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Benedetto Giardina
Cosa succede se l'Inter passa a Oaktree
20 mag 2024
20 mag 2024
È a rischio la stabilità societaria dei neroazzurri?
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Benedetto Giardina
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Foto Gribaudi / Imago
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L’era cinese dell’Inter volge al termine oppure no? La querelle tra Suning e Oaktree, il fondo statunitense che nel 2021 ha finanziato la proprietà del club nerazzurro con 275 milioni di euro, si dovrà risolvere a strettissimo giro di posta. Entro martedì, per la precisione, quando scadranno i termini dell’accordo tra le parti, con in ballo un pegno sulle quote societarie. Da anni si susseguono voci e ipotesi su quello che può accadere in caso di mancato pagamento del debito da parte della famiglia Zhang. Solo che adesso lo scenario, qualunque esso sia, è imminente. La scadenza del 20 maggio 2024, per ragioni di calendario, è slittata di un giorno: il Lunedì di Pentecoste è festa in Lussemburgo - dove ha sede la controllante nerazzurra - e come ogni bank holiday che si rispetti, non si effettuano transazioni. Ma a questi livelli, non sono certo 24 ore in più o in meno a cambiare la sostanza: il 21 maggio diventa la nuova data X per determinare il futuro dell’Inter, a due giorni dai festeggiamenti sul prato di San Siro per la consegna della coppa dei Campioni d’Italia. Sullo sfondo, due ipotesi: Zhang trova un accordo e salda in extremis quanto dovuto, anche per mezzo di altri finanziamenti, oppure il club passa a Oaktree.

L’Inter come pegno per il finanziamento di Oaktree

Da tre anni l’Inter sa di essere in pegno. La data in cui viene reso noto l’accordo tra Suning e Oaktree è esattamente il 20 maggio 2021, con un comunicato diffuso tramite l’agenzia ANSA in cui la proprietà dell’Inter fa sapere che «è stata finalizzata un’operazione di finanziamento a livello di azionariato con fondi gestiti da Oaktree Capital Management, L.P.: con questo finanziamento, l’azionista continuerà a sostenere FC Internazionale Milano, con l’obiettivo di superare le difficoltà e le opportunità perse durante il periodo di Covid». Nel bilancio al 31 dicembre 2021 di Grand Tower S.à r.l., ovvero il veicolo di Suning in Lussemburgo che detiene il 68,55% delle quote dell’Inter, si ha conferma sia del valore del finanziamento (275 milioni di euro) sia del tasso di interesse annuo, pari al 12%. Il sottoscrittore del prestito è un altro soggetto con sede in Lussemburgo, OCM Luxembourg Sunshine S.à r.l., società che rimanda per l’appunto a Oaktree.

Pubblicamente, il destino dell’Inter in caso di mancato pagamento lo si conosce dal 24 gennaio 2022, data dell’annuncio dell’emissione di un nuovo bond. «I prestiti HoldCo sono stati finanziati utilizzando alcuni proventi di un prestito (il "Prestito HoldCo") messo a disposizione di HoldCo da fondi affiliati a Oaktree Capital Management. Il Prestito HoldCo, pari a 275,0 milioni di euro, scade nel maggio 2024», si legge, con questa chiosa: «Il Finanziamento HoldCo non è garantito da Inter o dall’Emittente, non è garantito da alcun bene di Inter e delle sue controllate, incluso l’Emittente, ed è garantito in parte da pegni su azioni di Great Horizon S.à r.l., Grand Sunshine S.à r.l., Grand Tower, Inter e International Sports Capital S.p.A.». Se a maggio 2024 la proprietà dell’Inter non salda quanto dovuto, Oaktree può escutere il pegno sulle quote delle holding lussemburghesi tramite cui Suning controlla l’Inter e dell’Inter stessa, oltre che sulle quote di LionRock (che detiene tramite International Sports Capital S.p.A.). In pratica, la quasi totalità del pacchetto azionario del club.

