Conosci la tua squadra d’Europa League: Slovan Liberec
Sopra Liberec svetta per mille metri il monte Jested, e sulla cima del monte jested svetta una torre a cupola dall’aria religiosa. Ha una forma iperboloide che pare prolungare in maniera inorganica la forma della montagna. L’ha disegnata Karel Hubacek nel 1966 e dalle sue finestre si può controllare com’è il cielo in Polonia, Germania e Repubblica Ceca. È una torre della televisione, ma anche un hotel di lusso. Ai suoi piedi la vita di Liberec scorre nevrotica dal tredicesimo secolo, quando la città era controllata dalle famiglie Bieberstein e Redern. Ma è nell’'800 che la città è esplosa, riempendosi di edifici Jugendstil, lo stile architettonico ufficiale dalla UEFA Europa League. Ma ci sono anche palazzi neo-rinascimentali, altri in stile secessione. Tra questi la Opera House, che al suo interno ha una tenda disegnata da Gustav Klimt. Definita la “Manchester di Boemia” per la forza della sua industria tessile, Liberec è quel che si definisce “un gioiello”.
Non da meno è la sua squadra, lo Slovan, che sullo stemma porta la forma mistica dello skyline della città ed è nato pochi anni prima della torre: nel 1958, grazie alla fusione tra Slavoj e Jiskra, non senza qualche resistenza di giocatori e tifosi.
Dopo alcuni anni di passione sul fondo della classifica delle serie minori, e dopo tanti tentativi falliti, grazie alla dissoluzione della Cecoslovacchia e alla nascita del campionato ceco, nel 1993, lo Slovan Liberec si è ritrovato in prima divisione. Nel 2002 lo Slovan diventa la prima squadra a vincere il campionato ceco fuori da Praga. Oggi il club è arrivato a 3 campionati e a 1 coppa nazionale nel proprio palmares. Pur non vincendo da cinque anni è riuscito comunque a spezzare, insieme al Victoria Plzen, l’egemonia dei club di Praga nel campionato ceco. O almeno a smorzarla.
Ora sta vivendo una stagione di grande difficoltà: è decimo in campionato e fuori dai gironi dell’Europa League, pur avendo giocato un discreto girone in cui ha messo insieme insieme 7 punti, con 4 gol fatti e 13 subiti: notevole senso dell’economia. Ma non smetterà mai di battere questo grande cuore boemo.
Organizza la tua trasferta online: Poznan
Arrivati alla terza o quarta edizione dell’unica rubrica che ti permette di viaggiare con la fantasia, abbiamo capito che tanto vale parlare di città in cui difficilmente andremo, che sia per tifare che per altri motivi. Visto che il Lech Poznan se ne è uscito mestamente dai gironi nonostante un grande Ishak, tanto vale farci un salto (metaforico). Poznan sorge placida sul medio corso del fiume Warta, nel Voivodato della Grande Polonia. Il suo nome vuol dire “città conosciuta” e in realtà sembra proprio un bel posto, anche molto vitale (nel 2008, ad esempio, ha ospitato la Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite). Comunque non è questo il punto: ecco la sua visita virtuale.
Un museo: il museo dei cornetti St. Martin
Un museo su un unico cibo dovrebbe sembrare una cosa assurda a tutti tranne che a noi. Quindi portiamo rispetto e ammirazione verso questo museo totalmente concentrato verso un cornetto ripieno di pasta di mandorle e semi di papavero. Secondo la leggenda a ispirarli fu un cavallo che perse il suo ferro, per questo sono a ferro di cavallo, come tutti i cornetti del mondo dopotutto. Fortunatamente non troverete dentro gente che discute sul fatto che debbano chiamarsi cornetti o brioche o in quale città mangiare i migliori, perché tutti i cornetti di St. Martin sono eccezionali.
Un animale: le capre combattenti
Dietro la presenza di due capre come “uccello del cucù” del grande orologio della torre c’è una bella leggenda, di quelle che coinvolgono gli animali, ma vi serve davvero per fermarvi a guardare due capretti meccanici che si scornano a tipo 100 metri d’altezza? Succede alle 12:00, ma immagino si trovi anche su internet.
