Il meglio dell’Europa League vol. 7
Gli spunti più luminosi dalla coppa continentale meno luminosa.
I 4 momenti più imbarazzanti della partita di Vermaelen
L’arrivo di Thomas Vermaelen alla Roma aveva generato più di un dubbio sull’integrità fisica del difensore. I tifosi della Roma erano sostanzialmente divisi tra chi si credeva molto furbo ad aver sfilato al Barcellona un difensore di livello per due spicci; e chi invece pensava di aver portato a casa il solito pacco di mattoni. Qualche mese, e 100 giorni saltati per infortunio dopo, Vermaelen ha giocato poco più di 500 minuti. Con lui in campo la Roma ha ottenuto 2 vittorie, 2 sconfitte e 1 pareggio (un terzo delle sconfitte stagionali sono arrivate con lui in campo) e la domanda non è più se Vermaelen può giocare, se è al 100%, ma se è davvero in pieno controllo del proprio corpo. I tifosi della Roma sono passati dall’augurarsi che guarisca all’augurarsi che non guarisca.
Prima della partita col Villarreal però Vermaelen aveva caricato la propria prestazione: «Ora voglio dimostrare chi sono». Si è presentato con una mano fasciata per motivi oscuri – alcune leggende di Trigoria narrano di lui come un “uomo farfalla”, affetto dalla rara malattia delle ossa di cristallo – e ha fatto di tutto per riaprire il discorso qualificazione.
Ecco i 4 momenti più imbarazzanti della partita di Vermaelen di ieri, quelli in cui ci siamo vergognati per lui.
- Il momento in cui ha fatto un assist per l’attaccante avversario
Dopo 15’ Soldado crossa in mezzo. Vermaelen stava passeggiando verso la porta e la palla gli arriva sul sinistro, il proprio piede, per un bel disimpegno. Invece la sbuccia di piatto mettendola giusta giusta per il tiro di collo di Santos Borré.
- Il momento in cui aveva deciso di andare a segnare nella propria porta
A un certo punto ha tentato due dribbling rischiosi contro gli attaccanti del Villareal, poi si è girato verso la propria porta come per andare a farsi autogol. Fermato da Bruno Peres appena in tempo.
- Il secondo momento in cui stava per fare un assist per l’attaccante avversario
Vermaelen trasmette una tipica ansia da film horror, una sensazione paragonabile a quando vediamo una vittima ignara che non vede quello che vediamo noi: un mostro pronta a sbranarla alle sue spalle.
- Il momento in cui gli è venuta in mente un’altra cosa proprio mentre doveva andare in chiusura
Capita a tutti. Con un po’ di attenzione è possibile visualizzare il momento preciso in cui Vermaelen si ferma, non seguendo nessuno, perché non è sicurissimo di aver chiuso la macchina.
Prima della partita Vermaelen aveva dichiarato: «Voglio giocare qui, dove sono ora, dimostrare quanto valgo ed essere in forma e restarci a lungo». Una minaccia bella e buona.