Il bello dell’Europa League 2018 vol. 7
Il meglio dell’andata dei sedicesimi di finale della nostra coppa preferita.
Il rigore di Tom Pettersson
Contro l’Ostersunds, la squadra del nostro cuore, l’Arsenal ha controllato la partita, ma aveva comunque trovato il modo di complicarsi la partita. All’ultimo minuto Hector Bellerin era entrato in scivolata sulle gambe di un avversario, dando la possibilità agli svedesi di fare almeno un gol. Sul dischetto si è presentato Tom Pettersson, centrocampista, 27 enne, bel ragazzo. Ha tirato il rigore alla destra di Ospina, che ha intuito e parato. È la prima volta in quattro anni che l’Arsenal salva un rigore. Secondo alcuni non c’è niente di casuale nell’errore.
Gol più Europa League
Harlem-Eddy Gnohéré in Steaua-Lazio
Virilità: 1
Assurdità: 9
Anti-epicità: 9
Paura della morte: 10
Harlem-Eddy Gnohéré (top 3 nomi Europa League) è soprannominato il bisonte ed è cresciuto con il mito di Dracula, tanto da dire: “Il mio sogno? Andare in Transilvania per lui”. Nato a Parigi, ha avuto fin qui una carriera semplicemente senza senso in cui ha militato tra le altre cose anche nell’Urania Ginevra, squadra che sembra più il titolo di un romanzo che una squadra. Arrivato in Romania dopo aver vinto il titolo di capocannoniere della serie B belga, Gnohéré sta segnando con discreta continuità, contro tutte le leggi della fisica (è davvero molto grosso).
Ieri sera la Lazio si è dovuta organizzare bene per farlo segnare: prima Caicedo ha perso una brutta palla sulla trequarti, poi Bastos ha ben pensato di provare a stoppare un lancio di suola, facendosi scappare il pallone e infine la difesa della Lazio ha pensato bene di provare il fuorigioco, quando non si doveva provare il fuorigioco. Sono tutte queste le cose che devono accadere per permettere ad un uomo di 105 chili di lanciarsi come un proiettile verso la porta avversaria. Gnohéré non si è fatto pregare e dopo aver corso come mai nella sua vita, ha chiuso gli occhi e calciato forte e centrale, riuscendo a far passare – in qualche modo – il pallone in mezzo a Strakosha, tipo bug di FIFA.
Se non è Europa League un gol in contropiede di Gnohéré, non lo è niente.
Chi tifa Europa League non perde mai
Oltre ai mille gol, alle storie di riscatto e redenzione. Oltre a le squadre sconosciute e a quelle decadute. Oltre a tutto, l’Europa League è pure la competizione dei tifosi che ci tengono, che pure se stai per essere umiliato dall’Atletico Madrid spendono tutto loro stesso nel sostenerti. Allora noi vogliamo omaggiarli un po’ questi tifosi.
Tifosi Copenaghen
“Nothing beats the light of..
COPENHAGEN BY NIGHT”.
FC København vs Atletico Madrid. 15/02 pic.twitter.com/8KnkhkSFGN— Ultramaniatics (@Ultramaniaticos) 15 febbraio 2018
I tifosi della squadra danese erano ben consapevoli della sfida che aspettava i loro beniamini. Lontani dalla vetta in campionato, fuori dalla coppa nazionale, l’Europa League era l’ultimo appiglio per salvare la stagione. “Niente batte le luci di Copenaghen di notte” hanno scritto sul loro enorme striscione tra stelle, fuochi e fumo. Purtroppo per loro l’Atletico Madrid batte agevolmente i giocatori del Copenaghen di notte, ma almeno i tifosi sì che hanno vinto.
Tifosi Celtic
😳 #СелтикЗенит pic.twitter.com/povaxIkojL
— ФК «Зенит» (@zenit_spb) 15 febbraio 2018
Lo spettacolo del Celtic Park che canta come una voce sola ha colpito così nel profondo che anche l’account ufficiale dello Zenit si è sentito in obbligo di mostrarlo al mondo. Non so voi, a me son venuti i brividi.
Tifosi Atalanta
I tifosi sono stati incredibile stasera! Grazie 🔵⚫️ @Atalanta_BC pic.twitter.com/Sw19p3avw4
— CastagneTim (@CastagneTim) 15 febbraio 2018
Nella partita più importante della loro storia, nello stadio con una delle tifoserie più spettacolari d’Europa, i tifosi dell’Atalanta si sono fatti rispettare.
A quale Keita è andata peggio?
- Naby Keita del Lipsia ha giocato un’ottima partita nella vittoria della sua squadra al San Paolo.
- Aboubakar Keita del Copenaghen non era convocato.
- Aly Keita, portiere dell’Ostersunds, ha delle colpe in almeno due gol nella partita più importante della sua vita.
Voi che dite?
5 trick per riconoscere a occhio nudo l’RB Lipsia dal Red Bull Salisburgo
- Imparare la fisionomia di tutti i giocatori del Red Bull Salisburgo e del RB Lipsia e poi rifarlo dopo ogni sessione di mercato visto che si scambiano giocatori come strette di mano.
- Andare a Lipsia o a Salisburgo, quella che vi torna più comoda, e tatuare una lattina di Red Bull sulla fronte di tutti i giocatori.
- Chiedere ai giocatori se Mozart era austriaco o tedesco. Se vi risponderanno tedesco, sono del Lipsia, se invece vi risponderanno austriaco, sono del Salisburgo.
- Farsi beccare da un’aquila radioattiva e acquisirne i poteri visivi così da essere in grado di distinguere la piccola scritta nello stemma Red Bull che identifica la città di provenienza della squadra.
- Rinunciare. Sono solo due facce della stessa medaglia, nessuno si offenderà se le scambiate.