Un antenna wi-fi: una statua di Gesù Cristo
Se avete un’ora libera, prendete la vostra macchina virtuale e guidate sull’autostrada virtuale che collega Poznan a Świebodzin, dove c’è una statua Gesù Cristo, una delle più alte che vedrete in vita vostra. Sorge in uno spazio vuoto, sopra un cumulo di terra che la rialza rispetto l’orizzonte. È una statua bianca, Cristo rappresentato come un Cristo Re. Non è una statua particolarmente evocativa, tuttavia nella corona ci sono delle antenne per il segnale wi-fi. La scoperta di questa cosa ha portato parecchio scompiglio nella piccola cittadina polacca, tanto che nel 2018 sono state alla fine tolte.
Un piatto: Czernina
Forse dopo il sanguinaccio di Dundalk non avrei dovuto insistere su piatti a base di sangue, ma tanto non credo che realmente qualcuno cucinerà questi piatti. La zuppa Czernina è un piatto di quelli che, dicono, li trovi solo lì e lì è Poznan, per cui non potevo esimermi. Per farla vi consiglio di informarvi bene, meglio di come farò io nelle prossime righe. Per farla andate dal vostro procacciatore di sangue d’anatra di fiducia e chiedetegli del sangue d’anatra. Se non dovesse averlo d’anatra, va bene anche di oca. Ora io riporto perché sta scritto nella ricetta, ma sappiate che mi piange il cuore: l’anatra (o oca) dovrebbe essere appena morta e insieme al sangue vi servono anche delle sue parti tra cui stomaco e cuore.
A questo punto dovreste aver già mollato, per cui vi risparmio il resto.
Un mezzo: Poznański Szybki Tramwaj
Un incrocio tra una metro, un tram e un vecchio autobus, è il modo più facile per spostarvi per Poznan dopo i piedi.
È più buona la birra di Praga o il prosciutto di Praga?
Ieri il telecronista di Sky, Lucio Rizzica, che commentava Ludogorets-LASK su Diretta Goal, ha dato la linea a Praga dicendo “Come il prosciutto”, per distinguere Praga da Braga. Il telecronista di Sparta-Milan è sembrato però spaesato, e ha detto “Non so se è buono il prosciutto di Praga, di certo è buona la birra” lanciando una frecciata clamorosa a uno dei prodotti più celebri e riconosciuti della capitale ceca. Vogliamo dire la nostra in questa contesa, per stabilire se è più buono il prosciutto o la birra di Praga.
PRO della birra di Praga
- C’è un detto ceco che recita: «Dove c’è birra c’è prosperità, dove c’è birra c’è felicità».
- È mediamente più amara delle altre birre.
- È piuttosto economica.
- Essendo corposa si sposa bene con quasi tutti i cibi.
CONTRO della birra di Praga
- Fa male alla salute.
PRO del prosciutto di Praga
- Non ha l’osso, notoriamente una delle poche cose non commestibili del regno animale.
- È stato creato da un macellaio ceco di nome Antonin Chmel - guance paffute, bei mustacchi - che è diventato fornitore di prosciutti delle case reali ceche, bavaresi e rumene.
- È delizioso, soprattutto nei panini.
CONTRO del prosciutto di Praga
- Non è il prosciutto di Parma.
- Implica comunque l’uccisione di altri esseri viventi.
Soprattutto per quest’ultimo punto dobbiamo concludere che la birra di Praga è meglio del suo prosciutto, nonostante vi ricordiamo che è insieme che rappresentano un’accoppiata gustosissima e invincibile.
Alireza: saggio, forte, gentile
Il nome Alireza, in farsi, significa “forte, saggio e gentile”. Ovviamente tante persone deboli, dissennate e scorbutiche si chiamano Alireza, ma non è il caso di Beiranvand, portiere iraniano che anche se ha solo ventott’anni ha un profilo antico e austero come il crinale dei monti Alborz, spezzato dalla linea del naso come se fosse il Damavand, e gli occhi profondi e scavati di chi ti dà proprio l’impressione di essere saggio e gentile. Forte? Ci arriviamo.
Alireza Beiranvand è più o meno da cinque anni il portiere titolare dell’Iran, è stato una bandiera del Persepolis e quest’anno ha deciso di mettersi alla prova in Europa: il Royal Antwerp ha puntato su di lui non si capisce bene perché, forse nell’ottica di rafforzare i rapporti commerciali tra Belgio e Iran, forse perché dopotutto sembrava un buon affare.
Se c’è qualcosa da recriminare ai Sinjoren, piuttosto, è il non averlo fatto mai giocare prima di ieri sera: ma forse per il nostro Alireza ci voleva un esordio pomposo il giusto, e una gara come quella di ieri con il Tottenham, contro Son, Vinicius e Kane, di fronte a Mourinho, in cui non si decideva molto se non il primo posto nel girone, era esattamente il tipo di gara in cui Alireza si sarebbe potuto esaltare. O sbriciolarsi come un giorno succederà con i monti Alborz.
