidate da Igor Tudor la Juventus ha avuto un PPDA di 9.20 – il secondo più basso della Serie A dopo il Bologna – e ha concesso 0.81 Expected Goal agli avversari.

Il 3 giugno 2025, con una nota sul proprio sito ufficiale la Juventus comunicava la risoluzione del contratto da Direttore Sportivo di Cristiano Giuntoli. Il giorno successivo Damien Comolli assumeva l’incarico di Direttore Generale. Una rivoluzione, l’ennesima, di un club che, in cerca di una grandezza che appare perduta, sembra non riuscire a trovare un progetto societario e tecnico stabile.

La scorsa stagione era stata la prima pienamente targata Cristiano Giuntoli che, partendo dal burrascoso esonero di Allegri, aveva avviato una rivoluzione tecnica radicale, iniziata dall’ingaggio di Thiago Motta e completata con un profondissimo rinnovamento della rosa, pagato principalmente con la cessione dei gioielli del settore giovanile: Huijsen, Soulé e Barrenechea.

Il fallimento di Motta e l’orribile stagione degli acquisti più costosi – Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez, 150 milioni in tre – hanno decretato la bocciatura di Giuntoli e, ancora una volta, l’inizio di un nuovo ciclo per i bianconeri.

L’esperienza di Comolli è iniziata a giugno, piuttosto tardi rispetto alle esigenze di programmazione di un grande club di Serie A. La prima decisione che ha dovuto prendere è stata quella riguardante la scelta dell’allenatore e, dopo una decina di giorni, Comolli ha confermato Igor Tudor sulla panchina bianconera. Prima della conferma dell’allenatore croato sembra però che la Juventus abbia ricevuto un rifiuto, forse inaspettato, da Antonio Conte e, successivamente, da Gian Piero Gasperini, appena liberatosi dall’Atalanta. La prima impressione, quindi, è stata quella che Igor Tudor sia stato confermato per mancanza di alternative e, considerando anche la partecipazione al Mondiale del Club negli Stati Uniti, di tempo.

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Nelle nove partite allenate nella scorsa stagione, Igor Tudor ha raccolto 18 punti raggiungendo l’obiettivo della qualificazione alla Champions League. Sin dalla prima in casa contro il Genoa, Tudor ha impostato la sua squadra con il suo modulo di gioco preferito, il 3-4-2-1, anche a costo di adattare alcuni calciatori in una posizione non abituale. Il tecnico croato ha inoltre provato a innestare con velocità i propri principi di gioco, rendendo estremamente più verticale la fase di possesso rispetto alla prudente circolazione del pallone di Thiago Motta, adottando un’aggressiva difesa in pressing basata sulle marcature ad uomo.

L’esigenza di ottenere immediatamente risultati però ha costretto Tudor a cercare dei compromessi, specie difensivi, abbassando il baricentro della squadra nelle fondamentali trasferte contro Roma, Bologna e Lazio, in cui la Juventus ha conquistato tre pareggi contro dirette concorrenti, fondamentali per la qualificazione in Champions League.

Riguardo ai calciatori, i cambiamenti più significativi apportati da Tudor hanno riguardato la posizione in campo di Kenan Yildiz (3 gol e 2 assist nelle 6 partite giocate con l’allenatore croato), accentrato alle spalle del centravanti e non più sull’esterno come con Thiago Motta, e la titolarità indiscussa in mezzo al campo di Khépren Thuram.

Progressivamente, poi, Tudor ha tolto dagli undici iniziali Vlahovic, inserendo Kolo Muani, e ha riconvertito Conceição in un ruolo di trequartista che lo ha spostato dalla linea laterale al mezzo spazio interno. Il Mondiale per club ha confermato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che il 3-4-2-1 pare essere intoccabile per Igor Tudor che ha continuato con il suo modulo di gioco anche nelle tre amichevoli disputate prima dell’inizio del campionato.

