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Il peggior allenatore dell'anno
09 giu 2016
09 giu 2016
Il vincitore è Gary Neville e i suoi 4 mesi da incubo al Valencia.
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19 min
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«E poiché possedere delle qualità presuppone una certa soddisfazione di constatarle reali, è lecito prevedere come a uno cui manchi il senso della realtà anche nei confronti di se stesso, possa un bel giorno capitare di scoprire in sé l'uomo senza qualità».

Roberto Musil, L’uomo senza qualità

Con il taglio di capelli poco definito, la tuta sociale allacciata e le spalle strette, Gary Neville non sembra avere niente a che fare col mondo del calcio. Risulta persino difficile credere al suo curriculum: capitano del Manchester UTD, vincitore di due Coppe dei Campioni, otto campionati inglesi e tre FA Cup, tra le altre cose. Come è difficile credere che sia appena stato chiamato ad allenare il Valencia. Difficile da credere quasi per tutti nella sala stampa che lo accoglie alla presentazione ufficiale, il 2 dicembre, quando un giornalista gli chiede: “Sei pronto per tutto questo?” e lui risponde “Lo scopriremo”.

La storia di Gary Neville aveva già scritto un finale amaro. Un tecnico senza esperienza e senza conoscenza della lingua precipitato in una società incerta, con a disposizione una rosa mal costruita. Eppure, per quanto tutti in fondo sapessero che sarebbe andata male, forse pochi pensavano così male.

I quattro mesi di Gary Neville sono così zeppi di piccole parabole di inadeguatezza, che sembrano quattro anni. Ho provato a riassumere questi mesi nel modo più preciso possibile, per far sì che rimangano scolpiti nella nostra memoria come un grande esempio sull’essere umano.

5 dicembre: Gary Neville viene annunciato come nuovo tecnico del Valencia. Molti sostengono che alla base non ci sia altro che la sua amicizia con Peter Lim, proprietario della società; per altri è semplicemente una follia.

I colleghi lo accolgono con piccole dichiarazioni ricche di tiepido scetticismo.

Josè Mourinho: «Non ho da dargli nessun consiglio. Spero faccia bene, ma allenare non è come usare il touchscreen negli studi di Sky Sport».

Louis van Gaal: «Avrà bisogno di un bel po’ di fortuna per fare bene».

Steve McManaman: «Ammetto di essere sorpreso dalla scelta del Valencia».

L’unica dichiarazione positiva arriva da Sir Alex Ferguson: «Gary trasforma in oro tutto ciò che tocca”, che però non conta perché l’affermazione è ovvia quanto quella di una madre che sostiene che il figlio sia “il più bello del mondo».

2 dicembre: La presentazione ufficiale di Gary Neville somiglia a quelle puntate pilota che contengono in sé l’intero sviluppo della serie. Arrivando in sala stampa viene consegnata a Neville una cassa di arance, simbolo della città di Valencia. In una delle foto Neville fa per stringere la mano all’anziano signore che aveva portato la frutta, ma quello non lo degna di uno sguardo.

Il primo dei tanti momenti di ironia involontaria di Neville al Valencia.

Quando spiega il perché ha accettato una panchina per cui tutti lo ritengono inadeguato, Neville risponde citando le stesse ragioni per cui una persona ragionevole, nelle sue condizioni, non avrebbe mai accettato: «Quando ero un giocatore, questo era un posto terribile in cui giocare fuori casa. So quanto può intimidire e la sfida è questa». Sarà una costante dell’esperienza Neville: fare dichiarazioni da Rambo con il carisma di un impiegato pubblico.

In generale però Neville prova a tenere un profilo umile, un tono pacato, come se sapesse di dover giustificare la propria presenza lì. È impossibile non provare un minimo di empatia per Neville. Quando i giornalisti gli fanno le domande sembrano stare molto attenti a non ferire i suoi sentimenti. Soprattutto quando gli chiedono del suo rapporto con lo spagnolo – l’enorme elefante nella stanza – il giornalista inglese lo fa con un tono da “scusa ma dovevo chiedertelo”. Neville risponde che deve trovare qualcuno che glielo insegni alle 6 del mattino. Più avanti dice di “comprendere lo scetticismo dei tifosi”, che in una piazza come Valencia suona come un autocondanna, un’implicita ammissione del fatto che non dovesse essere lì. Dopo dice «Qualunque cosa succeda nei prossimi cinque mesi, la gente scriverà la parola ‘fallimento’ o ‘successo’ alla fine».

