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Daniele V. Morrone
Il Manchester City è ancora la squadra da battere
16 feb 2023
16 feb 2023
Il City ha vinto una partita sporca e fondamentale.
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Daniele V. Morrone
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La vittoria in rimonta contro il Manchester United del 22 gennaio, arrivata una settimana dopo quella contro il Tottenham, sembrava aver lanciato l’Arsenal verso il titolo: 8 punti di vantaggio sul Manchester City, ma soprattutto l’impressione di poter superare qualunque ostacolo. Persino l’assenza prolungata di Gabriel era diventata una possibilità, con l’ingresso fenomenale tra i titolari del giovane Nketiah. Quella contro il Manchester United è finita invece per essere l'ultima vittoria per la squadra di Arteta e l’ultima in cui Nketiah è andato in gol. Dopo sono arrivate: la sconfitta contro l’Everton, il pareggio contro il Brentford e la sconfitta ora nello scontro diretto di ieri con il City, la partita più importante della storia recente dell’Arsenal. O almeno così era stata indicata dai tifosi, quello era il clima che si respirava nell’ambiente. I tifosi erano stati chiamati all’Emirates un’ora prima, con birra offerta.Con 1 punto in tre partite l’Arsenal ha permesso al Manchester City il momentaneo aggancio in testa alla classifica (che significa sorpasso per via della differenza reti). Momentaneo perché l’Arsenal ha ancora una partita da recuperare, contro l’Everton.Guardiamo innanzitutto il precedente. Il 27 gennaio il Manchester City aveva eliminato l’Arsenal dalla FA Cup con un gol di Aké all’ora di gioco di una partita equilibrata. E questo è il primo incontro in campionato tra le due squadre, visto che si tratta del recupero della 12esima giornata. Con due risultati utili su tre, e giocando in casa, Arteta ha portato due correzioni rispetto all’undici tipo: Tomiyasu come terzino destro al posto di Ben White e Jorginho, ovviamente a centrocampo, per via dell’infortunio all’ultimo minuto di Thomas Partey. Entrambi i cambi avranno delle conseguenze sulla partita, ma se per Jorginho il cambio era forzato, scegliere Tomiyasu al posto di Ben White è risultato un errore.Se invece il Manchester City dovesse finire per vincere il titolo, forse questa sarà la partita della “mossa Bernardo Silva”. Guardiola gli ha affidato compiti inediti: doveva partite centrocampista centrale di sinistra e poi scendere nel ruolo di terzino sinistro quando la squadra è senza palla. Questo ha permesso al City di scaglionarsi con la palla in un 3-2-2-3 e senza in un 4-4-2. Nulla di tanto diverso rispetto a quanto facesse Cancelo e quanto fa Rico Lewis, con la differenza però che a farlo è Bernardo Silva. Lo stesso movimento che fa Zinchenko per l’Arsenal partendo da terzino sinistro per tagliare in diagonale il campo e venire a posizionarsi per giocare il pallone accanto a Jorginho davanti alla difesa. [gallery columns="7" ids="88861,88862,88863"]

La palla è del City nella metà campo dell’Arsenal e allora Bernardo Silva gioca a centrocampo. Il pallone viene recuperato dall’Arsenal e allora Bernardo Silva scala in diagonale per seguire Saka e lì rimane in fase di difesa posizionale.

