Il bello dell’Europa League vol. 11
Momenti fondamentali dalla competizione più trascurabile d’Europa.
Consigli per gli acquisti: Leander Dendoncker
Il centrocampo degli ultimi anni dell’Anderlecht è una miniera di hype. Dopo Praet e Tielemans, l’altro giocatore che sta emergendo negli ultimi mesi è Leander Dendoncker, che a 22 anni sta giocando la sua prima stagione da titolare a grandi livelli e questo potrebbe essere il momento giusto per portarlo via a una cifra accettabile. Secondo Transfermarkt la sua valutazione è sui 12 milioni di euro e forse 20 potrebbero bastare per portarlo via dall’Anderlecht: non moltissimo per un giocatore che interpreta il suo ruolo in modo abbastanza unico.
Purtroppo, forse, il doppio confronto contro il Manchester UTD ne ha alzato la valutazione. Nella partita d’andata ha anche segnato il gol dell’1 a 1 mentre al ritorno è riuscito, insieme a Tielemans, a reggere l’urto dello United in casa. Ha controllato bene il gioco col pallone (52 passaggi è il giocatore che ne ha realizzati di più dopo Tielemans e Obradovic) e ha rotto spesso la costruzione dello United sulla trequarti.
Dendoncker è un centrocampista più lineare e meno creativo di Tielemans, ma non per questo banale. Ha un’ottima tecnica nello stretto, si propone sempre come riferimento per risalire il campo, quasi sempre con ottimi tempi. Ma vi consigliamo di acquistarlo soprattutto se avete bisogno di un centrocampista che esegue i cambi di gioco col goniometro.
In carriera ha giocato anche come difensore centrale e potrebbe tornare utile alla vostra squadra anche dietro, soprattutto se giocate con una linea a 3. Ha un ottimo istinto nella copertura delle linee di passaggio e presenza fisica nel gioco aereo.
Insomma, se vi serve un regista difensivo piuttosto completo, a 22 anni, Dendoncker potrebbe essere una soluzione ancora alla portata.
Daniele De Rossi Award
Torna la rubrica più amata dai fatalisti e che ha l’obiettivo di premiare il più bel gol inutile dell’Europa League. Questa settimana la rubrica è dedicata ad uno dei giocatori preferiti della redazione dell’Ultimo Uomo e al suo incredibile gol al volo segnato all’Old Trafford in una sconfitta per 7 a 1 contro il Manchester United.
Siamo onesti: questa sarà una versione in tono minore di questo premio, essendo oramai i gol inutili ridotti all’osso. Il premio va a Guido Burgstaller e al suo gol del 2 a 0, colpevole di aver riempito di false speranze i tifosi dello Schalke. Il premio andrebbe in realtà ad Howedes, che prima fa partire l’azione saltando la prima pressione avversaria e giocando il pallone sulla fascia. Poi si inserisce coi tempi giusti e fa la cosa più bella dell’azione: il velo che inganna la difesa e permette a Burgstaller di colpire indisturbato al centro dell’area e costringere i suoi compagni ad ulteriori trenta minuti di fatica che si porteranno dietro per tutta la vita. Se siete tifosi milanisti ottimisti, il cross è opera di Kolasinac.
I cinque rigori di Besiktas-Lione che avrei voluto tirare se la mia vita fosse giudicata da un calcio di rigore.
Il quarto di finale tra Besiktas e Lione è stato deciso dalla subdola, turgida, cinica, lotteria dei rigori (cit.). Ne sono stati serviti ben sedici, di cui tredici segnati e soli tre sbagliati (due parati da Lopes, uno calciato fuori). È stata una serie di rigori molto bella, se la vostra passione sono i rigori calciati veramente bene, e ce ne sono almeno una decina tra cui scegliere il più bello sarebbe davvero difficile. Per questo ho deciso di non fare una semplice classifica di merito, ma concentrarmi sui cinque rigori che vorrei tirare se solo mi trovassi in un momento in cui la mia vita dovesse essere giudicata da un calcio di rigore, anche se lo so che non è da questi particolari che si giudica una vita.