5 dicembre: Il Valencia gioca contro il Barcellona. Neville dice di non voler entrare subito in panchina “per non disturbare la preparazione di una partita così importante”. Il Valencia, di fatto senza allenatore, coglie un insperato pareggio.

8 dicembre: Dopo il suo ritiro Gary Neville si è costruito una solida reputazione da opinionista televisivo. I suoi resoconti tattici alla BBC erano acuti, interessanti e lo avevano elevato a punto di riferimento sui discorsi di tattica in Inghilterra. Anche per questo risulta abbastanza incredibile che al suo primo allenamento, per poter osservare i movimenti dall’alto, non abbia utilizzato un drone ma preferendo posizionare una troupe con telecamera sopra una gru a bordo campo (!). Tante sono le domande insolute: Gary Neville conosce l’esistenza dei droni? Ai tipi che sono saliti sulla gru è venuto qualche dubbio? Lo hanno lasciato fare per metterlo in ridicolo?

Il momento più carico di ironia è a circa metà video, quando Gary Neville alza gli occhi al cielo, la telecamera si alza e inquadra la scritta presagio “GANAR, GANAR, GANAR”.

9 dicembre: All’esordio in panchina, contro il Lione in Champions League, il Valencia viene eliminato. La situazione non era così drammatica, i “pipistrelli” erano terzi in un girone morbido: gli sarebbero bastati forse 4 punti per passare il turno. Ma Neville perde in casa contro un Lione in crisi e già fuori dalla Champions.

Nei primi minuti Mustafi prende un palo di testa, poi il Lione trova un gol assurdo con Cornet e un altro in contropiede con Lacazette.

Prima della partita era stato chiesto a Neville se si sentiva nervoso, lui è prima scoppiato a ridere, poi si è lasciato andare a una lunga risposta da seduta terapeutica, il cui succo è: “non sono per niente nervoso e non so se è un bene o un male”. Dopo la partita ostenta ottimismo, guarda al futuro, cercando di passare sopra al fatto che il Valencia ha appena mancato uno dei suoi obiettivi stagionali.

12 dicembre: Primo punto in Liga! Però contro l’Eibar L. Alla fine della partita Neville inizia a essere scettico su sé stesso: «capisco che prendermi è stato un grosso rischio» :(

31 dicembre: Il Valencia perde uno a zero contro il Villareal. I tifosi iniziano a contestare Gary Neville.

1 gennaio: Ora immaginate Gary Neville al cenone di capodanno, davanti al suo piatto col cotechino con le lenticchie. Immaginatelo col vestito buono, ma buono come può essere un vestito buono di Gary Neville, quindi meno buono della media dei vestiti buoni. Immaginate i suoi familiari trattarlo con una delicatezza speciale: “Per papà è un momento difficile”. Immaginate Gary Neville rendersene conto, combattuto tra la gratitudine e l’umiliazione, che continua a pensare “Chi me lo ha fatto fare? Chi me lo ha fatto fare di rovinarmi la carriera come miglior opinionista di Inghilterra, come leggenda vivente del Manchester UTD. Cosa starà pensando di me quel tifoso che sotto al video della mia presentazione al Valencia aveva scritto “è come vedere il proprio bambino al primo giorno di scuola”?”.

Squilla il telefono a casa Neville: “Gary, domani dovresti venire in sede a fare il messaggio d’auguri per i tifosi.”, “Ok, non c’è problema”, “Porta anche la tua famiglia”, “Mh, ok”.

Vorrebbe dire “Fuck” ma si reprime alla ‘F’. Accanto a dei bambini che probabilmente non sanno cosa pensare dell’autorità paterna.

7 gennaio: Esce un video degli allenamenti del Valencia in cui prova i movimenti della linea difensiva e dell’uscita del pallone. Non c’è niente di molto significativo, eppure è difficile non notare qualcosa di comico anche in questi piccoli momenti quotidiani. Per esempio nel modo in cui rincorre Gaya, o quel vago senso di disorientamento che tutti i giocatori sembrano esprimere. Neville che corre da una parte all’altra del campo, che grida forte poche istruzioni come un mantra: sembra l’unico a credere davvero a quello che sta facendo. Guardando questi momenti è impossibile non accorgersi di quanto Neville ce l’abbia messa tutta, e come, a posteriori, questo squilibrio tra impegno e risultati finisca per risultare comico.