La determinazione del tecnico croato nell'adottare uno specifico modulo di gioco e a sposare integralmente i principi tattici del proprio calcio, suggerivano una campagna acquisti finalizzata a modellare la rosa il più coerente possibile con le sue esigenze. Tuttavia, i fallimenti tecnici delle scorse stagioni hanno consegnato a Comolli un parco giocatori disfunzionale e parecchio costoso, con la necessità di cedere calciatori, svalutati dalle pessime stagioni passate, prima di potere incidere in maniera netta sul mercato.

Il nuovo Direttore Generale ha iniziato il mercato concentrandosi sugli acquisti di Kalulu e Conceição, presi in prestito la scorsa stagione e riscattati in estate. Dopo è stato il turno dell’acquisto a parametro zero di Jonathan David, centravanti da 109 gol e 30 assist in 232 partite con il Lille. Ma dopo i primi tre colpi il mercato della Juventus è andato in stallo, in attesa delle cessioni che potessero liberare spazio per i nuovi acquisti. I bianconeri sono riusciti a cedere Timothy Weah all’Olympique Marseille e Samuel Mbangula al Werder Brema e, soprattutto, hanno scambiato con il Porto (ricevendo anche un conguaglio a favore) Alberto Costa, arrivato a gennaio dal Vitoria Guimaraes, con il pari ruolo João Mário.

Una prestazione da due gol e un assist di Jonathan David con la maglia del Lille, per farsi un'idea.

Con Bremer finalmente tornato dal gravissimo infortunio al ginocchio rimediato nell’autunno scorso nella serata di Champions di Lipsia, e i rientri dai prestiti di Rugani, Miretti e Kostic, la Juventus ha affrontato tutte le amichevoli precampionato con la sensazione che il roster dei giocatori non fosse quello definitivo e, al contempo, con l’incertezza sulla concreta possibilità di poter ancora operare sul mercato, proprio per la difficoltà a cedere i giocatori più costosi a bilancio, come Vlahovic e Nico Gonzalez (e anche per Douglas Luiz, ceduto poche ore fa al Nottingham Forest, c'è voluta una bella fatica e comunque questa stagione arriveranno solo 3 milioni per il prestito).

Se volessimo mettere un’etichetta al calcio immaginato da Igor Tudor non potremmo che classificarlo come gasperiniano, per evidenti analogie con quello del nuovo tecnico della Roma sia nel modulo schierato che nelle interpretazioni tattiche delle varie fasi di gioco. In fase di possesso saltano immediatamente agli occhi le grosse responsabilità che ricadono sui due trequartisti alle spalle del centravanti. In fase di costruzione la Juventus di Tudor tende a svuotare il centrocampo: i due braccetti si aprono guadagnando ampiezza, mentre uno dei centrocampisti, in genere Locatelli, si abbassa al fianco del centrale difensivo disegnando di fatto una linea a 4. Assieme a questi movimenti, spesso, l’altro centrocampista – Thuram – si alza nella zona di centrosinistra e le zone interne sono coperte dai movimenti verso la palla dei due trequartisti, che, pertanto, possono ricevere anche in zone piuttosto arretrate del campo e contribuire attivamente a fasi piuttosto precoci della manovra della squadra.

Più avanti, i due trequartisti devono partecipare alle combinazioni di catena assieme al braccetto e l’esterno di centrocampo e, in aggiunta, a loro è attribuita gran parte delle responsabilità creative nelle trequarti campo avversaria. È evidente, quindi, come ai due trequartisti siano assegnati vari e sfaccettati compiti in fase di possesso palla e come, di conseguenza, possano andare incontro a un elevato dispendio sia atletico che cognitivo. Ad oggi i due ruoli sono ricoperti da Kenan Yildiz e Francisco Conceição.

