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Foto di Istvan Derencsenyi / BSR Agency / Getty Images
basket Giorgia Bernardini 15 giugno 2021 15'

Cosa aspettarci dall’Italia agli Europei femminili di basket

Abbiamo intervistato Raffaella Masciadri, team manager della Nazionale.

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Mancano due giorni all’inizio dell’Europeo di basket femminile, che si giocherà dal 17 al 27 giugno fra Valencia, in Spagna, e Strasburgo, in Francia. L’ultima giocatrice a lasciare il raduno delle azzurre sabato è stata Valeria Trucco, ma per sapere chi saranno le dodici atlete definitive che prenderanno parte all’Eurobasket Women 2021 bisognerà aspettare il 16 giugno. Solo mercoledì in giornata coach Lino Lardo presenterà la squadra che giovedì esordirà nel girone B contro la Serbia, formazione che occupa il posto n. 8 del FIBA World Ranking e che grazie all’apporto di molta esperienza e alla presenza di giocatrici di talento come Yvonne Anderson (giocatrice fresca di scudetto con la Reyer Venezia) e Ana Dabovic è una delle squadre favorite per il titolo. 

 

L’Italia, che esordirà a questo Europeo, occupa invece il posto n. 14 dello stesso ranking. Una posizione che non rispecchia il talento di questa squadra, che è sì giovane ma che anche nella recente amichevole con la Turchia (stravinta per 83-44) ha dimostrato di aver sviluppato nel corso delle partite di avvicinamento al torneo un gioco solido in ogni comparto del campo. Poco tempo fa la Nazionale italiana era sembrata troppo dipendente dal talento di Cecilia Zandalsini, ma oggi tutte paiono avere le capacità di mettere a segno punti importanti.

 

 

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La squadra è giovane ma il gruppo è compatto. Vincere una medaglia a questo Europeo è un obiettivo ormai nemmeno troppo nascosto, un desiderio di cui si parla ancora a bassa voce ma che mai come in questa edizione può sembrare possibile.

 

Uno degli aspetti importanti da sistemare per poter puntare davvero al podio di questo europeo era rendere la squadra meno “Zandacentrica”. Un processo che coach Lardo ha messo in atto innestando giocatrici giovani e nuove nel giro della Nazionale, anche a costo di rinunciare a una colonna storica della squadra (nonché ex-capitana della formazione) come Giorgia Sottana. Una scelta che in un primo momento ha attirato critiche anche dure, per poi rivelarsi un passaggio fondamentale della ricostruzione di un organico che da troppi anni stava ormai fuori dall’olimpo del basket europeo. 

 

Coach Lardo ha trovato in Francesca Pan, Elisa Penna, Nicole Romeo e Debora Carangelo le giocatrici che a turno sono in grado di alzare la mano al tiro con precisione e affidabilità. A questo proposito il comparto del campo che storicamente in Italia ha sempre sofferto di più, quello delle giocatrici fisiche più vicine al canestro, può fare adesso affidamento su atlete giovanissime che hanno già dimostrato la solidità necessaria per il gioco di peso che avviene in prossimità dell’anello: Olbis Andrè, Lorela Cubaj e Jasmine Keys hanno in tre una media d’età di ventidue anni e mezzo e personalità da vendere. Sono questi alcuni dei nomi di una squadra che è capace di distribuire le responsabilità alle giocatrici in base alle necessità tattiche. I punti in mano a queste atlete, e le possibilità per realizzarli, sono molteplici e hanno reso la squadra pericolosa da qualsiasi punto del campo. 

 

Quindi la posizione n. 14 del ranking FIBA è il risultato di anni di cicli giunti alla fine, cambi di staff, eventi sfortunati. Ma alla vigilia dell’esordio sembra finalmente che il basket femminile italiano sia arrivato a un passo da dove ha sempre voluto essere: fra le migliori sei d’Europa. C’è un vento nuovo e giovane fatto di fisicità e intelligenza sportiva. A testimonianza della nuova corrente c’è la recente qualificazione ai giochi olimpici della squadra di 3×3 composta da Rae Lin D’Alie, Sara Madera e Giulia Rulli – un risultato che arriva alla fine di un percorso solido passato anche dalla medaglia d’oro vinta al Mondiale del 2018 che è passata piuttosto sotto silenzio. A questo punto cercare la qualificazione per le Olimpiadi di Parigi 2024 anche per questo gruppo davvero futuribile non sembra più un sogno ma solo una questione di lavoro dedicato e tempo investito. 

