La Supercoppa di Germania, tradizionalmente, è la partita che scongela la stagione del calcio europeo: un piccolo risarcimento per i malati di pallone più in astinenza. In qualche modo anticipa anche la prevedibilità e il classismo del calcio europeo: Bayern Monaco e Borussia Dortmund si sono affrontate in tre delle ultime quattro edizioni del trofeo, e prima della partita di sabato aveva vinto sempre il Bayern.
Quest'anno, al Signal Iduna Park di Dortmund, il Borussia è riuscito a ribaltare i pronostici grazie alla semplicità della propria proposta di gioco, ma soprattutto grazie a Jadon Sancho, autore di un gol e di un assist risultati decisivi. La Supercoppa di Germania allora ha funzionato soprattutto per fomentare il nostro hype su uno dei talenti più eccitanti del calcio mondiale: quella appena iniziata sarà la stagione dell’ulteriore consacrazione di Jadon Sancho?
Come è andata la finale
Lo scorso anno il Borussia è andato davvero vicino a contendere il titolo al Bayern. È stato in testa dalla sesta alla ventisettesima giornata, finendo dietro ai bavaresi di appena due punti. Dopo una stagione difficile era riuscito a tornare competitivo ribaltando in un certo senso i ruoli con il Bayern: mentre la squadra di Nico Kovac si è concentrata sull’affinare una proposta di gioco contemporanea che ha richiesto tempo per portare i primi risultati, Lucien Favre ha impostato un Borussia dalle idee chiare e semplici: una squadra reattiva e diretta, che ama difendere in un campo piccolo e attaccare in uno grande.
Lo stesso canovaccio tattico che abbiamo visto nella Supercoppa di sabato: il Bayern cercava di impostare il gioco con pazienza da dietro, prendendo possesso della metà campo giallonera, mentre il Borussia - sistemato su un baricentro medio - cercava di sfruttare gli errori avversari per ripartire col suo 4-4-2 diretto. Va detto che non c'erano i nuovi acquisti delle due squadre: Hummels, Thorgan Hazard e Brandt per il BVB; Lucas Hernandez e Pavard per il Bayern.
Una leggerezza di Sule in costruzione, dopo 40 secondi, ha lanciato Raphael Guerreiro verso la porta di Neuer, che ha però compiuto un mezzo miracolo sul tiro secco di Marco Reus. Il Bayern ha avuto una percentuale di possesso palla del 65% con l’ 89% di passaggi completati; il Borussia invece ha passato la palla con l’ 83% di precisione, affidandosi a verticalizzazioni immediate e conduzioni palla al piede dei suoi esterni.
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Il 4-4-2 difensivo del Borussia Dortmund stringeva al centro per schermare i corridoi centrali e invitare al passaggio sull’esterno, da dove la difesa diventava più aggressiva. In quest’occasione Coman rientra al centro pressato da Piszek e sbaglia un brutto passaggio centrale, da dove scatta la ripartenza del Dortmund.
L’idea del Bayern era soprattutto quella di costruire a sinistra, con Alaba, Goretzka e Coman, per concludere a destra con i tagli in area di rigore di Thomas Muller. Nel corso del primo tempo il Bayern ha preso sempre più sicurezza nel palleggio, abbassando progressivamente il baricentro degli avversari, ma ha finito per creare pochi pericoli, se non in qualche situazione confusa in area. Il Borussia, invece, ogni volta che aveva il pallone sembrava poter creare qualcosa di pericoloso. Il pressing del Bayern non era sempre fatto con i tempi giusti, e Jerome Boateng è sembrato molto in difficoltà nella difesa dell'aggressività dei giocatori del Dortmund.
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Qui il Bayern scala in avanti in ritardo, scoprendo una pericolosissima ricezione per Sancho in zona centrale.
Sancho ha spaccato la partita
Questo scenario tattico è stato il terreno più fertile per esaltare il talento di Jadon Sancho. Dopo un primo tempo opaco, l’ala inglese ha chiuso la partita con 4 dribbling riusciti, 2 passaggi chiave, 1 assist e 1 gol. Senza meccanismi offensivi troppo elaborati, Sancho è riuscito da solo a generare confusione e panico nella metà campo del Bayern.
Forse per comprendere meglio il peso che ha ormai assunto l’inglese nel gioco del Dortmund basterebbe dire che ieri il 49% degli attacchi gialloneri si sono sviluppati sul suo lato.
Se in spazi aperti Sancho è devastante, e possiamo ormai darlo per assodato, anche contro difese chiuse e in spazi ristretti la sua capacità di muovere la palla è spesso decisiva. Il gol che ha sbloccato la partita nasce da una sua conduzione donchisciottesca sulla destra: nel momento in cui riceve palla Sancho ha tre giocatori davanti e uno che lo rimonta da dietro. In quel momento - questo, per capirci - il 99% dei giocatori al mondo si sarebbe rassegnato a riciclare il possesso all’indietro, Sancho invece continua a spingere l’acceleratore in avanti, sempre più isolato e accerchiato. Prima sterza sull’esterno per saltare Boateng, poi rallenta, sembra infilarsi in un cul-de-sac, ma rientra sull’interno tagliando la corsa di Thiago che lo rimontava da dietro.