Se la classe e il talento di Yildiz permette al turco di soddisfare ogni richiesta – supporto alla costruzione della manovra in posizione arretrata, capacità associative nelle combinazioni di catena in fascia, abilità nel giocare sotto pressione e in spazi stretti nella trequarti campo avversaria, dribbling, tiro ed attacco alla profondità – meno certezze dà Conceição, sebbene il portoghese abbia messo in evidenza chiari e indiscutibili progressi da quando Tudor lo ha spostato verso il centro.

In particolare, sono da verificare la capacità di Conceição di gestire responsabilità in costruzione ragionata e le sue doti associative assieme ai compagni di catena. Inoltre, al momento in cui viene scritto questo articolo, i sostituti designati per Yildiz e Conceição sono Miretti e il giovane Adzic. A questi andava aggiunto Douglas Luiz, che come Miretti era stato impiegato nelle amichevoli non da interno di centrocampo ma come trequartista alle spalle del centravanti. Entrambi possiedono qualità per legare il gioco ma non hanno velocità ed incisività per fungere da attaccanti in zone più avanzate di campo.

Nico Gonzalez, invece, non è più stato impiegato come trequartista ma come esterno a tutta fascia, perché probabilmente non troppo capace di avere le qualità – primo controllo, conduzione – per manovrare nel traffico come richiesto ai trequartisti di Tudor.

Davanti sembra che la Juventus sia a un passo da Kolo Muani. La scorsa stagione il francese è stato impiegato da Tudor in posizione di centravanti e solo in maniera sporadica, e non con troppo successo, in una delle due posizioni di trequartista. L’efficacia di un eventuale suo impiego, o quello di Jonathan David, alle spalle del centravanti è pertanto tutta da verificare, per motivi stavolta opposti a quelli di Douglas Luiz e Miretti che riguardano le responsabilità che avrebbero in costruzione, in zone di campo basse.

Il rischio è quello che, in un ruolo fondamentale e dispendioso come quello di trequartista, la Juventus possa avere a disposizione solamente Yildiz e Conceição, e che i sostituti abbiano caratteristiche molto diverse – mancanza di incisività per Miretti, incapacità nella gestione del pallone in zone più arretrate per Kolo Muani o David - per le richieste di Tudor.

La manovra offensiva della Juventus, oltre a passare per le ricezioni dei trequartisti, tende a svilupparsi prevalentemente per le catene laterali. I bianconeri sembrano aver costruito un lato forte e un lato debole: a sinistra, con Thuram, Kelly (braccetto che prende l’ampiezza), Cambiaso e Yildiz, si è creato il lato forte della manovra della Juventus, con i quattro giocatori che ruotano le loro posizioni provando a generare superiorità tecnica e posizionale contro gli avversari. A destra, in genere, manca il supporto di uno dei due interni e le combinazioni di catena sono maggiormente lineari, anche se João Mário nelle amichevoli contro Borussia Dortmund e Atalanta ha mostrato di saper giocare con profitto entrando dentro al campo anche in profondità. La presenza di un centravanti associativo come Jonathan David, sempre molto attivo, vario e brillante nei movimenti necessari a ricevere o a creare spazi per i compagni, e abile a smistare il pallone sembra che possa essere fondamentale per la qualità della manovra offensiva bianconera.

Gli highlights dell'amichevole vinta contro l'Atalanta.

Nell’ultima amichevole prima dell’inizio del campionato, contro l’Atalanta, Igor Tudor ha schierato Koopmeiners al posto di Locatelli, nella posizione di interno di centrocampo. La presenza di Koopmeiners ha reso meno rigide le funzioni dei due interni e l’olandese si è alternato con Thuram nel supporto alle fasi di gioco più avanzate, arricchendo in questo modo anche la catena di destra. Considerando Koopmeiners un interno di centrocampo, la Juventus sembra aver bisogno di un altro centrocampista per avere almeno quattro giocatori per le due posizioni. In questo momento il quarto centrocampista potrebbe essere considerato il jolly McKennie, che anche questa stagione dovrebbe rimanere. Vedremo se la Juventus lo considererà sufficiente o se cercherà sul mercato un altro giocatore di ruolo e, nel caso, se punterà su un possibile titolare o su un elemento da inserire nelle rotazioni.

