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Il Liverpool va veloce
17 set 2016
Alla prova delle ambizioni, il Liverpool di Klopp ha avuto la meglio sul Chelsea di Conte.
(articolo)
7 min
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Chelsea – Liverpool, la partita di cartello del quinto turno di Premier League era molto attesa anche per i segnali che avrebbe potuto dare sulle potenzialità delle due squadre e sulle loro ambizioni. Il Chelsea di Conte arrivava alla gara davanti in classifica, grazie ai 10 punti raccolti nelle prime quattro partite: pur essendo un ruolino di marcia convincente, soprattutto alla luce del debutto di Conte nel calcio inglese e delle difficoltà della passata stagione, i “Blues” avevano affrontato avversari relativamente abbordabili (West Ham, Watford, Burnley, Swansea). Quella con i “Reds” era quindi un banco di prova importante.

Pur avendo raccolto due punti in meno, il Liverpool aveva impressionato soprattutto vincendo e segnando quattro reti contro le prime due della passata stagione, ma non si può dire altrettanto nel caso della deludente sconfitta per 2-0 con il Burnley, che rimane una macchia considerevole in un ruolino che li ha visti uscire con due vittorie e un pareggio dagli scontri diretti con Arsenal, Tottenham e Leicester. Un risultato positivo con il Chelsea poteva dunque lanciare alla grandissima Klopp e i suoi. Nel 4-1-4-1 del Chelsea l’unico assente rispetto al pareggio con lo Swansea era John Terry. Nella linea difensiva David Luiz ha quindi fatto il suo secondo debutto con la maglia del club londinese (anche il primo avvenne contro Liverpool), posizionandosi di fianco a Cahill, con Ivanović e Azpilicueta terzini.

A centrocampo ancora panchina per Fabregas con Kanté che si è disimpegnato davanti alla difesa aiutato da Matic e Oscar nel ruolo di mezzali. In avanti sono stati Hazard a sinistra e Willian a destra a supportare l’unica punta, Diego Costa. Klopp ha proposto un 4-3-3 molto fluido, con in porta Mignolet, che almeno per questa partita ha vinto il ballottaggio sul neo-acquisto Karius, appena tornato a disposizione. In difesa Matip e Lovren hanno costituito la coppia di centrali difensivi, con Clyne a destra e Milner come terzino sinistro, visti i crescenti dubbi sull’affidabilità di Alberto Moreno. Henderson ha agito da centrale di centrocampo con Wijnaldum centro-sinistra e Lallana, almeno sulla carta, centro-destra. In avanti Sturridge ha vinto il ballottaggio con Firmino per il ruolo di punta centrale, con Sadio Mané e Coutinho ai suoi lati.

Conte ha scelto un Chelsea reattivo

Finora il Chelsea si era trovato nella condizione di dover fare la partita, tanto da aver collezionato sempre oltre il 55% di possesso palla. Per la prima volta, contro una squadra proattiva quale il Liverpool, aveva la possibilità di lasciare agli avversari il pallino del gioco per cercare di ripartire in velocità. Conte ha optato proprio per questa strategia e la sua squadra si è schierata fin da subito in un blocco basso con i reparti ben stretti tra loro e il solo Diego Costa lasciato oltre la linea della palla. Nella scorsa stagione, il Liverpool di Klopp aveva incontrato grandi difficoltà contro squadre che si difendevano compatte nella propria metà-campo e i cui blocchi i Reds difficilmente erano riusciti a scardinare.

La partita con il Burnley aveva rimesso in luce questa problematica ed effettivamente, la scelta di Conte è difficile da biasimare, anche per le caratteristiche e le abitudini tattiche della rosa di cui dispone. Fin dai primi minuti il Chelsea si è rintanato negli ultimi 20-30 metri, lasciando il Liverpool relativamente libero di avanzare nella metà-campo offensiva. Il problema evidente è stato però la mancanza di pressione sistematica sul portatore di palla avversario, che aveva spesso molto tempo a disposizione per prendere la decisione giusta e calibrare al meglio un passaggio. I giocatori offensivi di Klopp si sono posizionati con intelligenza tra la linea di difesa e di centrocampo del Chelsea (in particolare negli spazi che si aprivano tra Kanté e le due mezzali), aprendo linee di passaggio non esattamente agili, ma che la mancanza di pressione rendeva facilmente percorribili.

Il Chelsea attende negli ultimi metri di campo, stringendo le proprie linee, ma la mancanza di pressione su Henderson e l’intelligente posizione occupata dai compagni gli concede tre linee di passaggio in verticale.

