Il meglio del 2016
Gli avvenimenti sportivi più importanti di quest’anno, giorno dopo giorno, da mettere sotto la naftalina della memoria.
27 novembre – Nico Rosberg vince il campionato di Formula 1
di Federico Principi
La notizia dell’immediato ritiro di Nico Rosberg dalla Formula 1, subito dopo la vittoria del suo primo titolo mondiale, ha fatto squillare un campanello che ha ricordato a tutti cosa costi effettivamente praticare questo sport. La lotta con Lewis Hamilton, la pressione che è salita nelle ultime gare nelle quali Rosberg ormai aveva un grande tesoro che poteva solo lui dissipare, hanno fatto crollare tutto il castello di cieca abnegazione che Rosberg ha costruito negli anni, attraverso molte delusioni, con l’unico obiettivo di emulare suo padre. Proprio come detto da Jacques Villeneuve, che è andato perfino un po’ troppo oltre sostenendo che Nico Rosberg non abbia forse mai avuto reale passione per questo sport: l’ormai ex pilota della Mercedes ha lasciato la Formula 1 dopo i terribili 55 giri di Abu Dhabi 2016, decisivi per il titolo ma anche per spillare le ultime energie residue.
Magari Rosberg (che comunque negli anni ha dimostrato grande tenacia mentale) proprio per questo motivo non si è dimostrato all’altezza dei grandi Campioni del Mondo, animali da corsa affamati fino a tarda età, dopo aver già dimostrato in pista di non possederne neanche tutto il talento. Ma forse è proprio così che la Formula 1 è tornata finalmente a raccontare una grande storia che mancava da anni.
29 novembre – La tragedia della Chapecoense
di Fabrizio Gabrielli
Scrivere e parlare di calcio è una delle operazioni intellettuali con il più basso scarto percepito, da parte dell’immaginario collettivo, tra semplicità presunta e difficoltà reale. La portata tragica della storia del Chapecoense non è purtroppo tutta nella tragedia di un disastro aereo, nella morte di più di settanta persone, in tutti gli elementi consustanziali alla costruzione della narrativa calcistica, che per sua natura, nei processi di mitizzazione, richiede sedimentazione: è anche nelle rapide emotive che si sono scatenate quando la storia si è immessa nelle nostre modalità di fruizione della tragedia, e del racconto calcistico che ne consegue.
Scrivere e parlare di morte è una delle operazioni intellettuali, anche questa, con il più basso scarto percepito, da parte dell’immaginario collettivo, tra semplicità presunta e difficoltà reale. La condivisione emotiva della notizia, che prendeva forma mentre accadeva, è stata così massiccia ed ecumenica da mettere in discussione il concetto stesso di sciacallaggio. I quotidiani online, incastrati nei meccanismi malmostosi delle campagne pubblicitarie, obbligavano i lettori a quindici secondi di trailer di “Sully” prima di poter vedere “le ultime immagini dei giocatori al check-in”: sciacallaggio?
Riquelme, Ronaldinho, Gudjohnsen, tre calciatori con una forte gettata mitica, portatori sani di Nostalgia e Mito, hanno dichiarato (o fatto dichiarare dai loro agenti) di essere pronti a giocare per la Chapecoense: sciacallaggio?
Come sempre, la differenza, quando si scrive di morte – o di calcio, o di entrambi – è sempre nella sensibilità delle interpretazioni: Ivan Tozzo, il presidente ad interim del club nelle giornate immediatamente successive alla tragedia – Sandro Pallaoro, il presidente viaggiava al seguito della squadra – ha recentemente dichiarato che nessuno dei grandi campioni vestirà la maglia verde. L’epica si può costruire anche con la dignità della riconoscenza, e del rifiuto.
Oppure nel tentativo, sempre per forza di cose riuscito solo in parte, di rendere onore a ciò che siamo: scrittori, o giornalisti, che hanno la voglia, e il dovere, di raccontare. Senza la pretesa di essere fondamentali, ma forse espiando, parlandone, dando forma a quel dolore immenso che alla fine, che ci piaccia o meno, è sempre di chi rimane.
