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Classificone Federico Aquè 31 marzo 2015 5'

Il Classificone 3/4: I moduli più usati

I moduli di maggiore successo nella Serie A; ritorna il Classificone, la rubrica più amata de l’Ultimo Uomo. Sempre più svelta, luminosa e rampante.

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In questa classifica ho cercato di individuare le tendenze del momento in Serie A, tenendo conto che il periodo di riferimento, il terzo quarto di campionato, è limitato e non può essere utilizzato per trarre conclusioni assolute. Il criterio con il quale ho scelto i moduli è il loro successo, sia nel senso di popolarità e utilizzo da parte degli allenatori, sia nel senso di buoni risultati sul campo.

 

3-5-2/5-3-2

352

 

Se esistesse un premio al modulo dell’anno il 3-5-2 avrebbe vinto a mani basse la scorsa stagione. Mezza Serie A l’ha utilizzato ed è stato il sistema di base della Juventus dei record di Antonio Conte. Quest’anno il 3-5-2 gode di minor fortuna: è stato abbandonato dall’Inter e anche dalla Juventus, almeno come modulo di base, ma conserva la sua schiera di fedelissimi.

 

Tra questi c’è Giampiero Ventura, che non ha abbandonato il 3-5-2 nonostante un inizio difficile (con l’eccezione 5-2-3 durata due partite). La perseveranza ha pagato: il Torino è una delle migliori squadre del nuovo anno e ha tre punti in più rispetto alla scorsa stagione.

 

Il 3-5-2 è il modulo base anche dell’Udinese dell’ultimo periodo e del Palermo (che ha giocato pure con la difesa a 4 e Quaison e Vázquez dietro Dybala), due squadre in crisi di risultati che hanno messo insieme appena 9 punti nel girone di ritorno (ma l’Udinese ha giocato una partita in meno).

 

La Fiorentina, che invece sta passando un ottimo momento di forma, gioca stabilmente col 3-5-2 anche se la disposizione in campo è molto fluida e può cambiare nel corso della partita. Per la Juventus il 3-5-2 è diventato una soluzione di riserva, da utilizzare in chiave difensiva quando c’è da gestire un risultato oppure quando l’emergenza non consente di schierare quattro centrocampisti. Anche per il Verona di Andrea Mandorlini il 3-5-2 ha rappresentato una soluzione d’emergenza quando le cose andavano male ed è stato messo da parte nelle ultime partite.

 

L’idea corrente, l’interpretazione del momento del 3-5-2/5-3-2, sembra quella di un modulo buono nei i periodi di crisi perché prettamente difensivo. In realtà tutto dipende dall’interpretazione e dalla scelta dei giocatori, soprattutto dei laterali di centrocampo. Alcuni allenatori sugli esterni schierano dei difensori in funzione del ripiegamento nella difesa a 5; ma ad esempio la Fiorentina di Vincenzo Montella a destra fa giocare Joaquín, un trequartista/esterno d’attacco. Rosi, che ha caratteristiche più difensive ed è stato comprato a gennaio proprio per fare il quinto a centrocampo, ha giocato finora solo due partite da titolare.

 

Della Fiorentina è interessante anche l’elasticità della linea difensiva, che a volte si allinea a 4 con l’abbassamento dell’esterno di sinistra (Pasqual o Marcos Alonso). In definitiva la squadra di Vincenzo Montella smentisce i pregiudizi sul 3-5-2 come modulo difensivo, o forse è solo l’eccezione che conferma la regola.

 

Il Torino e il Verona, esempio contrario, utilizzano o hanno utilizzato il 3-5-2 per difendere schierati e coprire ogni spazio a ridosso dell’area di rigore. Udinese e Juventus lo interpretano in maniera più aggressiva in fase difensiva e più coraggiosa in fase offensiva. Ho volutamente omesso il Parma, che pure ha giocato col 3-5-2, ma le questioni tattiche sono l’ultimo dei problemi in questo momento.