 

 

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In prossimità dell’esordio all’Eurobasket Women ho intervistato Raffaella Masciadri, team manager della Nazionale femminile, proprio per farmi raccontare da dentro qual è lo stato con cui le ragazze si presentano all’Europeo. Masciadri conosce molto bene il basket giocato ai più alti livelli: è una veterana della Nazionale femminile di basket nonché ex-capitana prima del suo ritiro dall’azzurro avvenuto nel 2018. L’ex giocatrice nata a Como, classe 1980, è anche una delle poche cestiste italiane a poter vantare il passaggio in WNBA nelle file delle Los Angeles Sparks. Oggi Masciadri è anche team manager della Famila Schio (club italiano in cui ha militato dal 2004 al 2019) e presidentessa della Commissione Nazionale Atleti al CONI. 

 

Con lei abbiamo parlato della serie finale fra Famila Schio e Reyer Venezia che ha riportato lo scudetto di basket femminile in Laguna dopo settantacinque anni. Una serie di basket giocato ad altissimi livelli dove il fattore campo e il fattore giocatrici italiane hanno avuto un ruolo primario anche in chiave di questo Europeo. Masciadri ha sottolineato fra le altre cose che il gruppo è composto da ragazze giovani ma già molto esperte, e che per l’Italia partire da outsider in questo torneo potrebbe essere l’asso nella manica che stavamo aspettando da tempo. 

 

***

 

La serie finale fra Venezia e Schio per assegnare lo scudetto di Serie A femminile quest’anno è stata molto combattuta e si è decisa solo al quinto confronto. Di fatto la partita è sempre stata vinta dalla squadra con il fattore campo a favore. Ma Venezia poi si è distinta per l’apporto fondamentale delle giocatrici italiane della rosa che sono state costrette a fare un passo avanti anche a causa della defezione di Yvonne Anderson per infortunio. Francesca Pan (giocatrice di Venezia, classe 1997) poi è stata eletta MVP delle finali e il sito ufficiale della FIBA la elenca fra le giocatrici più attese di Eurowomen 2021. Che conseguenze ha questo fattore sulla Nazionale che si presenta all’Europeo?

 

Di sicuro una finale scudetto, arrivata per di più a gara-5, ha avuto la sua importanza a livello mentale per la preparazione all’Europeo. A Venezia e Schio ci sono la maggior parte delle giocatrici italiane, quindi giocare partite così decisive, caratterizzate da un’intensità molto alta come sono state queste ultime finali scudetto, ha fatto fare loro un ulteriore passo in avanti su un piano tecnico-tattico e di responsabilità.

 

Fra l’altro entrambe le squadre si erano già profilate durante la stagione anche a livello europeo. Schio in Eurolega e Venezia in Eurocup, che è persino arrivata in finale e si è vista strappare la coppa dalle mani proprio all’ultimo secondo…

 

Per le nostre giocatrici italiane trovarsi a competere con le migliori giocatrici internazionali in coppa significa confrontarsi con le avversarie che poi si ritrovano all’Europeo. Conoscere e farsi conoscere è un fattore importante per ogni giocatrice. Le prepara all’esperienza sul campo, per non parlare poi del piano tecnico e tattico. È in queste partite che si impara anche a carpire qualche segreto delle avversarie che potrebbe tornare utile poi in un secondo momento.

 

 

La serie finale è stata lunga e intensa, sia fisicamente che mentalmente. Come sono arrivate le italiane al raduno?

 

Il dispendio di energie fisiche si è fatto sentire nella fase subito successiva alla finale scudetto, ma è comprensibile. Ma è stato gestito nella migliore maniera possibile dallo staff della Nazionale che ha permesso a ogni giocatrice di recuperare al meglio e di essere nelle migliori condizioni dal 17 giugno in avanti.

