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Champions League Federico Aquè 18 settembre 2019 5'

Cosa non ha funzionato nell’Inter contro lo Slavia Praga

I cechi hanno esposto alcuni limiti della squadra di Conte.

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All’esordio in Champions League l’Inter è riuscita a strappare solo nei minuti di recupero, con un gol di Barella dopo la traversa colpita da Sensi su punizione, un pareggio per 1-1 contro lo Slavia Praga, l’avversario meno attrezzato del gruppo F (le altre rivali dei nerazzurri sono il Barcellona e il Borussia Dortmund). I risultati recenti dello Slavia, vincitore dell’ultimo campionato ceco e capace di arrivare fino ai quarti in Europa League l’anno passato, il momento di forma (in questa stagione è ancora imbattuto), il suo gioco ambizioso e l’organizzazione tattica facevano pensare che la partita dell’Inter sarebbe stata meno semplice del previsto, ma è stato comunque sorprendente vedere la squadra di Antonio Conte così in difficoltà, specie dopo le buone sensazioni lasciate dalle vittorie nelle prime tre giornate di campionato.

 

Lo Slavia è stato aggressivo, e c’era da aspettarselo, anche se Jindrich Trpisovsky ha rinunciato a un giocatore offensivo per aggiungere un centrocampista, una scelta sulla carta prudente, forse per avere un’uscita più sicura da dietro quando l’Inter pressava, ma decisiva per la particolare strategia di pressing che aveva pensato. La squadra di Conte non è praticamente mai riuscita a risalire il campo in modo pulito. Un problema che ha avuto diverse origini e che ho provato a riassumere in tre azioni.

 

Le marcature dello Slavia

Per impedire all’Inter di uscire comodamente dalla sua metà campo, Trpisovsky aveva preparato una serie di marcature a uomo, che prevedevano i due esterni d’attacco (Masopust e Olayinka) a occuparsi di Skriniar e D’Ambrosio, mentre Stanciu inizialmente marcava Brozovic e lasciava de Vrij libero di ricevere. Alle spalle dei tre giocatori offensivi, Husbauer e Traoré seguivano le mezzali interiste (Sensi e Gagliardini), i terzini (Coufal e Boril) si alzavano su Candreva e Asamoah, mentre i due difensori centrali (Kudela e Hovorka) marcavano Lautaro Martínez e Lukaku. La scelta di lasciar ricevere de Vrij, non a caso il giocatore ad aver completato più passaggi (74), era pensata per liberare Soucek davanti alla difesa. Senza avversari da marcare, Soucek oscurava le linee di passaggio in verticale sugli attaccanti e copriva i difensori centrali, scalando al loro posto quando i compagni uscivano a marcare Lukaku e Martínez.

 

L’Inter non è riuscita ad aggirare le marcature palleggiando e anche le alternative più sicure, cioè l’uscita sugli esterni o i lanci verso gli attaccanti, non hanno funzionato. Candreva e Asamoah hanno contribuito poco al possesso: il primo ha completato appena 7 passaggi, l’esterno ghanese è arrivato a 17 (ma va detto che Candreva è uscito all’inizio del secondo tempo per infortunio), e nessuno dei due ha completato un dribbling, uno strumento che sarebbe stato essenziale per battere le marcature a uomo dello Slavia.

 

Lukaku e Martinez, poi, sono stati anticipati di continuo dai loro marcatori, e quando i compagni provavano a raggiungerli non riuscivano a conservare la palla e a dare modo alla squadra di avanzare, come nell’azione qui sotto.

 

Candreva ha ricevuto a destra ma, senza soluzioni comode a disposizione sul corto, è costretto ad alzare la palla verso Martínez, che però perde il duello con Kudela. Il pallone arriva poi sul lato sinistro dell’area a Olayinka, che approfitta di un errore di D’Ambrosio, e Stanciu non riesce a tirare dal limite solo per un grande intervento in scivolata di Sensi.

 

 

Si possono notare diverse cose da quest’azione: il sistema di marcature pensato da Trpisovsky, la puntualità con cui Soucek si abbassa a coprire Kudela, ma merita di essere sottolineato il modo molto ambizioso con cui lo Slavia ha scelto di difendersi a San Siro, scommettendo sui duelli individuali e accettando di lasciare una metà campo alle spalle della linea difensiva. È vero che Martínez e Lukaku non sono sembrati al massimo della forma (il belga aveva problemi alla schiena), ma non va sottovalutata la grande organizzazione difensiva data da Trpisovsky.

