Conosci la tua squadra di Europa League: CSKA
Quando nel 1911 un gruppo di arditi ha fondato il CSKA di Mosca in Russia era più semplice sciare che camminare. Non stupisce, quindi, che prima del calcio fu lo sci. La società fu fondata da un gruppo di sciatori amatoriali che rispondeva alla sigla OLLS (acronimo di Obščestva Ljubitelej Lyžnogo Sporta). Nel 1912, sul sentiero del 4 ° raggio del Bosco Sokolnicheskaya, fu costruito un campo da calcio.
È nel 1923, quando anche sul calcio è soffiato il vento della Rivoluzione d’ottobre, che il governo stabilì che i soldati avrebbero giocato a calcio, in particolare nel CSKA. La polisportiva aveva però come scopo primario quello di sviluppare gli sport para-militari: atletica leggera, sollevamento pesi, calcio, pallacanestro, ginnastica, pugilato, tiro e sci, hockey su palla.
Nel 1926 il club vinse il suo primo campionato e nel 1928 cambiò nome in CDKA: Società Sportiva della Casa dell’Armata Rossa. Lo stemma del club viene incoronato, fiero, dalla stella dell’Armata Rossa, che sovrasta le bande rosse e blu originarie della polisportiva che ha visto la nascita di una ventina di sportivi onorati all’ordine di Lenin. Il premio di cui vengono insignite persone o entità che hanno portato gloria alla causa socialista.
Stiamo parlando di una società forte. Nell’era sovietica il club ha vinto 7 campionati e 5 coppe dell’URSS. Dopo lo scioglimento dell’Unione ha comunque continuato a vincere 3 campionati e 6 coppe di Russia. Artefice dei successi moderni del club è il tecnico Valerj Gazzaev, un uomo rotondo e dai baffi rassicuranti, che somiglia vagamente a Pierluigi Battista. Sotto la sua guida calma e sapiente il CSKA nel 2005 quello che forse il più prestigioso traguardo della propria storia: la vittorie della Coppa UEFA, in finale contro lo Sporting Lisbona. La difesa di quella squadra è rimasta per ⅗ quella attuale: Igor Akinfeev, Igor Ignasevich e, soprattutto, il guerriero, l’avanguardia del post-comunismo: Vasilij Vladimirovic Berezuckij. Lui, insieme al fratello, contano quasi 650 presenze col CSKA Mosca e circa 160 con la Nazionale russa. La loro proverbiale lentezza, l’impressione che si muovano per il campo con la solenne pesantezza degli Ent di Tolkien, è tutto ciò che li rende giocatori leggendari. I fratelli Berezucskij, Ignasevich e Akinfeev sono i primi cinque giocatori con più presenze della storia del CSKA.
Ieri Berezuckij era ancora al suo posto nella difesa del CSKA che ha perso per 1 a 0 in casa contro lo Sporting Lisbona. È molto difficile che la squadra riesca a ribaltare il risultato, ma il CSKA vince innanzitutto sugli spalti, dove i suoi tifosi nella partita contro la Stella Rossa hanno acceso così tanti fumogeni che sembrava di giocare su un pianeta gassoso nella costellazione dell’Europa League. Per capire chi sono i tifosi del CSKA Mosca, eccovi un video in cui si picchiano in un bosco innevato con i tifosi dello Spartak.
Un gruppo di persone che tiene molto meno alla vita umana rispetto alle proprie tute dell’Adidas.
How old are u: Mikel Balenziaga
In questa rubrica, come sapete, dovete indovinare quanti anni ha un giocatore dell’Europa League, la coppa in cui una partita di 90 minuti dura in realtà 130 anni di tempo empirico. Il protagonista di questa puntata è Mikel Balenziaga, difensore dell’Athletic Bilbao. Se amate questa rubrica lo sapete che non potete barare cercando su Wikipedia. Se durante il quiz vi viene voglia di aprire Wikipedia guardate questa rovega di Moussa Sow.
Per aiutarci ci siamo serviti dell’applicazione “How-old”, dove abbiamo messo delle foto di Balenziaga e la app ci ha detto quanti anni ha secondo il suo algoritmo.
Ecco una foto di Balenziaga in posa per la foto di rito stagionale. Secondo voi ha un naso di gomma?
