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Marco D'Ottavi
Da dove sbuca fuori Iling-Junior
26 ott 2022
26 ott 2022
E cosa ci dice la sua prestazione contro il Benfica.
(di)
Marco D'Ottavi
(foto)
Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images
(foto) Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images
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Ieri la Juventus ha fallito la qualificazione agli ottavi di Champions League per la prima volta dal 2013, con tutto quello che ne deriva in termini di ricadute economiche per la società e psicologiche per la squadra e i tifosi. Lo ha fatto perdendo contro un Benfica che l’ha messa alle corde, che è sembrato anni luce più fresco, propositivo, moderno, rischiando di subire una pioggia di gol in un modo che è geneticamente lontano dall’essenza della Juventus stessa. L’unico aspetto positivo, se proprio vogliamo cercarne uno, è stata la reazione finale, arrivata nel momento in cui Allegri aveva gettato la spugna con i cambi. Forse il Benfica aveva, come si dice, tirato i remi in barca troppo presto, ma con i giovani in campo la Juventus è sembrata un’altra squadra per voglia e capacità di attaccare. Se le qualità di Miretti ormai le conosciamo e la speranza di trovare in Soulé una sottospecie di Dybala - da non lasciar andare a parametro zero - stuzzica i tifosi da un po’, ma è un progetto a lungo termine, il vero fulmine a ciel sereno è stato Samuel Iling-Junior, sbucato dal nulla e che in venti minuti ha messo a ferro e fuoco la fascia sinistra. Da dove arrivaNon ci sono molte informazioni su di lui e forse è questo alone di mistero che lo circonda ad aver reso così spettacolare il suo esordio in Champions League, perché totalmente inatteso. Su internet, per esempio, non si trova in che posto dell’Inghilterra sia nato. Non che sia importante, ma è il tipo di informazione che sui calciatori sappiamo ancora prima di sapere con che piede calciano. Ha diverse presenze nelle giovanili inglesi, ma non è mai citato in articoli riguardo i migliori prospetti giovanili del paese. In generale la maggior parte degli articoli su di lui sono arrivati nell’ultimo mese, quando ha iniziato a comparire sulla panchina della prima squadra.

Il nostro podcast riservato agli abbonati dedicato alla partita di ieri. Per ascoltarlo ci si abbona qui.

Sappiamo che è entrato nel 2011, a nove anni, nelle giovanili del Chelsea (quindi forse è delle parti di Londra) dove è rimasto fino al 2020. Negli ultimi anni l’Inghilterra è uno dei posti più fecondi per la nascita del talento calcistico e l’Academy del Chelsea è una delle realtà migliori per svilupparlo. È però anche un posto dove la competizione è enorme e in cui il percorso verso la prima squadra può essere più lungo e tortuoso della media. Secondo diversi articoli, dove però non si citano fonti attendibili, Iling-Junior avrebbe deciso di lasciare l’Academy del Chelsea proprio per questo motivo, per la fretta di arrivare. Lo avrebbe fatto dopo aver visto i successi dell’ex compagno Musiala con il Bayern Monaco (titolare da quando ha, più o meno, 17 anni).A quel punto la Juventus sarebbe stata la più lesta ad accoglierlo, battendo la concorrenza di squadre come il PSG, il Bayern Monaco, Borussia Dortmund e compagnia. Iling-Junior ha appena compiuto 17 anni e si trasferisce in un paese straniero, con una lingua che non conosce, nel bel mezzo di una pandemia. I bianconeri lo aggregano alla formazione Primavera dove sperimentano con le sue caratteristiche. Gioca in quasi tutti i ruoli, rimbalzando da destra a sinistra, mostrando spesso uno strapotere fisico sui pari età. Nel frattempo, però, la Juventus ha anche una seconda squadra, l’U23 - o Next Gen - che gioca in serie C e che dovrebbe sviluppare i giovani più interessanti prima di lanciarli in prima squadra o, comunque, tra i professionisti. Iling-Junior ci arriva in questa stagione, a 19 anni, dopo due stagioni in Primavera. L’impatto è immediato: in 7 partite segna 4 gol e si guadagna la chiamata con la prima squadra dove è aggregato da un paio di settimane con continuità. Chi lo ha visto o allenato ha parlato benissimo della sua crescita nei due anni a Torino.L’esordio con Allegri è arrivato contro l’Empoli, dove Iling-Junior ha subito mostrato grande freschezza, con un paio di accelerazioni interessanti, ma era negli ultimi minuti di una partita già vinta, con l’avversario alle corde, in un raro momento in cui ai giocatori della Juventus sembrava poter riuscire tutto a livello tecnico. Molto diversa, invece, è stata l’esibizione contro il Benfica.