Il Liverpool va alla velocità della luce

Le frequenti rotazioni tra i centrocampisti e gli attaccanti del Liverpool, che non occupavano mai una posizione prestabilita ma si scambiavano e incrociavano con continuità, ha tolto punti di riferimento al blocco del Chelsea. In particolare Lallana, partendo dalla posizione di interno destro di centrocampo, non di rado si allargava, permettendo a Mané di inserirsi centralmente. Anche Milner e Clyne partecipavano attivamente agli attacchi dei “Reds”, fornendo un’opzione per riciclare il possesso o di attacco della profondità sulle corsie. Il Chelsea è sembrato a tratti in balìa delle combinazioni avversarie, eppure era riuscito a prevenire occasioni da gol importanti, almeno fino al momento dello 0-1. Sugli sviluppi di uno schema da calcio di punizione, i “Blues” sono stati ben poco reattivi nel posizionarsi in marcatura e, sul pallone all’indietro da cui è nato il cross di Coutinho per la testa di Lovren, ben quattro giocatori del Liverpool si sono ritrovati liberi sul secondo palo. Un gol causato da una disattenzione inaccettabile soprattutto per una squadra di Antonio Conte.

Dopo il retropassaggio per Coutinho, ben quattro giocatori del Liverpool, tra cui Lovren, l’autore del gol, rimangono completamente liberi sul secondo palo.

Il 2-0 è arrivato al 36.esimo minuto: una prodezza individuale di Henderson, che calciando di interno ha disegnato una traiettoria imprendibile verso l’incrocio dei pali. Va detto che anche in questo caso la pressione sul portatore di palla è mancata praticamente del tutto e il capitano del Liverpool ha avuto tutto il tempo di coordinarsi e calciare.

Il “fantascientifico” gol del 2-0 di Henderson.

Il secondo gol ha costretto il Chelsea ad uscire allo scoperto. Dal secondo tempo Oscar ha occupato stabilmente il ruolo di seconda punta, rendendosi disponibile per connettere dalla trequarti una fascia all’altra e non lasciare solo Diego Costa, che pur essendo famoso per la propria tenacia nel guidare un attacco in solitaria, è parso davvero troppo isolato nel primo tempo.

Oscar in posizione di seconda punta permetteva al Chelsea di non lasciare Diego Costa isolato e di connettere in maniera più stabile la trequarti alle fasce laterali.

Il Liverpool ha gradualmente perso parte del dominio del primo tempo, ma la fase difensiva degli uomini di Klopp sembrava poter contenere gli attacchi del Chelsea, soprattutto perché, se nel primo tempo il Chelsea aveva difficoltà a raggiungere le mezzali con Kanté che veniva limitato dalla marcatura di Sturridge, ora ne aveva altrettante a trovare i due centrocampisti centrali dietro la linea di pressione del Liverpool, fluido tanto quanto in fase offensiva e molto coordinato nella copertura delle linee di passaggio centrali.

Lallana si sposta in avanti in diagonale e copre la linea di passaggio per Kanté portando contemporaneamente pressione su Cahill. Coutinho impedisce il passaggio a Ivanović, mentre poco più indietro, Henderson controlla il centrocampista francese nel caso la palla riesca comunque a passare.

Ma il Liverpool ha abituato i propri tifosi a non poter mai stare tranquilli e, anche in questo scenario complicato, il Chelsea è riuscito a dimezzare lo svantaggio grazie ad una grande azione personale di Matic che ha prima penetrato le linee avversarie con la palla e poi ha chiuso un uno due in area di rigore con Hazard, prima di servire Diego Costa in area, bravo a smarcarsi approfittando dell’attrazione generata dalla palla sugli occhi dei difensori di Klopp.

Dopo il 2-1 sembrava potersi profilare uno scenario già visto, anche se il Chelsea non ha costruito poi tanto, come si nota nella mappa di expected goals sottostante. Conte non ha però colto il potenziale cambio di inerzia del match dopo la rete realizzata intorno all’ora di gioco ed ha atteso fino all’84.esimo per effettuare tre sostituzioni simultanee (Moses per Willian, Fabregas per Matic, Pedro per Oscar), lasciando Batshuayi in panchina, mossa criticata apertamente da Thierry Henry, da poco diventato assistente del CT del Belgio Roberto Martinez, soprattutto perché Oscar agiva di fatto fa secondo attaccante.

Il Liverpool non ha schiacciato il Chelsea dal punto di vista delle occasioni create, ma del resto è passato in doppio vantaggio grazie ad un tiro a bassa percentuale di realizzazione. I "Blues" hanno convertito la propria più grande opportunità.

I cambi tardivi e l’impiego di Cahill come centravanti aggiunto non hanno portato l’effetto sperato e i padroni di casa non sono riusciti a trovare il pareggio. La vittoria di Stamford Bridge ha permesso al Liverpool di avere la meglio su un’altra rivale per l’alta classifica: se Klopp riuscisse ad evitare i passi falsi contro le “piccole”, già un tema durante la scorsa stagione, potrebbe realmente competere per il titolo. Questa sconfitta getta invece qualche ombra sul Chelsea di Conte che ha steccato la prima gara in cui ha deciso di lasciare il controllo della partita all’avversario. Nel secondo tempo i “Blues” sono migliorati, ma ci sarà da lavorare su questo scenario tattico, soprattutto perché la prossima giornata li vedrà sfidare l’Arsenal.

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