 

Il sito dell’Eurobasket 2021 ha segnalato Francesca Pan come giocatrice che potrebbe sollevare Cecilia Zandalasini dalla posizione di top scorer e centro nevralgico della squadra. Tu come la vedi? 

 

Francesca è stata l’MVP della finale scudetto e non si possono negare né il suo talento né la crescita che ha avuto in questo anno. Però credo che la forza maggiore in questa Nazionale sia proprio quella del gruppo: ogni giocatrice è importante e ognuna di loro può essere protagonista al fianco o insieme a Cecilia. Elisa Penna è diventata una giocatrice dal tiro mortifero e dalla conoscenza di gioco eccelsa: io la definirei il secondo playmaker della squadra.

 

 

E quali sono le altre giocatrici che secondo te stanno facendo bene in questo momento?

 

Anche il lavoro svolto da Olbis Futo Andrè, Martina Bestagno, Lorela Cubaj, Nicole Romeo, Beatrice Attura e Debora Carangelo sta dando i suoi frutti. Una menzione ulteriore la farei per Martina Fassina, che è tornata dalla prima stagione giocata all’estero (a Lublin, in Polonia) molto maturata sia dal punto di vista della consapevolezza che del carattere. Speriamo solo di non pagare troppo l’assenza di Francesca Dotto che è stata il playmaker titolare degli ultimi anni e che di esperienza e carattere ne ha da vendere.

 

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Ecco, questo è un aspetto fondamentale. Quale potrebbe essere l’incidenza della mancanza in squadra di una giocatrice precisa e chirurgica nella gestione di palla come Dotto?
 

Francesca è una ragazza che ha lavorato sodo negli ultimi anni, grazie anche al lavoro svolto a Schio con Pierre Vincent. È molto maturata a livello di gestione della squadra e del ritmo, può ancora fare enormi miglioramenti sul tiro da fuori ma a livello difensivo ha dato del filo da torcere alle migliori giocatrici europee pari ruolo. Essendo una delle “veterane” in Nazionale, la sua assenza si percepirà sia dal punto di vista tecnico che emotivo: con la sua positività in ogni situazione permette a tutta la squadra di superare ogni difficoltà, anche la più complicata.

 

 

Al suo posto coach Lardo ha convocato Mariella Santucci.

 

Mariella Santucci è una delle belle sorprese di quest’ultima stagione del campionato italiano e si è meritata la convocazione in nazionale senior.  Anche se in realtà aveva già vestito la maglia azzurra, ma con la formazione del 3×3. Lei è un mix di energia, tenacia e cuore. Caratteristiche che si adattano molto bene a questo gruppo.

 

Come si innesta l’arrivo successivo di Lorela Cubaj (che gioca a Georgia Tech e causa Covid è stata impossibilitata a prendere parte alle partite di qualificazione giocatesi nei mesi scorsi, nda) in un gruppo molto solido e che negli ultimi mesi ha giocato insieme a cadenza regolare? 

 

Lorela è una giocatrice molto duttile ma soprattutto non ha paura di nessuno: dentro l’area è la padrona e difende il pitturato con ogni mezzo. Direi che finalmente è riuscita a stare con il gruppo per un periodo sufficiente e utile alla preparazione europea, viste le “comparse a singhiozzo” che le avevano concesso dal college americano negli ultimi anni. Il gruppo si conosce da tempo, quindi è naturale per loro giocare insieme e sono convinta che Lorela sarà la nostra arma in più. Può portare “peso” e presenza sotto canestro ma anche pericolosità fronte a canestro. Inoltre è un difensore ostico e la sua voglia di lottare per ogni rimbalzo darà solidità sia a livello difensivo che offensivo. Ne avevamo bisogno!

 

La squadra ha una media di età più bassa rispetto alla tradizione della nazionale italiana. Secondo te questo può causare mancanza di esperienza in certi momenti chiave? 