Anche in questa foto, in cui Balenziaga tiene il pallone sotto braccio, l’algoritmo lo ritiene piuttosto anziano.
Qui lo vediamo protestare con le braccia aperte, il fisico di un meccanico di Tuscolana, piuttosto arrabbiato, eppure più giovane.
Ma a quanto pare secondo l’algoritmo non ci sono molti dubbi. Balenziaga ha circa 37-38 anni, come dimostra questa foto in cui cerca di stoppare una palla nonostante gli evidenti problemi motori.
Soluzione: Mikel Balenziaga ha 29 anni.
Thauvin è on fire!
https://twitter.com/OM_Officiel/status/972116260849938432
Il video sopra racchiude gli hightlights della vittoria di ieri dell’Olympique Marsiglia sull’Athletic Bilbao. Quello a cui dovete fare attenzione è il primo gol. Florian Thauvin porta palla quasi sulla linea laterale, ha un uomo davanti e uno appena alle spalle. Vicino a lui c’è Maxime Lopez, ma gli spazi a disposizione per passargli la palla sono piccoli come tic-tac, ma Thauvin dà comunque la palla al compagno con una specie di scavetto di esterno sinistro. Più che un passaggio sembra quasi che Thauvin gliela tiri addosso e che Maxime Lopez gliela restituisca quasi provando a scansarsi. In realtà non c’è niente di casuale: non è la prima volta che i due giocatori duettano ai limiti dell’area avversaria, era già successo in occasione del gol del vantaggio contro il Braga, nei sedicesimi di finale. Del resto la migliore qualità di Maxime Lopez è proprio quella di accorciare in zona palla e creare degli scambi stretti con i compagni.
Thauvin ha un grande controllo a seguire, porta palla a testa bassa, sta andando a grande velocità e non sembra avere una grande percezione di cosa ha intorno. E invece ha già letto la traccia di passaggio meglio di tutti e con l’interno sinistro serve la palla a Ocampos alle spalle della difesa dell’Athletic. Ocampos segna limitandosi a toccare il pallone con l’esterno, in controtempo sull’uscita del portiere.
È un gol che testimonia l’enorme qualità offensiva a disposizione dell’Olympique Marsiglia, ma anche lo stato di forma di Florian Thauvin, che è alla stagione della sua consacrazione e che ieri è uscito in barella per infortunio. Si sospettava una possibile rottura dell’anca, che per ora sembra scongiurata.
Le reazioni di Gattuso
Milan - Arsenal era un po’ la partita di tutti, ma più di tutti era la partita di Gennaro Gattuso. Non è un mistero che l’allenatore giochi per confermare il suo posto al Milan o quanto meno per dimostrare di poter allenare a questi livelli.
Prima della partita si era paragonato ad un allenatore dei pulcini nel confronto con Wenger, ma poi in campo si è comportato come un allenatore dei pulcini?
1° gol dell’Arsenal
Inquadrato subito dopo il gol, Gattuso gonfia il petto e apre la bocca pronto ad esplodere come un vulcano nella stagione dei vulcani. La regia decide saggiamente di staccare.
Pochi minuti dopo
Eppure Gattuso è un allenatore positivo: dopo il momento di rabbia successivo al gol, torna ad incitare la squadra sfumando nel logo dell’Europa League. Peccato che il modo in cui lo fa sembra più simile a quello di uno che ha appena tirato il collo di un’oca con le sue mani.
Appena prima il secondo gol dell’Arsenal
Nonostante le sue accennate indicazioni, il Milan non lo segue. Il primo tempo è un quasi totale domino dell’Arsenal, che riesce facilmente ad eludere il pressing dei rossoneri e creare pericoli. Gattuso assume caratteri di preveggenza: qualche secondo prima del secondo gol dell’Arsenal si gira verso la panchina alla ricerca di una vittima da sacrificare sull’altare del non prendere imbucate da Ozil. Però in panchina trova solo Montolivo.
Secondo gol Arsenal
Appena dopo il secondo gol dell’Arsenal. Non mi sento di dover spiegare le sensazioni provate in questo momento da Gattuso, che è probabilmente l’essere umano a dare più sfumature all’atto di mettersi le mani sui fianchi dopo Mussolini.
