
E quindi stasera l'Italia femminile tornerà a disputare una semifinale di un Europeo, ventotto anni dopo l’ultima volta. Era il 9 luglio 1997 quando l’Italia affrontò la Spagna a Lillestrom, in Norvegia, e grazie alle reti di Silvia Fiorini e Carolina Morace conquistò la finale, poi persa, contro la Germania. Nelle edizioni successive, le "azzurre" non sono mai riuscite ad andare oltre i quarti di finale, raggiunti solo nel 2009 e nel 2013, con le restanti quattro edizioni terminate alla fase a gironi.
La doppietta di Cristiana Girelli contro la Norvegia ha dato una sterzata alla spedizione azzurra, che già può definirsi storica, ma a questo punto la domanda è chiara: possiamo addirittura sperare nella finale? Sul proprio cammino l’Italia si troverà davanti le campionesse d’Europa in carica - uno sbarramento che obbligherà la squadra di Andrea Soncin a trovare risorse che forse nessuno può nemmeno immaginarsi ora.
DA CHE PERCORSO VIENE L'INGHILTERRA
Nelle ultime tre edizioni di Mondiali ed Europei, l’Inghilterra è sempre entrata tra le prime quattro classificate e ha raggiunto i suoi exploit con la vittoria dell’Europeo casalingo del 2022 e il secondo posto, complice la sconfitta contro la Spagna, al Mondiale 2023.
La crescita del movimento calcistico inglese è stata trainata inizialmente dagli investimenti della Football Association, che sono culminati nell'Europeo ospitato e poi vinto tre anni fa. La federazione inglese ha supportato lo sviluppo dei club con accordi economici da record, come quello con Barclays che nell’ultimo triennio ha investito 35 milioni di euro a sostegno delle competizioni femminili e nei programmi scolastici per avvicinare le bambine al gioco del calcio. I ricavi complessivi dei club di Women’s Super League, la "Serie A inglese", si aggirano sui 70 milioni di sterline, con un trend in crescita sia dal punto di vista commerciale che dei ricavi da match-day.
La crescita economica e in termini di visibilità ha reso il campionato inglese il più competitivo e appetibile in Europa, e oggi non è troppo distante dalla National Women’s Super League, il corrispettivo americano che storicamente è il più ambito dalle giocatrici.
Nell’ultima stagione due avvenimenti hanno puntato i riflettori sulla WSL. Il primo è l’acquisto di Naomi Girma, difensore centrale americana, da parte del Chelsea per la cifra record di oltre un milione di sterline. Il secondo è la vittoria dell’Arsenal nella finale di Women’s Champions League contro il Barcellona a Lisbona. Nella rosa delle "Gunners" sono presenti cinque giocatrici che affronteranno le "azzurre" nella semifinale dell’Europeo, tra cui la capitana Lea Williamson e l’attaccante centrale Alessia Russo. L’allenatrice della Nazionale, Sarina Wiegman, ha vinto le ultime due edizioni della manifestazione (nel 2017 con l’Olanda) ed è anche l’allenatrice con più vittorie consecutive all’Europeo femminile (16).
IL TORNEO DELLE "LEONESSE"
L’Inghilterra arriva alla semifinale con un percorso altalenante, partito tra l'altro tra molte polemiche. Tre colonne portanti della vittoria casalinga del 2022 hanno infatti annunciato la loro indisponibilità pochi giorni prima delle convocazioni. La prima ad annunciare il suo ritiro dalla nazionale è stata la portiera Mary Earps, che pare non volesse accettare il ruolo di comprimaria rispetto alla giovane e promettente Hanna Hampton. La stessa decisione è stata presa da Fran Kirby, centrocampista del Brighton, la quale non avrebbe comunque preso parte alla spedizione per scelta tecnica. La terza auto-esclusione è stata la più pesante anche alla luce dell’andamento delle gare: Millie Bright, difensora centrale del Chelsea e capitana della Nazionale, ha affermato di avere bisogno di un “esteso periodo di riposo” e quindi ha deciso di saltare l'Europeo per sottoporsi a un intervento di pulizia del ginocchio.
Inserita nel girone D, l’Inghilterra ha affrontato Francia, Olanda e Galles nella fase a gironi. L’esordio contro la Francia ha messo in evidenza le lacune nell’organizzazione tattica a trazione offensiva scelta da Sarina Wiegman, con Lauren James, centrocampista offensiva del Chelsea, schierata come mezzala alle spalle di tre attaccanti di ruolo: Beth Mead, Alessia Russo e Lauren Hemp.