- Il rigore di Ryan Babel, per essere considerato un tipo sicuro
Il rigore calciato centralmente è il più sottovalutato tra i rigori possibili. In fin dei conti è un cucchiaio senza il sottotesto coatto e quindi – paradossalmente – più coatto del cucchiaio, perché tirare un rigore centrale sembrerebbe una mossa priva di coraggio, ma è tutto il contrario. È il contrario perché innanzitutto farsi parare un rigore centrale è molto peggio che farselo parare angolandolo, fai una figura brutta proprio, e poi quando perde importanza la linea orizzontale ne guadagna quella verticale che è anche più pericolosa: quando tiri un rigore centrale lo devi alzare almeno un po’ perché il rischio che il portiere lo respinga coi piedi è alto. In questo caso Babel calcia il rigore centrale perfetto, forte ed ad un millimetro della traversa, il tipo di rigore che può calciare uno che è a posto con sé stesso come vorrei essere io che non ho mai tirato un rigore centrale in vita mia.
- Il rigore di Tolisso, per essere considerato uno a cui non gliene frega nulla di nulla
Si dice che i tipi distaccati piacciano, soprattutto alle donne. Questo rigore di Tolisso deve aver fatto innamorare molte tifose del Lione perché lo ha calciato con una calma che difficilmente ho visto dagli undici metri, come se stesse buttando la spazzatura in ciabatte in un secchio molto grosso. Non nasconde l’angolo in cui vuole tirare, anzi lo guarda con insistenza, non cerca di caricare la rincorsa, non tira forte, ma nonostante non faccia niente di quello che ci si aspetta da un rigorista concentrato, segna con una facilità disarmante. Questo è il tipo di rigore che farei vedere su YouTube sul cellulare a una festa in cui non conosco nessuno.
- Il rigore di Gonalons, per essere considerato un vincente
Non sappiamo se Gonalons abbia calciato il suo rigore così tardi per paura o più semplicemente perché si è ritenuto che i sette compagni incaricati prima di lui fossero maggiormente adatti. Sta di fatto che Maxime Gonalons, centrocampista, capitano del Lione, tesserato dalla squadra francese ad undici anni, eterno obiettivo del mercato del Napoli, si è trovato a calciare il rigore che poteva mandare la sua squadra in semifinale e lo ha segnato. Un rigore senza fronzoli, palla da una parte portiere dall’altra, essenziale come deve essere un capitano vincente, leader in campo e fuori. Il rigore di Gonalons è quello che vorrei essere sul lavoro, con tutti i miei colleghi che mi saltano addosso se faccio qualcosa giusto, invece di essere il rigore di Jallet che delude tutti.
- Il rigore di Rybus, per essere considerato uno fico
Il rigore di Rybus è quello che manda un messaggio a una tipa alle due di notte e poi la passa a prendere mentre il Morel di turno l’ha portata a cena, l’ha fatta bere, ci ha chiacchierato amabilmente per centodiciannove minuti. C’è da essere considerati delle persone eccezionali ad entrare dopo aver visto tutta la battaglia comodamente seduto e poi tirare un rigore perfetto, di sinistro ad incrociare, un rigore che Fabricio non può mai parare proprio come eri costretto a dover fare essendo entrato appositamente. Vorrei essere il rigore di Rybus, ma con profondo rispetto per i centodiciannove minuti di Morel.
- Il rigore di Cenk Tosun, per essere considerato uno che ci tiene un sacco
Cenk Tosun è il tipo di persona che bacia il pallone prima di tirare un rigore. È il gesto scaramantico di chi non crede molto in sé stesso, crede più nella buona sorte del pallone, ma che tiene così tanto alla vittoria della sua squadra che è disposto a baciare un pallone davanti a tutti. La paura di sbagliare a Tosun la leggi negli occhi, però la paura non è necessariamente un fattore negativo, perché poi il suo è un rigore coscienzioso, di chi si prende tutti i vantaggi del rigorista: sistema bene bene il pallone, si aggiusta i calzettoni, sputa, studia il portiere, interrompe la rincorsa per guardare il movimento, poi calcia un rigore mediocre che entra solo perché ha fatto tutto quello che andava fatto per permettere ad un rigore mediocre di entrare. Vorrei essere il rigore di Cenk Tosun, se non posso essere quello di Tolisso.
