Il power ranking dei Fischer più importanti del Mondo
Al 14’ di Copenaghen - Atletico Madrid Viktor Fischer si è ricordato di essere un calciatore di talento e ha segnato di tacco il gol del vantaggio dei danesi che comunque non è servito a niente perché i danesi hanno comunque perso 4 a 1. Fischer è risbucato dalla busta a sorpresa della nostra memoria calcistica dopo essere sparito da almeno tre anni, da quando cioè fu comprato dal Middlesbrough dall’Ajax per finire nel tritacarne della Premier League. Nonostante il bel gol, Viktor Fischer rimane comunque un Fischer assolutamente marginale nella nostra cultura, ricchissima di Fischer bravi e in generale migliori di lui. Eccovene una lista che non ambisce all’esaustività:
Ingo Fischer, agente squadra speciale Cobra 11
Per i fan della prima ora, è l’agente che muore per lasciare il posto a quello che non sembra tedesco. Secondo la Wikipedia di Squadra speciale Cobra 11 «Ingo mantiene sempre la calma e ha molto feeling con il collega: i due scherzano spesso assieme e pare che si siano conosciuti cinque anni prima».
Josef Fischer, imprenditore
Fondatore dell’azienda Fischer Sports che da quasi un secolo costruisce sci di alto livello.
Mark Fisher, filosofo
Ha scritto una delle critiche più vaste e profonde alla società contemporanea, uscito di recente in Italia per Not.
Dietrich Fischer-Dieskau, cantante
Un baritono così bravo ed importante che gli è stato dedicato un asteroide, il 42482 Fischer-Dieskau.
Ernst Sigismund Fischer, matematico
Inventore del Teorema di Riesz-Fischer che, secondo Wikipedia, determina le condizioni per cui gli elementi di una successione in l2 sono i coefficienti di Fourier di un qualche vettore di L2.
Stanley Fischer, banchiere
Nato in Rhodesia, doppia cittadinanza israeliana e statunitense, vicepresidente della Federal Reserve dal 2014 al 2017, ex presidente della banca di Israele, massone.
Gustav Fischer, esploratore
In uno dei suoi incredibili viaggi in Africa ha catalogato gli Agapornis fischeri, cioè i pappagallini Inseparabili.
Bobby Fischer, scacchista
Oltre a essere uno dei pochi esemplari di cittadino statunitense naturalizzato islandese, Bobby Fischer è noto soprattutto per aver vinto, nel 1972, la guerra fredda degli scacchi contro Spasskij. Fischer però non ha accettato di diventare il simbolo dello stile di vita statunitense, litigando più o meno con tutti ed andando in esilio in mezzo una serie di avventure picaresche. Per questo merita il nostro rispetto infinitamente più di Viktor Fischer.
“How old are u”: Evgeni Postnikov
In questa nuova rubrica dovete indovinare quanti anni ha un giocatore dell’Europa League, la coppa in cui una partita di 90 minuti dura in realtà 130 anni del tempo empirico. In questa puntata parliamo del difensore russo, bandiera dell’Astana calcio, Evgeni Postnikov. Eccovelo qui in posa appena uscito dal barbiere.
Se amate questa rubrica lo sapete che non potete barare cercando su Wikipedia. Se durante il quiz vi viene voglia di aprire Wikipedia guardate questa rovega di Moussa Sow. Per aiutarci ci siamo serviti dell’applicazione “How-old”, dove abbiamo messo delle foto di Postnikov e la app ci ha detto quanti anni ha secondo il suo algoritmo.
Ecco una foto di gioco di Postnikov, trasfigurato dallo sforzo in marcatura. Magari l’applicazione è stata inclemente con lui.
In questa foto Postnikov era quasi sorridente. Non è chiaro se in questo periodo della vita aveva già conosciuto l’aridità e la durezza della steppa kazaka, ma sembrava quasi una persona normale.
