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Daniele V. Morrone
Innamorati di Enes Ünal
27 ott 2016
27 ott 2016
Abbiamo aggiunto ai nostri giocatori Preferiti il giovane attaccante turco del Twente.
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Daniele V. Morrone
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«Se guardate in Europa e nel mondo del calcio, il Sudamerica è il solo continente che sviluppa prime punte oggi. Se guardate in Europa, da dove vengono le prime punte? Vedrete che molte di loro, almeno l’80%, vengono dal Sudamerica» ha dichiarato Wenger

, mentre era alla ricerca di una prima punta di livello mondiale circondato come sempre da grandi pressioni ambientali.

 

Secondo Wenger il progressivo allontanamento dei giovani dal calcio di strada, dove bisogna rendersi spietati su ogni singolo pallone, ha creato una generazione di prime punte europee tecnicamente solida ma senza la magia che un tempo gli consentiva di avere un rapporto magnetico col pallone e la porta avversaria. Una teoria discutibile - messa in crisi da gente come Ibra, europeo cresciuto col calcio da strada - ma che può avere senso nelle sue conclusioni, vista la scarsità di prime punte europee di livello.

 

Anche per questa penuria, ogni volta che un giovane attaccante inizia a segnare con continuità attrae subito un’attenzione superiore a quella che si riserva agli altri ruoli. Enes Ünal ha solo 19 anni ma ha già giocato più di 80 partite tra i professionisti, e dal 2015 il suo cartellino è stato acquistato dal Manchester City. Ünal è nato in Turchia ma non è cresciuto giocando a pallone sui viottoli impolverati di Istanbul come i grandi talenti del suo paese. Enes è di Bursa ed è figlio di un calciatore di discreto successo (Masut Ünal), che lo ha portato fin da piccolissimo in una squadra (il Küçükköyspor) prima di essere notato e preso a nove anni dalla squadra principale della città: il Bursaspor, dove aveva giocato anche il padre. Ünal quindi nasce e cresce in un calcio strutturato e a vedere i sui vecchi filmati, già a 15 anni aveva la mentalità e il gioco di adesso.

 

https://www.youtube.com/watch?v=lQkYE_NRNGw

Nelle categorie inferiori è stato semplicemente illegale: Wikipedia dice 181 gol in 108 partite, quindi una media di 1.68 gol a partita. Nelle nazionali giovanili sono 43 gol in 53 presenze.



 

Nell’agosto del 2013 ha prima esordito con la prima squadra del Bursaspor in Europa e poi, pochi giorni dopo, è diventato il giocatore più giovane a segnare un gol nel campionato turco, a 16 anni e 107 giorni, nel pareggio per 1-1 contro il Galatasaray. Una partita in cui gli sono bastati tre minuti per andare in gol. Due anni dopo viene acquistato dal City. Eppure, nonostante sia nato e cresciuto sui campi delle scuole calcio, lo stile di gioco di Ünal sembra possedere quella specie di “fattore x” che un giovane può sviluppare nel calcio da strada.

 

 



 

Appena arriva in Eredivisie, nella sua partita d’esordio da titolare contro il Groningen (una settimana dopo i pochi minuti dell’esordio effettivo), Ünal si presenta con una tripletta che è un vero trattato sul suo stile di gioco. Nel primo gol riceve sulla trequarti, usa il primo controllo per proteggere palla sul marcatore e superare il raddoppio, mostrando una tecnica e dei tempi di reazione che fanno la differenza negli spazi stretti. Ünal poi si aggiusta il pallone con un tocco di interno destro, dopo il quale tira a giro improvvisamente al lato del portiere immobile. Il tutto senza mostrare il minimo sforzo e senza guardare la porta.

 



 

La fluidità di movimenti è ancora superiore nel secondo gol. Ünal riceve un passaggio lungo, su cui effettua uno stop di petto perfetto, con il pallone che riscende apposta per permettergli di tirare in mezza rovesciata, con una percezione precisa di dove sia la porta. Un movimento armonioso forse facilitato dal cattivo posizionamento del centrale, ma che ha il pregio di mettere in luce il controllo del corpo di Ünal e il suo istinto sotto porta.