Pochi minuti ma buoniIling-Junior è entrato al 70' insieme a Soulé per sostituire Kostic e Vlahovic e ridisegnare la squadra con un 4-3-3 in cui lui agiva da ala sinistra, Miretti era entrato dieci minuti prima. Il primo pallone toccato è stata una spazzata dentro la propria area di rigore in anticipo su Joao Mario, dopo un recupero all’indietro molto profondo (lì dove in altre occasioni il portoghese era stato libero di ricevere e fare male alla Juventus). Il secondo è arrivato quattro minuti dopo, quattro minuti in cui il Benfica aveva controllato agevolmente la partita dando l’impressione di essere sempre sul punto di segnare il quinto gol, ed è l’assist per la girata vincente di Milik. Iling-Junior riceve un pallone da Alex Sandro con i piedi ben piantati sulla linea laterale. Il terzino brasiliano rimane fermo, così come Joao Mario che non va a raddoppiare, forse per pigrizia, e allora Iling-Junior non se lo fa ripetere due volte e prova l’uno contro uno con Bah.

Il modo in cui lo salta, con una prima finta di andare sul fondo, a cui poi aggiunge una seconda finta di voler rientrare, ballando quasi sul pallone per far muovere Bah, per poi andare davvero sul fondo mentre l’avversario ha perso il tempo per girarsi di spalle, non è solo un dribbling bello da vedere, ma è anche un tipo di giocata che la Juventus non vede dall’infortunio di Chiesa e che, in generale, non è nel bagaglio tecnico dei suoi calciatori da molti anni. Anche lo stesso Kostic, che non sta giocando male e che con i suoi cross sembra l’unica arma offensiva decente, non è un’ala che può dribblare partendo da fermo, piuttosto preferisce superare il diretto avversario ricevendo sulla corsa. Eppure questo tipo di dribbling è un’arma sempre più importante da avere nelle squadre moderne: più giocatori possono creare superiorità, più è facile attaccare (pensate a come Leao è diventato il miglior giocatore della Serie A). Il cross, poi, al netto della grande coordinazione di Milik fondamentale per trasformarlo in gol, è fatto molto bene, colpendo il pallone con forza e l'effetto giusto. Iling-Junior è mancino e ha potuto arrivare sul fondo e crossare con il piede forte, come fa Kostic. In Primavera è stato provato anche a destra, per sfruttare il suo dribbling per entrare dentro al campo e tirare, come capita quasi sempre con le ali, ma al momento la posizione in cui è stato usato con l’U23 e in prima squadra è quella di ala sinistra. Due minuti dopo Iling-Junior ha fatto praticamente la stessa azione, questa volta puntando Bah e portandolo dentro al campo. Forse il terzino aveva paura di farsi saltare allo stesso modo, ma in questo modo ha concesso più spazio all’inglese a cui è bastato accelerare appena, spostarsi la palla sul sinistro e crossare forte e teso. Questa volta c’è voluto un intervento non impeccabile di Vlachodimos per agevolare il gol di McKennie, ma la sostanza non cambia: a volte basta un dribbling fatto bene per avere un cross fatto bene e una possibile occasione da gol.Da quel momento si è creata come una mistica intorno all’inglese. La Juventus ha provato a servirlo in uno contro uno sull’esterno come se fosse una partita di basket e Iling il miglior giocatore con la mano particolarmente calda, il Benfica ha fatto di tutto per impedirglielo. Schmidt ha tolto subito Bah per mettere Gilberto, un difensore fresco che lo seguisse come un cane da tartufo, mentre Allegri quasi si sbracciava per dire ai suoi di passare da quel giovane sconosciuto che aveva appena buttato in campo per mandare un messaggio alla società. C’è da dire che, dopo quei due minuti incendiari, la partita di Iling-Junior si è leggermente ridimensionata verso una quasi normalità. Con la quarta giocata della sua partita ha spinto nel mezzo spazio di sinistra, ma si è allungato troppo il pallone per la fretta, giustificata, di creare qualcosa finendo per perderlo; dopo ha giocato male un passaggio non difficile in verticale per Miretti. Al minuto 85 è rimasto come ultimo uomo su un calcio d’angolo e sul contropiede del Benfica ha lisciato goffamente un facile intervento in scivolata aprendo un'autostrada a Rafa Silva, che poi avrebbe colpito il palo non chiudendo di nuovo la partita.Due minuti dopo, però, Iling-Junior ha messo anche un altro cross di prima, basso e teso, preciso sul piede di Soulé, libero al centro dell’area di rigore. Magari fosse capitato a un destro sarebbe stato il terzo gol propiziato dall’inglese in pochi minuti. Se nelle prime due occasioni Iling si era messo in proprio in situazioni di uno contro uno, è interessante vedere come qui la Juventus porti Locatelli, che ormai agiva da punta, nel mezzo spazio di sinistra per togliergli la marcatura asfissiante di Gilberto. Un tipo di soluzione che forse la Juventus avrebbe dovuto usare prima e meglio, visto che le ricezioni dei centrocampisti negli spazi di mezzo sembravano il punto debole del Benfica. Anche in questa circostanza, comunque, Iling-Junior ha mostrato un certo sesto senso nel fare la cosa giusta.