La mancanza del bilanciamento tattico e la scarsa capacità di fare densità una volta persa palla ha favorito la Francia, molto abile a muoversi negli spazi aperti. Il risultato finale di 2-1 non ha rispecchiato la gara, dominata in lungo e in largo dalla Nazionale transalpina.
La seconda sfida contro l’Olanda era già decisiva: le Orange avevano battuto il Galles all'esordio e una sconfitta avrebbe segnato la storica eliminazione nella fase a gironi per l’Inghilterra. Per compensare le difficoltà tattiche emerse contro la Francia, Wiegman ha escluso l’attaccante dell’Arsenal, Mead, per inserire un centrocampista, Ella Toone, avanzando James per toglierle compiti difensivi. In difesa, l'allenatrice olandese ha optato per invertire le posizioni di difensore centrale e terzino tra Alex Greenwood e Jess Carter.
Queste scelte hanno portato una svolta decisiva per il percorso dell’Inghilterra che ha vinto nettamente sia contro l’Olanda che contro il Galles, rispettivamente con i punteggi di 4-0 e 6-1. I dati (forniti da Opta) rispecchiano il miglioramento delle prestazioni dovuto agli aggiustamenti tattici: contro la Francia sono stati concessi 2,54xG, quattordici tiri e trenta tocchi in area di rigore, mentre contro Olanda e Galles un totale di 0,83xG, dieci tiri e diciassette tocchi. La solidità organizzativa ha portato a un miglioramento anche in fase offensiva (che ovviamente va pesato con la differenza di valori in campo tra la Francia, e il Galles e l'Olanda): nella prima partita del girone le inglesi erano state in grado di generare solamente 0,81xG, mentre nelle due successive ben 8,67xG.
Poi è arrivato il quarto di finale contro la Svezia e la musica è cambiata di nuovo. Allo Stadium Letzigrund di Zurigo, infatti, l'Inghilterra ha subito due gol nei primi 25 minuti e per quasi ottanta minuti è stata fuori dall’Europeo. La Svezia, ferita dalla sconfitta di tre anni fa in semifinale per 4-0, è parsa più organizzata e presente nella gara sin dall’inizio ed è passata in vantaggio nei primi minuti della gara con Kosovare Asllani, che è stata favorita da un errore in costruzione di Carter. A parte la traversa di Hemp, il primo tempo è stato un assolo svedese che ha prima raddoppiato al 25’ con Blackstenius e poi ha avuto le occasioni per chiudere definitivamente la gara.
Per fortuna di Wiegman, dagli spogliatoi è rientrata un'altra Inghilterra per l'inizio del secondo tempo. L'Inghilterra ha dominato il secondo tempo e intorno all'ottantesimo, nell’arco di tre minuti, è riuscita a rimontare il duplice svantaggio con le reti di Lucy Bronze e della giovanissima Michelle Agyemang, che tra loro hanno quattordici anni di differenza.
Ad essere determinati sono stati i cambi effettuati da Sarina Wiegman: Mead, Agyemang (due reti in tre presenze con la Nazionale maggiore) e Chloe Kelly hanno rivitalizzato l’attacco inglese, dando le energie decisive per la rimonta. Dopo un supplementare caratterizzato da continui interventi dei due staff medici (tra cui l’infortunio di Williamson, in dubbio per la sfida contro l’Italia), la lotteria dei rigori ha messo in evidenza la tensione e le difficoltà emotive delle due squadre. Dei quattordici rigori battuti dalle due squadre, infatti, solo cinque sono stati realizzati.
COME GIOCA
Per la partita contro la Svezia, Wiegman ha confermato la formazione che le ha permesso di superare agevolmente Olanda e Galles: Hampton in porta; Bronze, Williamson, Carter e Greenwood in difesa; Walsh play con Toone e Stanway mezzali a supportare l’attacco formato da James, Russo e Hemp. Dopo i primi errori in costruzione che hanno portato anche a subire la rete dell’1-0 da Asllani, l’Inghilterra ha cercato maggiormente la costruzione lunga su rinvio dal fondo. I riferimenti principali erano sul lato destro a ricercare il duello aereo di Russo o Bronze alta. La terzina destra del Chelsea è stata decisiva, e non solo per il suo carisma. La sua posizione alta in ampiezza infatti permetteva a James di lavorare maggiormente dentro al campo, dove può essere più pericolosa.
In fase di costruzione la disposizione era 4+1 o 3+1, e ancora una volta ad essere decisiva era la posizione di Bronze, che spesso partiva alta per portare dentro James e sovraccaricare la zona centrale con gli smarcamenti delle mezzali, Stanway e Toone, tra le linee.