Non è ancora tempo, però, che il mondo vada in frantumi, e Beiranvand ieri è finito per risultare il migliore in campo dei suoi, con 8 parate tutte decisive, con il suo stile sornione fin quando non si distende come il fiume Aras a disegnare confini, nel nostro caso tra la gloria del gol e la gloria di Alireza.
Figlio di una storia spettacolare, nato in una famiglia di pastori nomadi, così abituato a dormire in terra tanto da averlo fatto anche nella sede del primo club, umile da accettare un incarico da operaio in una fabbrica tessile o in un autolavaggio o come netturbino, da piccolo era un mezzo campioncino di Dal Paran, un gioco del quale non si riescono a trovare tracce ma che sembra consistere nel lanciare pietre più lontano che si può. Cosa può imparare un calciatore dalla nobile arte del Dal Paran?
Alireza ne ha assorbito e in qualche modo ri-declinato l’abilità di rilanciare lunghissimo con le mani, ma tipo che sembra avere un mortaio negli avambracci, un’arma medievale, una ballista. Lo ha fatto ieri sera? Certo che l’ha fatto. Ma ha anche abbozzato dribbling in conduzione per liberarsi della pressione avversaria, uscite spericolate ma puntuali, insomma tutto il campionario di un portiere interessante nel suo essere efficace e mai banale.
Se volevate il vostro portiere loco di riferimento per le prossime gare di Europa League, insomma, l’avete trovato. E considerando che il titolare del Royal Antwerp finora, Jean Butez, ha raccolto ventisei palloni dalla porta in venti partite ufficiali giocate quest’anno, il Royal Antwerp pure, mi sa.
Quindi Kalulu è forte?
Nella formazione ultrasperimentale, direi d’avanguardia, del Milan contro lo Sparta Praga, il nome forse più sconosciuto era quello al centro della difesa. Non Leo Duarte - oggetto misterioso principe - ma Pierre Kalulu, difensore francese di 20 anni arrivato a parametro zero in estate dal Lione. È un profilo interessante anche solo perché arrivato dal Lione, cioè da uno dei settori giovanili più affidabili in Europa, e a prenderlo è stato Frederic Massara, uno dei maggiori intenditori di calcio francese. Ha giocato centrale di sinistra e ha toccato più palloni di chiunque altro nel Milan. Pur giocando a sinistra impostava col destro, ha sbagliato qualche brutto pallone, ma in generale ha cercato sempre di iniziare il gioco con la testa alta.
A livello difensivo è sembrato un difensore potente e aggressivo, autore di qualche buon anticipo. Attento alle distanze con l’attaccante, e al contempo un po’ impreciso nella gestione delle situazioni. Guardate nei minuti di recupero, per esempio, il suo calo di concentrazione sulla palla che arriva a Karlsson solo davanti al portiere. In ogni caso la squadra riserve dello Sparta Praga sembra un test veramente poco affidabile. Insomma, è come averlo visto muoversi per la prima volta, intuendo le sue caratteristiche, ma senza poter capire effettivamente il suo valore. Scusate l'onestà.
Top 11 gironi di Europa League
Abbiamo selezionato gli 11 giocatori che si sono distinti in questi gironi, schierati secondo un classico 4-3-3.
Portiere - Dominik Livakovic
Fino a un quarto d’ora dalla fine della partita di ieri, la Dinamo Zagabria era l’unica squadra in Europa a non aver ancora subito gol nei gironi, tra Champions ed Europa League. Questo sopratutto grazie al suo capitano, il portiere Dominik Livakovic che, a 25 anni, sembra pronto per andare a marcire in una squadra di bassa Premier League, o a spiccare il volo in una squadra che sappia giocare a calcio. Oggi è anche il portiere titolare della Nazionale croata. Un tipico portiere di scuola est-europea, con dei fondamentali puliti, fortissimo in uscita e tra i pali, non eccezionale nel gioco coi piedi.
Terzino destro - James Tavernier
Durante il suo girone si è fatto un autogol, ma è stato comunque il terzino più completo nelle due fasi. In fase offensiva è implacabile, è l’esterno destro che segna più gol in Europa in questo momento, se andiamo fuori dai cinque maggiori campionati: in Scottish Premiership 16 gol e 8 assist in 10 partite. In Europa League 2 gol e 3 assist. Chiaramente i suoi numeri sono gonfiati dai calci di rigore, ma anche senza ha comunque segnato 6 gol. Tavernier calcia benissimo col destro, ma ha soprattutto un istinto non banale per gli inserimenti profondi in area di rigore.