9 dicembre – Arriva l’ok definitivo della UEFA sulla riforma della Champions League
L’approvazione dell’accordo tra la UEFA e l’ECA (European Club Association, l’organizzazione che racchiude i principali club europei) sulla riforma della Champions League raggiunto ad agosto non era affatto scontata. L’elezione di Aleksandr Ceferin a capo della UEFA, infatti, aveva fatto addensare diversi dubbi sul successo finale dell’accordo, perché il dirigente sloveno in “campagna elettorale” era riuscito a raccogliere il consenso delle medie e piccole federazioni soprattutto grazie alla promessa di riaprire le negoziazioni per tornare alla “vecchia” Champions League, cioè quella attuale. E invece, a sorpresa, il 9 dicembre, il Comitato esecutivo della UEFA dava il proprio lasciapassare definitivo all’accordo che, tra le altre cose, darà ai primi quattro campionati europei (Premier League, Liga, Bundesliga e Serie A) quattro posti sicuri nella fase a gironi della Champions League a partire dal 2018, contro gli undici attuali. Le piccole e medie federazioni sono riuscite a raccogliere solo le briciole, cioè la modifica del ranking affinché assumano più peso i risultati raggiunti negli ultimi cinque anni a discapito del ranking delle federazioni nazionali e dei risultati storici. Dal 2018, inoltre, le partite di Champions League saranno spalmate tra le 19 e le 21, come avviene al momento in Europa League.
11 dicembre – Seattle vince la MLS per la prima volta
Al termine di una stagione che li aveva visti molto in difficoltà nella Regular Season (quart’ultimi nella Western Conference a metà stagione, orfani dello storico allenatore Sigi Schmid esonerato e del feticcio Clint Dempsey costretto allo stop da un’aritmia cardiaca) ma esplodere ai Play-off grazie alle prove di Nico Lodeiro e capitan Alonso, i Sounders conquistano la MLS Cup per la prima volta nella loro storia fin lì hipster ma sfortunata, sconfiggendo in finale, ai rigori, il Toronto FC di Bradley e Giovinco. Il penalty decisivo lo realizza il panameño Román Torres, rientrato a stagione in corso dopo un anno di inattività per un infortunio al legamento crociato.
11 dicembre – L’Internacional di Porto Alegre retrocede per la prima volta nella sua storia
A dieci anni di distanza dalla loro stagione più gloriosa, in cui conquistarono Libertadores e Mondiale per Club, i Colorado retrocedono all’ultima giornata dopo 107 stagioni consecutive nella massima serie brasiliana: il club con la militanza più longeva del paese, il quinto in tutto il Sud America (dietro a Peñarol, Nacional, Club Olimpia e Club Guaraní).
14 dicembre – Primo rigore assegnato con la VAR
Al 29’ di Kashima Antlers – Atlético Nacional, semifinale della FIFA Club World Cup, l’ungherese Viktor Kassai ferma il gioco, corre verso la postazione video a bordo campo, osserva per 30’’ il replay di un’azione dubbia e poi assegna il calcio di rigore. È il primo della storia assegnato con l’aiuto della VARs (Video Assistant Referees) in gara ufficiale.
15 dicembre – prima polemica con la VAR
Quella tra decisioni arbitrali e gioco sul campo non è stata, non è e non sarà mai una fusione a freddo. Ogni aiuto, umano o tecnologico che sia, alla lettura delle fasi di una partita da parte del giudice di gara si trova a scontrarsi con qualcosa di profondamente carnale: la voglia di vincere di due gruppi umani contrapposti. Accade così che 24 ore dopo il primo rigore assegnato con la Var, si scateni la prima polemica attorno ad una decisione presa con la medesima tecnologia: Cristiano Ronaldo segna, il Club America porta la palla a centrocampo, ma la testarda assistente dice no. O meglio sospende il giudizio, attimi di attesa e poi la rete viene definitivamente convalidata. Nel frattempo i madridisti si indignano, i sudamericani ci sperano e inizia un putiferio, Modric dirà la fatidica frase: «Così non è calcio». Eppure il designatore Fifa Massimo Busacca aveva ammonito a ottobre: «Gli arbitri devono comportarsi come se la Var non ci fosse, occorre collaborazione di tutti». Come se fosse possibile. (Gianluca Ciucci)
15 dicembre – Addio Craig Sager
Dopo una battaglia di due anni e mezzo con la leucemia, Craig Sager lascia questo mondo sicuramente più colorato e divertente di come lo ha trovato. #SagerStrong
16 dicembre – BAMTech acquisisce i diritti televisivi dei tornei di League of Legends per 300 Milioni
L’azienda tech dell’MLB e della Disney ha ufficializzato l’accordo con Riot Games per la trasmissione in streaming degli eventi competitivi di League of Legends fino al 2023.