È difficile commentare la prestazione di Iling-Junior, arrivata in un ambiente quasi da esperimento scientifico, in una partita ormai chiusa, con i piani tattici se non proprio saltati, diciamo applicati in maniera meno rigorosa dagli uomini in campo, in un contesto che quindi poteva favorire un giocatore fresco con le sue caratteristiche. Ovviamente nei suoi venti minuti, e in quelli di Miretti e Soulé, ci si può vedere una voglia di lottare che non si sta vedendo in molti dei titolari che ha fatto felice i tifosi. C’è poi l’aspetto tattico, delle caratteristiche che ha portato in campo Iling-Junior ieri sera, e che non è detto sia in grado di trasporle già nel calcio dei grandi con regolarità, anzi è più facile ipotizzare il contrario, ma che forse vale la pena provare. Una certa leggerezza nell’attaccare, uno spiccato senso per il dribbling e una velocità partendo da fermo non banale. La Juventus ha puntato molto su Kostic, e nelle ultime partite è stato tra i più positivi, ma non ha le stesse caratteristiche. Il passaggio dal 4-3-3 ipotizzato nelle prime partite della stagione al 3-5-2 che sembra essere il modulo di riferimento almeno fino alla pausa per il Mondiale è stato fatto anche perché da esterno alto il serbo non rende. Iling-Junior potrebbe essere una variante a partita in corsa o magari da provare con Di Maria dall’altra parte, per allargare ulteriormente il campo, se tornerà disponibile. Oppure Allegri potrebbe, chissà, provarlo a destra. Visto che il rapporto con l’argentino non è mai decollato, e già si parla di una cessione a gennaio, la sua freschezza potrebbe essere un’alternativa a destra, visto che Cuadrado non sembra averne più. Lì però c’è anche Soulé. E se fosse meglio lui? Insomma, che a un calciatore che non aveva mai messo piede in campo siano bastati venti minuti per far venire dei dubbi su tutti gli altri la dice lunga sulla stagione della Juventus. In una confusione tecnica e tattica impossibile da sbrogliare, guardare a uno come Iling-Junior è stimolante, un calciatore dalle qualità così nette da non richiedere un contesto intorno, anzi che forse funziona meglio nel caos che in un sistema molto codificato. Per Allegri puntare su Iling-Junior da una parte vorrebbe dire abdicare alla sua idea che i giovani devono farsi prima la Serie C, poi tanta B e infine un po’ di media-bassa Serie A prima di diventare grandi, dall’altra è evidente il bisogno che ha della freschezza di un calciatore così. Quale sarà il suo futuro a breve termine è ovviamente impossibile da stabilire, se Allegri e la Juventus andranno full young alla ricerca di qualcosa a cui attaccarsi in una stagione già compromessa o se a prendere il sopravvento, tanto più con il ritorno degli infortunati, sarà la squadra costruita dal mercato per affrontare questa stagione. Ancora più difficile vedere in quello a lungo termine, se arriveranno dei prestiti, se la Juventus ci punterà forte, se vorrà farne cassa in un momento economicamente complicato, consapevole che per lei è difficile sviluppare questo tipo di calciatori. Qualunque sia la risposta, tra Iling-Junior e i tifosi rimarrano sempre quei 20 minuti al Lisbona, che non sarà come Humphrey Bogart e Ingrid Bergman con Parigi, ma almeno nella peggior stagione da molti anni a questa parte è già qualcosa.

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