Una formula che il calcio italiano ha già conosciuto in tempi recenti, senza per forza dover fare paragoni tra le due situazioni: il Milan finisce sotto l’ombrello di Elliott Management Corporation nell’estate del 2018 proprio a seguito dell’inadempienza da parte di Li Yonghong, che si era rivolto al fondo newyorkese per ottenere un finanziamento e poter così concludere l’acquisizione delle quote del club rossonero da Fininvest. Il resto è storia recente: Elliott nel 2022 ha ceduto il 99,93% del Milan alla ACM Bidco B.V., società che fa riferimento al fondo RedBird Capital Partners, conducendo in quattro anni il club ai vertici in Italia (con la vittoria dello scudetto nell’ultimo anno di gestione) e al ritorno in Champions League dopo sette stagioni di assenza.

Tornando in casa Inter, il quadro di quanto Suning ha gradualmente immesso nelle casse dell’Inter sotto forma di finanziamento soci dall’accordo con Oaktree è esposto nei bilanci del club, con l’ultimo aggiornamento nell’esercizio chiuso al 30 giugno 2023. Durante la stagione 2020/21 sono stati erogati 75 milioni di euro al tasso fisso netto dell’8%, nello specifico 50 milioni di euro il 20 maggio 2021 e 25 milioni di euro il 28 giugno 2021, convertiti in capitale per 15 milioni di euro il 31 maggio 2021. Per il 2023, invece, «l’Azionista di Riferimento ha proceduto all’erogazione di nuovi finanziamenti soci a tasso fisso netto annuo dell’11% per 51 milioni di euro», di cui 10 milioni di euro il 22 febbraio 2023, 16 milioni di euro il 16 marzo 2023 e 25 milioni di euro il 17 aprile 2023, «procedendo alla conversione in riserve di patrimonio netto per 10 milioni di euro il 30 giugno 2023 e, dopo la chiusura dell’esercizio, per 76 milioni di euro il 25 settembre 2023».

La querelle tra Zhang e Oaktree per l’Inter

Se il tempo è denaro, quando finisce il tempo, finisce anche il denaro. Per Steven Zhang il tempo non è ancora finito, ma è agli sgoccioli. Lo si sapeva già da prima che l’Inter si cucisse sulle maglie lo scudetto numero 20, battendo il Milan nel derby della seconda stella. Uno scudetto celebrato fino alla scorsa giornata di campionato, quella in cui i giocatori nerazzurri sono stati premiati per la vittoria finale nell’ultima partita casalinga della stagione.

Una festa anticipata, di certo non con parole di giubilo, dal comunicato della proprietà in merito alla situazione tutt’altro che risolta con Oaktree: «Abbiamo fatto ogni tentativo per trovare una soluzione amichevole con il nostro partner, compresa l’offerta di molteplici possibilità per Oaktree di ottenere un ritorno finanziario completo e immediato. Purtroppo, i nostri sforzi finora sono stati esasperati da minacce legali e dalla mancanza di un coinvolgimento significativo da parte di Oaktree. Tutto ciò è stato molto frustrante e deludente, ma questo comportamento sta ora creando una situazione di rischio per il Club che potrebbe metterne seriamente a repentaglio la stabilità. [...] Ci impegniamo a lavorare per una risoluzione pacifica con Oaktree e a continuare la nostra storia di successi per la nostra amata Inter».

Per capire quale possa essere la «risoluzione pacifica», bisogna affidarsi a fonti di stampa. Come riportato da Bloomberg lo scorso 25 aprile, la proprietà dell’Inter avrebbe avviato i contatti con Pacific Investment Management Co. (Pimco) per un rifinanziamento. Sempre secondo Bloomberg, la somma in questione sarebbe di «435 milioni di euro tramite bond con scadenza nel 2026 con cedola del 15%».

