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Immagine di alcuni fiocchi di neve di Wilson Bentley / NOAA
Calcio Daniele Manusia 4 febbraio 2015 7'

Il Classificone 2/4: I migliori gol

I cinque migliori gol del secondo quarto di campionato: ritorna il Classificone, la rubrica più amata de l’Ultimo Uomo. Sempre più imprevedibile, sagace ed empatica.

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I cinque migliori gol del secondo quarto di campionato
di Daniele Manusia
(@DManusia):

 

Il valore di un gol non coincide con la sua bellezza, e la bellezza non coincide con la difficoltà. Pippo Inzaghi ha segnato con la spalla in una finale di Champions League e non credo che cambierebbe quel gol con una delle rovesciate di Kone, per quanto splendide. Va aggiunta l’unicità che rende un determinato gol diverso da tutti gli altri, anche da quelli simili. Un gol può avere molti dettagli che lo rendono più o meno unico, senza per questo essere difficile dal punto di vista dell’esecuzione, o bello stilisticamente, o importante per il punteggio finale e la competizione che fa da cornice. L’ideale, ovvio, è che bellezza, difficoltà, unicità e valore si incontrino nello stesso gesto. Ma succede raramente.

 

In questa classifica, come in quella di tre mesi fa che tiene conto dei gol realizzati nella prima parte della stagione, terrò conto di questi fattori e sopratutto del mio gusto. Funziona così: durante le settimane annoto i gol che mi sono piaciuti di più, poi li riguardo, ne seleziono 5 e li classifico. In questo modo non mi resta che dirvi perché, quanto e come esattamente mi sono piaciuti. Se tengo fuori il vostro gol preferito di questa seconda parte di campionato, linkatelo voi nei commenti. Il mese scorso ho tenuto fuori ingiustamente quello di Babacar contro l’Inter.

 
 

5. Dybala vs Parma, 13a giornata, schema su punizione e assist di tacco di Barreto.

 

 

Lo schema rosanero apre un orizzonte di domande sul nostro modo di selezionare e tramandare ai posteri i gol che preferiamo. Perché su YouTube non ci sono compilation di schemi da calcio d’angolo o punizione? Perché non ci sono compilation che riuniscono tutti quei gol che più del singolo gesto tecnico sono frutto del gioco di squadra?

 

Almeno io, paladino del collettivo, contro la dittatura di rovesciate e dribbling, dovrò ricordarmi di inserire in ogni mia classifica almeno una rete che premi l’intelligenza di gruppo e non il singolo talento. Questa punizione del Palermo è l’esempio perfetto. Un triangolo così semplice che se volete, bambini, potete provare anche voi a casa con i vostri amici. Basta convincere il bambino che porta la palla e vuole tirare le punizioni che è divertente anche se segna quello nascosto dietro la barriera (magari a lui fategli fare l’assist di tacco al posto di Barreto).

 

(qui potete rivedere il replay).

 
 

4. Holebas vs Inter, 13a giornata, assist: Totti che gli fa cenno di spingere.

 

 

Ero indeciso tra questo gol e il coast-to-coast di Bruno Peres nel derby della Mole. L’archetipo del terzino che brucia la fascia trasformando le difese avversarie in statue di sale è quel Gareth Bale che oggi come oggi è il calciatore più costoso nella storia del calcio. La bellezza del terzino che percorre il campo come fosse in discesa, però, in questo caso diventa unica grazie all’esitazione di Holebas. Ci vuole Totti per indicargli la via del gol.

 

Holebas fa qualcosa di strepitoso e lo fa timidamente, spinto dal cenno passivo-aggressivo di Totti, che sembra tradire un po’ di impazienza nel gesto con la mano (“E spingi, cretino!”).
Non è così banale però il modo in cui Holebas aggira Ranocchia, toccando la palla con il destro, e Holebas finisce spesso le proprie discese con la palla sul destro e sarei curioso di sapere se lo fa apposta o se non riesce a controllare lo sviluppo dell’azione. In francese c’è un nome per il dribbling con la palla che passa da una parte dell’avversario e il giocatore che lo supera dall’altra: grand pont (il petit pont, invece, è il tunnel).

 

(qui c’è il replay dell’azione).

 
 

3. Manolo Gabbiadini vs Atalanta, 6a giornata, assist: un bacio di Obiang.

 

 

Lo so, sto barando, ma questo gol mi è sfuggito quando ho fatto la prima classifica di questa stagione perché la gente non sa fare gli highlights. In tutti quelli che ho visto in quel periodo la palla di Obiang, che è più o meno l’80% del gol intero, era tagliata fuori. Sembrava che la palla fosse piovuta direttamente dal cielo, che è esattamente il motivo per cui il lancio di Obiang è fuori dal comune, ma tagliando il tocco di partenza non aveva senso.
Quel lancio è assurdo per più di una ragione: (1) la distanza, (2) la precisione, (3) l’audacia del pensiero stesso, (4) la coordinazione tra il pensiero assurdo di Obiang e la scelta di tempo di Gabbiadini.

 

Nella sacca di Obiang ci sono tutti i ferri per completare una buca con parecchi colpi in meno rispetto a un giocatore mediocre, sa giocare sul lungo, come in questo caso, anche se credo che darebbe il meglio di sé in un sistema diverso da quello di Mihajlovic, in una squadra più orizzontale. Come si chiamava quel cartone giapponese sul golf? La palla rimbalzava esattamente come questa di Obiang.

 

(qui il replay dell’azione).