Terzino sinistro - Nacho Monreal
Sì lo so quello che state pensando ma che dobbiamo fare, siamo pur sempre in Europa League, e Nacho Monreal può essere comunque il suo miglior terzino sinistro. In quel triangolo delle bermuda statistica che è l’index Europa League, Monreal è il miglior difensore. Tirate le vostre conclusioni.
Difensore centrale - Rasmus Lauritsen
Questo centrale danese di 24 anni, arrivato in estate dal Norkopping per 1 milione e mezzo, è uno dei segreti dell’impermeabile difesa della Dinamo Zagabria nei gironi di Europa League. Ha vinto 4,2 duelli aerei per novanta minuti, sui 5,2 ingaggiati. Volete sapere qualcosa in più su di lui? Tifa Arsenal e il suo giocatore preferito è Andy Carroll.
Difensore centrale - Marcos Senesi
Marcos Senesi è arrivato al Feyenoord all’inizio della scorsa stagione e nonostante abbia giocato appena 16 partite ha vinto il premio di miglior difensore del campionato. Quest’anno, in una stagione non brillante del Feyenoord, sta riuscendo persino a migliorare. Senesi gioca centrale di sinistra vicino al non eccezionale Spajic, ed è il giocatore deputato a iniziare il gioco da dietro. È il giocatore del Feyenoord con più palloni toccati per novanta minuti.
Mediano - Karem Demirbay
Il classico mediano con la numero 10 che dirige il gioco in mezzo al campo con la sigaretta in bocca. A volte l’anti-agonismo di Demirbay è così estremo da sembrare provocatorio. Sembra preso da una sfida con sé stesso a chiudere le partite senza versare neanche una goccia di sudore. Se lo può permettere: guardate il gol che tira contro l’Hapoel Beer Sheva: la palla sbatte sulla parte interna della traversa e neanche sfiora la rete.
Mezzala sinistra - Magnus Eikrem
Di Magnus Eikrem avevamo scritto un paio di settimane fa, ne avevamo raccontato la carriera di ex giovane prodigio pupillo di Solskjaer. Eikrem però non è solo buono per il lol ma anche per il vostro centrocampo Europa League: il suo è stato un girone sontuoso, chiuso in crescendo, con 3 gol e 2 assist nelle due ultime partite con Rapid e Dundalk. Ha 3,2 passaggi chiave per novanta minuti, oltre a 3 tiri. È un classico box to box completissimo ma con un’attitudine soprattutto offensiva.
Mezzala destra - Mikel Merino
Un altro ex giovane prodigio che ha fallito all’estero e che ha ritrovato sé stesso in patria. È ormai da un paio d’anni una delle mezzali più tecniche, intelligenti e interessanti d’Europa con la Real Sociedad. In questo girone in cui la squadra è stata più altalenante che in campionato ha rappresentato una delle poche certezze. Con 2.4 dribbling per novanta minuti è il centrocampista che ha saltato di più l’uomo in Europa League.
Ala destra - Nicolas Pepè
Nicolas Pepè, croce e delizia, fomento e bestemmie. Ha più dribbling sbagliati che riusciti, ma nel suo caos crea comunque moltissimo in una squadra semplicemente oscena come l’Arsenal. Con 3 assist è in cima a questa classifica nella competizione; ha anche 2 gol e 3,4 passaggi chiave per novanta minuti. La sua superiorità tecnica e fisica nella competizione a tratti è imbarazzante.
Ala sinistra - Pizzi
Uno dei più forti calciatori al mondo che per caso gioca ancora in Europa League. Capocannoniere della competizione con 6 gol, a cui aggiunge 2 assist. Inutile spendere qui altre parole per Pizzi, re dei sottovalutati.
Centravanti - Donyell Malen
Malen è uno dei numeri 9 più peculiari e atipici del calcio mondiale. Lo abbiamo preferito ad altri centravanti autori di un’ottima Europa League, ma più classici, come Darwin Nunez, Lukas Julis e il comandante della competizione Carlos Bacca. Malen ha 21 anni, è un attaccante molto mobile, che nasce ala e che è stato convertito da riferimento centrale per sfruttare i suoi istinti in area di rigore, affatto banali. Ha segnato 5 gol in questo girone, tutti in area di rigore, mettendo in mostra un repertorio di movimenti affascinante.