Di fatto, quindi, le due squadre sono schierate allo stesso modo, con gli scivolamenti indietro sul lato sinistro di Bernardo Silva e Zinchenko. Nessuna delle due ha avuto il vantaggio numerico a centrocampo, e quindi City e Arsenal sono state più a proprio agio nella pressione che nel palleggio. Il contesto è stato messo in mostra dall’inusuale imprecisione dei giocatori dell’Arsenal in una zona del campo abituati a dominare in questa stagione.Il City è addirittura sembrato a suo agio a lasciare il pallone agli avversari, a sporcare la manovra, a ostacolare il gioco. Ha fatto di tutto pur di avere un contesto tattico che rendesse la partita sporca e sincopata. E lì i giocatori di Guardiola potevano avere la meglio, con giocatori più esperti davanti ad altri più giovani. La prima vera occasione arriva per l’Arsenal al 20’ con un colpo di testa di Nketiah dal centro dell’area di rigore che finisce al lato del palo destro, su cross da sinistra di Zinchenko. Tre minuti dopo arriva il gol del vantaggio del City.Il gol arriva proprio con la pressione, che porta l’Arsenal a commettere un errore sfruttato con cinismo. Al minuto 24, su di un lancio lungo di Ederson per Haaland, la palla spizzata da Saliba in contrasto aereo finisce sulla fascia, dove un assatanato Grealish mette pressione a Tomiyasu. Il difensore giapponese calcola male il retropassaggio di prima e di fatto serve un assist a De Bruyne, che aveva eseguito il taglio verso l’area. De Bruyne supera Ramsdale con un pallonetto di sinistro che solo il belga può far sembrare semplice.

Arteta indica di passarla a Ramsdale, lo stesso portiere aveva fatto segno di voler ricevere palla, la traiettoria corta di Tomiyasu però sorprende tutti. Tutti tranne De Bruyne.

Guardiola voleva manipolare i ritmi di gioco, spegnere il fuoco dello stadio, l’entusiasmo dell’Arsenal. Ederson viene ammonito per perdita di tempo al minuto 36 con la squadra in vantaggio solo da una dozzina di minuti. Forse non è un record ma sicuro è l’immagine del piano partita del City in caso di gol del vantaggio. Lo stesso Tomiyasu ha la possibilità di fare ammenda del suo errore alla mezz’ora, quando si ritrova a poter calciare smarcato all’altezza del dischetto del rigore un cross rimpallato e con una parabola lenta e molto arcuata. È scoordinato e spedisce il tiro alto.L’Arsenal ha ripreso in mano la partita senza troppa difficoltà, in realtà, individuando in Bernardo Silva il punto in cui attaccare il City: l’ha fatto spingendo sulla connessione tra Odegaard e Saka nella catena di sinistra, la zona di competenza di Bernardo Silva, che deve scivolare tra il mezzo spazio di sinistra e la fascia seguendo il pallone. Lì, nel meccanismo con Aké che scivola verso il centro della difesa per fargli posto, e Gündogan che deve scendere nel mezzo spazio di sinistra, un giocatore intelligente come Odegaard ha trovato i tempi di gioco. Se Saka non si trova in situazioni di uno contro uno con Bernardo Silva può comunque scaricare su di lui e far riciclare l’azione per attendere un momento migliore. Pur con meno precisione del solito, l’Arsenal ha ripreso a giocare il suo calcio, arrivando al pareggio su rigore e riuscendo a portare la partita sui suoi binari. L’Arsenal chiude bene il primo tempo. Lo stesso Guardiola ammetterà a fine partita di aver sbagliato la tattica iniziale: «ho provato qualcosa di nuovo ed è stato orribile. Nel secondo tempo siamo stati più simili a noi. Abbiamo faticato molto a controllare la partita, per questo abbiamo sofferto e loro sono stati molto più bravi, ma nel secondo tempo eravamo lì».

Da questo grafico di passaggi e posizioni medie si può notare la vicinanza della società Odegaard-Saka nella zona di fragilità tattica per il City.