Gattuso capisce che le cose non miglioreranno
In questo preciso momento Gattuso non è l’allenatore del Milan, ma è un tifoso del Milan. Si è tolto la giacca con il logo della squadra, si è tolto ogni idea di cambiare l’andamento della partita tatticamente. Dopo un lancio sbagliato di Romagnoli, la sua reazione è quella di uno davanti la TV che spaccherebbe la TV se solo non dovesse ancora pagarne le rate.
Triste, solitario e incazzato
La partita svolge al termine, Gattuso si guarda intorno disperato. Ma non c’è nessuno: San Siro era con lui, è ancora con lui, ma si è sempre soli nella sconfitta, soprattutto quando questa arriva contro l’Arsenal.
Chi è più di sinistra fra Athletic Bilbao e Olympique Marsiglia
Una delle partite sulla carta più interessanti del turno di ieri era quello fra Athletic Bilbao e Olympique Marsiglia. La squadra di Rudi Garcia ha vinto in maniera piuttosto netta, con un 3 a 1 che lascia poche speranze ai baschi per il ritorno. La loro sfida però era anche su un piano più intangibile e di immaginario: quale fra le due squadre può considerarsi feticcio della sinistra extraparlamentare?
Quale squadra è più a favore degli ultimi?
L’Olympique Marsiglia ha una delle tifoserie più pazze d’Europa e per capirli vi rimandiamo a questo pezzo del Guardian. L’OM ha permesso a molti immigrati nordafricani di trovare la propria identificazione con la città che li ha accolti. Bisogna invece ricordare che i Paesi Baschi sono una delle regioni dall’economia più fiorente d’Europa.
OM 1 - Athletic Bilbao 0
Chi è più ribelle?
Da sempre tifare OM ha un significato che va al di là del calcio e che ha a che fare con la ribellione anti-istituzionale, ma niente a che vedere con l’esplicita ribellione anti-spagnola dell’Ahtletic Bilbao, che è la squadra simbolo di una regione indipendentista.
OM 1 - Athletic Bilbao 1
Chi ha avuto più problemi con i fasci?
Per scoprire quanto uno è di sinistra a volte basterebbe chiedersi quanto è odiato dai fasci. Nel 2009 dei tifosi dell’Austria Vienna, in una partita contro l’Athletic, entrarono in campo brandendo uno striscione che recitava ‘Viva Franco!’.
OM 1 - Athletic Bilbao 2
Chi è per una società aperta e chi è per una società chiusa?
L’OM ha una lunga tradizione di grandi giocatori africani e sui propri spalti può vantare tifosi di quasi ogni etnia. L’Athletic è invece una società che, per statuto, non può tesserare calciatori non baschi. E insomma…
OM 2 - Athletic Bilbao 2
Chi è più esplicitamente di sinistra?
Gli ultras dell’Athletic Bilbao hanno più volte manifestato la propria vicinanza all’ETA e sono gemellati con altre tifoserie che sposano la causa indipendentista, come il Celtic Glasgow. La frangia più estrema della tifoseria risponde al gruppo Herri Norte Taldea, che ha legami diretti con l’izquierda abertzale ed è dichiaratamente marxista. L’Olympique Marsiglia interpreta una sinistra meno dogmatica e più legata al background multiculturale della città. È gemellata con le tifoserie dell’AEK Atene e del Livorno ma sembra un comunismo un po' di facciata.
OM 2 - Athletic Bilbao 3
A quale personaggio biblico somiglia Juanfran?
Andrò dritto al punto: Juan somiglia a un personaggio biblico, lo sappiamo tutti. È da anni che lo vediamo correre sulla fascia destra dell’Atletico Madrid dicendoci: “quello non è un calciatore ma un santo”, e ogni volta avete questa somiglianza sulla punta della lingua. Questa rubrica esiste proprio per togliervi questo tipo di dubbi.
San Leone di Catania
Soprannominato il Taumaturgo, Leone si guadagnò il suo nome grazie a uno dei talenti indispensabili per diventare santo: i miracoli. La più grande opera in vita di San Leone è stata la sconfitta del mago nero Eliodoro che assediava la città di Catania. Eliodoro era così pazzo da spostarsi da Costantinopoli a Catania a dorso di un elefante.
