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Francesco Lisanti
Il Classificone 2/4: Gli acquisti top
12 feb 2015
12 feb 2015
Dieci acquisti del mercato di gennaio. Ritorna il Classificone, la rubrica più amata de l'Ultimo Uomo. Sempre più incisiva, commestibile e scoppiettante.
(di)
Francesco Lisanti
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(

)

 

In principio fu il collo in pelliccia del giaccone con cui Cassano atterrò a Madrid, da allora fu definitivamente chiaro a tutti che con il colpo di gennaio non ci svolti la stagione, ma le prime pagine sì. Ripercorriamo in sequenza i grandi arrivi dell’ultimo mese, dai quali si attendono punti, o quantomeno un trending topic.

 



«

». Appunti per una relazione serena, se lei ti mette

, confondili con una sintassi incerta (le forme impersonali tornano molto utili). La convulsa storia del ritorno di Santon è lastricata di etichette (

, Mourinho;

, Lippi), di infortuni (2009, 2011, 2014, tre operazioni al ginocchio), di dichiarazioni sbagliate (2012: “

”). Adesso l’Inter ha assoluto bisogno di un terzino che sappia giocare velocemente il pallone in uscita e sostenere il pressing alto. Indosserà la 21, è un nuovo inizio, vale la pena

.

 



Sul cappello che indossa al

, Iχθύς è acrostico per “

”. Quando va via

dice: “

”, che la gloria sia del Signore. Agirà dietro la punta nel 4-3-2-1 di Zola, su

sembra forte con entrambi i piedi, non avere preferenze di fascia, gran tiratore di punizioni. Sulla lista per il Fantacalcio, Gazzetta lo inserisce tra i centrocampisti. Dai, #TeamPMK40.

 



Nel 2012 chiunque poteva permettersi di definirlo

con la certezza che difficilmente si sarebbe misurato con la prova dei fatti. Poi a Dnipropetrovsk è arrivata la guerra («

») e il suo contratto è scaduto («

»). Iscritto al movimento croato

(vedi alla voce

), già impressionante contro la Lazio, decisivo contro il Chievo, impeccabile contro l’Inter.

 



L’eterno dilemma, un buon mercato invernale implica un pessimo mercato estivo? Nel Milan che ha cambiato tanto ci finisce anche lui, che con il Milan aveva esordito, poi costretto alla diaspora come Darmian, mentre Galliani cercava il terzino tra Grimi, Didac Vilà, Taiwo e Armero. A sinistra porta l’aggressività necessaria a mascherare i problemi di circolazione per le vie centrali. Il fu capitano del Genoa dosa maluccio le prime parole («

») e rilancia il #TroppiStranieri («

»). Gli hanno dato del

, del

.

 



Al momento in cui scrivo in Italia non ha messo piede, ma in lista Uefa c’è (mentre Diamanti e Gilardino no). Nel 2013 è scappato

(“

”) per non stringere la mano agli israeliani del Maccabi, adesso ha preteso la stesura del contratto in arabo prima di firmarlo. Ala destra che corre, corre, corre. È letale negli inserimenti alle spalle della difesa, ha un gran senso del gol, e quando Mourinho gli schiera contro Cole

. Esaltato dal gioco ultra aggressivo del Basilea, a Montella toccherà dargli un senso nella manovra cerebrale della Fiorentina. Negli States utilizzano

a significare “prendere il posto”. A lui toccano gli scarpini di Cuadrado.

 



Doumbia ha scelto la Roma «

», anche se non limpidissimo al momento, «

». Il tasto da toccare subito: sulla loro potenziale compatibilità si poggia il futuro di una squadra con poche soluzioni offensive e molti infortuni. A suo agio fuori dall’area (bene), geniale nel muoversi senza palla (benissimo), deve dimostrarsi all’altezza di una piazza che storce il naso. Prima di

nell'ultima Champions League, quando sembrava uno scherzo metterla dentro, aveva già segnato a due squadre italiane,

e

. Adesso può aumentare la collezione.

