Le sponde di Fellaini
Al sessantesimo minuto, con la sua squadra che faticava pericolosamente a risalire il campo, José Mourinho ha tolto il leggero Jesse Lingard per inserire i 194 centimetri di Marouane Fellaini. A dispetto di tutto quello che possiate pensare di lui, e di Mourinho, il cambio ha avuto un effetto benefico sul Manchester United, che da quel momento ha preso totalmente in mano il controllo del match. I motivi sono stati principalmente due: con Fellaini in campo Paul Pogba ha potuto alzare il baricentro del proprio raggio d’azione nella trequarti avversaria, ed è tornata valida l’opzione “palla verso i suoi ricci e vediamo che succede”. Fellaini è infatti un trequartista di testa, e anche di petto, persino di schiena, che gioca, cioè, prevalentemente con la palla per aria anche se la sua posizione ibrida all’interno del campo lo porta spesso in zone di campo dove solitamente siamo abituati a vedere giocatori con caratteristiche del tutto opposte alle sue. Le sue sponde sono sempre molto precise e spesso creano situazioni di pericolo, un merito che va oltre i soli centimetri e che ci dice anche della capacità di Fellaini di leggere i movimenti intorno a sé anche quando è in aria a contendere la palla a un avversario.
Per questo ho scelto le sue migliori cinque sponde di testa dalla partita di ieri, in ordine cronologico.
La heat map di Fellaini, risaltano le zone nell’area avversaria in cui il centrocampista va a cercare le sue sponde come tre stelle di Hokuto.
A meno di due minuti dal suo ingresso in campo, Fellaini si getta dentro l’area per raccogliere un cross di Valencia. Questo costringe il suo diretto marcatore, che in quel momento è Tielemans, a seguirlo. Il giovane centrocampista è bravissimo ad anticiparlo, perché in fondo Fellaini gli dà diciotto centimetri, ma nella situazione in cui si trova non può respingere la palla in maniera pulita. La sua ribattuta finisce appena fuori dall’area nella zona in cui – normalmente – si sarebbe trovato proprio Tielemans se non fosse stato costretto a seguire Fellaini così profondo. Nello spazio liberato dall’inserimento di Fellaini si fa trovare Rashford, che ha tutto il tempo di coordinarsi e calciare. La palla gli rimane un po’ alta e svirgola il tiro, ma è l’inizio di quella che sarà una connessione speciale.
In alcuni casi a Fellaini basta gettarsi su una palla alta con gli occhi chiusi e il cuore in mano per mettere paura a tutta la difesa. In questa occasione il suo inserimento attira quattro difensori dell’Anderlecht come il miele gli orsi. Una volta arrivato sul pallone Fellaini non ha la minima idea di come rendersi utile, ma con il suo solo fisico ha gettato nel caos la difesa avversaria e il suo tocco di schiena permette ad Ibrahimovic di ricevere completamente libero a due passi dalla porta avversaria. La sciagurata lentezza con la quale poi conclude deve essere una controindicazione dell’entropia portata da Fellaini e che mal si sposa con la precisione dello svedese.
Più passano i minuti più si accentua la ricerca del gioco aereo del Manchester United. Al minuto 76, quindi con altri 14 disponibili per trovare il gol qualificazione giocando il pallone a terra, la squadra di Mourinho porta Pogba, Ibrahimovic e Fellaini al limite dell’area avversaria per avere quanti più centimetri possibili. La loro disposizione sembra l’inizio di un attacco NBA con il più basso, Pogba, che si porta dietro 191 centimetri. Il lancio di Carrick va a cercare proprio Fellaini. È un pallone lento e senza peso e il belga non può far altro che indirizzarlo di testa verso Ibra, che a sua volta usa i centimetri (e le lezioni di taekwondo) per allungarla verso Pogba, che di testa prova a chiudere il triangolo con lo stesso Fellaini, che però non è abituato a fare altri movimenti che non siano utili alle sue sponde e non ha tagliato in area.
