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Il Classificone 2/4: 5 riflessioni sul possesso palla in Serie A
09 feb 2015
09 feb 2015
Cinque temi che riguardano come si fa possesso palla in Serie A. Ritorna il Classificone, la rubrica più amata de l'Ultimo Uomo. Sempre più brillante, controversa e immaginifica.
(articolo)
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Cinque riflessioni sul possesso palla

di Alfredo Giacobbe (@la_maledetta)

I dati di questo articolo sono aggiornati a venerdì 6/2.

1. Possesso palla e passaggi riusciti

La statistica più citata di una partita di calcio è quella sul possesso palla, ma il dato “grezzo” non dice come una squadra spende il tempo che passa con la palla tra i piedi, se lo fa meglio o peggio della squadra che affronta, o delle altre del campionato. Ho provato quindi a mettere in relazione la media del possesso palla con quella dei passaggi riusciti, per cominciare ad avere un quadro più chiaro circa le capacità nella gestione del pallone di ogni squadra.

Sull’asse delle X la percentuale di possesso palla medio a partita; sulle ordinate quella dei passaggi riusciti.

Anzitutto, come si vede bene nel grafico, le due statistiche dipendono l’una dell’altra: ragionevolmente, una squadra che vorrà tenere il pallone per più tempo lo farà con passaggi più semplici e quindi più precisi, un possesso “conservativo”. Un possesso molte volte basso, ai limiti della propria area di rigore, dove grazie allo scarso pressing della maggior parte delle squadre del nostro campionato è più facile ottenere alte percentuali di passaggi riusciti.

Roma, Juventus e Fiorentina sono le squadre che hanno i numeri più alti in entrambe le statistiche: ovvero hanno la palla per più tempo e la giocano con maggior precisione. Questo significa che chi domina nella gestione del pallone gioca un calcio migliore?

La stagione dell’Inter è tutt’altro che esaltante, eppure nelle due percentuali precede squadre che hanno una classifica e un gioco migliore, come Napoli e Lazio. La squadra di Pioli si discosta dal normale trend (se aumenta il possesso palla aumenta la percentuale di passaggi riusciti) perché gioca un calcio offensivo e verticale: le loro percentuali scendono perché quando hanno la palla prendono più rischi. Sorprendente, ma non troppo, il posizionamento dell’Empoli, che quintultimo in classifica gioca un calcio propositivo diverso da tutte le pretendenti alla permanenza nella massima serie.

I dati di SICS ce ne danno un ulteriore conferma: Valdifiori, regista basso dei toscani, ha messo a segno 146 passaggi chiave (ovvero quelle trasmissioni di palla che creano pericolo), primo in Serie A distanziando non di poco gente come Pjanic (92) e Marchisio (84).

2. Possesso palla e zone di campo

A questo punto, però, sarebbe interessante capire in quali zone del campo, le squadre che gestiscono maggiormente il pallone, perpetuano il loro predominio e come lo sfruttano ai fini del risultato.

Le zone di campo in cui si sviluppa il gioco delle prime cinque per possesso palla.

(dati di whoscored.com)

La Roma è la squadra, tra le prime della classe, che spende il tempo più alto nella propria trequarti. Che la squadra di Garcia faccia fatica quest’anno a far salire la palla lo dicono anche i numeri individuali: Astori (55,3 passaggi in media a partita) e Yanga-Mbiwa (58,1) giocano più palloni rispetto ai due titolari dello scorso anno, solo Manolas (43,4) ne fa meno di quanti ne facevano Castan (47,2) e Benatia (48,8).

In modo un po' controintuitivo, questo si spiega con il maggior carisma della coppia dello scorso anno: molti dei passaggi di Astori e Yanga-Mbiwa sono tra di loro (o al portiere) mentre Benatia in particolare era in grado di sopportare la pressione avversaria e uscire palla al piede verso il centrocampo. Probabilmente a questo si aggiunge un problema più generale, e cioè la difficoltà che sta trovando la Roma nel creare linee di gioco, e in questo caso il numero alto di passaggi è il contrario della qualità del gioco.

Invece Juventus e Fiorentina sono le squadre che giocano di più nella trequarti avversaria. Ma, guardando le partite, si nota che ci arrivano in modo diverso: i bianconeri costruiscono il loro gioco pazientemente, eludendo il pressing avversario; i viola si portano rapidamente nella trequarti avversaria con lanci o cambi di gioco, poi cercano di fare gioco a ridosso dell’area di rigore da attaccare. Giocare nella trequarti avversaria però non significa giocare bene, o creare pericoli.

Per questo dobbiamo ringraziare l'Indice di Pericolosità di SICS.

3. Possesso palla e pericolosità offensiva

Il delta IDP di SICS per le squadre che hanno maggior possesso palla (ordinate da sinistra a destra).

Capire quanto una squadra si rende pericolosa attraverso il possesso palla non è semplice. SICS ha messo a punto l’Indice di Pericolosità (nato da un'idea di Maurizio Viscidi con la collaborazione di Antonio Gagliardi e Marco Scarpa), una somma ponderata di tutti gli eventi offensivi che creano situazioni potenzialmente dannose per l’avversario. SICS calcola anche l’IDP di ogni avversario affrontato, da loro soprannominato Indice di Rischio. Ho chiamato “Delta IDP” la differenza tra le due statistiche ed ho ordinato le squadre per il loro possesso palla.