Un giorno Eliodoro entrò nella chiesa di Santa Maria di Betlemma bestemmiando a più non posso. San Leone a quel punto ha pensato che fosse abbastanza e ha lanciato una sfida semplice a Eliodoro: sarebbe stato preparato un rogo fuori dalla chiesa ed entrambi avrebbero dovuto attraverso. San Leone lo ha attraversato incolume mentre Eliodoro, nonostante il ricorso alla magia nera, è rimasto bruciato vivo. Nella foto sopra potete osservare la grande somiglianza fra San Leone e Juanfran: la faccia allungata, la barba affilata, etc.
Efraim
Fondatore della tribù di Efraim, secondo figlio di Giuseppe e Asenath, guardate nel dipinto di Hayez quanto gli occhi scavati di Efraim somiglino a quelli di Juanfran. Efraim viene descritto nelle scritture come un carattere mansueto e umile, esattamente quello del terzino dell’Atletico.
San Paolo
Le somiglianze fra Juanfran e San Paolo sono evidenti eppure fuorvianti. È più il look che andava di moda fra i santi, così simile a quello che ama Juanfran, a farli somigliare che non una vera somiglianza fisica.
San Basilio
Ecco invece un’autentica somiglianza, quella fra Juanfran e San Basilio, colui che con più determinazione ha lottato contro l’affermazione delle dottrine ariane nella chiesa. D’altronde Basilio ricevette nel 363 l’apparizione della Madonna in persona. È considerato il padre del monachesimo orientale, come Juanfran è considerato il padre dell’ordine dei terzini destri operai che seguono la Regola dell’austerità tecnica.
Le migliori foto di Shaparenko
Magari ve lo siete dimenticati, avendo in mente la faccia di terracotta di Vasilj Berezutskij, ma L’Europa League è bella anche per scoprire i giovani. Ieri, in Lazio - Dinamo Kyev, è comparso un trequartista emaciato di vent’anni: Mykola Shaparenko. Era la sua prima partita da titolare in Europa e l’ha giocata in maniera abbastanza scolastica. Si è mosso tra le linee, ha giocato a pochi tocchi e ha distribuito palloni nel modo più elementare possibile.
Per essere un trequartista est-europeo di vent’anni che gioca titolare, Shaparenko non è sembrato dotato di un talento particolare, ma in compenso è un tipo stranissimo. Abbiamo selezionato le migliori foto di questo stranissimo esemplare di essere umano.
Ecco uno Shaparenko selvaggio che corre nella neve in assoluta libertà: i capelli al vento, l’espressione assente, le gambe un po’ cicciottelle di chi ha iniziato a fare attività fisica solo da poco.
Shaparenko in foto per le foto di squadra, sorride in quel modo un po’ imbranato che di solito troviamo sexy nelle ragazze carine ma un po’ pazze del liceo. L’Ucraina è però un posto duro in cui vivere, dove la Mafia di Odessa è ancora un riferimento ideologico molto importante, e Sharapenko sta provando faticosamente a costruirsi una propria credibilità. Guardate i tatuaggi con cui si è scoperto il braccio sinistro quando stridono con tutta la sua figura. Sembra un fotomontaggio, è ridicolo.
Questa foto è solo per farvi capire di che tipo di capelli stiamo parlando con Mykola Shaparenko.
Questa invece è la foto che serve per farvi innamorare di Shaparenko, non come giocatore ma come ragazza. Shaparenko incarna quel tipo di bellezza femminile fragile ma forte, ingenua eppure sempre in controllo. Sharapenko è la Linda Cardellini dell’Europa League.
Cosa è andato a raccogliere Moraes nella porta di Strakosha?
Come sapete la Lazio ha pareggiato in casa della Dinamo Kiev a causa di due gol strani: un colpo di tacco di controbalzo sulla riga di porta e un tiro mezzo centrale da 25 metri. Il secondo gol è stato particolarmente indecifrabile. Moraes riceve sulla trequarti marcato, si gira e tira senza pensarci un attimo. La palla corre abbastanza centrale ma Strakosha forse è rimasto sorpreso dalla rapidità con cui l’attaccante si è girato e ha concluso in porta, e si è fatto trovare in cattiva posizione, troppo defilato.
