
Il sangue cola sull’arcata sopraccigliare di Charles Oliveira dopo pochissimo dall’inizio del match. Ilia Topuria ha messo su la sua personalissima conferenza fatta di colpi corti, potenti, precisi, volti a spegnere la luce di chi gli si para davanti. Oliveira annaspa ma non si arrende, avanza - in fin dei conti anche lui è il protagonista del main event di UFC 317, e anche se è sfavorito in passato ha ribaltato più volte i pronostici - incassa uno, due colpi, non sembra tremare, il mento risponde bene.
Oliveira tenta di dominare Topuria attraverso la sua abilità lottatoria sin dall’inizio, quando i loro corpi sono ancora asciutti: i suoi movimenti morbidi, simili a una danza, non sortiscono il risultato sperato. Il pubblico di Las Vegas è col fiato sospeso mentre i due fighter sono a terra, ma quando tornano in piedi bastano pochi scambi, una finta di jab, un overhand alla mandibola, e le luci si spengono. Almeno per Charles Oliveira.
È così che Ilia Topuria è diventato campione in due categorie di peso diverse, quella dei pesi piuma - dove ha spazzato qualsiasi avversario sul suo cammino, prima di rendere vacante il titolo e salire nella categoria superiore - e quella dei pesi leggeri, appunto, dove gli è bastato mezzo round per sconfiggere il veterano Charles Oliveira e impossessarsi della cintura (a sua volta resa vacante da Islam Macachaev, anche lui salito di una categoria).
Cronaca di un trionfo annunciato? A quanto pare Topuria aveva festeggiato la sua vittoria con un giorno d’anticipo, insieme ad amici e famiglia, sicuro forse del fatto che il suo stile e quello di Oliveira si combinavano in modo a lui favorevole. E così è stato. Di fronte all’ineluttabilità di una prestazione priva di crepe, in molti (tra i quali i commentatori italiani di UFC Alessio Di Chirico e Giacomo Brunelli) si sono chiesti subito se Topuria possa già essere considerato al livello di Conor McGregor, il primo a vincere due cinture in due categorie di peso diverse.
CHI È PIU' FORTE, TOPURIA OGGI O MCGREGOR AL SUO PICCO?
La scalata di McGregor nei pesi piuma è stata fulminante e irripetibile: sconfitti Chad Mendes (per il titolo ad interim) e poi José Aldo che in quel momento era forte di un dominio decennale, McGregor ha perso con Nate Diaz per sottomissione in una breve avventura nei pesi welter, si è vendicato di quella sconfitta battendolo ai punti in un re-match combattuto, e poi ha messo in scena la prestazione più incredibile della propria carriera distruggendo Eddie Alvarez per il titolo dei pesi leggeri.
Fu il suo match migliore, ma anche il suo canto del cigno. McGregor non ha mai difeso la cintura dei pesi piuma né quella dei leggeri e, dopo un’avventura lucrativa nel mondo della boxe che gli ha fatto perdere tempo e ha compromesso il suo stile (come sottolineato da Di Chirico proprio sabato notte in fase di commento su Discovery), ha perso nei pesi leggeri con il nuovo campione Khabib Nurmagomedov. La sua carriera, di fatto, è finita lì.
Ilia Topuria è stato tacciato più volte di essere un “McGregor wannabe”, un apostolo che segue le orme dell’irlandese. Ma Topuria è molto di più di questo: nonostante mediaticamente non abbia il fascino del primo McGregor (anzi, a molti sta antipatico e con Oliveira non era certo lui il favorito del pubblico), le sue qualità in gabbia sono già superiori a quelle che l’irlandese aveva nel suo picco.
La caratteristica che fa più paura di Topuria è sicuramente la potenza delle sue mani. Destro, sinistro, fa poca differenza: se centra il proprio avversario nella zona mandibolare, le gambe cedono e chi gli sta di fronte cade, spesso con espressioni che ricordano le namakubi, le teste recise tipiche del tatuaggio giapponese. McGregor aveva un sinistro davvero mortifero, era preciso, secco, ma non aveva la forza d’urto che hanno le mani di Topuria.
