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Marco D'Ottavi
Provando a immaginare il futuro di Samardzic all'Inter
02 ago 2023
02 ago 2023
Perché aggiungere un centrocampista in questo momento.
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Marco D'Ottavi
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IMAGO / AFLOSPORT
(foto) IMAGO / AFLOSPORT
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Nei prossimi giorni, se non ore, l’Inter dovrebbe definire l’acquisto di Lazar Samardzic dall’Udinese e allungare la rotazione dei suoi centrocampisti, mentre quella dei portieri è a zero e quella degli attaccanti a due più Correa. Molti tifosi hanno storto il naso: non sarebbe stato il caso di concentrarsi prima su altre zone di campo, anche la difesa non è che se la passa benissimo, invece di aggiungere a una giovane promessa a Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Frattesi e Asllani? Non andava bene Fabbian per il ruolo di sesto centrocampista? I soldi non potevano essere spesi per altro?Detto che il mercato dura fino al primo settembre (ma la Serie A dell’Inter inizia il 19 agosto), e che l’acquisto di Samardzic prevede per questa stagione un prestito oneroso da 4 o 5 milioni, ha senso chiedersi il perché di questo acquisto, perché l’Inter prima di due portieri, un centravanti e un difensore ha pensato di prendere un giovane con meno di 2500 minuti giocati in Serie A la cui collocazione tattica nella propria rosa è quantomeno ambigua.

Di lui e di come può funzionare all'Inter abbiamo parlato nello specifico in "Che giocatore è", il nostro podcast che racconta i nuovi acquisti delle squadre italiane in pochi minuti (se volete, potete abbonarvi qui).

Dove infilarlo?La questione principale è la sua adattabilità al sistema di Simone Inzaghi. Samardzic nasce come trequartista, cresce come trequartista e solo negli ultimi sei mesi in Italia è diventato una mezzala del 3-5-2. Se questo è il destino di molti trequartisti nel nostro calcio, con Samardzic l’intuizione di Sottil è stata una sorpresa, visto che per caratteristiche - la qualità del suo sinistro nella rifinitura e nel tiro in porta - sembrava più immediato uno sviluppo eventuale da seconda punta. Samardzic ha trovato spazio soprattutto nella seconda parte della stagione, in un momento in cui l’Udinese non ha particolarmente brillato e anche lui, oltre ad alcune giocate estemporanee di grande qualità, ha vissuto alti e bassi. Come ha scritto Dario Saltari, da mezzala «non è sembrato molto propenso ad adattarsi a un sistema di gioco che gli chiedeva di correre molto con il pallone in avanti, lui che non è particolarmente veloce palla al piede, e di correre molto senza il pallone all’indietro, lui che non ha grandi letture difensive». Anche il 3-5-2 di Inzaghi chiede molto alle sue mezzali senza palla, prendete la quantità di cose che fa Barella o quelle che potrà fare Frattesi. Anche Mkhitaryan, che l’anno scorso è sembrato vivere una seconda giovinezza anche atletica, si è adattato a fare un grande lavoro anche in fase difensiva, cosa che a Samardzic potrebbe ancora risultare difficile.

Samardzic, però, rispetto a Barella, Frattesi, a quello che poteva essere Fabbian, e anche a Mkhitaryan, ha caratteristiche diverse e forse è proprio questo che cerca l’Inter per non appiattire il suo gioco nella metà campo avversaria. La partenza di Dzeko e il definitivo abbassamento di Calhanoglu davanti alla difesa hanno infatti privato la squadra di Inzaghi di un elemento in grado di essere incisivo sulla trequarti in maniera creativa e Samardzic promette di esserlo: la scorsa stagione è stato il terzo centrocampista per passaggi chiave ogni 90 minuti. In generale, al momento, l’aspetto migliore del suo gioco è questo: la capacità di creare occasioni da gol per sé o per i compagni anche in maniera autosufficiente. La scorsa stagione non sono state poche le partite in cui l’Inter non è sembrata avere idea di come segnare, lasciando punti per strada in campionato. L’aggiunta di una mezzala che può trovare il gol con una giocata personale anche da fuori area o servire un assist su palla ferma (a oggi le sue punizioni dalla trequarti sono forse l’aspetto migliore del repertorio).