 



 

Il terzo gol è più nella categoria “onnipotenza calcistica”. Ünal ha spazio, è sui trenta metri, e carica un collo pieno che si infila in rete con una traiettoria a scendere lontana dal portiere. Ne ha segnati decine a livello giovanile ed è ormai abituato a calciare le punizioni (con una punizione da 25 metri ha aperto le marcature contro l’ADO Den Haag). Questo tipo di gol per Ünal è quasi routine.

 



 

«Se guardate la tripletta contro il Groningen avevo spazio quando ricevevo palla, ma adesso non più perché gli avversari mi stanno attaccati» è quello che ha detto quando

della tripletta nel canale di YouTube del Twente. La tripletta gli ha attirato l’attenzione delle difese avversarie, che spesso usano anche le cattive maniere in marcatura: «Posso gestire lo stress, non è un problema per me e se si focalizzano su di me i miei compagni possono trovare spazi quindi è un vantaggio».

 

Nonostante le marcature, Ünal continua a tirare quando vuole:con 4 conclusioni a partita (di cui la metà da fuori area) è andato a segno altre 4 volte nelle successive 6 partite, portandosi con 7 gol in 8 partite in vetta nella classifica cannonieri (il 35% dei gol della sua squadra). Dalle partite in cui non ha segnato sono usciti comunque due assist. Un vero lusso per una squadra come il Twente, che in piena crisi economica ha dovuto vendere la sua stella Hakim Ziyech all’Ajax ed è partito in campionato con l’obiettivo di non retrocedere. Invece in questo momento si trova in zona europea grazie a un attacco formato solo da ragazzini in prestito.

 

 



 

Arrivato al City diciottenne, Ünal ha fatto il precampionato con la prima squadra per due anni, dopodiché si è mosso subito in prestito, prima in Belgio e poi in Olanda. Una prima punta per esplodere ha bisogno della piena maturità fisica e di una confidenza con il calcio professionistico e l’Eredivisie è uno dei campionati che guarda meno alla carta d’identità, e con cui le squadre inglesi hanno un rapporto privilegiato (quello più famoso è tra il Vitesse e il Chelsea). Ünal è consapevole di quanto sia facile perdersi per strada nel mondo del calcio se non si è preparati ad affrontare tutte le tappe del percorso; quando gli chiedono del City attuale di Guardiola dice: «Uno stile di gioco speciale a cui ti devi adattare e se non riesci ad adattarti non puoi giocarlo». La permanenza in Olanda, insieme ad altri due coetanei del City come Celina e Yeboah, lo sta aiutando anche con l’inglese.

 

Tre giocatori del City compongono il tridente offensivo del 4-3-3 del Twente, con Ünal punta centrale. In alcune partite Jensen avanza dietro all’attaccante turco, così da formare un 4-2-3-1. Il Twente gioca con un blocco compatto di 9 giocatori con lui unico staccato, unico terminale offensivo centrale. Ünal viene utilizzato come target man nel modo più diretto possibile: lancio lungo del portiere nella sua zona, sperando in un po’ di fortuna sulla seconda palla. Un tipo di calcio che non esalta certo le sue migliori doti, ma che se non altro mostra la sua facilità nello stop e un fisico adatto al ruolo (185 cm). È un sistema che ha il pregio di metterne subito alla prova i limiti, a cominciare dal colpo di testa, uno dei suoi più chiari punti deboli, sia nel gioco di sponda che quando deve attaccare i cross dalle fasce.

 

Per Ünal pesa un problema tecnico nello stacco: non salta sempre in verticale ma si lascia quasi trascinare dal campo gravitazionale dell’avversario, finendo per saltare sempre a contatto o addirittura all’indietro, regalando un vantaggio ai difensori. Questo, unito a un tempismo non ancora buono, lo porta a risultare poco efficace (vince solo 3.3 contrasti aerei su 8.6 contrasti ogni 90 minuti). Eppure il Twente lancia verso di lui con una frequenza quasi da esercizio specifico in allenamento, forse per compensare ai problemi di costruzione dal basso.