La cosa più strana però non è il gol in sé, e neanche il fatto che Moraes ora è vice-capocannoniere dell’Europa League dietro a King Aduritz, ma che subito dopo il gol sia corso a raccogliere un oggetto non identificato nella porta di Strakosha. Moraes scansa i compagni e corre dritto verso il punto della porta in cui raccoglie l’oggetto: come se ne avesse consapevolezza ancora prima di segnare. Come se Moraes fosse ossessionato dall’idea che dentro la porta ci fosse una cosa e che, appena ne avesse avuto la possibilità, la sarebbe andata a raccogliere. Poi succedono almeno altre due cose non di facile comprensione: il fatto che Moraes dica a un arbitro perplesso che vuole mostrare quello che ha raccolto a un compagno. A un compagno preciso, e Moraes glielo mostra come fosse un inside joke fra di loro, come se il compagno si aspettasse proprio quella cosa. Poi però Moraes torna indietro e consegna l’oggetto al guardalinee. In tutto questo nessuno ha capito che cosa fosse l’oggetto, quindi proviamo a elaborare delle ipotesi:
- Un accendino.
- La patente di Murgia
- Questa foto di Sylvester Stallone che recita in un porno.
- Un biglietto per il Primavera Sound.
- La mappa di dove si trova lo Scudetto del 1915.
Possibilità di passaggio del turno dopo l’andata dei sedicesimi
Gli ottavi sono il momento più catartico dell’Europa League: chi vuole davvero vincere il trofeo spinge il piede sull'acceleratore, chi era qui solo per non dover passare il giovedì a guardare Masterchef con la fidanzata inizia a tirare i remi in barca: Masterchef sta finendo e potrà guardare i quarti dal divano. Noi che non abbiamo televisori, ma contatti a Singapore, ancora una volta vi diamo le dritte giuste per rientrare dei soldi spesi per votare lo Stato Sociale a Sanremo.
Atletico Madrid 98% - Lokomotiv Mosca 2%
L’Atletico Madrid continua i suoi giovedì alternativi asfaltando squadre in città dove Griezmann non vivrebbe mai perché fa troppo freddo. Il ritorno sarà solo l’occasione di vedere in campo Fernando Torres, se la vostra vita è ancora scandita dalle partite di Fernando Torres. Abbiamo dato un 2% ai russi perché non si scommette mai totalmente contro una squadra che ha una locomotiva nel nome.
Su cosa scommettere: Vista la prestazione del proprio portiere all’andata, la Lokomotiv richiama Ivan Pelizzoli a difendere i pali.
Su cosa non scommettere: Che poi - davvero - questi pali li difenda.
CSKA Mosca 20% - Lione 80%
Il Lione ha un solo problema in questa Europa League: le trasferte. Se il CSKA non è stato capace neanche di approfittare di questa difficoltà del Lione, quante speranze pensate possa avere di ribaltare il punteggio al ritorno? Esattamente il 20% come scritto sopra, 19 dovuti al ritorno in campo di Vasili Berezutski squalificato all’andata.
Su cosa scommettere: Partita col più alto coefficiente di coatti in campo.
Su cosa non scommettere: L’irreprensibilità della difesa russa.
Borussia Dortmund 50% - Salisburgo 50%
In questo caso dobbiamo essere democristiani: quando la squadra più scarsa sulla carta vince fuori casa il nostro algoritmo si stranisce e veste i panni di re Salomone. Per cui minacciate di tagliare a metà Goetze e otterrete il vincitore di questa sfida.
Un dettaglio del giudizio di Goetze ad opera di Giorgione (non Chiellini).
Su cosa scommettere: Una partita piacevole.
Su cosa non scommettere: Squadre accorte.
Milan 15% - Arsenal 85%
La sfida sembra virtualmente chiusa, ma voi riuscite a non scommettere contro l’Arsenal? Certo non è forse il Milan la squadra capace di andare all’Emirates e fare due gol, ma se lo ha fatto l’Ostersund (pace all’anima sua) c’è un 15% che possa farlo anche l’undici di Gattuso.
Su cosa scommettere: Ozil giocatore più bello dell’Europa League.
Su cosa non scommettere: Gattuso allenatore più tranquillo dell’Europa League.