Top 11 Conference League
Abbiamo scelto i migliori 11 giocatori, ruolo per ruolo, che farebbero bella figura in Conference League, la coppa che dall’anno prossimo scombinerà i piani del vecchio continente. Li abbiamo schierati col 4-3-1-2 in omaggio al modulo principe della Serie B.
Portiere - Milan Borjan
33enne capitano della Stella Rossa, ha il passaporto canadese e un breve trascorso nel Boca Juniors. La stempiatura e la pancetta da uomo tranquillo lo rendono perfetto per la terza competizione.
Terzino destro - Alan Czerwiński
Zero gol, un assist, Czerwiński è un terzino polacco assolutamente normale. In Nazionale è la riserva di Bereszyński.
Terzino sinistro - Tomáš Hubočan
Nasce come centrale, ma è stato adattato anche a terzino. Con lo Zenit ha vinto molto, prima di perdersi al Marsiglia. A 35 anni è la colonna portante dell’Omonia Nicosia, ma sembra bollito: perfetto per la Conference League dove se i terzini spingono vengono guardati malissimo.
Difensore centrale - Aaron Appindangoyé
Scolpito nella roccia, Aaron Appindangoyé ti garantisce una granitica difesa dell’area e il carisma di un capitano di ventura. Gioca nel Sivasspor.
Difensore centrale - Sheriff Sinyan
Se scrivi il suo nome su Google Docs, il correttore automatico ti consiglia la parola sayan, mi sembra abbastanza per farlo entrare in questa top 11. Nei gironi verrà ricordato per un paio di errori sottoporta abbastanza incredibili.
Mediano - Dmytro Ivanisenya
Classico playmaker della scuola ucraina, con lo Zorya ha effettuato 385 passaggi azzeccandone 342. Si muove lento come un pitone dopo i pasti, ma nei piedi ha l’oro di Krivoj Rog.
Mezzala sinistra - Kai Stratznig
Giovanissimo centrocampista del Wolfsberger, appena 18 anni. Unisce due delle caratteristiche più apprezzate in Europa League: la provenienza austriaca e i capelli rossi.
Mezzala destra - Tom Rogić
Nato, umanamente e sportivamente, in Australia, sangue balcanico nelle vene. Da qualche anno Rogic delizia il Celtic Park con le sue giocate.
Trequartista - Elvis Manu
Forse più ala che trequartista, ma nel calcio della Conference League le sue corse scoordinate in mezzo al campo saranno il nostro pane.
Seconda punta - Chidera Ejuke
Chidera Ejuke è il giocatore con più dribbling riusciti nei gironi di Europa League. Risultato? Zero goal, zero assist e un’uscita mesta con la maglia del CSKA Mosca. Perfetto per fare il doppio dei dribbling in Conference League.
Centravanti - Luis Suárez
Ovviamente qui il giochino è che si chiama Luis Suarez, gioca nel ruolo di Luis Suarez, ma non è forte come Luis Suarez. Questo Luis Suarez è un centravanti del Granada, l’anno scorso ha segnato 19 gol con il Real Saragozza, quest’anno 2 in Europa League in poco più di 300 minuti giocati. Prendi e porta a casa.
Classifica squadre eliminate in base a quanto ci mancheranno e un breve epitaffio
1 Qarabag
Belle barbe/fuori dall’Europa/ricorderemo
2 Dundalk
Facce sincere/di maniscalchi benvoluti/gol
3 Slovan Liberec
Squadra nì/città sì/non è questo il senso?
4 Omonia Nicosia
Squadra di comunisti/un abbraccio
5 Ludogorets
Niente di che/ma ci avevamo fatto l’abitudine
6 Zorya
L’eleganza senza tempo/non verrà dimenticata per dei punti
7 Rapid Vienna
La mitteleuropa/più mitteleuropa
8 Paok Salonicco
Tutti dovrebbero avere/le maglie a righe strette
9 Lech Poznan
Ishak/ci avevamo creduto
10 Cska Sofia
La storia non è un gol di troppo/ma un carrarmato
11 Sparta Praga
Abbiamo scoperto che non bastano/non bastano i gol di un attaccante senza qualità
12 Rijeka
Per noi sei/e sempre resterai/Fiume
13 Aek Atene
El tanque/Tankovic
14 Cluj
Meritavate di passare/ma ce ne faremo una ragione
15 Sivasspor
Ancora ci chiediamo/come eravate arrivati in primo luogo
16 Standard Liegi
Ah/ma c’eravate anche voi
17 Beer Sheva
Ci rivediamo l’anno prossimo/senza fretta
18 AZ Alkmaar
Dovevi esse ferro/sei stata piuma
19 Nizza
Più Promenade/che squadra di calcio
20 Celtic
I vostri nemici avanti/voi indietro
21 CSKA Mosca
La fine sul volto/Akinfeev in porta
22 Gent
Quest’anno neanche c’era il Genk/con cui fare la battuta
23 Feyenoord
Peggior squadra dell’Europa League/per distacco probabilmente
Quanti anni dimostrano i giocatori del Dundalk
A Dundalk il vento ti sferza le guance, la pioggia le scava, le sconfitte le stirano. È una vita aspra che i giocatori portano sulla propria pelle invecchiando prima degli altri.
