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Marco De Santis
Il portafoglio della Fiorentina 2018
30 lug 2018
30 lug 2018
Una guida ai ragionamenti economici che influenzano le scelte della dirigenza viola.
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Marco De Santis
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L’anno scorso di questi tempi la Fiorentina era impegnata in un’importante opera di risanamento dei conti societari tramite un ringiovanimento della rosa che aveva destato qualche perplessità nei tifosi. A conti fatti, invece, il lavoro portato a termine dal direttore generale Pantaleo Corvino nella sessione estiva del mercato 2017/18 ha portato i suoi frutti.

 


La Fiorentina si è mantenuta sui livelli della stagione precedente (confermato l’ottavo posto, con appena tre punti in meno rispetto al 2016/17) e ha inoltre centrato in pieno l’obiettivo economico che ha anzi superato le più rosee previsioni. La chiusura del bilancio 2017 ha evidenziato un utile di 37 milioni, sfruttando circa 80 milioni di plusvalenze e una riduzione di circa 5 milioni dei costi fra monte ingaggi e ammortamenti.

 

Grazie a questi risultati economici, sommati alla diversa ripartizione dei diritti televisivi che dovrebbe garantire ai Viola circa 13 milioni in più rispetto al 2017/18, quest’anno la Fiorentina per mantenere il bilancio in sostanziale pareggio (che è l’obiettivo societario) è chiamata a recuperare risorse sul mercato per circa 30 milioni.

 

L’obiettivo oggi sarebbe già stato raggiunto, anche mettendo in conto gli esborsi per i nuovi acquisti già effettuati (oltre ai riscatti di Pezzella, Saponara, Laurini e Biraghi sono arrivati Lafont, Hancko, Vlahovic, Ceccherini, Norgaard, Gerson e il giovane Montiel), tramite le operazioni in uscita concluse a gennaio e soprattutto in questa prima parte di mercato. Parte importante dei ricavi da calciomercato sono arrivati dai riscatti di Kalinic da parte del Milan (costo del cartellino 20 milioni) e di Babacar (9 milioni) da parte del Sassuolo, che hanno portato nelle casse della Fiorentina plusvalenze per 28 milioni. Introiti meno corposi ma comunque utili sono giunti dalle cessioni di Tomovic , Bruno Gaspar e Rebic.

 

Quest’ultimo si è reso protagonista di un ottimo Mondiale, con prestazioni che avrebbero permesso di venderlo a una cifra superiore ai 2 milioni incassati dal riscatto concordato l’anno scorso con l’Eintracht Francoforte. La Fiorentina può consolarsi con il fatto di aver mantenuto il diritto di incassare il 50% della futura rivendita del giocatore a una terza squadra. Una situazione che potrebbe verificarsi già in questa sessione di mercato (si parla per lui di un interessamento da parte del Bayern Monaco e del Manchester UTD).

 

Lo scenario descritto spiega come mai la Fiorentina, a differenza della scorsa stagione, può permettersi di porre una strenue resistenza alle offerte pervenute per Chiesa e per Simeone. Se per il primo le possibilità che lasci la Fiorentina in questa sessione di mercato sembrano ridotte, qualche rischio in più c’è per il numero 9, corteggiato dall’Atletico Madrid allenato dal padre. Le probabilità che restino entrambi sono comunque molto elevate. Essendo in questo momento in sostanziale equilibrio di bilancio, se vuole investire in altri giocatori la Fiorentina è però chiamata a fare almeno una cessione, magari meno roboante (candidato Eysseric, da aggiungere al possibile introito relativo a Rebic) ma che generi una qualche plusvalenza, altrimenti non sembrano esserci alternative ad acquisti solamente in prestito (un aiuto sarebbe potuto arrivare dal TAS di Losanna in caso di conferma di esclusione del Milan dall’Europa League, ma la sentenza è andata in direzione opposta e quindi la Fiorentina non potrà contare su introiti relativi alla partecipazione a una competizione europea).

 



 


La Fiorentina è in cerca di un attaccante esterno. Da qualche settimana sta provando a prendere il croato Pjaca, che dopo un lungo recupero dal brutto infortunio che gli ha impedito di rendere al meglio nella scorsa stagione (anche nei cinque mesi di permanenza in Germania, allo Schalke 04) è stato messo sul mercato dalla Juventus. I pochi fondi attualmente disponibili hanno portato a una fase di stallo, con la Fiorentina che vorrebbe chiudere con un semplice prestito con diritto di riscatto mentre i bianconeri (avendo necessità di rientrare dall’investimento Cristiano Ronaldo con numerose cessioni) pretendono al momento un acquisto a titolo definitivo con ricompra o un prestito con obbligo di riscatto entro fine giugno.

 

Se non si dovesse concludere l’acquisto di Pjaca la Fiorentina potrebbe virare su De Paul dell’Udinese, El Shaarawy della Roma o Berardi del Sassuolo, tutte trattative comunque non semplici da concludere senza le cessioni sopracitate. A meno che le squadre non aprano all’ipotesi prestito con diritto di riscatto. Una situazione che non fa felici i tifosi della Fiorentina, che qualche giorno fa

sul Ponte delle Grazie contro la società. L’ennesima prova di un rapporto sempre più consumato.

 

La Fiorentina può guardare al futuro con maggiore serenità, ma come sempre le ragioni economiche e quelle dei tifosi faticano a stare insieme.

 

 

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