10 gennaio: A creare stagioni così completamente negative devono contribuire una serie di fattori. Non bastava la cronica inadeguatezza di Gary Neville, l’accoglienza difficile, la piazza impaziente, un clima societario fragile. Ha contribuito anche la sfortuna. Sono stati diversi i possibili turning point positivi della stagione dei “pipistrelli”: momenti in cui un colpo di fortuna avrebbe potuto raddrizzare per il giusto verso le energie nervose della squadra, e invece si è sempre tutto rimesso sull’asse della negatività. Contro la Real Sociedad per esempio, sullo zero a zero, arriva una palla a Rodrigo a mezza altezza sul piede buono: è solo e può fare quello che vuole. Tira fortissimo sulla traversa.

E il Valencia perderà anche quella partita, per due gol di Jonathas, ex Latina, presi negli ultimi dieci minuti. Alla fine del video si vede Neville andare a stringere la mano all’allenatore della Real Sociedad addirittura con un sorriso.

Giorni senza vincere in Liga, a quel punto: 39.

17 gennaio: L’inizio del video di highlights della partita contro il Rayo Vallecano si apre con il commentatore che dice: “El Valencia de Gary Neville ha encadenado el su sesto partido consecutivo sin conocer la victoria”. Prima di quella partita il Rayo veniva da cinque sconfitte consecutive fuori casa. I tifosi del Valencia a fine partita cantano “Ne abbiamo abbastanza”.

Giorni senza vincere in Liga: 46.

24 gennaio: Il filo che separa l’apparente tranquillità di Neville dalla gravità della situazione sta per spezzarsi. Contro il Deportivo arriva un altro pareggio casalingo. I media iniziano a tartassarlo senza nessun limite di pietà o semplice umana comprensione. Dopo la partita esce un video che inizia con la frase “El entrenador del Valencia tiene un problema”. Il problema in questione è quello del “castigliano” di Gary Neville. Un problema su cui i media fino a quel momento si sono trattenuti dallo scherzare come si fa di fronte a problemi troppo gravi per farne oggetto d’ironia.

Nel video Gary Neville è agitato e grida le uniche due parole spagnole che sembra conoscere: ‘Adelante’ e ‘Detras’ (avanti e indietro). Poi rinuncia anche a quelle: grida il nome del giocatore e gli indica la direzione in cui andare (avanti o indietro). A un certo punto si alza Phil Neville che grida “Mas adelante!” e il video dice: “nonostante l’aiuto del fratello la difesa non funziona”. Dopo il gol del Depor parte un sottofondo musicale cupo e la voce dice: “Neville si guarda indietro e vede giocatori demoralizzati”, vediamo facce scure e occhi spenti. La telecamera riprende il dettaglio di Neville che gioca nervosamente con la penna. Dice a Ruben Vezo di scaldarsi, quello però ci mette tanto e Neville sbrocca e dice, in inglese: “fucking be ready!”. Poi però cambia idea e decide di inserire Bakkali, un giovane talentuoso e discontinuo: “tutte le speranze vengono riposte in Bakkali” dice il video. Il montaggio successivo è tutto su Neville che dice “Go Bakka” tipo 10 volte e invita gli altri giocatori a passargli la palla come fosse l’unica soluzione della partita. Verso la fine Neville non prova neanche più a parlare in spagnolo e dice solo imprecazioni in inglese. Al 93’ segna Negredo ma la telecamera è fissa su Neville che esulta come un pazzo, scaglia con rabbia un pugno verso il cielo, poi si complimenta con i suoi giocatori come si fa di fronte alle persone che ti hanno salvato la vita. È impossibile non definire queste inquadrature come “sarcastiche”.

Giorni senza vincere in Liga: 53.