Topuria tende a farsi strada attraverso le combinazioni, spesso in avanzamento; se proprio deve, sa incassare per accorciare agevolmente le distanze, prima di colpire. Ci riesce praticamente sempre. Non sembra dotato del footwork leggiadro e mobile che era proprio di McGregor, né dei suoi angoli imprevedibili, ma è dotato di molti più strumenti, a partire dalla qualità nella lotta.
Oltre alla potenza, i pugni di Topuria sono accompagnati da un timing e una precisione chirurgica, e se, come ha fatto Oliveira, il suo avversario prova a imporsi in fase di grappling, spesso Topuria riesce ad avere la meglio. Ai primi tempi di Topuria in UFC, nessuno voleva sfidare Ryan Hall, detto “The Wizard”, un fenomeno del jiu-jitsu difficilissimo da gestire e quasi impossibile da leggere. Topuria accettò subito e, senza alcun timore reverenziale, lo seguì a terra e lo mise KO a suon di colpi a martello.
Oliveira ha provato ad imporre la propria fisicità a parete, poi anche a terra, ha provato a ottenere una leva alle gambe, ma Topuria ha girato dal lato giusto e si è liberato praticamente subito, prima di tornare in piedi e, con grande rapidità, fintare il jab e schiantare l’overhand sulla mandibola del brasiliano.
Le prime sette vittorie di Topuria - tuttora imbattuto, per chi non lo sapesse, con 17 vittorie consecutive da professionista - sono state delle sottomissioni: il suo jiu-jitsu è di livello altissimo, la sua qualità lottatoria in generale, sebbene non venga sfoggiata regolarmente, è almeno pari alla sua abilità nella fase di striking.
Charles Oliveira ha 36 anni, non è più nel suo prime, ma ha mantenuto un livello lottatorio fenomenale e godeva di un vantaggio nelle dimensioni non indifferente. Nonostante ciò non ha potuto contenere la furia controllata del campione spagnolo, che lo ha letteralmente rivoltato. Ha fatto sembrare tutto facile. Topuria è freddo, calcolatore, ha coscienza della propria potenza, la usa a proprio vantaggio senza caderne preda.
Non si bea dei propri mezzi dentro la gabbia, non più almeno, ha rimosso anche quel residuo di egocentrismo (solo contro Jai Herbert ha rischiato in questo senso, per poi risalire in cattedra e vincere per KO) e si concede qualche uscita particolare solo durante le conferenze stampa, dando sfogo a un trash talking meno sagace e tagliente rispetto a quello di McGregor.
Ricapitolando: McGregor gli è superiore come personaggio e, forse, come estro, come stile, ma Topuria lo è nel resto: ha colpi più pesanti, è più efficace e può contare sulla lotta, punto debole dell’irlandese. Oltretutto, Topuria è diventato campione per la seconda volta senza mai perdere, calcolando bene i propri rischi (perché comunque salire di categoria è un rischio) e senza mai compiere passi falsi. Se continuerà così anche in futuro, se imparerà anche dagli errori di McGregor, il suo picco durerà sicuramente di più.
Quale sarà la sua prossima mossa? Nonostante la sfida lanciata in diretta a Paddy Pimblett, l’inglese non sembra davvero all’altezza, sarebbe più affascinante attendere il risultato della prima difesa titolata di Jack Della Maddalena nei pesi welter che, salvo sorprese, dovrebbe avvenire contro Islam Makhachev. Indipendentemente da chi vinca, l’UFC si troverebbe davanti a una possibilità finora impensabile: avere il primo campione in tre categorie di peso diverse.
Topuria ha detto che entro i 30 anni vorrebbe essere fuori dal mondo del fighting attivo. Anche se la promessa venisse mantenuta, c’è ancora spazio per qualche match importante. E se tutti gli astri dovessero allinearsi in suo favore, “El Matador” verrà ricordato come uno dei più grandi combattenti della storia delle MMA. Anche se, probabilmente, lo è già adesso.