 

Nonostante la carta d’identità queste ragazze hanno già l’esperienza necessaria per un europeo: non dimentichiamoci che molte di loro giocano in Eurocup, Eurolega, Wnba, all’estero e anche nei college americani. Queste esperienze sono le migliori che si possano fare per creare la consapevolezza e la mentalità vincente che serve in campo internazionale. Molte di loro hanno inoltre disputato parecchi europei giovanili, vincendoli anche, quindi le giocate chiave sanno come affrontarle. Chiaro che si tratta di un Europeo senior, che ha sempre la sua parte emotiva e sono convinta che insieme, lavorando di squadra, sapranno trovare le motivazioni e la prontezza mentale per individuare le giocate e le giocatrici chiave nei momenti più delicati.

 

 

E secondo te quanto è futuribile questo gruppo in vista delle qualificazioni per le prossime Olimpiadi? 

 

Sarà sicuramente molto futuribile ma non facciamo il passo più lungo della gamba in questo momento: abbiamo un Europeo da giocare e dobbiamo concentrarci su quello. La Federazione e il Presidente Petrucci in primis stanno mettendo in campo tutte le risorse possibili affinché la Nazionale senior femminile torni ad essere una delle migliori in Europa, quindi il mio ringraziamento va a lui e a tutti i suoi collaboratori. I risultati arriveranno, ne sono certa.

 

 

 

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Nel nostro girone di qualificazione qual è la squadra più insidiosa?
 

Non mi piace ridurre ad una squadra la pericolosità di un girone, soprattutto ad un campionato europeo. Ma è indubbio che la squadra di prima fascia è la Serbia e sarà lei quella da battere per mirare al primato nel girone. Però non possiamo non rispettare anche le altre due squadre: Montenegro e Grecia. Quest’ultima è una squadra che storicamente ci ha sempre messo i bastoni tra le ruote (all’Europeo in Lettonia nel 2009 perdemmo la qualificazione mondiale proprio a favore delle elleniche nella finale per il 5/6 posto). II Montenegro invece è un’altra squadra storica che ha in Jelena Dubljevic il suo punto di riferimento. È una giocatrice dalla ricca esperienza internazionale che è in grado di vincere le partite da sola. Quindi un avversario, il Montenegro, da non sottovalutare per nessun motivo.

 

Facciamo un pronostico. Quali sono le avversarie da temere assolutamente e quali giocatrici? 

 

Francia, Spagna, Belgio, Serbia saranno le avversarie più temibili, sia perché storicamente sono sempre state nelle prime posizioni europee, sia per le qualità individuali delle giocatrici. Sono curiosa di vedere Marine Johannes (guardia della Francia, nda) quali magie metterà in campo dopo che lo scorso Europeo era stata la rookie. Sarà probabilmente anche l’ultimo europeo di Ann Wauters (centro della nazionale belga, nda): una delle avversarie più eleganti e decisive contro cui abbia mai giocato e che si è costruita una carriera vincente come poche al mondo. La qualificazione olimpica con il suo Belgio è la sua ciliegina sulla torta. Un onore averla avuta come avversaria.

 

Una tua previsione per un’outsider? 

 

Sinceramente, una volta per tutte, mi piacerebbe che fossimo noi le outsider. Negli ultimi anni la sfortuna si è un po’ accanita contro di noi (antisportivo fischiato a Zandalasini contro la Lettonia nel 2015, altra qualificazione mondiale sfuggita…), quindi mi auguro che questa Nazionale abbia finalmente le soddisfazioni che merita. Solo io posso capire quanti sacrifici si è disposti a fare pur di vestire la maglia azzurra e vi posso garantire che queste ragazze mettono il cuore in ogni secondo che passano in campo e fuori.

 

Questo sarà il mio primo europeo da dirigente, ma vi assicuro che scenderò in campo anche io con il mio cuore e sarò la loro prima tifosa.

 

Tags : basket femminilececilia zandalasiniraffaella masciadri

Giorgia Bernardini è La fondatrice di Zarina, la newsletter sullo sport femminile. La sua missione è diffondere il verbo delle ragazze affascinanti in tuta da ginnastica.

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