Chris Shields, 30 anni, ne dimostra 51
Calcolate che stiamo parlando di un uomo nato a Clondalkin, insediamento vichingo per diverso tempo.
Sean Hoare, 26 anni, ne dimostra 44
Va detto che in questa foto non è al suo meglio.
Brian Gartland, 34 anni, ne dimostra 41
Forse l’uomo col collo più grosso fra i giocatori di calcio professionisti.
David McMillan, 32 anni, ne dimostra 38
Sorriso magnetico.
Il vostro sponsor Europa League: Preciosa - Slovan Liberec
Ed eccoci tornati a quella rubrica che parla di brand commerciali senza trarne un soldo. Non è questa una grande opera di giornalismo, oppure il segno più tangibile che il capitalismo ha fottuto ormai ogni singola cellula del nostro cervello?
Ci sono alcuni oggetti che abitano nelle nostre vite di cui non ci siamo mai interrogati sulla provenienza. Sembra essere lì da sempre, creati da nessuno, esistere tanto per esistere. Uno di questi oggetti sono i bicchieri. Avete presente i bicchieri di cristallo, i calici, pregiati? Uno dei più famosi brand di calici e oggetti di cristallo in generale si chiama Preciosa ed è lo sponsor principale dello Slovan Liberec. È il primo brand mai registrato in Boemia, nel 1915, e non stupisce visto che stiamo pur sempre parlando della terra dei cristalli. Nelle manifatture di Jablonec, dove ha sede Preciosa, si creavano i cristalli che finivano nei lampadari della reggia di Versailles, o nel palazzo di Fontainbleau. L’azienda Preciosa è stata protagonista anche di episodi oscuri della storia ceca. Durante gli anni del regime comunista, per esempio, i suoi campi di lavoro erano soprannominati “Inferno rosso” e pare che i lavoratori dovessero sottostare a condizioni disumane. Con la caduta del comunismo Preciosa ha vissuto un progressivo processo di privatizzazione.
Chi è Nurio Fortuna spiegato in 5 foto
Ieri nel finale di Hoffenheim-Gent, Nurio Fortuna ha segnato il gol della bandiera per i belgi con una strana sforbiciata sbucando fuori dal nulla. Nato a Luanda, città principale dell’Angola, è cresciuto nel Braga prima di finire in Belgio. Gioca difensore ma ha degli spunti da attaccante. Ecco 5 foto per conoscerlo meglio
La sua foto su Wyscout
Treccine decolorate, sopracciglia decolorate. In questa foto Fortuna sembra la sua versione creata su qualche vecchio PES in cui ha qualcuno è scappata la mano.
La presentazione con il Charleroi
Qui viene presentato come nuovo giocatore del Charleroi, il cui soprannome è zebre visti i colori sociali bianco e nero.
Con le punte delle treccine bionde
Una bella foto con le treccine al vento, le punte color oro. Con il Charleroi ha giocato 82 partite, segnando 2 gol.
Sorridente, appena arrivato al Gent
Dopo tre anni al Charleroi, in estate Fortuna passa al Gent. Capelli corti, sorriso largo, dice che è contento di poter giocare in Champions League. Verranno eliminati nei preliminari.
Con la famiglia
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Nurio Fortuna con la camicia bianca e il papillon, divisa d’ordinanza dei giocatori nelle serate tra l’informale e l’elegante.
Gol mangiati che sono anche consigli di film di Natale
Una poltrona per due
Intramontabile film di Natale: ci sono due calciatori molto diversi (uno ricco, l’altro povero) lanciati nella meta campo avversaria praticamente da soli. Due fratelli cattivi decidono che possono scambiarsi i ruoli, non va benissimo.
