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Emanuele Atturo
Il Classificone 2/4: Le migliori giocate
06 feb 2015
06 feb 2015
Le 5 migliori giocate del secondo quarto di campionato: ritorna il Classificone, la rubrica più amata de l'Ultimo Uomo. Sempre più frizzante, sorniona e maliziosa.
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Emanuele Atturo
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Il concetto di “giocata” è quanto mai vago. Spiego subito che ho privilegiato quelle giocate che, per un motivo o l’altro, rischierebbero di essere dimenticate, anche difficili da reperire in rete. Magari perché non hanno portato direttamente a un gol o perché lì per lì sono state osservate con poca attenzione. Tra questi non ho scelto le più belle in assoluto, o le meglio eseguite, ma quelle che secondo me hanno qualcosa di inedito: che a vederle si rimane interdetti, perché non si è sicuri di avere già visto una cosa simile.
Nel girone d’andata si sono disputate duecento partite e potete immaginare quanto ricostruire le giocate migliori sia stato complesso. Quindi vi prego di inserire nei commenti quelle che, consapevolmente o inconsapevolmente, sono finiti fuori da questa classifica.

 



Mi piace iniziare questa classifica con una nota di malinconia. Quella in casa dell’Empoli è stata l’unica prestazione di livello di Fernando Torres in Italia; rivedendo i suoi highlights in quella partita è difficile capire che cosa può essere andato storto in seguito. Contro l’Empoli Torres sembrava un giocatore capace di spostare di molto gli equilibri in Serie A, mostrando alcuni dei suoi movimenti più tipici. Come quando nel secondo tempo ha dribblato per due volte due difensori in area e ha scaricato su Menez, che ha tirato sulla traversa.


 

In questa azione possiamo ammirare la capacità che la versione migliore di Torres ha di puntare intere difese, catalizzando su di sé l’attenzione degli avversari. Per pochi istanti Torres è stato davvero Torres.

 



Del soporifero Roma - Cesena, finito due a zero per la squadra di casa, nessuno ricorderà niente. C’è stata però una giocata di Pjanic che vorrei non venisse dimenticata. Il ritmo della partita è lento, la difesa del Cesena è schierata, il bosniaco è sulla trequarti e taglia lentamente il campo in orizzontale. Poi questo filtrante che corre improvviso in un ristretto corridoio tra tutti i giocatori del Cesena. La palla attraversa sette giocatori (li ho contati), prima di arrivare a Destro: anche solo il movimento che deve fare la camera per seguirla dà le vertigini.

 



Sarebbero tante le giocate di Paulo Dybala che potrebbero finire in questa classifica, visto il suo talento nel sottrarre banalità da ogni tocco del pallone. Si poteva inserire

doppio palleggio in corsa, in cambio di direzione, in contropiede, contro la Lazio, per esempio. Contro il Genoa però fa questa giocata che è una metafora potente della capacità che ha, insieme al compare Vazquez, di creare chiare occasioni dal nulla, di far nascere fiori dal fango. Qui c’è un lancio di Barreto che ha più l’aspetto di una spazzata ragionata (alza la testa e capisce il potenziale uno contro uno ma è comunque un lancio molto alto che viaggia per 50 metri), Dybala lo rincorre senza staccare gli occhi dal pallone, nel frattempo però fa un’altra cosa, che ha a che fare con la parte incosciente che pochi calciatori hanno molto sviluppata: intuisce velocemente lo spazio tra sé, l’avversario e la porta, poi fa un tocco dolcissimo che salta il difensore e lo fa volare davanti al portiere. Nella conclusione forse vuole strafare con un tocco sotto, ma se avesse fatto quel gol si sarebbe aggiunto a

, segnato esattamente venti minuti prima. E io un giocatore che segna due gol così belli in m
 