Lazio 60% - Dynamo Kiev 40%
L’Europa League sembra uno di quei film italiani sulle famiglie in cui tutto sembra andare bene, poi succede una cosa anche piccola e scoppia la crisi. Allo stesso modo alla Lazio sembrava andare tutto bene e poi - all’improvviso - la crisi. La squadra biancoceleste è comunque nettamente più forte, ma la Dynamo Kiev ha una delle maglie più belle della competizione. Vediamo che succede: nei film di solito ci pensa Favino a risolvere le cose.
Su cosa scommettere: Le urla di Simone Inzaghi in sottofondo.
Su cosa non scommettere: Favino che risolve qualcosa.
Marsiglia 70% - Athletic Bilbao 30%
Una squadra parte da un vantaggio di due gol, ma ha perso il suo miglior giocatore per infortunio (Thauvin), l’altra parte da uno svantaggio di due gol ma ha il capocannoniere della competizione, che è anche il secondo migliore di sempre in quanto a reti in Europa League (Aduriz). È davvero un bell’enigma.
Su cosa scommettere: Aduriz che riprende Falcao come miglior marcatore all time della competizione.
Su cosa non scommettere: Paesi Baschi indipendenti.
RB Lipsia 60% - Zenit San Pietroburgo 40%
Il Lipsia deve mangiarsi le mani per non aver concretizzato meglio il proprio dominio tecnico-tattico sulla partita. Lo Zenit invece deve ringraziare Mimmo Criscito perché ora le basta vincere col minimo scarto in casa. Non saprei cosa è peggio, ma le provette della Red Bull hanno dimostrato di essere una squadra finta migliore delle particelle di gas dello Zenit. E poi Mancini deve venire ad allenare la Nazionale.
Ora rivediamo la punizione di Criscito:
Su cosa scommettere: Naby Keita che gioca in sella ad un quad col motore truccato.
Su cosa non scommettere: Criscito do it again.
Sporting 100% - Viktoria Plzen 0%
Se da una parte il Viktoria Plzen è la squadra più simpatica rimasta nella competizione più simpatica rimasta, come si fa a non dare il 100% di passaggio del turno ad una squadra che schiera Bruno Fernandes?
Su cosa scommettere: Nebbia su Plzen.
Su cosa non scommettere: Nebbia su Bruno Fernandes.
Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League
Si dice: “se non sei la soluzione, sei parte del problema”. Un motto sinceramente troppo capitalista per noi trotzkisti, ma che bisogna ammettere si sposa benissimo con il manicheismo delle due coppe che nobilitano le nostre vite. Ora bisogna capire se voi siete parte del problema (o Champions League) o siete la soluzione (o Europa League). Ecco un quiz per scoprirlo.
- Preferisci:
a: Pizza + cinema con la tua/o ragazza/o
b: Pizza + cinema con Jon Hamm/Penelope Cruz
c: Pizza + cinema con Aritz Aduriz
2) Chi è il tuo critico letterario di riferimento tra:
a: György Lukács
b: Roland Barthes
c: Aritz Aduriz
3) Dai più importanza a:
a: amore
b: carriera
c: Aritz Aduriz
4) Il tuo stadio preferito:
a: Craven Cottage
b: Allianz Arena
c: San Mamés quando gioca Aritz Aduriz
5) Come passeresti le prossime vacanze:
a: A Parigi tra musei e bistrot.
b: A Madrid sulle orme di Real e Atletico
c: A casa di Aritz Aduriz ad imparare il colpo di testa
6) Alle ultime elezioni hai votato:
a: i meno peggio
b: Non ho votato
c: Sinistra rivoluzionaria per Aritz Aduriz
7) Come fai gli auguri di compleanno ai tuoi amici?
a: Tanti Auguri!
b: Happy B-day bro!
c: Zorionak Aritz!