 

4-3-1-2

4312

 

Il successo del 4-3-1-2 in questa stagione è legato soprattutto al fatto che Massimiliano Allegri l’ha scelto come modulo di base della sua Juventus (che, tra l’altro, è l’unica squadra imbattuta nel girone di ritorno). Anche il sorprendente Empoli di Maurizio Sarri ha costruito le sue fortune sul rombo di centrocampo (e non perde da otto partite, la seconda striscia d’imbattibilità più lunga in Serie A). Il 4-3-1-2 Sarri con le sue linee sfalsate è perfetto per una manovra diretta e verticale.

 

Lo sviluppo più verticale della manovra è anche uno dei cambiamenti più evidenti della Juve nel passaggio dal 3-5-2 al 4-3-1-2, anche se la squadra di Allegri non ha perso la vocazione a tenere la palla e fare la partita.

 

La terza squadra che gioca in maniera stabile con il 4-3-1-2 è il Cesena, che sembrava spacciato fino a qualche settimana fa e invece con 12 punti nelle ultime 9 giornate ha messo nel mirino il quartultimo posto dell’Atalanta, lontana 5 punti. I romagnoli sono l’emblema del calcio diretto, basato sul lancio verso le punte (Djuric e Defrel) senza passare quasi mai dal centrocampo.

 

Anche Mancini ultimamente ha impostato l’Inter con il 4-3-1-2, mentre Inzaghi lo ha scelto per qualche partita per provare a risolvere i problemi del Milan. Non è comunque bastato, né per il Milan né per l’Inter, per trovare la quadratura e risalire in classifica. La Sampdoria ha giocato spesso con il 4-3-1-2 ma una volta entrati in forma Eto’o e Muriel, Mihajlovic ha preferito schierare tre punte vere e non più Soriano nel ruolo di trequartista-incursore.

 

4-3-3

433

 

Il 4-3-3 è il modulo del momento in Serie A. È lo schieramento base della Lazio, la squadra più in forma del campionato (ha collezionato gli stessi punti della Juve nel girone di ritorno e ha messo in fila sei vittorie consecutive); della Sampdoria, che con Muriel, Éder, Eto’o e Okaka ad alternarsi nel tridente offensivo ha vinto le ultime quattro; ed è utilizzato più o meno stabilmente da Fiorentina, Roma, Milan, Verona, Cagliari e Sassuolo.

 

Per Zdenek Zeman il 4-3-3 è il modulo ideale perché permette di creare naturalmente i triangoli attraverso cui sviluppare la manovra. Guardiola, sul 4-3-3, ha costruito un Barcellona praticamente invincibile, la Nazionale campione del mondo, la Germania, ha vinto in Brasile con il 4-3-3. La cosa interessante è che in Serie A il 4-3-3 viene giocato talvolta anche in assenza di esterni d’attacco.

 

L’esempio migliore è la Samp, che con Éder, Eto’o o Muriel va oltre il concetto di esterno a piede invertito che va tanto di moda: si tratta, in realtà, di tre attaccanti centrali che giocano sulla fascia, Eto’o in particolare si sta trovando a meraviglia nel ruolo di regista offensivo, a dettare i tempi della manovra nella metà campo avversaria ricevendo in posizione decentrata.

 

Un ruolo simile ce l’ha Domenico Berardi nel Sassuolo di Eusebio Di Francesco, che imposta preferibilmente l’azione sulla fascia destra sfruttando il movimento di Berardi ad accentrarsi, e la sua qualità tecnica per sviluppare la manovra nella metà campo offensiva.

 

L’interpretazione migliore resta quella della Lazio: un 4-3-3 con incursori (Mauri, Parolo) ed esterni accentratori di gioco (Felipe Anderson, Candreva, Keita) capaci di mettere il pallone sulla testa dell’attaccante centrale più o meno da qualsiasi posizione. I risultati della squadra di Pioli sono la migliore pubblicità possibile per il 4-3-3: nel mese di marzo hanno fatto percorso netto: quattro vittorie su quattro, 11 gol segnati (miglior attacco), nessuno subito (migliore difesa col Chievo).

 
 

Tags : empoligiampiero venturajuventuslaziomassimiliano allegrimaurizio sarri

Federico Aquè ha collaborato con Sprint&Sport, Datasport e Sportmediaset.

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