Il meglio del 2016
Gli avvenimenti sportivi più importanti di quest’anno, giorno dopo giorno, da mettere sotto la naftalina della memoria.
24 luglio – Chris Froome vince ancora il Tour de France
«Chris Froome è arrivato in trionfo a Parigi scortato da tutti i suoi compagni di squadra, dopo aver conquistato il terzo Tour de France della sua carriera. Ha vinto incantando su qualsiasi terreno, distruggendo gli avversari a cronometro, staccandoli in pianura, sorprendendoli in discesa. Ha vinto dimostrando a tutti di non essere un robot, ma anche di non essere un uomo».
Da Re Sole.
26 luglio – Higuain lascia il Napoli
È un trasferimento il cui significato oltrepassa il mero valore tecnico (indiscutibile in quel momento, e ancor più ora). La Juventus aveva già comprato Pjanic dalla Roma e in molti hanno letto il pagamento della clausola di Higuain come un segnale forte alle rivali per la lotta scudetto. Per non parlare del significato di una cosa del genere per i tifosi del Napoli: un sentimento che ha portato il presidente De Laurentiis a scrivere una lettera a Higuain piuttosto populista. Al momento Higuain ha già segnato 13 gol in campionato, decidendo sfide fondamentali, ma le conseguenze del calciomercato estivo si compiranno a pieno solo nel 2017.
26 luglio – Federer annuncia il ritiro dalle Olimpiadi
E dal resto della stagione per recuperare dagli infortuni alla schiena e al ginocchio. Termina la sua prima stagione da più di 15 anni con zero titoli, e senza neanche una finale dello slam.
5 agosto – Si aprono le Olimpiadi di Rio
di Gianluca Ciucci
Sedici giorni di gare e 918 medaglie assegnate in 306 gare di 28 sport differenti, 11.544 atleti provenienti da 205 Paesi, sono questi i primi numeri della trentunesima edizione dei Giochi olimpici estivi. Per quanto riguarda i numeri primi invece le novità sono poche, infatti a dominare il medagliere sono stati ancora una volta gli Stati Uniti, mentre al secondo posto è arrivata al Gran Bretagna capace, sull’onda lunga di Londra 2012, di superare Cina e Russia (monca di tutta la squadra di atletica a causa dello scandalo doping).
Sono state le Olimpiadi di Michael Phelps e Usain Bolt, Katie Ledecky e Simone Biles, uomini e donne capaci da soli e da sole di competere con un medagliere di una nazione di media grandezza (Squalo a parte, che vale l’intera Giamaica in tutta la storia olimpica). Ma sono state anche le Olimpiadi di Majilinda Kelmendi, Monica Puig, Ahmad Abughaush e della squadra di rugby maschile delle Isole Fiji. Il Kosovo, Porto Rico, Giordania e l’arcipelago del Pacifico non avevano mai vinto una medaglia d’oro e a Rio ce l’hanno fatta.
Anche la nostra tuffatrice Tania Cagnotto non era mai riuscita a salire su un podio a cinque cerchi. In Brasile ce l’ha fatta ben due volte con l’argento nel sincro e il bronzo individuale sempre da 3 metri, chiudendo in bellezza una carriera straordinaria e strappando la rivincita dopo le due medaglie di legno di Londra. Ma sono state anche le Olimpiadi in cui una nuotatrice afroamericana, Simone Manuel ha conquistato il gradino più alto del podio, nei 100 metri stile libero (raddoppiando poi nella staffetta mista).
Come per la prima volta, da sessant’anni a questa parte, l’Italia dell’atletica torna a mani vuote dalla rassegna olimpica, vergogna seconda soltanto a quella immensa della Russia, esclusa per un sistema di doping mai visto e che inizia a contare le prime ammissioni. Ma le cose belle da ricordare sono comunque tante e meritano di essere ricordate: Wayde Van Niekerk che parte dall’ottava corsia e realizza il nuovo record mondiale sui 400 metri piani, la velocista giamaicana Elaine Thompson che vincendo 100 e 200 ha eguagliato la bellissima e tragica FloJo Griffith di Seul ’88. E ancora Shaune Miller dalle Bahamas, che con un tuffo sul traguardo ha strappato dal collo di Allyson Felix l’oro dei 400 metri femminili.
