Giulia Imperio è una weightlifter, una sollevatrice di pesi italiana di ventidue anni che gareggia nella categoria dei 49 chili. Il weightlifting è una specialità dell’atletica pesante che si articola in due esercizi: lo strappo, in cui l’atleta solleva il bilanciere fin sopra alla testa con un movimento unico, e lo slancio, in cui l’attrezzo viene portato fino alle spalle per poi distendere le braccia. In gara si eseguono questi due gesti con un massimo di tre tentativi per ognuno; per la classifica finale viene sommato il peso delle due alzate e vince chi ha sollevato di più. Considerando le sue migliori performance in carriera, Imperio è arrivata a sollevare 85 chili di strappo e 100 chili di slancio.
Nonostante la giovanissima età, nel 2022 Imperio si è laureata campionessa europea (aggiudicandosi l’argento l’anno successivo) e campionessa dei Giochi del Mediterraneo. Ma non solo: la weightlifter italiana fa parte del gruppo sportivo dell’Esercito ed è membro del Consiglio Nazionale del CONI – è stata l’atleta più giovane di sempre ad entrarci, a 19 anni, con il compito di dare voce agli sportivi favorendone il dialogo con gli organi competenti.
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Chiamo Giulia nel bel mezzo di una sfilza di gare decisive per la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi del 2024. «A febbraio partecipo all’Europeo, è un periodo intenso», mi dice. Scoprirò subito che ha la risposta sempre pronta, e allora le chiedo di raccontarmi da dove viene. «Sono nata a Grottaglie ma ho sempre vissuto a Monteparano, un comune di poco più di 2 mila abitanti in provincia di Taranto. La vita di paese mi piace, ci conosciamo tutti e siamo uniti. Qualsiasi cosa è a portata di mano. L’incognita è il futuro: tanti miei amici stanno facendo concorsi per entrare nelle forze dell’ordine o in quelle armate, altrimenti si va a lavorare all’Ilva o in altre grandi industrie. Mio padre è operaio in una ditta del nord, è spesso in trasferta, mentre mamma è casalinga. I miei genitori ci hanno insegnato a cavarcela da soli sin da piccoli – parlo al plurale perché ho un fratello e una sorella minori».
Chiedo a Giulia come sia riuscita ad adattarsi alla dimensione romana, ben diversa da quella di paese. «Mi sono trasferita a Roma a 15 anni, chiamata dalla Nazionale di sollevamento pesi», risponde. «È stato un bel salto di realtà, Roma è immensa… I primi mesi non ci ho fatto caso, si stava avverando il mio sogno, era tutto nuovo. Poi ho realizzato che il weightlifting era diventato lavoro: la mia vita sarebbe cambiata e avrei dovuto abbandonare tante abitudini per costruirne altre, è stato traumatico. Quando l’ho capito, è arrivata subito la nostalgia di casa. Sono molto legata alla mia famiglia. Durante l’anno riesco a tornare solo per pochi giorni a Monteparano, ma sono necessari per una pausa rigenerante. A Roma vivo con altri ragazzi della Federazione Italiana di Pesistica, abbiamo degli alloggi con aree comuni come la cucina che ti danno la sensazione di essere in un ambiente familiare», spiega.
«Insomma, all’inizio è stata dura, anche perché mi sono imbattuta nel sollevamento pesi per caso, mentre facevo atletica leggera, ero una velocista», racconta. «Non sapevo cosa significasse dedicarsi solo al weightlifting quotidianamente, non avevo aspettative. Sono arrivata in Nazionale prestissimo, ero disorientata. La motivazione me la sono fatta venire, mi sono concentrata sui miglioramenti pensando giorno per giorno. Mi chiedevo quanto fossi davvero portata per questo sport finché sono arrivati i primi risultati, e dopo ho tagliato traguardi sempre più importanti e gli allenatori hanno cominciato a fare dei piani a lungo termine su di me. Ho avvertito la loro fiducia, e dato che parliamo dei numeri uno al mondo – e non esagero, sono i più richiesti anche dalle altre squadre – è stato importante. Abbiamo fatto gruppo intorno a un obiettivo comune, e da quel momento non mi sono più fermata. Oltre alla dimensione professionale c’è anche tanto affetto, ci vogliamo bene».
«Il sollevamento pesi purtroppo è uno sport poco conosciuto in Italia. Forse negli ultimi anni sta cambiando qualcosa grazie alle medaglie olimpiche conquistate a Tokyo, che non si vincevano da parecchio. Adesso però ci sono tanti ragazzi che fanno crossfit che si stanno interessando al weightlifting per fortuna».
Foto YKS Media
Mi spieghi come sei arrivata al sollevamento pesi?
Se oggi ho la possibilità di praticare questo sport è sicuramente anche grazie al Centro Sportivo Esercito che mi supporta costantemente. Farne parte è un privilegio, ma anche una grande responsabilità.
Quali caratteristiche deve avere la weightlifter ideale?
Preferisci lo strappo o lo slancio?
Nell’intervista al Cerbero Podcast hai detto: «Ho un muscolo che ha bisogno di essere sforzato parecchio per rendere di più». Come si traduce questa tua caratteristica negli allenamenti? Fai più volume?
Qual è la tua routine di allenamento settimanale?
E i massimali invece in quale periodo li testi?
Fai uno sport usurante, come ti comporti per prevenire gli infortuni?
Quali sono gli infortuni più diffusi nel weightlifting?
Mi spieghi cosa accade a livello nervoso quando ti alleni? So che l’attività cerebrale gioca un ruolo importante.
Foto di Tristan Stephan
Che tipologia di dieta segui?
Che rapporto hai a livello intimo, personale con il sollevamento pesi? Cosa significa per te?
Capitolo Parigi 2024. Sei 12esima in classifica e si qualificano alle Olimpiadi i primi 10. Mancano ancora diverse gare, quanto vedi probabile una tua qualificazione?
E poi sei giovanissima.
Come reagiscono le persone che incontri quando scoprono qual è il tuo lavoro?
Fai uno sport considerato maschile nell’immaginario comune, ma hai una femminilità spiccata. Come convivono queste due anime in te?
Foto 1K
Qual è stata la più grande rinuncia che hai dovuto fare per il weightlifting?
E qual è stato invece il suo dono più bello?