 
 

2. Marco Parolo vs Milan, 20a giornata, assist: Miroslav Klose sa fare tutto.

 

 

Il Vine vuole sottolineare la corsa di Parolo e la grazia con cui apre il piatto. Ma a monte c’è la palla perfetta di Klose e il resto dei giocatori della Lazio che coprono alla perfezione il campo mandando in overdrive (per le troppe linee di passaggio e tagli da coprire) il sistema difensivo milanista, già messo male di suo. Forse la cosa che preferisco è la reazione di Poli che si lamenta con Abate che non stringe o con i due centrali che si sono fatti portare fuori posizione da Klose e Mauri fuori inquadratura: il tedesco largo a destra e il brianzolo che dal centro viene incontro aprendo il buco. Mexes e Alex si fanno trascinare via come due principianti anziché difendere l’area (voglio dire, che la Lazio gioca così dovevano saperlo) e Poli, anziché cadere in ginocchio di fronte alla perfezione del movimento di Parolo, si dispera per i limiti della squadra in cui gioca. Mi piace perché Poli è il primo ad aver difeso male, in italiano non abbiamo un corrispondente dell’inglese tracking per definire il compito di marcatura di un centrocampista sugli inserimenti, ma che Parolo lo avesse fregato doveva essere abbastanza evidente anche a lui.

 

Detto questo, Parolo e Mauri dovrebbero aprire una scuola calcio in cui si insegna a giocare senza toccare il pallone. (Piccola digressione: Ravel Morrison è il tipo di giocatore contrario per questo gioco, è un accentratore, un portatore di palla, in teoria un tappo per il dinamismo e l’intensità della Lazio, non a caso Felipe Anderson che ha caratteristiche simili gioca esterno a sinistra).

 

(qui il replay del gol)

 
 

1. Franco Vazquez vs Atalanta, 16a giornata, assist: un passaggio a centrocampo.

 

 

In un ambiente famoso per la propria chiusura come quello del calcio, composto da persone che hanno smesso di studiare molto presto, che raramente hanno passioni e interessi di cui parlare alla stampa, quanto deve parlare poco un giocatore per essere soprannominato “Il Muto”? Con quante parole racconterebbe questo gol? Come spiegherebbe la sua improvvisa maturazione? Anche a rischio di rimanerci male mi piacerebbe chiederglielo di persona, se non altro per misurare il gap tra quanto poco Vazquez è interessante nella vita e quanto lo è in campo.

 

Il gol ricorda vagamente i cucchiai di Totti di una decina di anni fa, solo che El Mudo parte da centrocampo, non rallenta il gioco come fa di solito per aspettare il movimento dei compagni, anche se non si precipita neanche verso la porta. Gli si apre lo spazio centrale, il portiere fa un passo in avanti e lui anticipa Benalouane con la naturalezza di un giocatore davvero maturo e consapevole, eseguendo un cucchiaio alla portata di pochi.

 

Lo paragonano a Pastore, ma El Flaco era tutto istinto, uno spunto dietro l’altro, magari è anche più talentuoso di Vazquez ma non ha la sua compostezza. Vazquez a me ricorda Riquelme, anche se Riquelme aveva ancora più maturità e consapevolezza della propria influenza sul contesto della partita. Vazquez sta a Riquelme come un tablet generico sta all’iPad. Il punto, però, è che Vazquez non è un giocatore davvero maturo, non giocava neanche in B prima che Iachini puntasse su di lui. Sommando la classe del gol al fatto che a segnarlo è stato un giocatore che in tutti gli altri multiversi ha fallito e sta giocando a calcetto la domenica con gli amici, credo che meriti ampiamente il primo posto.

 

La lezione da trarre (ho spiegato la volta scorsa che concluderò ogni classifica con una lezione) è la seguente: avete ragione a sentirvi sfortunati, siete tutti vittima di una serie di ingiustizie che vi hanno portato a vivere la vostra vita e non quella di Messi, o di Scanzi se preferite. Abbiate pazienza e aspettate il vostro Iachini che vi dia fiducia, poi via libera a tunnel e cucchiai.
No, così fa schifo.
Diciamo allora: siamo tutti sfigati per colpa di altri, potenzialmente però siamo tutti eccezionali.

 

(qui il replay del gol).

 
 

Bonus. Il gol più bello della Coppa Italia di sempre? Mchedlidze vs Genoa.

 

 

Devo almeno menzionare questo colpo di Mchedlidze, il paragone con Ibra è immediato, almeno in questo gol. Non c’è bisogno di dire molto di più, Mchedlidze ha una carriera incasinata e, probabilmente, un brutto carattere. Ha segnato il suo primo gol in Serie A nel 2008, con la maglia del Palermo contro la Juventus. Poi è sparito e Sabatini lo ha definito il suo più grande fallimento. E adesso, miracolo. Ha messo su chili ma è ancora giovane (è del ’90) e i suoi limiti sono ancora da scoprire. O meglio, può ancora crescere.

 

A me piace molto come si piega in avanti per imprimere forza alla palla e non mandarla alta. Si merita un altro Vine con una musica più romantica:

 

 

(qui il replay del gol).

 
 

Tags : franco vazquezjosé holebasmanolo gabbiadiniMarco Parolo

Daniele Manusia, direttore e cofondatore dell'Ultimo Uomo. È nato a Roma (1981) dove vive e lavora. Ha scritto: "Cantona. Come è diventato leggenda" (Add, 2013) e "Daniele De Rossi o dell'amore reciproco" (66th & 2nd, 2020) e "Zlatan Ibrahimovic, una cosa irripetibile" (66th & 2nd, 2021).

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