25 gennaio: Nella conferenza post-partita viene messo in scena uno degli episodi garyneville più significativi, dove crudeltà e incomunicabilità diventano una cosa sola. Dopo il pareggio con il Deportivo Neville dichiara che è contento dei suoi giocatori e che i tifosi del Valencia saranno saltati dalla sedia dopo il pareggio al 90esimo di Negredo. I sottotitoli spagnoli però, in tv, traducono male e riportano le parole di Neville così: «I tifosi del Valencia devono essere fieri della prestazione della squadra». La traduzione incredibilmente sbagliata genera un’indignazione generale tra i tifosi, e anche Santi Canizares, presente in studio, dice di non essere d’accordo con aria arrabbiata.

31 gennaio: Il Valencia viene da una vittoria in Coppa del Re tre giorni prima contro il Las Palmas e deve affrontare in casa un avversario comodo come lo Sporting Gijon. Insomma, sembra tutto apparecchiato per la prima vittoria in campionato di Gary Neville. E invece il Valencia perde ancora, la prima sconfitta al Mestalla dopo oltre un anno.

A dire il vero i “pipistrelli” creano molte occasioni, solo che incrociano la peggiore giornata della vita di Alvaro Negredo, che prima prende un palo di testa da calcio d’angolo, poi sbaglia un gol facile solo davanti al portiere, e infine, quasi a porta vuota, colpisce la palla alta di molti metri.

Giorni senza vincere in Liga: 60.

2 febbraio: Un allenatore deve essere abituato a rispondere alle domande spinose della stampa nel momento in cui i risultati non arrivano. È una regola universale. Con Neville però l’accanimento dei media ha superato anche il confine del rispetto per la persona. Forse in questo ha condizionato l’atteggiamento di Gary Neville, così paziente e posato. Probabilmente avrebbe dovuto combattere lo scetticismo che lo circondava attraverso la scelta di un profilo più forte, e invece ha finito per offrire un’immagine che combaciava con quella che i media si aspettavano, ovvero quella dell’inetto. La sua pazienza è stata interpretata come ignavia, le sue continue scuse come fragilità. La stampa ha fiutato l’odore del sangue e lo ha massacrato.

In questa conferenza prima di Barcellona – Valencia, sfida di Copa del Rey, gli chiedono su chi scommetterebbe, «visto che a voi inglesi piace scommettere». Neville per la prima volta risponde seriamente offeso, scoppia a ridere e poi dice: «hai degradato un intero popolo sullo stereotipo di birra e scommesse».

Intermezzo/1: fun facts

- Sotto la gestione Gary Neville il Valencia in Liga ha vinto solo 3 partite e non ha mai mantenuto la porta inviolata.

- In 16 partite di Liga sotto la gestione Gary Neville il Valencia ha cambiato 16 undici iniziali.

- Gary Neville ha schierato titolari tutti e tre i portieri nella rosa del Valencia.

- Su 16 partite in Liga il Valencia di Gary Neville è passato in svantaggio in 15 occasioni.

- Elenco parziale dei moduli provati da Gary Neville in quattro mesi: 4-3-3, 5-3-2, 4-4-2, 4-1-4-1 e, infine, 4-2-3-1.

3 febbraio:

Arriva il giorno del 7 a 0 del Barcellona. Il giorno in cui il Barcellona ha usato il Valencia come bieco pretesto per mettere in mostra a che livello di calcio si può arrivare. Dopo il 3 a 0 di Messi, particolarmente spettacolare, il telecronista dice “Todo el mundo salta!”, tranne Gary Neville bisognerebbe aggiungere.

In conferenza Luis Enrique dice di essersi “divertito”. A Gary Neville invece, appena arriva in conferenza vengono poste tre domande consecutive che non sono neanche domande ma tizzoni ardenti passati sopra ferite sanguinanti: «pensi di poter dormire dopo questa sconfitta? La tua posizione è sostenibile? Non credi che il Valencia sia un club troppo grande per te?». Altre cose sono più esistenziali, tipo se ha ancora fiducia in sé stesso. Un altro giornalista non pone neanche una domanda e si limita a notare che si è trattato della peggior partita del Valencia mai vista in vita sua. Dopo la gara un sondaggio online della rivista Superdeporte stabilisce che il 90% dei tifosi del Valencia vorrebbe esonerare Gary Neville.

Su internet è un massacro. Circola anche un meme di una sua immagine e di una sua presunta citazione che recita così:

«Vedi squadre andare al Camp Nou e perdere 5, 6, 7-0. Il Barcellona è forte, è una grande squadra. Ma se faccio parte di una squadra che viene battuta 7 a 0 lì non sarei più capace di guardare la mia famiglia negli occhi».