Con l’infortunio di Ibrahimovic la tendenza del belga a prendere il centro dell’area si acutizza. Rashford non ha il fisico per giocare tra i due centrali dell’Anderlecht e la posizione avanzata di Fellaini permette al resto della squadra di girargli intorno come se lui fosse il sole e loro i pianeti. Isolato sul secondo palo con Spajic, la sua sponda taglia fuori tutta la difesa permettendo a Pogba il più facile dei gol. Fellaini però esagera con le braccia per prendere vantaggio sul difensore dell’Anderlecht e l’arbitro gli fischia fallo. È un errore un po’ banale questo di Fellaini che era in una posizione migliore e probabilmente avrebbe avuto la possibilità di giocare il pallone di testa anche senza usare le braccia.
Prova e riprova, alla fine la sponda di Fellaini porta al gol di Rashford. L’azione è l’archetipo della azione perfetta da fare con Fellaini. Un lancio lungo e profondo con il belga che ha la possibilità di colpire il pallone partendo dal lato e stringendo verso il centro. La sponda che libera il centro dell’area per l’attaccante e poi la conclusione. La giocata è impreziosita dal dribbling di Rashford, che con un colpo di tacco si libera dei due difensori in recupero, ma è indubbio che è il tipo di gol che puoi costruire solo quando hai in campo il miglior trequartista di testa del mondo.
Giocate che rischiamo di dimenticarci
L’Europa League è una competizione di basso livello: niente di più falso. Ecco alcune giocate pazzesche di ieri così lussuose che alla fine non hanno manco portato a un gol.
Pogba key pass nel primo gol
Il problema di Pogba, a volte, sembra semplicemente che il campo da calcio è troppo piccolo per le sue doti atletiche e tecniche. Servirebbe uno sport diverso, in cui Pogba fosse il rifinitore di un campo da calcio gigantesco, capace di rendere davvero giustizia alla sua sensibilità nel gioco lungo. Queste rifiniture sono fantascientifiche per precisione tecnica ma anche per intuizione dello spazio. Questo è di fatto un hockey pass, perché dal passaggio di Rashford arriva poi il gol di Mkhitaryan.
L’uno due gigante tra Pogba e Ibra
Un altro giocatore che è troppo grande per muoversi su un campo da calcio senza sembrare un dinosauro è Zlatan Ibrahimovic. Anche se negli ultimi anni ha ridotto sempre di più il proprio raggio d’azione. Qui riesce a cucire un uno-due con Pogba di 40 metri. Il mancato controllo di Ibrahimovic sembra proprio quello di un giocatore che sta per infortunarsi al ginocchio (facile dirlo dopo eh) e alla fine derubrica il lancio tra le giocate che rischiamo di dimenticarci.
Assist di Lacazette nella prima occasione per il Lione
Lacazette è illegale per il livello dell’Europa League. Anche ieri è solo per un misto di casualità e sfortuna che non ha segnato 3 gol. Quello segnato con un pallonetto su Fabricio è il suo 31esimo stagionale, e neanche questa bella cesta di reti riesce a dare la misura della sua classe, l’originalità del suo stare in campo. Questa palla ci si avvicina. Lacazette è in una posizione difficile, con davanti a sé solo opzioni complicate. Un giocatore normale avrebbe tentato un cambio di gioco sciatto sul secondo palo, oppure avrebbe provato a guadagnare spazio continuando a dribblare verso il centro. Lacazette invece, dopo una piccola pausa, lancia una palla perfetta dietro al difensore per armare il compagno davanti al portiere.
Rabona di Rashford, rovega di Pogba
La vita non è una pubblicità della Nike, tranne che in quest’azione di Rashford e Pogba, vanificata da un volgare salvataggio di un difensore qualunque.
La parata di Fabricio che non è servita a niente
Questa parata non è servita a niente perché alla fine il Besiktas è stato eliminato. Quindi è perfetta per questa classifica di giocate belle ed effimere come orchidee. Fabricio non è un gran portiere e anche nella stessa partita di ieri ci ha tenuto a fare qualche errore, e bisogna anche aggiungere che sui rigori è stato quasi sempre spiazzato. Qui però è notevole il modo in cui recupera la posizione sul tiro di Tolisso, riuscendo ad andare a terra in un istante.