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Emanuele Mongiardo
Il Milan ha pagato la sua passività
29 nov 2023
29 nov 2023
Dopo la sconfitta casalinga con il Borussia Dortmund, il Milan è con un piede fuori dalla Champions League.
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Emanuele Mongiardo
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IMAGO / NurPhoto
(foto) IMAGO / NurPhoto
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Lo scorso aprile, durante il quarto di finale di ritorno di Champions League giocato a Napoli, alla prima loro vera azione offensiva (arrivata a metà del primo tempo) Leão e Theo Hernandez avevano confezionato il calcio di rigore che avrebbe potuto avvicinare il Milan alle semifinali: sul dischetto si era presentato Giroud - il più esperto tra i rossoneri - ma il suo tiro incrociato era stato letto in anticipo da Meret. È stato un turning point che avrebbe potuto demoralizzare il Milan e dare entusiasmo al Napoli, invece la squadra di Pioli ha continuato a giocare la sua partita negando qualsiasi spazio all’avversario e, a fine primo tempo, ha trovato il vantaggio grazie ad un'altra transizione di Leão. Ieri sera, a San Siro, nella gara probabilmente decisiva per il passaggio agli ottavi, è stata una palla persa da Ryerson, terzino destro del Borussia Dortmund, a permettere al Milan di ripartire velocemente con Chuckwueze e, dopo un tiro ribattuto col braccio da Schlotterbeck, trovare il rigore del possibile uno a zero. Ancora una vola Giroud si è incaricato di battere il rigore, stavolta scegliendo di aprire il piatto sinistro, ma anche in questa occasione il portiere avversario, Kobel, ha intuito e parato. Neanche il tempo di realizzare l'accaduto che il diciannovenne Bynoe-Gittens si è ritrovato isolato con Calabria sul lato destro dell’area di rigore portandolo al fallo ingenuo. A differenza di Giroud, Reus il suo rigore l'ha segnato. In Champions League niente è più importante della gestione dei momenti sfavorevoli, e ieri il Milan ha perso il controllo della partita subito dopo aver fallito dal dischetto. Tra errori sottoporta e infortuni la sorte non ha aiutato, d'accordo, ma ieri sera la squadra di Pioli era in una situazione in cui non poteva più cercare scuse: nonostante le assenze bisognava risultare solidi, pur senza perdere la produttività – spesso mai convertita in gol effettivi – dimostrata in coppa quest’anno. I rossoneri, però, non sono stati all’altezza e alla fine sono usciti sconfitti per 3-1 dal loro stadio, un risultato che sembra fatale per il proseguimento del cammino in Europa. Anche il Borussia Dortmund ha rinunciato al pressing (e il Milan ne ha approfittato) Pioli arrivava all’incontro, come in tante altre partite di questo inizio di stagione, con molte defezioni. Se la difesa era quella titolare, con Maignan in porta e la linea composta da Calabria, Thiaw, Tomori e Theo, e a centrocampo Reijnders e Loftus-Cheek sono stati due riferimenti fissi in questi mesi, la sorpresa consisteva nel ritorno di Adli in mediana, dopo che Pioli gli aveva fatto trascorrere in panchina le ultime tre gare tra campionato e coppa. In avanti, per via delle assenze di Leão e di Okafor, è stato dirattato Pulisic a sinistra, con Chukwueze a destra. Nel 4-2-3-1 di Terzić, davanti a Kobel agivano Ryerson e Bensebaini da terzini, con Hummels e Schlotterbeck centrali. In mezzo i due mediani erano Emre Can e Sabitzer mentre sulla trequarti la novità rispetto alle gare precedenti del girone era l’assenza di Julian Brandt. Così, alle spalle di Fullkrug inizialmente c'erano Bynoe Gittens a sinistra, Malen a destra e Reus in mezzo. Milan e Borussia Dortmund hanno legato alcuni dei loro recenti successi a un’idea di calcio in cui il ruolo principale era svolto dal pressing alto. Il fatto di aver rinunciato per tutta la partita ad aggredire da subito gli avversari, se non in occasione dei rinvii dal fondo, è un indice del periodo di scarsa brillantezza di entrambi i club. I tedeschi aspettavano con un 4-4-2 ad altezza media che inizialmente copriva il centro per poi scivolare verso il lato della palla e chiudere tutti i riferimenti rossoneri, consapevoli forse delle difficoltà del Milan nell’ultimo terzo di campo contro le difese chiuse. La struttura giallonera ad inizio azione era particolarmente stretta e il Milan, in alcune occasioni, ha potuto approfittarne per allargare immediatamente su un giocatore alto e aperto costringendo i tedeschi a correre all’indietro. In questo modo, ad esempio, è nata indirettamente l’azione che ha portato al rigore di Giroud. Il Milan prova a costruire a sinistra, ma il Borussia scivola bene negando ulteriori sviluppi, e così Pulisic torna indietro da Adli, basso sul lato sinistro della difesa rossonera, mentre Reijnders rimane più alto e centrale e Sabitzer si avvicina per controllarlo. Reus scivola su Adli, mentre Malen rimane più basso per chiudere la linea di passaggio verso Pulisic, vicino al quale si avvicina anche il mediano Emre Can. Sul lato opposto Bynoe-Gittens rimane più basso, vista la presenza nella sua zona di Loftus-Cheek e Chukwueze. Il Borussia, insomma, collassa sul lato palla e Adli decide di andare in orizzontale dal centrale di destra Thiaw, sul fianco scoperto dei tedeschi. Thiaw apre subito in diagonale per Calabria, con la difesa di Terzić costretta a rinculare. Poi Calabria disegna un cross basso insidioso lisciato da Hummels ma anche da Giroud, che aveva fatto un passo in avanti di troppo.