A quel punto ha Alaba davanti, è fuori equilibrio e non ha nessuna soluzione di gioco. Quindi si inventa un tunnel d’esterno con cui mette Alcacer nelle condizioni di tirare verso la porta.
È un’azione che riassume l’istintività di Sancho, il suo calcio fatto anche di scelte irrazionali, ma che finisce per mettere i difensori in condizioni sempre di svantaggio. Non sembra esserci un modo per difendere Sancho nell’uno contro: se gli si lascia spazio può saltare chiunque di netto, in velocità; se invece gli spazi si restringono la velocità con cui muove i piedi gli permette di mandare sempre fuori equilibrio i marcatori. Interrogato su come si difende Sancho, il suo nuovo compagno di squadra Schulz ha risposto in maniera secca: «È praticamente impossibile».
Sancho si è applicato molto anche dal punto di vista difensivo, la sua posizione nel 4-4-2 lo ha costretto a un lavoro faticoso di copertura su Alaba, il Bayern Monaco attaccava soprattutto da quella parte e i triangoli tra Coman, Goretza e Alaba spesso lo costringevano a ripiegare fino alla linea difensiva.
Ma è nel secondo gol che abbiamo visto tutta la brillantezza del talento di Jadon Sancho, che ha ricevuto largo a destra un cambio gioco di Guerreiro e si è messo a correre. Guardando questo gol bisogna fare attenzione alla posizione defilata di Sancho e chiedersi quanti giocatori sarebbero arrivati a concludere in area di rigore, da buona posizione, senza neanche pressione addosso - con alle calcagna un terzino rapido come Alaba.
La differenza di Sancho sta nella sua velocità pura, ma anche nella tecnica in conduzione: fate caso ad esempio al secondo tocco con cui si allunga la palla e si crea lo spazio per poter aumentare la sua velocità di punta.
Eppure se escludessimo il gol e l’assist, dovremmo dire che Sancho non ha giocato una grande partita. Se montassimo uno di quei video che contiene tutti i tocchi nella partita, Jadon Sancho non ci ruberebbe l’occhio, anzi. Vedremmo una lunga fila di letture sbagliate, passaggi sciatti e inutili ricami. Questo perché a 20 anni, Sancho non interpreta ancora le partite in maniera consistente, e asseconda troppo spesso un istinto da calcio di strada. Il suo è un calcio fatto di strappi e il sistema del Borussia Dortmund è fatto apposta per permettergli di essere anarchico nell’interpretazione delle sue partite, giocando tanti scatti, isolamenti e senza la necessità di associarsi in maniera profonda con i compagni.
Nella partita di ieri Sancho ha confermato di avere due o tre momenti in grado di spaccare una partita contro un avversario di alto livello, e questa capacità di cambiare totalmente l’inerzia di una partita appartiene davvero a pochi. E non era scontato che riuscisse a metterla in pratica alla prima partita stagionale, alla coda di un estate in cui si è parlato molto di lui.
A fine giugno il CIES lo aveva messo in cima alla classifica dei giovani più preziosi al mondo; FourFourTwo si chiedeva se qualcuno dei top-club avrebbe fatto un’offerta per lui. Poi si è arrivati a un interesse deciso del Manchester United, spento subito dal direttore sportivo del Borussia, Michael Zorc: «Da Sancho non ci aspettiamo nessuna novità perché è nei nostri piani. Giocherà nel Borussia Dortmund la prossima stagione. Nessuno ha bisogno di contattarci».
Sin da quando ha cominciato a impressionare nelle sue prima partite del Borussia Dortmund, si parla di Jadon Sancho con un’insistenza e un gusto particolare. Del resto è normale per la sua storia: un calciatore che ancora teenager ha scelto di abbandonare il settore giovanile di una delle squadre migliori al mondo (quello del Man City), del campionato più ricco al mondo, per andare a giocare in Germania. Un calciatore che ha dimostrato di poter essere speciale, con una creatività e un estro che in Inghilterra non si vedeva forse dai tempi di Gascoigne. Eppure, almeno per ora, lui sembra affrontare questa situazione con una grande serenità.
Tutti gli occhi in questa stagione saranno su Jadon Sancho, perché è uno dei calciatori più eccitanti da veder toccare un pallone, ma anche perché siamo tutti in trepidante attesa di poter capire fin dove si può spingere il suo talento. Lui ne sembra perfettamente consapevole: «La gente sta aspettando che io scivoli così potrà dire che sono stato solo una meteora». C'è anche chi spera che, anziché scivolare, continui a volare come sta facendo ora, in quel caso più che meteora parleremmo di un fenomeno destinato a durare. In ogni caso, questa è la stagione buona per scoprirlo.