In fase difensiva, come detto, la Juventus prova a pressare alto prendendo a uomo gli avversari. Alcuni dati sono indicativi delle preferenze di Tudor. Il Verona allenato dal tecnico croato per 35 partite era stata la quarta squadra con il PPDA più basso della Serie A (indicando i possessi concessi all'avversario per azioni difensive, più il dato è basso più il pressing è efficace), mentre l’Olympique Marseille 2022/23 ha avuto il PPDA più basso dell’intera Ligue 1, a testimonianza della volontà di Tudor di giocare un pressing offensivo ed aggressivo. Superato il pressing, la Juventus ripiega in un 5-4-1 stretto che vede la partecipazione attiva di tutti i giocatori, compreso il centravanti, alla fase difensiva.

Sia le amichevoli estive che le partite della scorsa stagione hanno evidenziato difficoltà nella transizione difensiva. La tendenza in fase offensiva a svuotare il centrocampo rende la struttura vulnerabile al momento della perdita del possesso e assegna grosse responsabilità individuali ai difensori in situazioni scomode. La qualità del possesso palla e il rendimento in questa specifica situazione tattica dei difensori saranno i fattori che influenzeranno maggiormente la transizione difensiva della Juventus. Il recupero di Bremer, apparso in buone condizioni fisiche al netto della tenuta su 90 minuti nelle amichevoli disputate, è la migliore delle notizie possibili da questo punto di vista e, chiaramente, anche per le fasi di pressing e per la difesa dell’area dove i bianconeri l’anno scorso hanno spesso sofferto per mancanza di chili e centimetri.

Nel reparto arretrato la Juventus sembra aver deciso di tenere in rosa Daniele Rugani, fidandosi della sua esperienza e non pare che la società sia alla ricerca di un altro difensore negli ultimi giorni di mercato. Il reparto quindi dovrebbe essere costituito, oltre che da Bremer e Rugani, da Gatti e Kalulu, braccetti di destra, Kelly braccetto di sinistra, e dal jolly Savona, impiegato da Tudor anche al centro della difesa. Si attende anche il rientro, previsto per la fine di settembre, di Juan Cabal, autore di ottime prestazioni in bianconero prima del suo infortunio, che potrebbe essere una sostanziosa alternativa all’unico mancino del reparto – Lloyd Kelly - caratteristica importante per prendere l’ampiezza in fase offensiva e per il palleggio in fase di impostazione.

MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
Le cessioni di Douglas Luiz al Nottingham Forest, di Nico Gonzalez alla Roma e di Dusan Vlahovic al Milan negli ultimi giorni di mercato finanziano gli acquisti di Sancho e Zhegrova, oltre a quello, già annunciato due giorni prima dell’esordio in campionato contro il Parma, di Kolo Muani. Con McKennie spostato definitivamente da esterno destro in alternanza con João Mário, in mezzo al campo la rosa viene completata con il ritorno in bianconero di Nicolussi Caviglia. Dopo la vittoria all’esordio con il Parma e il pareggio alla seconda giornata contro il Genoa, la Juve affronta in casa l’Inter che batte per 2-0 con la doppietta di Jonathan David, che così conquista l’amore dell’Allianz Stadium. Tudor riesce a dosare le forze dei suoi giocatori d’attacco alternando tra campionato e Champions League, David e Kolo Muani, che trovano, entrambi, la via della rete. Yildiz è l’attaccante che gioca di più, mentre Conceição, Sancho e Zhegrova si distribuiscono i minuti e vengono usati come spacca partite negli ultimi 20 minuti dei match. Proprio un gol da subentrato di Zhegrova al minuto 87 consente alla Juventus di battere per 1-0 il Milan alla sesta giornata, dopo una partita giocata costantemente in attacco, con i rossoneri chiusi e pronti a ripartire. La Juventus si issa in testa alla classifica, seguita proprio dal Milan di Massimiliano Allegri, mai troppo bello, ma efficace. L’infortunio muscolare di Bremer, non troppo grave, ma che tiene il brasiliano fuori per 4 match tra novembre e dicembre, coincide con un appannamento generale della squadra che perde in due trasferte consecutive a Firenze e a Napoli, venendo superata in classifica dal Milan e raggiunta dall’Inter. Con il ritorno di Bremer la squadra ritrova la solidità difensiva perduta, anche grazie alla crescita di Cabal, rientrato in campo a metà ottobre. A marzo la Juventus è al secondo posto, assieme al Napoli, a quattro punti dall’Inter e per la prima volta Tudor parla esplicitamente di scudetto. Alla fine, i bianconeri non riescono a superare i nerazzurri, ma il secondo posto vale la riconferma di Tudor per la stagione successiva. David vince la classifica cannonieri con 19 reti. Yildiz, grazie anche alle ottime prestazioni in Europa, diventa l’oggetto del desiderio di tutti i top-club del continente, ma, blindato a gennaio da un sostanzioso rinnovo di contratto, è, senza alcun esitazione, dichiarato incedibile dalla società.