Si tratta di una citazione falsa, ed è un genere di falsità che dà la misura di quanto l’opinione pubblica si sia spinta in là nel trattare Gary Neville.

7 febbraio: La sconfitta contro il Betis è un piccolo presepe dell’esperienza Gary Neville. Un gol subito da errore difensivo, molti errori sotto porta dei suoi attaccanti, un espulsione in un ruolo già distrutto dagli infortuni, un gol annullato ingiustamente.

Dopo la sconfitta esce un altro video che lo massacra.

Viene inquadrato Neville su un sottofondo di trombe tristi che richiamano il suono della resa militare. Una voce fuori campo dice che l’allenatore appare tranquillo nonostante venga dalla sconfitta 7 a 0 contro il Barcellona. Poi parte una batteria e la musica diventa più veloce, si vede Gary Neville protestare con il quarto uomo e la voce che dice, sarcastica: “quando due persone parlano nella stessa lingua è più facile capirsi, vero Gary?”. Poi Neville spiega a gesti la posizione a un suo giocatore e la voce dice che “deve ricorrere al linguaggio dei segni”. Quando Neville restituisce una palla in campo viene montato un effetto sonoro slapstick. A metà video arriva un’altra voce fuori campo che doppia Neville e i suoi pensieri interiori, oltre a dire un numero irragionevole di volte ‘Antonio’. Poi riparte il motivetto con le trombe tristi e si vede Gary Neville costretto a fare le foto con i tifosi – particolarmente ironici – del Betis. Neville si sforza addirittura di sorridere.

Giorni senza vincere in Liga: 67.

8 febbraio - 3 marzo: Quasi tutti erano sicuri che quella con il Betis sarebbe stata l’ultima partita di Neville sulla panchina del Valencia. Invece la proprietà lo conferma, e passa un mese in cui il Valencia sembra quasi una squadra normale. Vince addirittura 6 partite consecutive e Neville acquista un minimo di serenità. Qualcuno scrive che Gary Neville «sta raccogliendo i frutti del suo lavoro paziente», incassa i complimenti di Jamie Carragher. Si parla addirittura di un rinnovo alle porte e a fine febbraio il tecnico si sbilancia «le cose stanno migliorando a Valencia». È solo l’occhio del ciclone.

Intermezzo: i migliori ‘unecceptable’ di Gary Neville al Valencia

Unacceptable di speranza

All’esordio sulla panchina del Valencia Neville si è fatto eliminare dalla Champions League per mano del Lione. Per la prima volta si lascia andare all’uso dell’aggettivo “unaceptable”, una parola che riassume così bene l’esperienza Gary Neville al Valencia da essere usata dal tecnico tante volte quante si è sentito inadeguato alla guida della squadra. In questo caso dice che è «inaccettabile perdere al Mestalla», circoscrivendo l’inaccettabilità a una situazione molto precisa. È un ‘unacceptable’ quasi positivo: Neville guarda al futuro e nel futuro vuole costruire i propri successi sulla solidità casalinga, com’è tradizione a Valencia del resto. Niente di strano.

Unacceptable di dolore

Dopo 7 gol presi dal Barcellona la situazione è ben diversa. Gary Neville in conferenza ha lo sguardo di chi sta solo cercando dove si firma per scomparire dal mondo. L’ ‘unacceptable’ stavolta è abbinato a ‘painful’ (doloroso) e suona decisamente più profondo. Il Valencia sta scavando nell’interiorità di Gary Neville come un trapano nel burro: l’ ‘unacceptable’ inizia ad assumere la consistenza sorda di un grido di dolore lanciato in una stanza vuota.

Unacceptable “lasciatemi in pace, per favore”

Dopo la sconfitta con il Betis sono passati 67 giorni dall’ultima vittoria del Valencia in campionato, cioè più tempo di quello passato da Neville sulla panchina degli spagnoli. Per questo il livello di ‘unacceptable’ in questo caso viene triplicato: Neville lo ripete tre volte, con tono affranto: vuole portare al livello di esposizione massima le proprie scuse, come se questo poi gli consentisse di essere lasciato in pace. Come a dire: “Okay, se mi scuso con tutto me stesso poi non avete più motivo ancora per stare qui, farmi domande, torturarmi”.