 



L’uomo del: «

». Sequestrato sulla pista d’atterraggio di Capodichino e

, ché in Sala Arrivi ce n’erano forse 600, o forse 1000, e mancavano le condizioni di sicurezza perché riuscisse a passare lì in mezzo. Decisamente più facile infilarsi tra Cesar e Zukanović, raccogliere un passaggio irreale di Higuaín e provocare

a Verona. L’alchimia si ripete contro l’Udinese, quando il

e gli libera lo spazio verso la porta. Quarta vittoria consecutiva. Difficile contenere l’entusiasmo, non per lui che pensa solo al lavoro: «

». Tradotto, più rapidamente assorbirà l’attitudine al sacrificio che Benitez aveva pazientemente iniettato in Insigne, più ne attutirà il rimpianto.

 



L’8 Gennaio è un giovedì, arriva dopo la sbornia delle feste natalizie e la mezza sbornia del pareggio allo Juventus Stadium, nell’aria c’è quell’entusiasmo lì.

. Tra i tifosi che

Malpensa in tarda serata, coppiette felici, padri e figli, la Cislago bene, due ragazzi dai tratti mediorientali e un ottimo inglese. Shaqiri non è soltanto funzionale al 4-3-3, serve ai tifosi per tornare allo stadio con il 91 sulla schiena; serve ai giornali per

e fare il botto sui social, risvegliando l’orgoglio identitario; serve soprattutto ad Erick Thohir, per giocarsi la carta del futuro luminoso e per valorizzare il suo più grande investimento ad oggi: il nuovo allenatore. Rileggendo un Mancini di

lo si capisce subito, è un mercato costruito su

: «

». È svizzero? È alto 1,69? È Xherdan Shaqiri?

 



Galliani in cappotto scuro e valigetta in pelle al seguito,

, e c’era già tutta la letteratura di cui avevamo bisogno, tutto «

» per riempirci le fotogallery. Destro dice sì e il giorno dopo sale sul Frecciarossa delle 14, con l’incoscienza necessaria ad ignorare che

Milan potrebbe inibire definitivamente tutto il potenziale di un

, chiamato a dare un senso alla manovra di una squadra cortissima nei primi venti metri del campo, con ottanta da coprirne davanti a sé. L’annosa equazione “

”, Galliani la risolve con 2,5 milioni annui più bonus sui gol segnati. Difficile dire di no, se poi si aggiunge anche la cabala. Dalla 22 alla 9 è un bel salto, «

». Prima di salire sul treno per Milano, Destro fa in tempo a

. Conclude il post con #prontoapartire, che suona istantaneamente

. Chissà che playlist carica Mattia per i Frecciarossa del giovedì pomeriggio, chissà se si riconosce nella più mirabile sintesi composta per definire il suo talento.

.

 



L’acquisto più

, nella squadra più

, con il presidente più

. Per questa classifica,

. Le cifre paiono altrettanto

: Eto’o, trentatreenne, percepirà un milione e 350mila euro annui con bonus per tre anni e mezzo – la dirigenza doriana si è mossa per imprinting, sul calco della personalità del proprio presidente: istinto, passione e una gran noia per il medio-lungo termine. Ottimismo e calore,

e contrattoni,

. Ferrero trova la formula giusta e sottoscrive questo scenario alla voce

, non si capisce bene cosa intenda, ma nell’aria di Genova in questi giorni deve potersene rintracciare molta.
Il 21 gennaio un gruppo di tifosi doriani si ritrova all’aeroporto di Genova in attesa di un volo in arrivo da Londra. Il giorno successivo c’è chi giura di averlo visto a Como. Tre eroi passano la notte sotto la residenza milanese di Eto’o, che in Italia ci arriverà poi solo il 24, direttamente a Roma per le visite mediche.
L’inserimento tattico, le condizioni atletiche e la tenuta mentale (sua e dell'allenatore) restano da verificare, ma sono discorsi marginali, del resto, perché a Genova arrivano tre Champions League, arriva il

, arriva il

, perché non si esce mai davvero dagli

.

 
 

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