Florenzi è finito nel Classificone anche

, per quell’incredibile gol in rovesciata contro il Genoa. Il fatto che un anno dopo entri anche in questa classifica è segno di due cose: primo che a Ultimo Uomo piace molto Florenzi; secondo che la si dovrebbe smettere di considerare Florenzi un semplice giocatore “di fatica”. Come se la duttilità e la predispozione al sacrificio facessero passare in secondo piano le sue qualità tecniche. Florenzi gioca spesso da terzino, ma non solo per sfruttare il suo dinamismo, ma anche per mettere la propria qualità in un ruolo su cui la Roma di Garcia ha sempre fatto molto affidamento in fase di costruzione.
Qui fa la classica giocata che nessuno ricorderà a fine anno, che non finirà nelle compilation dedicate a Florenzi, nascosta tra le pieghe di cose apparentemente più importanti. Il Genoa è in pressione, Roncaglia fa un cambio di gioco sballato, Florenzi va in chiusura con le spalle al campo e capisce che è da solo, che può permettersi di stopparla. Con un tocco al volo si gira verso il campo, con un altro lancia Ljajic in contropiede.


 

Poi il serbo farà una grande giocata in verticale verso Pjanic, l’azione si svilupperà portando all’espulsione di Perin per fallo da ultimo uomo su Nainggolan. La Roma sbaglierà il rigore ma vincerà uno a zero una partita difficile. In pochi ricorderanno la giocata con cui Florenzi ha fatto ripartire l’azione che ha rotto gli equilibri, facendo guadagnare due tempi di gioco alla propria squadra. A Florenzi piacciono le cose complesse, perché sono quelle che spostano le partite.

 



A volte penso che l’estremo pragmatismo di Antonio Di Natale, la sua inclinazione a dedicarsi alle giocate efficaci per la squadra, ci tolga in parte la possibilità di vedere le cose pazzesche che riesce a fare con una palla. Quando però si presenta l’occasione di fare una cosa tanto stupenda quanto utile Di Natale la fa, aumentando un tantino il “dicibile” nel calcio. Qui è contro la Roma, in una situazione perfettamente sterile di gioco: sta recuperando un pallone sul vertice destro dell’area, ha già un raddoppio contro e un terzo uomo non troppo lontano. Con uno scavetto d’esterno in un barlume di campo si libera della marcatura e, un attimo dopo, crossa con un piatto sinistro di controbalzo: un movimento classico da beach soccer; la palla traccia una mezzaluna che scavalca con esattezza tutta la difesa della Roma: il fatto che Gabriel Silva non riesca a mettere dentro quel cross rischierebbe di destinarlo all’oblio. Per fortuna c’è il Classificone.


 



Si potrebbe dedicare un intero pezzo del Classificone alle cose pazze che Paul Pogba ha fatto sul campo nel solo girone d’andata. Dribbling in mezzo a cinque uomini, prodigi di aerobica ed eleganza, tocchi difficili anche da pensare. Ma questo elastico è stata La giocata di questa prima parte di campionato, quella che non serviva neanche questo Classificone per farvela rimanere negli occhi.
Credo si tratti della più efficace applicazione dell’elastico di sempre; nel senso che non ricordo un’altra occasione in cui un giocatore tramite elastico ha saltato due giocatori arrivando uno contro uno col portiere. Se ve ne vengono in mente altre segnalatele sotto nei commenti.
Rispetto agli elastici che si vedono di solito - in questi casi obbligatorio citare Ronaldinho, che ha persino una sua compilation di

, o quello recente di

- quello di Pogba ha due particolarità: è un movimento minimale, eseguito in uno spazio stretto che di solito non permette di pensare freddamente a una giocata simile; è stato realizzato in posizione centrale e non sulla fascia, con l’intuizione che sarebbe stato il movimento ideale per infilarsi tra i difensori. Questo punto indefinito tra potenza, fredda eleganza ed efficacia è quello che Paul Pogba raggiunge sul campo da calcio, e che lo rende il giocatore più simile a Zizou.


 
 

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