I Giochi che dovevano essere funestati dal mortifero virus Zika verranno ricordati per l’acqua delle piscine divenuta verde col passare dei giorni a causa di un microrganismo formatosi a causa di errori da parte della società chiamata a pulire gli impianti. Ma anche per la scarsa organizzazione di trasporti e alloggi per gli atleti, il pubblico spesso scarso e molte volte poco sportivo. Deviazioni piccole e grandi allo spirito olimpico, ma che impallidiscono di fronte a quanto commesso dal nuotatore americano plurimedagliato Ryan Lochte e alcuni suoi compagni: il gruppo aveva denunciato di aver subito una rapina a mano armata da uomini che si dicevano poliziotti, quando in realtà, completamente ubriachi avevano distrutto il bagno di una stazione di servizio di ritorno da un party fuori dal villaggio olimpico. Con buona pace di monsieur De Coubertin.
6 agosto – Nibali cade a Rio
Lo “Squalo dello stretto” non partiva tra i favoriti per l’oro olimpico. Eppure, dopo una corsa condotta magistralmente, si trovava nel gruppo di testa. A una delle ultime curve del percorso, a 11km dall’arrivo, è caduto, lasciando la strada libera a van Avermet per l’oro.
«Dopo la caduta Nibali si è seduto sul bordo del marciapiede, accovacciato senza una smorfia, né una reazione, una maschera di ferro».
7 agosto – Daniele Garozzo vince l’oro nel fioretto
Una vittoria storica, vent’anni dopo la vittoria di Puccini ad Atlanta 96.<
9 agosto – Pogba torna al Manchester United
#Pogback: con questo hashtag il Manchester United ufficializza il ritorno di Paul Pogba con i Red Devils e concretizza la più grande plusvalenza della storia del calcio. La cessione del centrocampista francese, arrivato a parametro zero nel 2012, viene concordata su una base di 105 milioni di euro più bonus pagabili in due anni di cui la Juventus ne incassa ‘solo’ 72,6 milioni. La società bianconera, infatti, deve scalare dalla cifra iniziale i costi residui a bilancio di Pogba, i contributi di solidarietà per le società che hanno partecipato al processo formativo del calciatore e gli oneri accessori (a.k.a. la commissione) del suo agente, Mino Raiola, quantificabili in 25 milioni.
13 agosto – Alex Rodriguez dice addio al baseball
La sua è stata una delle parabole più significative non solo del baseball, ma dello sport più in generale.
19 agosto – La Germania femminile di calcio vince il suo primo oro olimpico
Battendo la vera sorpresa del torneo, la Svezia, per 2-1 al Maracanà di Rio de Janeiro. È stata una delle pagine più belle del torneo olimpico femminile di calcio.
20 agosto – il Brasile vince la prima medaglia d’Oro nel calcio della sua storia
di Stefano Borghi
Il torneo olimpico di Rio è stato uno dei pochi casi nel 2016 calcistico in cui è stato rispettato il pronostico atteso: doveva essere l’Olimpiade del primo oro brasiliano nel futebol e in effetti lo è stata, cancellando uno di quei paradossi storici che sanno di maledizione. L’ennesimo disastro della Seleçao maggiore nella Copa América Centenario e il conseguente esautoramento di Dunga avevano consegnato la Selezione Olimpica a Rogério Micale, specialista del calcio giovanile ma praticamente sconosciuto al grande pubblico, apparentemente non all’altezza di un incarico di così grossa responsabilità.
Al contrario Micale si è invece dimostrato coraggioso, capace di operare cambi importanti in corsa, come la sostituzione, tra i titolari, di uno spaesatissimo Felipe Anderson con il gremista Luan, una mossa che ha cambiato totalmente la geografia offensiva della Seleçao nel corso del torneo.
La finale, epica, quella sì che è stata all’altezza delle aspettative. Al Maracanà, contro la Germania e i fantasmi del 7-1 che evocava, gli unici brividi li ha procurati il prolungamento della battaglia fino ai rigori: stavolta però non c’è stata maledizione che tenesse. O’Ney non ha sbagliato il tiro decisivo il Brasile ha conquistato il suo primo Oro olimpico nel calcio. L’unico trofeo che mancava alla nazionale più vincente della storia di questo sport. A volte è semplice risolvere un paradosso.