La Svezia concedeva il passaggio chiave prevalentemente a Carter, con la trequartista, Asllani, su Walsh e la punta, Blackstenius, più attenta a non concedere spazio a Williamson. La catena di sinistra formata da Greenwood, Stanway ed Hemp era molto fluida nelle occupazioni, in particolare con gli interscambi tra mezzala ed esterno.
Con Greewood alta, Hemp e Stanway si alternavano nell’occupazione dentro, mentre con Greenwood bassa, una tra le altre due si allargava per attrarre il terzino e liberare lo spazio dentro, occupato anche dalla mezzala opposta, Toone.
Nella partita contro la Svezia le occasioni sono nate proprio dall’occupazione con tante giocatrici della zona di rifinitura. L’Inghilterra tendeva a sovraccaricare il lato palla con mezzali, esterno di parte e punta, per effettuare un cambio gioco sul lato debole oppure per attaccare la profondità sul lato forte.
In fase di non possesso l’Inghilterra si è disposta con il 4-2-3-1: Russo aveva il compito di orientare la costruzione avversaria in posizione di inferiorità numerica tra i due difensori centrali avversari; gli esterni si legavano con i terzini; Toone, mezzala destra, si alzava su Zigiotti Olme che si abbassava come play nel 4+1, mentre Stanway, mezzala sinistra, seguiva gli smarcamenti fuori o in attacco linea di Angeldal. Walsh, vertice basso di centrocampo, era libera di marcatura ma doveva schermare i due difensori centrali contro punta e trequartista avversaria, garantendo la superiorità numerica (un compito che non ha fatto con grande tempismo). La linea, poi, difendeva individualmente e in zona palla si orientava sul riferimento anche a palla scoperta.
LE GIOCATRICI DA TENERE D’OCCHIO
-LUCY BRONZE
Autrice della rete del momentaneo 1-2 e dell’ultimo rigore decisivo contro la Svezia, Lucy Bronze è una delle colonne portanti e giocatrice più esperta della Nazionale inglese. Classe 1991, Bronze ha disputato più di 140 presenze internazionali dal 2013 ed è quinta tra le giocatrici con più presenze con la maglia delle "leonesse". È considerata tra i terzini destri più forti del panorama europeo, abile in entrambe le fasi di gioco. Ha vinto più di venti trofei con i club, tra cui cinque volte la Women’s Champions, tre volte col Lione e due con il Barcellona, oltre ad aver partecipato da protagonista nei recenti successi della Nazionale. «L'avrei tolta dal campo solo se fosse uscita in sedia a rotelle», ha detto Wiegman dopo l'ultima partita contro la Svezia, decisa come detto proprio da Bronze. «Ho guardato il portiere nei rigori precedenti e ho notato che si buttava in anticipo verso un angolo», ha detto la terzina del Chelsea del suo rigore, tirato forte al centro «Statisticamente è più rischioso per il portiere stare in piedi, inoltre è più probabile che vinci se calci per primo per cui era determinante per me che vincessi il sorteggio. Amo la matematica e gioco da tanto tempo, so quanto le piccole cose possono fare la differenza e per me è stato così oggi».
-LAUREN JAMES
Genio e follia, estro con palla e indolenza senza, Lauren James rappresenta quella tipologia di calciatori che si vede sempre più raramente sul campo di calcio, dotati tanto di giocate sopraffine quanto di poca continuità all’interno della gara. È la sorella minore di Reece James, capitano del Chelsea, con cui ha condiviso l’infanzia calcistica e oggi anche la squadra. Nel corso dell’ultima stagione ha faticato a trovare continuità a causa di continui problemi muscolari. Trova il suo spazio vitale nel giocare sulla corsia di sinistra con l’autorizzazione a svariare su tutto il fronte offensivo per rientrare sul piede forte e provare la giocata decisiva.
-ALESSIA RUSSO
Com’è prevedibile da nome e cognome, le radici di Alessia Russo sono strettamente legate all’Italia: suo nonno si trasferì dalla provincia di Agrigento all’Inghilterra negli anni ’50. Dopo essersi messa in mostra con le Nazionali giovanili inglesi, la federazione italiana ha provato senza riuscirci a convincerla a vestire la maglia azzurra. Da due stagioni gioca con la maglia dell’Arsenal, con cui ha vinto la scorsa Women’s Champions League da protagonista. Numero nove nel club e nella Nazionale, Russo predilige giocare fronte porta e attaccare la profondità anche per la sua buona propensione alla corsa nonostante i 175cm di altezza. È molto abile a smarcarsi sul secondo palo per finalizzare.