Unacceptable totale

Il Valencia gioca il derby contro il Levante, una partita storicamente così squilibrata da non essere neanche troppo sentita, purché non la si perda. Gary Neville riesce nell’impresa a metà marzo, dopo un periodo di relativa quiete di risultati e poco prima del suo definitivo esonero.

Il livello di prostrazione di Gary Neville qui raggiunge il suo apice. Non sembra neanche una conferenza stampa ma una confessione religiosa dei propri peccati: «Volevo scusarmi con i tifosi del Valencia» esordisce con un tono grave. Dice che la squadra è “indifendibile”, poi guarda un po’ al passato in un breve monologo interiore: «non posso dire, come ho fatto alte volte, “beh la squadra ha avuto un paio di opportunità che non abbiamo colto” […] Stavolta non difenderò niente e nessuno. Non difenderò loro, la nostra prestazione, me stesso. IS ABSOLUTERLY UNACCEPTABLE EVERY SINGLE THING».

6 marzo: Al Mestalla arriva l’Atletico di Simeone, verso cui Neville dovrebbe aver accumulato peraltro alcune ruggini da giocatore.

Sul 2 a 1 per l’Atletico Neville manda Negredo a scaldarsi, poi però, dopo l’espulsione di uno dei difensori, ci ripensa: dice all’attaccante di risedersi e invita a Abdennour a scaldarsi. A quel punto, col Valencia sotto nel punteggio in casa, il Mestalla esplode per la decisione di Neville, che ci ripensa ancora e manda in campo Negredo. Il Valencia, in 10 e sfilacciato in difesa subisce il 3 a 1 e Neville è costretto a giustificarsi in conferenza, dichiarando di non essere stato condizionato dal pubblico nella sostituzione. Non sapremo mai la verità sull’accaduto, che però restituisce bene come, volente o nolente, Neville è riuscito ad assecondare le debolezze che l’opinione pubblica gli attribuiva.

10 marzo: All’interno di uno scenario così apocalittico l’Europa League rappresenta una piccola oasi di speranza. Il Valencia deve giocare gli ottavi contro l’Athletic Bilbao e ha una rosa abbastanza forte non solo per passare il turno, ma persino per candidarsi alla vittoria finale.

All’andata l’Athletic riesce a imporsi per uno a zero ma il Valencia è in buona forma e in casa può tranquillamente ribaltare il risultato.

Il Valencia riesce ad andare in vantaggio, pareggiando il parziale, e poi segna addirittura il 2 a 0. L’impresa dura fino a pochi minuti dalla fine, quando Aduriz segna l’1 a 2 che elimina i “pipistrelli”. Come tutti gli episodi significativi dell’esperienza Gary Neville, anche questa non è completamente priva di sfortuna. L’azione è infatti viziata da uno stop di mano piuttosto evidente a tutti, anche a Neville che si alza a protestare con una rabbia che forse non gli è appartenuta in nessun momento della sua esperienza spagnola. Forse perché in quel momento capisce che sarà esonerato tra non molto.

Epilogo

Nel dopopartita dichiara che basterà giocare con questa cattiveria per fare risultato, ma nella partita di tre giorni dopo il Valencia sarà battuto dal Celta per 2 a 0, una sconfitta che sarà definita dal tecnico “difficilmente spiegabile”, e Gary Neville verrà esonerato. In seguito Neville dirà: «Voglio ringraziare Valencia, i tifosi, lo staff e i giocatori. Mi sarebbe piaciuto continuare il lavoro iniziato ma capisco che faccio un lavoro in cui contano i risultati e in 28 partite questi non sono stati né ai miei standard né a quelli richiesti dal club». Quando Neville è stato ingaggiato il Valencia era nono a 5 punti dalla zona Champions e si parlava di “crisi”, quando è stato esonerato la squadra era quattordicesima, appena 6 punti sopra la zona retrocessione: quella era una “crisi”.

In un articolo del Daily Mail si iniziano a pesare le ripercussioni sulla reputazione generale di Gary Neville, il pezzo si intitola: “Gary Neville non è più il più intelligente della stanza”. Interrogato sull’esonero Paco Polit, giornalista che segue il Valencia, ha dichiarato: «Alla fine sono dispiaciuto per Neville a livello personale. Mi è sembrato un brav’uomo».

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