Toy Story
Dei calciatori di Braga prendono vita. A un certo punto uno calcia un pallone alle stelle e grida “Verso l'infinito e oltre!”
Mamma ho perso l’aereo
Un biondino dell’Az Alkmaar non si sveglia e nessuno se ne accorge. Ne derivano momenti slapstick come un tipo che tenta una rovesciata e fa un casino. In una scena molto famosa il biondino si mette le mani in faccia e urla dopo aver sbagliato un gol clamoroso.
Il messaggio segreto di Weah
Ieri Timothy Weah ha segnato il suo primo gol in Europa League. Lo ha fatto con la maglia del Lille contro la sua ex squadra, il Celtic. Dopo il gol ha alzato le mani, come fanno gli ex per scusarsi. Ma voleva davvero scusarsi? Sulle dita aveva diversi strati di scotch bianco, che fosse un messaggio criptato per qualcuno? Alcune ipotesi:
- Timothy avrebbe voluto giocare a pallavolo ma il padre George Weah lo ha costretto a diventare calciatore, allora usa questo stratagemma - lo scotch bianco sulle dita lo usano i pallavolisti per fare i fichi - per ricordare al padre il dolore che attanaglia la sua vita.
- Timothy è in realtà un agente segreto liberiano, paese del quale il padre è presidente, e quei quattro pezzi di scotch stanno a indicare le coordinate dove si nasconde una cellula terroristica presente sul suolo francese
- Quelle mani dicono “Paul is dead” a conferma di quella storia secondo cui Paul McCartney sarebbe morto in un incidente nel 1966 e sostituito con un sosia.
Giocatore più Europa League: Eran Zahavi
Quanto ci abbiamo creduto: 6
Quanto è stato realmente forte: 4
Quanto è caduto in disgrazia: 8
Quanto sembra depresso: 8
Eran Zahavi era sbocciato nel calcio israeliano come una sorpresa. A metà tra un trequartista e una punta, qui era famoso per due cose: un gol in rovesciata al Lione e un bacio alla fidanzata dopo un gol al Benfica. Abbastanza per convincere Zamparini a farne la prossima cosa meravigliosa del Palermo in sostituzione di Pastore, venduto a peso d’oro al PSG. «Abbiamo preso un vero talento. Uno che potenzialmente è più forte di Cassano» aveva detto il presidente. A convincerlo era stato il fatto che Zahavi si era messo a studiare italiano prima ancora che la trattativa venisse intavolata.
Appena arrivato aveva detto che voleva fare 8-10 gol e tanti assist, i giornalisti italiani gli avevano chiesto se aveva paura del razzismo, lui aveva risposto che si trovava benissimo a Palermo. Aveva giocato due partite con il 7 di Cavani, convinto dalla fidanzata, poi aveva cambiato idea e si era preso il 16. Subito la sua religione era diventato uno spunto: non poteva mangiare molte prelibatezze siciliane perché non erano kosher e soprattutto a Palermo non aveva una Sinagoga in cui pregare. In una delle prime partite aveva segnato un gol pazzesco, da pensare “ma chi è Pastore?”
Alla fine i gol erano stati 2, in 20 presenze e il Zahavi era tornato in patria, al Maccabi Tel Aviv dove da prima punta era diventato un’ira di dio, con 127 gol in 167 partite e una rissa con i tifosi nel derby. A quel punto forse Zahavi sarebbe potuto tornare in un campionato più competitivo, ma aveva scelto invece di andare in Cina a chiudere la carriera al Guangzhou. Anche lì ha continuato a segnare con una regolarità incredibile. Il secondo anno è stato capocannoniere con 27 gol in 30 partite. Era così superiore al contesto, che poteva segnare di rabona.
A 33 anni poi ha deciso invece di trasferirsi nella nebbiosa Eindhoven. La squadra olandese lo ha preso dalla Cina per sostituire Lammers, andato all’Atalanta. La sua sembra una carriera fatta al contrario: Ronaldo il fenomeno aveva iniziato dal PSV e poi aveva segnato 300 gol, Zahavi dopo aver segnato 300 gol è andato al PSV. Molto Europa League come cosa.