Si parla spesso dell’overthinking di Guardiola, che studia e rispetta così tanto l’avversario da complicarsi la vita da solo con scelte controintuitive. Una tendenza che gli è costata carissimo in Champions League come ad esempio nella finale persa nel 2021. Va però detto che questo è anche uno dei segreti della dinastia del City in Premier League. Il suo Manchester City è una squadra in continua evoluzione e in cui le tantissime soluzioni tattiche riescono a cavalcare gli stati di forma dei giocatori e a rendere rarissimi i casi di prestazioni negative per tre partite consecutive. Guardiola è poi anche bravo a trovare le correzioni a partita in corso, a cambiare marcia. Se c’è una qualità che gli va riconosciuta è la capacità di riconoscere un’idea sbagliata e correggersi.All’ora di gioco Guardiola sposta Bernardo Silva dalla parte opposta del campo grazie all’uscita di Mahrez e l’ingresso di Akanji al centro della difesa. Aké scala terzino sinistro e il Manchester City compone così una linea a 4 fissa e un fronte offensivo a specchio con la difesa dell’Arsenal, con Bernardo Silva ora avversario diretto di Zinchenko, in grado di seguirlo, se serve, pure dentro il campo. La squadra di Guardiola è meno fluida ma può pressare meglio uomo su uomo. L’idea della strategia iniziale di Guardiola resta la stessa, anche se concretizzata passando per una strada tattica diversa. L’Arsenal inizialmente sembra riuscire a digerire bene questo nuovo contesto, con Nketiah che arriva vicinissimo al gol al minuto 65, quando non raggiunge a Ederson battuto un cross basso che aveva attraversato tutta l’area piccola da destra di Tomiyasu. Ma questa volta la mossa di Bernardo Silva ha i suoi frutti, visto che al minuto 72 arriva grazie a lui il gol del 2-1.

Questa volta è Gabriel a sbagliare il passaggio sotto la pressione di De Bruyne, sulla sua traiettoria arriva Bernardo Silva, che col secondo tocco serve un filtrante perfettamente calibrato sulla corsa dietro la linea di Haaland. Su quel passaggio le marcature dell’Arsenal non possono che arrivare sempre con un attimo di ritardo e quindi il passaggio di Haaland al limite trova Gündogan che, di prima, trova Grealish che può calciare in porta con spazio. Probabilmente il gol più importante della sua esperienza a Manchester, sicuramente quello più festeggiato.Dopo il gol subito l’Arsenal non riesce più a creare pericoli, se non dopo che il Manchester City aveva già raggiunto il gol del 3-1 con Haaland che stoppa e tira di destro a incrociare dopo il cross di De Bruyne. L’Arsenal sfiora il secondo gol con un colpo di testa di Nketiah che finisce di poco al lato del palo. È l’unica vera occasione fallita per accorciare le distanze, troppo poco per una squadra che fino al pareggio sembrava in controllo della situazione. Dal vantaggio avversario è però uscita mentalmente dal campo. Fantasmi di vecchie versioni dell’Arsenal sono affiorate, nonostante l’incitamento dei tifosi. È l’undicesima vittoria consecutiva per il Manchester City contro l’Arsenal. Arteta non ha mai vinto lo scontro diretto con Guardiola, suo padre putativo.

L’Arsenal è riuscito ancora una volta per lunghi tratti a giocare alla pari contro una squadra con giocatori più esperti e soprattutto più forti. La differenza di esperienza e livello alla fine si è fatta sentire negli episodi chiave della partita: dove i giocatori dell’Arsenal hanno commesso ingenuità, quelli del City sono stati cinici. Arteta a fine partita ha detto: «Non so se sia inesperienza o sfortuna. Non ho mai visto Tomiyasu fare quel passaggio indietro in sette anni e l'ha fatto oggi. Fa parte del gioco e loro hanno la qualità per punirti».Prima della partita Guardiola aveva detto che l’Arsenal, storicamente, ha vinto più del City, ma non negli ultimi anni. Un modo per rimarcare come in questo momento storico, nonostante la classifica, la squadra da battere è ancora il City e l’inseguitrice l’Arsenal. Una situazione simile a quella che si era verificata quando esplose il Liverpool di Klopp nella stagione 2018/19, che però dovette comunque cedere il passo al City prima di riuscire a vincere il titolo nella stagione successiva. A differenza di Klopp, Arteta non è riuscito ancora a trovare il modo di battere Guardiola, di essere un suo incubo invece che un amico da inondare di complimenti prima e dopo le partite vinte. Il ritorno di fine aprile a Manchester si prospetta già come la partita più importante della giovane carriera di Arteta e della sua squadra.

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