Stando a quanto pubblicato lo scorso venerdì dal Financial Times, inoltre, «i colloqui si stanno complicando a causa di Oaktree, secondo diverse persone coinvolte». Questo perché, come riporta ancora il FT, «Una persona vicina a Oaktree ha detto che l’azienda “è stata di grande supporto e non ha reso le cose difficili a [Suning], ma c’era sempre l’aspettativa che ci sarebbe stata una vendita del club”». Non quella di un ulteriore debito con una terza parte, Pimco nello specifico, che «potrebbe ridurre le possibilità di una vendita e diminuire qualsiasi potenziale ricavo». Nell’articolo del Financial Times viene comunque specificato come «l’azienda non abbia ostacolato il processo di rifinanziamento, aggiungendo che il prestito potrebbe essere rimborsato entro la scadenza della prossima settimana», riportando come fonti persone vicine a Oaktree.

Cosa succede all’Inter se passa a Oaktree

L’ipotesi di un via libera al rifinanziamento e di un prolungamento delle tempistiche è lo scenario che potrebbe permettere a Suning di mantenere le quote dell’Inter. Un accordo a tre per far sì che l’attuale proprietario del club riesca a rifinanziare il debito, saldare quanto spetta a Oaktree con gli interessi maturati e ricominciare da capo con Pimco. Le cifre emerse negli ultimi giorni darebbero la possibilità alla proprietà dell’Inter da un lato di ripagare il finanziamento del fondo statunitense e dall’altro di mettere da parte qualcosa per la gestione del club, sobbarcandosi però un nuovo debito fino al 2027 - anno in cui tra l’altro scade il bond da 415 milioni emesso nel 2022 da Inter Media Communication.

Non è la strada che preferirebbe Oaktree, dando per buone le indiscrezioni emerse dai media in queste settimane, da cui si evince che la priorità del fondo sarebbe sempre quella di una cessione dell’Inter. Un’operazione che è al centro di discussioni da anni, oltretutto, dato che da parecchio tempo le parti sono al lavoro con Raine Group e Goldman Sachs come advisor legali per individuare nuovi investitori. Solo che, giunti a maggio 2024, nuovi acquirenti all’orizzonte non ce ne sono. Resta il fatto che Zhang, ufficialmente, abbia parlato di «minacce legali». D’altronde, Oaktree ha la possibilità di rendere effettivo il pegno sulle quote dell’Inter ed è nel proprio interesse far sì che il club venga venduto nelle migliori condizioni possibili, se non riesce a rientrare dal finanziamento concesso ormai tre anni fa.

Cosa accadrebbe all’Inter se dovesse passare sotto il controllo di Oaktree? Dal punto di vista sportivo è improbabile che cambi qualcosa, sotto il profilo del management. A cominciare da Giuseppe Marotta, amministratore delegato del club e uomo al centro dei successi ottenuti in questi ultimi anni. Il dirigente, ai microfoni di Dazn nel prepartita di Inter-Lazio, ha garantito che «la società è molto solida» e che in sede di campagna acquisti bisognerà attendersi «un mercato creativo», puntando su «giovani o sui giocatori che hanno esperienza e possono dire ancora qualcosa a livello di esperienza». Inoltre, ha voluto rassicurare i tifosi: «Non c’è nessuna preoccupazione finanziaria». Ancora più improbabile, se non proprio impensabile, è che Suning accetti nell’eventualità di perdere l’Inter senza avviare una battaglia legale. Come in ogni passaggio di proprietà, invece, si insedierà un nuovo consiglio di amministrazione, senza che però questo incida sulla gestione sportiva del club.

La questione principale, semmai, riguarda cosa intenda fare Oaktree qualora dovesse escutere il pegno e rilevare le quote dell’Inter. Gestirà il club per un tot di anni oppure si mobiliterà per trovare immediatamente un acquirente, facendo ciò che Suning non è riuscita a fare in questo triennio? Tutto questo senza dimenticare che, tra poco più di un anno, l’Inter prenderà parte alla prima edizione del nuovo Mondiale per club FIFA, con tutto quello che ne consegue in termini di proventi televisivi e montepremi. Ma se la corsia preferenziale del fondo, finora, è stata quella di una vendita, logica vorrebbe che continui ad esserlo tanto più nel caso in cui sia il fondo stesso a prendere possesso dell’Inter. Con tempistiche difficili da prevedere.

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