 


 

Questo difetto scansa subito gli inutili paragoni che sono nati quasi naturalmente con Hakan Şükür, con cui semmai condivide solo il modo barocco, tipicamente turco, di trascinare il pallone con tanti tocchi. Enes Ünal ha tutto per entrare tra i grandi cannonieri della storia turca, ma ha uno stile unico, che in molti aspetti ricorda una versione in piccolo di Zlatan Ibrahimovic. Non è un caso che Joe Hart dopo la sua prima estate insieme abbia

di chiamarlo così nel ritiro estivo del City, e forse non è neanche un caso che Ibra è il giocatore a cui

Ünal.

 

Si può rivedere Zlatan nella pulizia tecnica del calcio come nell’eleganza del primo controllo, o quando viene sulla trequarti a giocare palla spinto dalla sua vena associativa. Un’attitudine che sta sviluppando soprattutto quest’anno.

 


Ünalimovic pt I.





Questa sua tendenza a ricevere incontro e a dialogare con i compagni si sviluppa sia in giocate verso gli esterni, a cui segue il movimento in area, e gli permette di nascondere un altro dei suoi difetti: movimenti senza palla ancora troppo scolastici, anche se eseguiti con una convinzione sempre in grado di mettere in difficoltà i marcatori.

 

Ünal spesso si prende il ruolo di regista avanzato della squadra, anche se deve migliorare ancora nella rifinitura: riesce a essere preciso nel breve, ma più aumenta il raggio dei passaggi e più tende all’errore. Sotto questo punto di vista, Ünal deve ancora migliorare. In ogni caso Ünal arricchisce la costruzione offensiva del Twente, sia come perno nell’attacco posizionale che come primo supporto nelle transizioni. La sua qualità migliore, che lo accomuna davvero a Ibra, è un primo controllo in grado di ripulire qualsiasi passaggio gli arrivi. Ecco una perla degna del suo idolo.

 


Ünalimovic pt II.





Nel gioco fronte alla porta Ünal diventa però immediatamente più barocco, e gli piace puntare subito l’uomo nonostante non sia molto esplosivo nel cambio di passo. Le finte non sono mai di corpo, il baricentro è troppo alto per permetterglielo, la palla rimane attaccata al piede dove viene toccata con grande frequenza. Uno stile ipnotico per la sua apparente lentezza.

 

Ünal ha sviluppato un controllo del pallone in grado di farlo uscir fuori anche dal traffico tipico dell’entropia del calcio giovanile. Guardare i video di un Ünal quindicenne che sposta la palla al limite dell’area prima di tirare e segnare con una semplicità disarmante poteva far pensare ad una questione di livello e ritmo del calcio turco, ma è un tipo di azione che anche tra i professionisti non ha problemi a replicare.

 

Il suo baricentro alto non gli crea problemi nei cambi di direzione, spesso effettuati con l’esterno. Non è raro vederlo, almeno un paio di volte a partita, provare a saltare l’uomo spostando la palla sul lato di un difensore con un tocco in controtempo dopo averla spostata. Se fisicamente già ora regge il contrasto più duro (anche se ha la tendenza a buttarsi a terra per prendere il fallo), non è detto che la sua precisione nei gesti rimarrà tale anche fuori dall’Olanda, con marcature più pesanti attorno.

 

Ma per quanto importante, non è il suo gioco lontano dall’area a rendere Ünal così interessante e quasi unico nel contesto dei giovani di talento. La particolarità di Ünal sta nel suo rapporto privilegiato con la porta avversaria, che Wenger considera in via d’estinzione. Ünal ha una buona base di movimenti per smarcarsi, riesce a immaginare conclusioni anche dal nulla grazie a una tecnica di calcio molto avanzata e ha una grande reattività nelle palle sporche in area. Come i pochi attaccanti d’élite, riesce in una frazione di secondo a massimizzare le sue risorse tecniche per trovare il modo di mettere la palla in porta.

 


Il piede forte di Enes è il destro.



 

Ciò che rende speciale Ünal è una somma di piccole qualità che hanno a che fare con la tecnica di base, con le letture offensive senza palla e con la freddezza. Un equilibrio tecnico particolare, che sembra unire la pulizia da accademia con l’istinto delle giocate del calcio di strada. Il percorso è ancora lungo: una prima punta raggiunge la maturità spesso attorno ai 27 anni, ma la base di partenza lascia pensare che la scalata verso la piramide del calcio sarà particolarmente interessante.

 

 

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