 

La brutta serata di Brozovic

A soffrire in modo particolare le marcature dello Slavia è stato Marcelo Brozovic, che di solito è il giocatore più importante per la circolazione dell’Inter, quello che si occupa di raccogliere la palla dalla difesa e trasmetterla in avanti. Trpisovsky ha limitato l’influenza sulla partita di Brozovic (42 passaggi tentati, col 79% di precisione) con la marcatura di Stanciu, anche se va detto che i giocatori dello Slavia sono stati abili a riorganizzare le marcature anche quando non si trovavano nelle loro posizioni abituali, e così, quando Stanciu era troppo lontano per marcare Brozovic, il suo posto veniva preso da un compagno, in particolare Husbauer.

 

C’è stata un’occasione in cui una palla persa da Brozovic stava per mandare in porta lo Slavia. L’Inter stava impostando l’azione nella metà campo avversaria dopo aver battuto un calcio di punizione, ma non riesce ad avanzare a sinistra. Sensi allora torna al centro da de Vrij, che vede lo spazio lasciato libero da Stanciu, impegnato dalla marcatura di Brozovic, e va a ricevere il passaggio.

 

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Il centrale olandese, però, non vede soluzioni davanti a lui e allora sceglie di affidarsi a Brozovic, anche se circondato da tre giocatori. Forse in un’altra circostanza il centrocampista croato sarebbe uscito da quella situazione, ma in questo caso si fa togliere la palla da Masopust, innescando la ripartenza dello Slavia. Stanciu porta palla ma poi non riesce a raggiungere il compagno, anche perché i difensori dell’Inter gestiscono bene la transizione.

 

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La brutta prestazione di Brozovic, che nel secondo tempo è stato sostituito da Barella, ha ovviamente contribuito in modo determinante alle difficoltà trovate dall’Inter nella risalita del campo. L’abbassamento di Sensi, e l’aggiunta di Politano tra le linee, ha migliorato la resistenza al pressing nelle prime fasi dell’azione e ha garantito all’Inter una linea di passaggio intermedia che le permettesse di dare continuità al possesso. È stata proprio una conduzione di Politano a conquistare la punizione che, battuta da Sensi, ha originato il gol di Barella.

 

Gli errori tecnici

Il pressing dello Slavia ha imposto alla squadra di Conte di alzare il livello e la precisione delle giocate. In pochi sono però sembrati a loro agio in un simile contesto e alla fine la riuscita complessiva dei passaggi è stata del 78%. Anche quando lo Slavia non era perfetto nella prima pressione i giocatori dell’Inter hanno commesso degli errori, e proprio da una situazione di questo tipo ha avuto origine il gol di Olayinka.

 

Skriniar ha approfittato di un’incomprensione tra Husbauer e Stanciu, andati entrambi a pressare Brozovic, per avanzare palla al piede ma, arrivato all’altezza del centrocampo, ha perso il controllo del pallone dopo un contrasto di Coufal. A quel punto lo Slavia ha mostrato di essere una squadra non solo aggressiva, ma anche in grado di gestire la palla con qualità dopo averla recuperata. Zeleny ha mandato Stanciu a sfidare sulla fascia destra de Vrij e poi, con la difesa dell’Inter disorganizzata, è andato a chiudere l’azione sul cross di Olayinka. Il suo tiro è stato respinto con una gran parata da Handanovic, ma sulla ribattuta Olayinka ha portato in vantaggio lo Slavia.

 

 

Con l’aggressività del pressing la squadra di Trpisovsky ha messo a nudo le difficoltà a manovrare dell’Inter, ma quando recuperava la palla, soprattutto nel secondo tempo dopo l’ingresso di Zeleny, lo Slavia ha dimostrato di saperla gestire con qualità, e solo un paio di imprecisioni al momento di concludere gli hanno impedito di raddoppiare.

 

Con un paio di grandi gesti tecnici nei minuti di recupero (la conduzione di Politano, la punizione di Sensi) l’Inter è riuscita a evitare una sconfitta che avrebbe reso ancora più complicato il suo percorso nel girone, ma per superare il Barcellona e il Borussia Dortmund servirà molto di più.

 

Tags : antonio contechampions league 2019/20interslavia praga

Federico Aquè ha collaborato con Sprint&Sport, Datasport e Sportmediaset.

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