COSA DEVE FARE L’ITALIA
Primo compito delle "azzurre": non scendere in campo con il senso di inferiorità dettato dall’ultimo confronto con l’Inghilterra. Era il febbraio 2024 e, anche se era solo un'amichevole, il risultato di 5-1 (reti di Wubben-Moy, Hemp, Toone e Daly, con quella della bandiera realizzata da Cambiaghi) è di quelli che non si dimenticano facilmente. L’ultima vittoria italiana risale all’Europeo 2009 con il risultato di 2-1 ottenuto grazie alle reti di Patrizia Panico e Alessia Tuttino. È passata una vita, in tutti i sensi. Ancora prima, nel 1990, Italia e Inghilterra si sono affrontate anche nel leggendario stadio di Wembley per un’amichevole storica, giocata tra le due Nazionali prima della finale di Charity Shield maschile tra Liverpool e Manchester United. Quella volta la partita finì 4-1 e tutti e quattro i gol italiani li segnò Carolina Morace.
Torniamo al 2025. Cosa deve fare la Nazionale di Soncin per raggiungere questa finale storica? Innanzitutto, per contenere la prima costruzione dell’Inghilterra sarà determinante impedire a Walsh, vertice basso avversario di centrocampo, di gestire i tempi del gioco. In questo la Svezia ha dato un ottimo esempio, con Asllani a schermare la giocata su di lei e Blackstenius che usciva forte su Williamson per orientare la costruzione avversaria su Carter. Questa struttura ha portato alla prima rete della Svezia al secondo minuto e ad altre occasioni favorite dagli errori in uscita dell’Inghilterra.
L’Italia dovrà evitare di fronteggiare la parità numerica contro gli attaccanti inglesi: come si vede dalla rete realizzata contro l’Olanda, Hampton è abile a riconoscere il pressing avversario e ricerca la giocata diretta sulla profondità di Russo, abile negli spazi aperti partendo da punta centrale.
In blocco basso l’Italia avrà due obiettivi: coprire il secondo palo quando l'Inghilterra attaccherà la profondità su palla laterale (azione attraverso cui l’Inghilterra ha creato diverse occasioni, tra cui il traversone che ha portato alla rete del momentaneo 1-2 contro la Svezia); e gestire gli inserimenti sul lato corto. Da questo punto di vista sarà determinante il coinvolgimento in fase di non possesso di tutte le nostre giocatrici, in particolare dell’esterno sinistro (se verrà mantenuto il 4-3-3) per contenere le avanzate di Bronze. L'Italia lo ha già fatto bene con la Norvegia, quando Bonansea si legava a Di Guglielmo.
L’Inghilterra ha tra le sue caratteristiche quella di sovraccaricare la zona di rifinitura avendo molte giocatrici di qualità, abili nelle combinazioni nello stretto. Servirà quindi un'altra prestazione attenta, come contro la Spagna, che con il gol 1-1 ci ha dato una indicazione importante: impedire che le avversarie prendano ritmo al limite dell’area - soprattutto attraverso la guida di Lauren James nel caso dell'Inghilterra.
È probabile che l’Italia avrà le sue occasioni soprattutto attraverso le transizioni offensive. L’Inghilterra, infatti, avrà presumibilmente il controllo del gioco, ma è una squadra molto meno dominante della Spagna con il pallone e molto più fragile senza. Insomma, le "azzurre" possono rendersi pericolose negli spazi aperti. In questo senso, sarà determinante la capacità dell’Italia di uscire dalla riaggressione per attaccare sul lato debole.
Uno dei punti di rottura dell'Inghilterra potrebbero essere le marcature preventive, che vengono fatte in maniera superficiale. L’Italia allora potrebbe sfruttare la posizione di Girelli tra Walsh e i due difensori centrali per ricevere e costruire la transizione offensiva.
L’Inghilterra mostra lacune anche nella copertura della profondità bassa: le giocatrici si orientano sul riferimento e non in copertura dello spazio, e sul lato debole sono pigre nel ricomponimento delle distanze tra le giocatrici della linea.
Ovviamente l’Italia non parte con i favori del pronostico. Lo dice il ranking (tredicesima contro quinta del ranking FIFA), come anche i trofei e la maggior esperienza nelle partite da dentro o fuori. Non è la prima volta, però, che le "azzurre" si trovano in questa situazione: battere i pronostici finora è stata la specialità della Nazionale di Soncin, farlo questa volta significherebbe arrivare a una finale che rimarrebbe nella storia.