Sul successivo recupero Ryerson prova a far ripartire i suoi, ma incredibilmente passa il pallone a Theo, che avvia così la transizione breve da cui nasce il tiro di Chukwueze deviato di braccio da Schlotterbeck. Anche il gol del momentaneo pareggio milanista è nato dalla possibilità di trovare subito il compagno alto e aperto per via della struttura particolarmente stretta del Dortmund. Con i tedeschi nella propria metà campo e con Bynoe-Gittens basso e stretto a centrocampo per coprire Chukwueze alle sue spalle, Thiaw può aprire per Calabria.

Lo scivolamento del Borussia però non è molto preciso: sul capitano rossonero esce Bensebaini, ma non c’è nessuno a dare copertura alle spalle dell’algerino perché Schlotterbeck rimane al centro, preoccupato della presenza di Loftus-Cheek, mentre Bynoe-Gittens che avrebbe dovuto dare copertura al compagno se ne accorge tardi. Così Chukwueze taglia alle spalle di Bensebaini e riceve da Calabria con quel millesimo di secondo in più per girarsi e preparare il dribbling in mezzo a due avversari. Il Milan non ha trovato un movimento di catena con cui aggirare l’avversario, ma ad uno dei suoi dribblatori è bastato un istante per creare qualcosa di pericoloso. Per il resto, i rossoneri hanno dato l’impressione di poter essere pericolosi solo in transizione, in quelle fasi di partita in cui la contesa è diventata uno scambio di colpi. Le cattive decisioni a campo aperto, quelle di Loftus-Cheek in particolare, hanno però impedito di creare occasioni nitide. Il Milan però è stato davvero troppo passivo A conti fatti, sono stati i giocatori del Borussia Dortmund ad aver avuto le idee più chiare su come gestire le situazioni favorevoli, approfittando di alcuni difetti strutturali del Milan. Il rigore di Reus, tanto per cominciare, nasce da una punizione per il Borussia sul lato destro della propria area: il Milan stringe in zona palla, Giroud abbozza il pressing su Hummels che però fa in tempo ad alzare testa e cambiare gioco per Bensebaini sulla sinistra.

Dato che Chukwueze era rimasto stretto, con i compagni scivolati sul lato della palla, Bensebaini può controllare ed avanzare. Chukwueze ripiega senza infastidirlo e l’algerino appoggia per Bynoe-Gittens. L’inglese punta Calabria, che gli lascia il fondo. Il capitano del Milan di solito è un terzino attento e accorto in uno contro uno: la decisione di affondare il tackle quando ormai all’avversario era rimasto pochissimo spazio non è da lui. Se Calabria avesse temporeggiato il Milan avrebbe evitato il rigore, ma è bastato comunque un banale cambio gioco a costringere i rossoneri a difendersi dentro la propria area. La passività del Milan è forse il singolo fattore che più spiega la sconfitta con il Borussia Dortmund di ieri, con i difensori lasciati liberi di impostare a proprio piacimento. Ma è stata decisiva anche la capacità degli uomini di Terzić di portare in giro per il campo i due mediani rossoneri, Reijnders e Adli, aprendo un buco nel corridoio centrale. Che sia facile trascinare fuori posizione i mediani del Milan, e quindi trovare la difesa scoperta, non è un segreto, e i tedeschi ne hanno approfittato in maniera chirurgica, soprattutto grazie ai movimenti di Sabitzer e Can. La libertà concessa ai difensori in impostazione e gli spazi lasciati tra le linee si sono rivelati letali. Giroud chiudeva Hummels, o in alternativa il corridoio centrale del campo, in questo modo Schlotterbeck era sempre libero di giocare a palla scoperta sul centro sinistra, e nel frattempo Reus poteva abbassarsi costringendo Adli, che lo seguiva spesso a uomo, ad abbandonare la posizione. Altre volte a proporsi era Sabitzer, che attirava a sé Reijnders. In questo modo Schlotterbeck riusciva a pescare con precisione il compagno che occupava lo spazio liberato dai mediani rossoneri. Un problema strutturale, accentuato dalla scarsa convinzione del Milan in fase di non possesso, con giusto qualche tentativo poco convinto di pressing in solitaria di Giroud, che non intralciava la possibilità di Schlotterbeck di giocare da dietro. Nel secondo tempo il centrale tedesco è stato sostituito e al suo posto in difesa è arretrato Emre Can: l’ex juventino ha goduto della stessa libertà e così ha dato origine ai gol del 2-1 e del 3-1. In occasione del 2-1, Emre Can è in possesso e Pulisic stringe troppo timidamente verso di lui, lasciandogli la possibilità di raggiungere Adeyemi (entrato al posto di Malen) nel mezzo spazio di destra. Lì vicino Adli è occupato dalla marcatura di Reus, mentre Theo ripiega per assorbire la salita di Ryerson. Adeyemi può controllare e girarsi fronte alla porta.