21 agosto – Team USA vince l’oro nella pallacanestro dominando la finale
Dopo qualche settimana di basket interlocutorio e una semifinale vinta senza convincere troppo contro la Spagna, Team USA scarica tutto il suo arsenale di talento fisico e tecnico sui malcapitati serbi, che durano meno di un tempo. Se c’è una cosa che ci ha insegnato il 2016, è che il divario è ancora bello grosso.
1 settembre – Gianluigi Donnarumma debutta in Nazionale
di Federico Principi
Una delle fortune dello stato democratico è che abbiamo quasi del tutto sconfitto il retaggio della successione ereditaria del potere e, almeno in teoria, favorito quella di merito. Ma in Italia davvero in pochi altri settori si è esasperata questa ricerca della prosecuzione della dinastia come per il dopo-Buffon. Ora che il grande numero 1 della Juventus è alle soglie dei 40 anni sembra che finalmente, dopo aver sopravvalutato alcuni (Padelli) e bruciato completamente altri sia in giovane età (Fiorillo) che più esperti (Sirigu), sia arrivato Il Grande Erede della Porta Della Nazionale, che non poteva non essere il più giovane di tutti. Dopo essere diventato il più giovane debuttante della storia dell’Under 21 a 17 anni e 1 mese, Gianluigi Donnarumma è diventato il più giovane esordiente della storia della Nazionale maggiore dopo Renzo De Vecchi e Rodolfo Gavinelli (parliamo del 1910 e 1911…) a 17 anni e 6 mesi. Nonostante sia un portiere con caratteristiche fisiche differenti da quelle di Buffon, e un’esperienza e un posizionamento ovviamente ancora in divenire, Italia-Francia dello scorso primo settembre potrebbe marcare un solco netto nella storia della Nazionale allo stesso modo del famoso debutto di Buffon agli spareggi qualificazione a Francia 98 contro la Russia.
3 settembre – Albert Pujols batte il 587esimo home run
Ora è il nono nella classifica di tutti i tempi.
7 settembre – Iniziano le Paralimpiadi di Rio
E così in un giorno di settembre, e per i dieci successivi ci siamo ricordati dell’esistenza degli atleti handicappati. Le Paralimpiadi esistono da Roma 1960 e col tempo hanno aumentato esponenzialmente il loro numero di partecipanti, dai 400 della prima edizione ai 4000 di Rio, e di specialità che sono oggi 22, con nove divisioni di disabilità.
A dire il vero le Paralimpiadi di Rio sono partite in sordina, tra biglietti invenduti e tagli al budget a causa dei buchi lasciati dai colleghi normodotati. Alla vigilia a fare notizia è stata più l’esclusione dei russi che altro. Poi queste donne e uomini dalla tenacia di ferro e da una voglia di vivere ai più sconosciuta hanno ottenuto lo spazio che meritavano.
Per quanto riguarda noi italiani abbiamo ritrovato il condottiero Alex Zanardi di nuovo a podio per tre volte (due ori), come a Londra e abbiamo fatto la conoscenza della giovanissima Beatrice Vio, campionessa di fioretto divenuta in breve tempo uno dei simboli più belli dell’intero Paese. In generale la spedizione italiana è stata un vero capolavoro con 39 podi conquistati e il nono posto nel medagliere generale.
Il vero gesto di coraggio del Cio sarebbe quello di far gareggiare negli stessi giorni atleti olimpici e paralimpici, dimostrando finalmente che lo sport è uno soltanto, capace di unire persone diverse tra loro. Un gesto difficile e che probabilmente non avverrà mai.
11 settembre – Stanislas Wawrinka vince il suo terzo slam
Agli US Open Wawrinka arriva come terza testa di serie ma con grande scetticismo intorno. Ma nel corso degli anni lo svizzero si è consolidato come la mina vagante in grado di poter far saltare qualsiasi pronostico in caso di settimana buona. In un torneo giocato in costante crescita, Wawrinka batte Novak Djokovic in finale rimontando un set di svantaggio. È una classica partita alla Wawrinka, giocata coi sensi aperti, in costante trance agonistica: trasformando il tennis in un gioco semplice, in cui conta solo tirare il più forte possibile con l’angolo più paraddosale possibile. Quanti tennisti, nella storia, hanno avuto una carriera con l’unicità di Wawrinka?