C’è poi un’altra possibilità da considerare: oggi sembra impossibile immaginare Inzaghi uscire dal 3-5-2, ma alla Lazio ha usato anche il 3-4-2-1, alzando Luis Alberto tra i due trequartisti dietro alla punta. È impossibile pensare che possa accadere di nuovo? Samardzic, senza avere il livello di genialità e magia del miglior Luis Alberto, è quel tipo di giocatore, con una grande tensione verticale, un sinistro vellutato e la capacità di pensare fuori dagli schemi. Al momento questa sembra più una possibile collocazione per Samardzic rispetto a quella di vice-Calhanoglu davanti alla difesa come qualcuno ha ipotizzato. Per giocare lì non basta avere tecnica e piedi buoni, ma serve grande capacità di leggere il gioco senza palla, sia muovendosi continuamente per creare spazi per sé e per i compagni sia per farsi trovare al posto giusto nella fase difensiva. Proprio due aspetti del gioco in cui il bosniaco è carente. Magari può essere un’evoluzione futura per Samardzic, ma a oggi è difficile immaginare Inzaghi usarlo lì.Ma Inzaghi lo vede?L’aspetto forse più realmente discutibile è quanto, nell’immediato, Inzaghi dimostrerà di potersi fidare di Samardzic. L’allenatore dell’Inter ha dimostrato più volte di preferire calciatori già pronti per età ed esperienza, e quanto successo con Asllani la scorsa stagione può essere un campanello d’allarme. C’è da dire però che Samardzic sembra più pronto dell’ex giocatore dell’Empoli e soprattutto gioca in una posizione del campo dove gli errori sono più rimediabili e dove è più facile incidere da subito. Se è legittimo pensare che l’Inter doveva prima risolvere gli altri buchi nella rosa, è sbagliato dire che non serviva un altro giocatore a centrocampo. L’anno scorso Barella ha giocato oltre 4000 minuti, Calhanoglu e Mkhitaryan (29 e 34 anni) si sono avvicinati ai 3500, Brozovic si è fermato a 2500. Gagliardini, che certo non era nelle grazie dell’allenatore, ne ha giocati più di mille per necessità. Considerando gli infortuni, i cali di forma, gli impegni ravvicinati per le coppe, è lecito pensare che Samardzic avrà spazio. Certo per lui sarà la quinta stagione tra i professionisti e mai è stato veramente titolare, ma a 21 anni, all'Inter, all'interno di un centrocampo di livello, è difficile pensare che possa essere una scelta di carriera sbagliata. Fino a qualche giorno fa Sottil diceva che a Samardzic avrebbe fatto bene un altro anno a Udine, sottolineandone i difetti: «Secondo me si deve ancora completare, deve ancora migliorare e consolidarsi in alcuni principi, delle situazioni durante la partita» e nessuno lo conosce meglio di lui, ma è sembrato anche un modo per cercare di trattenerlo, perché comunque per l'Udinese sarà difficile trovare un altro giocatore creativo, anche considerando l'infortunio di Deulofeu e l'addio di Pereyra. Un’occasione?C’è poi un aspetto che va oltre l’oggi, al cosa può portare nell’immediato Samardzic e la sua collocazione tattica. Nel fare il suo lavoro Giuseppe Marotta ha sempre sottolineato come “le occasioni” devono essere prese al volo. Il mercato, quindi, non si fa con il lanternino, cercando solo i profili perfettamente adatti all’allenatore, ai bisogni della rosa, alle necessità, al momento, ma si fa anche cogliendo l’attimo. E questo era l’attimo di Samardzic, se credi in Samardzic. Prendere un calciatore di 21 anni con queste potenzialità a 15/20 milioni più Fabbian (le cifre dell'operazione non sono ancora chiarissime) può essere un affare. Basti pensare che solo un mese fa Balzaretti dall'Udinese diceva che per Samardzic serviva «una proposta indecente» e questa non lo sembra particolarmente. Aspettare la fine del mercato per fare prima altre operazione avrebbe voluto dire due cose: o che l’avrebbe preso a cifre simili un altro club di Serie A (si è parlato di Juventus, Milan, Napoli) o pagarlo di più. Rimandare alla prossima stagione, invece, portava il rischio che un ulteriore salto di qualità avrebbe attratto la Premier League e sappiamo questo che vuol dire. Anche solo sapere che, al momento, Samardzic non seguirà la stessa strada Hojlund, cioè l'altro giovane interessante messo in mostra dal nostro campionato andato in Premier League per una barca di soldi, è una nota positiva. Si dice che i grandi club della Serie A non pensano al futuro, che non puntano sui giovani e che il nostro campionato sta diventando una specie di paese per vecchi. C'è del vero in queste parole e allora per una volta che una squadra prova a fare il contrario, anche in maniera controintuitiva, non ci resta che essere contenti e sperare che tutto vada bene e che potremo goderci il sinistro di Samardzic il più possibile perché quello, al di là di posizioni di campo e crescita futura, rimane speciale.

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