8) qual è stato il momento più bello della tua vita?
a: Matrimonio/nascita figlio
b: Vittoria Italia ai mondiali 2006
c: 3/11/2016 - i 5 gol di Aritz Aduriz al Genk
9) Il vostro numero preferito
a: il 10 di Del Piero, Totti, Maradona, Messi e tanti altri
b: il CR7
c: il 20 di Aritz Aduriz
10) Rimani senza benzina di notte in tangenziale. Chi chiami?
a: un familiare
b: l’ACI
c: un amico basco che fa il centravanti nell’Athletic Bilbao
Maggioranza di risposte a: Siete brave persone. Cercate di vivere la vostra vita onestamente dividendovi tra gli affetti e il resto. Il venerdì uscite con la/il vostra/o ragazza/o, il sabato con gli amici, la domenica pranzo a casa e il giovedì probabilmente lo dedicate all’Europa League. Bene così, anche se probabilmente sperate vinca l’Arsenal.
Maggioranza di risposte b: Tornate a guardare la Champions League e a craccare gli account di Spotify.
Maggioranza di risposte c: Raga, voi avete un problema. Ma è il problema più bello dell’Europa League.
Gol più Europa League
Il tacco di Viktor Tsygankov
Virilità: 3
Assurdità: 8
Anti-epicità: 8
Paura della morte: 10
Nahariya è la città costiera più a nord di Israele, quasi al confine col Libano. Qui si trovano alcune delle più importanti industrie alimentari del paese e qui è nato nel 1997 Viktor Tsygankov. Chiamato il rosso per via dei suoi capelli rossi, Tsygankov è il più grande talento del suo paese. Il presidente della Dynamo l’ha già paragonato a Shevchenko, anche se fa l’esterno. La UEFA invece l’ha paragonato a Walcott o Bale, che non si capisce se sia una sottile presa per il culo a Walcott od una reale intenzione di categorizzare il giocatore ucraino.
Ieri si è trovato solo nel cuore dell’area piccola della Lazio con un pallone dal rimbalzo ambiguo. Memore dei cattivi rimbalzi di quando giocava sulle sponde del Lago di Tiberiade, Tsygankov invece di concludere di prima (o forse proprio concludendo di prima), ha toccato il pallone con la suola invertendone la rotazione e facendoselo passare dietro le spalle. A quel punto tutto quello che ha dovuto fare è stato colpire di tacco da un metro. Un gol dove invece di segnare di prima fai uno stop ambiguo e poi batti col tacco un portiere albanese esprime al meglio il concetto di Europa League, soprattutto se segnato da un ucraino nato in Israele e soprannominato il rosso.
Il giocatore più Europa League
Domenico Criscito
Quanto ci abbiamo creduto: 9
Quanto è stato realmente forte: 6
Quanto è caduto in disgrazia: 8
Quanto sembra depresso: 2
Tra tutti i giocatori Europa League, Mimmo Criscito è uno dei pochi che resiste con dignità: capitano dello Zenit, ieri ha segnato un bellissimo gol su punizione e l’anno prossimo tornerà a giocare in Italia. Eppure non possiamo non inserirlo in questa categoria di giocatori che spariscono per poi ricomparire in brumosi giovedì sera di marzo quando le aspettative su di loro erano tutt’altre.
Messosi in mostra nella Primavera della Juventus, Criscito sembrava rientrare sotto il cappello di quei difensori italiani che dopo essersi andati a fare le ossa altrove finiscono per diventare degli ottimi giocatori in bianconero. Infatti a seguito di un’ottima stagione in B con il Genoa, Criscito viene acquistato definitivamente dalla Juventus - appena tornata in Serie A - e promosso centrale titolare da Ranieri, almeno fino all’incontro con Francesco Totti.
Nel primo tempo della partita contro la Roma, Criscito non riesce a fermare per due volte il capitano della Roma che segna due gol. A fine primo tempo Ranieri decide di spostare Chiellini al centro al posto proprio di Criscito, ed il resto è più o meno storia. Criscito torna mestamente a Genoa dove rimane un ottimo giocatore (sarà il terzino titolare nel disastroso mondiale in Sudafrica) e ogni estate sembra sempre vicino a tutte le squadre della Serie A che non sono la Juve. Poi, misteriosamente, finisce allo Zenit. Qui termina più o meno la sua parabola di giocatore apprezzato a cui aggiungere solo la mancata convocazione agli Europei del 2012 in quanto avrebbe partecipato alla combine di Lazio-Genoa 4-2 del maggio 2011 (caso poi archiviato) e un video in cui insegna ai figli a parlare in napoletano.