Si nota subito come tutte le squadre con possesso palla superiore al 50% (quelle nel grafico tra Roma e Milan) hanno un delta IDP positivo. Anche questo è tutto sommato ragionevole: tenere il controllo del pallone per un tempo maggiore dell’avversario garantisce un saldo positivo tra le occasioni create e quelle concesse. Però Napoli, Juventus e Lazio hanno un saldo migliore della Roma, regina delle percentuali di possesso. L’Empoli ancora una volta fa meglio di quanto dica la sua classifica, infatti si piazza al decimo posto assoluto con un IDP di 48,8. Tra le squadre che cedono il possesso del pallone all’avversario per la maggior parte del tempo, solo il Torino ha un saldo positivo tra i pericoli creati e quelli subiti.

4. Possesso palla e passaggi decisivi

Il raffronto tra tutti i passaggi giocati e il totale degli assist secondo SICS, ovvero ogni passaggio prima di un tiro.

In generale possiamo dire che una squadra fa male all’avversario quanti più tiri riesce a far partire verso la porta. Nel confronto tra passaggi eseguiti e assist prodotti si intravedono ancora le difficoltà della Roma in questa fase della stagione: i giallorossi sanno consolidare il possesso ma non sanno portare pericoli alla porta avversaria.

Gli juventini producono un passaggio per il tiro ogni 52 tentativi; i giallorossi ne effettuano molti di più: 70. Persino il Torino, con il possesso palla mediamente lasciato nei piedi avversari, fa meglio della Roma, e il Verona non è lontano. Anche la crisi del Milan è abbastanza evidente se si guarda la profondità a cui si ferma nel grafico.

Prima facevamo riferimento al fatto che Juventus e Fiorentina riuscivano a giocare gran parte del loro possesso nella trequarti avversaria; scopriamo che sono anche le squadre che concretizzano meglio il possesso palla con un tiro in porta. Una menzione doverosa per gli uomini di Benitez, che trovano la conclusione con grandissima efficacia: il Napoli ha più tiri in porta di tutti in Serie A ed è fra i primi in Europa. Dal grafico emerge anche uno dei problemi dell’Empoli di Sarri, elogiato fin ora: i toscani arrivano al tiro con difficoltà, rispetto alla mole di gioco che producono.

5. Possesso palla e recuperi nella metà campo avversaria

Sulle ascisse le percentuali di possesso palla, sulle ordinate i palloni recuperati nella metà campo avversaria (dati di SICS).

Se pensiamo ad un dominio nel possesso palla, la mente va all’utopia catalana del tiqui-taqua. Quel tipo di gioco si fondava però sulla riconquista del pallone: doveva essere quanto più veloce possibile e quanto più vicino alla porta avversaria. Quindi proviamo a mettere in relazione le medie nel possesso palla e il numero di recuperi effettuati nell’altra metà campo.

In questo modo otteniamo un grafico nel quale le squadre risultano piuttosto sparpagliate ed è difficile denotare una relazione tra i dati messi a confronto (la linea di tendenza tratteggiata è meno pendente di altri grafici). Ciò nonostante, possiamo confermare alcune delle osservazioni fatte in precedenza: la Roma recupera pochi palloni nell’altra metà campo (in valore assoluto i giallorossi sono undicesimi in Serie A), confermando l'immagine generale di una squadra lontana dalla porta avversaria. Il Milan, non ne parliamo neanche. Se una squadra attacca in maniera organica e ragionata, dovrebbe ritornare in possesso nella metà campo avversaria sfruttando la densità nella zona della palla (basti pensare alla Juventus).

Sorprendente il trittico di squadre che si piazzano dietro ai bianconeri in cima a questa classifica sono Lazio, Empoli e Chievo. È interessante soprattutto il caso della squadra di Maran. I giocatori del Chievo sembrano conoscere i loro pregi e le loro debolezze mettendo in pratica una strategia impeccabile (chissà se hanno ingaggiato un esperto di SWOT analysis): gestiscono il pallone mal volentieri e con un’esecuzione discutibile (col 41,2% di possesso palla e il 71,4% di passaggi riusciti, sono i peggiori del campionato), ma sono aggressivi nel recupero alto del pallone e generano più assist delle più quotate Genoa, Sassuolo e Udinese.

In conclusione: avere tanto possesso palla non è garanzia di successo. Il possesso palla è solo un dato grezzo, che può dare un’indicazione istantanea su chi sta dominando il gioco in un determinato momento della partita. Per renderlo significativo, come abbiamo visto, va sempre messo in relazione con altre informazioni. Da solo, il possesso palla non dà alcuna indicazione sulla pericolosità o sulle possibilità di vittoria di una squadra. Il rapporto tra prima e seconda in classifica è abbastanza eloquente: la Juventus è l’unica squadra che riesce a sfruttare il dominio nel possesso palla, ma lo fa anche perché recupera più palloni alti di tutti e riesce a giocare la maggior parte del tempo nella trequarti avversaria, spostando il pallone per portare gli avversari fuori posizione; mentre la Roma deve migliorare nella trasmissione del pallone verso le sue linee avanzate, e dev’essere più veloce, deve osare di più nel pressing. La Serie A è un campionato diversificato, anche se non tutte le squadre hanno un'identità di gioco consapevole si possono ottenere risultati giocando in modo diretto (Lazio, Samp) o dominando gli avversari con il pallone tra i piedi (Juve, Roma, Fiorentina); ci si può provare a salvare giocandosela alla pari sul piano tecnico (Empoli) oppure aggredendo il possesso avversario (Chievo).

Ringraziamo per i dati SICS (che potete anche seguire su Facebook e Twitter)

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