20 dicembre – Alex Morgan firma per il Lyon.
Una delle migliori calciatrici al mondo – la più popolare senza dubbio – vestirà la maglia del club più forte e vincente del mondo.
Di Morgan avevamo scritto dopo il Mondiale, nel pezzo “Le Migliori Dieci”. «Sulla sua pagina Wikipedia, Alex Morgan è presentata come “calciatrice e scrittrice statunitense”. Nel 2012 ha scritto due romanzi per ragazzi che presto diventeranno una Serie TV. Nelle interviste ci tiene a presentarsi come un modello interamente positivo e poco tempo fa Disney Channel le ha dedicato un documentario che rappresenta una specie di manifesto ispirazionale sull’importanza del “lavoro duro”, del “talento non basta” e dell’ “inseguire i propri sogni”. La sua comparsa sulla copertina di FIFA16, prima donna in assoluto, è quindi solo l’effetto più evidente del suo ruolo di donna immagine del movimento calcistico statunitense. Soprattutto per una fascia di pubblico più giovane, su cui il soccer evidentemente punta molto».
22 dicembre – Jaromir Jagr batte il record di Mark Messier e diventa il secondo giocatore con più punti nella storia della NHL
Per aiutarvi a comprendere l’incredibile longevità della carriera di Jaromir Jagr c’è un aneddoto che può essere un esempio perfetto: recentemente i Pittsburgh Penguins hanno organizzato un raduno per festeggiare il venticinquesimo anniversario della vittoria della Stanley Cup nel 1991 ma lui non ha potuto partecipare perché quella sera era impegnato con i suoi Florida Panthers sul campo degli Ottawa Senators. “Ho sempre pensato che avrei fatto un gol incredibile o un assist bellissimo invece il disco mi ha colpito sul culo” è come lui ha descritto, con la sua intramontabile vena ironica, l’assist per Aleksander Barkov che gli ha permesso di raggiungere la quota di 1888 punti in NHL. Al primo posto, inarrivabile, c’è Wayne Gretzky con 2857 ma a il prossimo obiettivo di Jagr, che a febbraio compirà 45 anni, potrebbe essere il record di Mr.Hockey Gordie Howe, che a 52 anni è stato il giocatore più anziano ad essere mai sceso in campo. (Andrea Agostinelli)
29 Dicembre – Lo Shangai Shenshua ufficializza l’acquisto di Carlitos Tévez
L’Apache firma un biennale da 38 milioni di euro netti a stagione (il doppio di Oscar, ingaggiato dallo Shanghai SIPG, che guadagnerà 410mila euro a settimana: vogliono proprio portarla a Shanghai, la China Super League) e lascia il Boca. In lacrime e controvoglia, ma come si dice: l’amore è bello finché dura (e finché non arriva qualcuno che ti paga venti volte di più).
29 Dicembre – Juan Sebastian Veron annuncia il ritorno in campo (a 41 anni)
La Brujita, forse vedendo scemare le possibilità di diventare presidente dell’AFA (o allenatore dell’Albiceleste, o Papa) decide di firmare (da datore di lavoro e da dipendente) un contratto di 18 mesi con l’Estudiantes, cioè la squadra della quale è anche presidente: scenderà in campo perlopiù in Libertadores, e al minimo salariale. È il terzo comeback negli ultimi cinque anni, un piccolo record, una fonte d’ispirazione per noi che pensiamo di mollare il calcetto ogni mercoledì.