Le migliori facce dei tifosi del Besiktas durante i calci di rigore
Uomo che invoca il demonio
L’attività di gran lunga preferita dei tifosi del Besiktas durante i calci di rigore è stata pregare. Qualcosa su cui potete trarre conclusioni di ampio respiro anche sulle recenti elezioni. In ogni caso è innegabile che i rigori rispondano a una loro logica mistica difficilmente afferrabile sul piano sensibile, quindi affidarsi al piano soprasensibile è una scelta, per quanto disperata, legittima.
Nel caso specifico si è rivelata anche ben riuscita: questa preghiera, la mia preferita per l’enfasi fanatica che esprime, ha portato al gol di Aslan.
Donna drammatica
Qui alziamo il livello di pathos. Mettendo un attimo da parte le domande sui parrucchieri di Istanbul (stanno davvero andando treccine rosso su rosso?), questa donna sta accettando il dramma dei calci di rigore con dolore ma dignità. Gli occhi sono velati di lacrime, ma il suo supremo e nobile autocontrollo le vieta di mostrarsi debole fino in fondo. Sopporta il peso.
Una coppia sollevata
Il Besiktas ha appena segnato il suo sesto rigore e se il Lione sbaglierà il successivo i turchi saranno qualificati. C’è un piccolo momento di sollievo compiaciuto, quando pensi: perché avere tanta paura se il mio avversario ha le mie stesse possibilità di perdere in tragedia? Il male c’è, ma stavolta potrebbe non capitare a me. Il sollievo del ragazzo finirà quando scoprirà che la sua ragazza ha le pupille così dilatate che non può che essere posseduta da Satana.
Ragazzino che prega
Come si fa a raccogliersi in preghiera in mezzo a 40mila persone nel pieno di una crisi interiore? Chiedete a lui, che con la sua potenza religiosa ha fatto sbagliare il rigore a Jallet.
Intermezzo
Cosa avrà voluto dirci quest’uomo?
Donna che vuole andare via
Forse c’è una questione di emotività nelle donne di Istanbul. La ragazza si tiene la testa come se potesse caderle per terra dal terrore, forse è tentata di coprirsi gli occhi per non guardare l’orrore. Cosa che farà qualche fotogramma più tardi.
Donna letteralmente terrorizzata
Con questa donna il livello di pathos va fuori controllo. Siamo a un livello di drammaticità degno del compianto sul cristo morto. Come si fa a guardare questa donna e continuare a credere che il calcio è un gioco, una festa, una gioia? Questa donna non vorrebbe essere lì, per nessuna ragione al mondo, prega non per la vittoria ma perché l’agonia finisca, in un modo o nell’altro.
Un inno alla pura forza di volontà (il gol di Nick Viergever)
Sul 3 a 0 per lo Schalke 04, a metà del secondo tempo supplementare, era difficile pensare che la partita potesse di nuovo ribaltarsi. La palla passa sopra la testa di due saltatori in area, gli fa il pelo e poi cade sulla coscia di Viergever che proprio non se l’aspettava. Neanche fa uno stop, non attutisce la palla, che quindi gli scappa dalla disponibilità. Lui però ci va lo stesso e Nastasic per qualche ragione gliela tira addosso. Viergever però, bisogna dire, non è passivo: ha già aperto il piatto del piede come se si aspettasse il rinvio di Nastasic. Quindi Viergever ci credeva. Una buona metafora motivazionale ora che il weekend alle porte: non mollate mai, ci sarà sempre un difensore scarso che vi farà carambolare la palla addosso.
Che aria tira a Solna
Come tutti sapete la finale di Europa League quest’anno si gioca nella città di Solna, noi di Ultimo Uomo vi terremo aggiornati sulle condizioni di questa magnifica cittadina.
“Aprile non ti scoprire” dice un detto molto giusto, soprattutto se stiamo parlando dell’aprile di Solna: da qui alla fine di questa settimana non se ne parla proprio di far salire la minima sopra i 0 gradi. Neve mercoledì e giovedì, nevischio gli altri giorni. Se vi siete rotti il cazzo di questa città i voli da Stoccolma a Napoli stanno sulle 370 corone: fattibile. Avete ancora un mesetto di tempo per tornare caldi e riposati per quando ci sarà la finale di Europa League.