Gol più Europa League: Debeljuh
Virilità: 10
Assurdità: 6
Anti-epicità: 10
Paura della morte: 9
Il Cluj doveva vincere in casa dello Young Boys per passare ai sedicesimi di Europa League. La sua storia recente è ricca di vittorie in patria e sconfitte in Europa e - di più in una stagione travagliata - un passaggio ai sedicesimi sarebbe stato un grande risultato. È con questo ardore nei lombi che Rondon ha stoppato un pallone nel cuore dell’area di rigore quando il risultato era sullo 0-0 e i minuti passati 84. Rondon ha calciato col sinistro come se volesse spaccare la porta, ma ha ciccato malamente il pallone che è rotolato come una palla in un film di Indiana Jones sul palo. A quel punto invece di accelerare è schizzata tra Zesiger e Debeljuh che se ne stavano abbracciati. Non ci sono reply confortevoli, potrei raccontarvi che il giocatore del Cluj l’abbia colpita di testa cadendo, ma forse con un atto di pura volontà l’ha messa in porta col destro.
Dopo è scoppiato il mondo. Il Cluj era a sei minuti da un futuro migliore, magari una grande squadra da affrontare a petto in fuori. Debeljuh dopo essere entrato nel cuore dei tifosi di Mantova e Este nella serie D italiana, era entrato nei cuori dei tifosi della squadra fulva di Romania. Cosa c’è più Europa League di un gol che ti fa restare in Europa League? Festeggiato come la venuta del Signore poi? Solo quello che è successo dopo lo rende ancora più Europa League. Al minuto 93 l’arbitro ha accordato un calcio di rigore allo Young Boys per un’uscita di pugno del portiere. Qui a Ultimo Uomo non parliamo mai di arbitri, ma immagino che questa rubrica possa fare eccezione: un furto grande come una casa. Ecco una cosa molto Europa League: un gol rocambolesco di una squadra rumena su una svizzera, annullato da un rigore inesistente per una squadra svizzera su una rumena.
Chi sa solo di Europa League, non sa niente di Europa League
6 giornate in 7 settimane. 144 partite in 48 giorni: un mondo praticamente. Abbiamo messo il primo punto ed è arrivato il momento di guardarci indietro. Gli antichi leggevano il futuro nelle viscere degli animali, noi leggeremo il passato nelle statistiche di Europa League: i passaggi fatti da Konstantin Maradishvili posso dirci qualcosa sul conflitto in Ossezia? i tiri fuori di Mario Rondon possono essere come un libro sul tentativo di colpo di stato in Venezuela?
In realtà no: era solo un modo come un altro per presentare un quiz su statistiche e fatti curiosi dell’Europa League fino qui, in attesa di attraversare l’inferno dell’eliminazione diretta.
- Cosa hanno in comune Callum McGregor, Kamso Mara e Diogo Dalot?a) sono tutti e tre alti 181 centimetrib) hanno giocato tutti i minuti che l’Europa League gli ha concessoc) hanno lo stesso nome di mercenari che hanno combattuto in Africa
- Gent-Hoffenheim di ieri sera passerà alla storia per un motivo, quale?a) è la partita con più tiri di tutta l’Europa Leagueb) l’Hoffenheim ha avuto il 78% di possesso palla, un record storico qui in Europa Leaguec) Robert Skov ha completato 16 dribbling e calciato in porta 11 volte, per una valutazione nella Performance Zone dell’Europa League di oltre 2000 per la prima volta da quando si registra
- Chi è il giocatore con meno passaggi riusciti tra questi?
a) Maxime Gullitb) Dmytro Piddubnyic) Ioannis Foivos Botos
Chi si ricorda di Villarreal-Qarabag? E perchè dovreste?a) grande partita di Jaime Romerob) c’è stato un acquazzone così forte che si è giocato a notte inoltratac) il Villarreal ha avuto l’89% di possesso palla, record nelle competizioni UEFA
Non indovinerete mai chi è la squadra ad aver subito più falli in Europa League (clicca qui)a) Tottenhamb) Slovan Liberec c) Slavia Praga
Chi, invece, è andato più volte in fuorigioco?a) Sivassporb) Real Sociedadc) Gent
Quanti falli sono stati fatti in Maccabi Tel Aviv-Qarabag, la partita con più falli?a) 49b) 64c) 46
Risposte:
1. b: hanno giocato 540 minuti
2. a: 38, almeno 2 in più di ogni altra partita
3. c: 0 passaggi riusciti su 2 tentati, peggio quindi di Gullit (1 passaggio tentato, ma riuscito)
4. domanda a trabocchetto: Villarreal-Qarabag è la partita che non si giocherà mai
5. b: Slovan Liberec, 103
6. a: Sivasspor, 21
7. c: 46, uno ogni due minuti praticamente.