PEGGIORE SCENARIO POSSIBILE
Dusan Vlahovic rimane in bianconero, giocando pochissimo e accordandosi a gennaio con il Milan per la stagione successiva. I bianconeri completano la rosa con l’acquisto del solo Kolo Muani. Ben presto è evidente come tutte le fortune dell’attacco bianconero dipendano dall’estro di Yildiz e di Conceição. I tentativi di far convivere David e Kolo Muani falliscono e nonostante la stagione monstre di Yildiz e i lampi di Conceição, con il doppio impegno settimanale appare subito evidente come i due trequartisti abbiano bisogno di riposo. Tudor li tiene in campo più che può e quando è costretto li sostituisce con Miretti e Nico Gonzalez, ma la Juventus diventa presto una squadra offensivamente troppo meccanica e prevedibile, legata indissolubilmente alla qualità sempre più appannata della sua trequarti campo. Con il degradarsi della qualità offensiva, comincia progressivamente a peggiorare quella della transizione difensiva. La Juve continua a prendere gol in ripartenza, dopo avere ammassato uomini nella metà campo avversaria e lo stop di un mese di Bremer non aiuta certo la squadra. A dicembre la squadra è sesta, a 9 punti dalla testa della classifica e per la prima volta Tudor sbotta pubblicamente lamentandosi delle lacune della rosa messa a sua disposizione. La società non ribatte, ma a gennaio, dopo la sconfitta interna con il Napoli, Tudor viene esonerato e viene ingaggiato Luciano Spalletti che prende la squadra al settimo posto e a 14 punti dalla testa della classifica. Con Spalletti viene frenata la discesa cui sembrava destinata la squadra, ma alla fine del campionato il sesto posto in classifica vale solo una qualificazione per la Conference League che allontana Yildiz, che non ha ancora rinnovato il suo contratto. La Juventus decide che è necessario accettare i 100 milioni offerti dal Chelsea per il turco per ricominciare l’ennesimo rinnovamento della rosa in estate

GIOCATORE DA PRENDERE AL FANTACALCIO
Jonathan David è arrivato senza troppo clamore, nonostante da anni stia facendo bene, anche nelle coppe europee, in una squadra di vertice della Ligue 1. Forse il pubblico non si fida così tanto del Lille o del campionato francese, dove comunque il centravanti canadese aveva una media di più di 17 gol in campionato con un minimo di 13 reti nella sua stagione di esordio e un massimo di 24 due anni fa. Anche lo storico degli infortuni è rassicurante: David non ha mai giocato meno di 32 partite in Ligue 1. Alla luce di tutto questo, insomma, puntare su di lui potrebbe essere un affare.

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