Adeyemi poi scarica su Ryerson e si alza, trascinando dietro di sé Adli. Ryerson appoggia indietro a Reus, libero da marcature, e al centro Fullkrug si sfila dalla difesa portando fuori posizione Krunic (subentrato a Thiaw) dettando il passaggio in orizzontale a Reus. Invece di controllare, Fullkrug serve di prima il movimento di Sabitzer alle sue spalle.

Quel passaggio pone Calabria di fronte ad un dilemma e il terzino sceglie di stringere su Sabitzer lasaciando Bynoe-Gittens alle sue spalle: proprio sul giovane talento inglese prolunga il pallone Sabitzer, mandandolo al tiro libero da marcature nel cuore dell'area. Che avrebbe dovuto fare Calabria, lasciare Tomori (oltretutto in leggero ritardo) in uno contro uno con Sabitzer? O sarebbe dovuto essere Chukwueze a fare un passo indietro per dare copertura a Calabria? Nessuno nei giocatori del Milan ha preso la decisione giusta in questo caso, arrivando sempre un passo dopo quelli del Borussia Dortmund. Nell’azione del 2-1 merita una menzione speciale Fullkrug, autore del passaggio decisivo. Non sarà un attaccante bello da vedere, e forse abituati alla grande tradizione di centravanti del Borussia Dortmund qualcuno storcerà il naso, tuttavia è stato tremendamente efficace nel riproporre quello stesso movimento lungo tutto il corso della partita: si staccava dalla linea difensiva venendo incontro al centrocampo e attirando un difensore, poi quando riceveva il passaggio imbucava di prima per il movimento del compagno alle sue spalle. In maniera diversa, Fulkrug è stato stato determinante anche nel 3-1. Ancora una volta, il gol è nato dalla palla scoperta concessa a Emre Can, con Pulisic che non ha fatto più che abbozzare il pressing. Il Milan in quell’occasione era lungo, perché attaccanti e difensori erano rimasti alti, vicino alla zona di costruzione avversaria, mentre la difesa si trovava indietro per via della presenza di Fullkrug e del neo entrato Wolf. Emre Can decide di lanciare, mentre Fullkrug e Wolf si allargano per avvicinarsi tra loro e infastidire nel duello aereo Tomori e Krunic. Fullkrug riesce a colpire di testa e ad addomesticare il pallone. Quasi cadendo, serve l’inserimento di Reus alle spalle di Adli. Il capitano giallonero riesce a prolungare per Adeyemi sul centro sinistra che rientra e tira, piegando le mani di Maignan. L’errore del portiere è decisivo, ma il presupposto da cui nasce l’azione, la libertà concessa alla retroguardia del Borussia, è stato ricorrente per tutta la partita. Adesso al Milan non resta che provare a vincere in casa del Newcastle per qualificarsi, sempre che il Borussia Dortmund già qualificato batta il PSG in casa: una missione quasi impossibile. La sconfitta di ieri ha il sapore di una sentenza sulla stagione del Milan, compromessa già a novembre. I rossoneri hanno dimostrato anche in questa fase a gironi di poter essere una squadra “da Champions”, per la capacità di accettare gli scambi di colpi e di non andare comunque al tappeto, ma i momenti di brillantezza scompaiono al cospetto dei troppi errori in fase di finalizzazione nelle gare d’andata contro Newcastle e Borussia Dortmund, e delle brutte sconfitte di ieri e di Parigi. Peccato, almeno ieri pur con tutte le scusanti non serviva poi molto di più...

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