Ed ecco invece il buon Postnikov alle prese con la spigolosa arte difensiva russa, espressa tutta negli spigoli della sua faccia e su questo taglio di capelli che ha davvero qualcosa di misterioso e perturbante.
In questa foto Postnikov sembra un’altra persona, e cioè un bell’uomo di mezza età, con degli occhi brillanti e intensi.
Soluzione: Evgeni Postnikov ha 31 anni.
Un contributo scritto tutto con il font della Steaua Bucarest
Conosci la tua squadra di Europa League: Astana
Sulla sinistra del corso dell’Islim - il fiume sempre gelato - si innalza, assurdo, l’Ak Orda, “l’orda bianca”. Il palazzo presidenziale del Kazakistan ha l’aspetto neoclassico di un palazzo newyorkese, ma è sormontato da una cupola blu cobalto con delle rifiniture d’oro. Al vertice della cupola è disegnato un sole con 32 raggi e un’aquila che lo sovrasta. Sopra la cupola si allunga una guglia che porta l’altezza complessiva a 80 metri, rendendolo il palazzo presidenziale più alto al mondo. La sala orientale del palazzo, quella in cui si ospitano i diplomatici esteri, è costruita a forma di yurta, l’abitazione tradizionale dei popoli kazaki, per restituire autenticità a un edificio costruito nel 2004 dall’estetica un po’ leziosa.
L’AK Orda, per la sua eleganza posticcia, ricorda edifici di altri universi, come il tempio sopra le nuvole di Dragon Ball. Il biancore dei marmi di carrara che rivestono l’edificio rimandano all’idea di “mausoleo bianco”, l’antico nome della città di Astana: aqmola in kazako. La città ha ripreso a chiamarsi con il suo nome originario nel 1990, in seguito all’indipendenza del Kazakhistan. Nel 1961, durante la campagna delle terre vergini, Nikita Krusciov la rinominò Tsenilograd, ovvero “città delle terre vergini”. Il Kazakhistan sarebbe dovuto diventare la seconda regione dell’URSS per produzione di cereali e Astana era la capitale delle terre vergini. L’operazione avrebbe avuto il merito secondario di sanare la reputazione dell’area, che durante le purghe staliniste aveva ospitato uno dei più tristi dei gulag. L’acronimo ALZHIR sta per "campo per le mogli dei traditori della madrepatria di Akmolinskii" e sta per le coniugi dei criminali politici.
Astana sorge al centro della steppa kazaka e nei mesi invernali la temperatura scende mediamente a -20. Non c’è niente che incoraggi l’insediamento umano e la decisione di erigere una città e farne poi una capitale - la più fredda del mondo dopo Ulan Bator - rappresenta uno sforzo surreale di supremazia dell’uomo sull’ambiente, del culturale sul naturale.
Questo ha contribuito a dare un’aria misterica ad Astana, dove la confusione tra ciò che sembra e ciò che è molto forte. Astana sta per “capitale”, ma deriva dal persiano “astane”, il cui significato è quello di “soglia sacra”, a cui si accede con timore e rispetto. Da qualsiasi punto di Astana, oltre ai due grattacieli dorati e al palazzo presidenziale, è possibile vedere il vertice aguzzo della Piramide del Palazzo della pace e della riconciliazione, forse uno dei più assurdi edifici concepiti dall’uomo.
Il palazzo ha una destinazione più simbolica che concreta: è un momento alla reciproca umana comprensione, fra tutte le lingue, culture e religioni. L’idea è di creare una casa in cui i diversi culti religioso possano essere unificati sotto l’egida del culto solare, che li comprende e governa tutti. Nella Opera House, uno dei principali saloni, il culto solare è rappresentato da un enorme mosaico al centro del tavolo delle conferenze, dove si riuniscono spesso alcune delle principali autorità religiose al mondo. All’interno della piramide ci sono luoghi di culto per l’ebraismo, il cristianesimo, il buddismo, il taoismo e per altre fedi. Secondo il blog “Massoneria Londra” siamo di fronte a uno dei massimi esemplari architettonici degli Illuminati, che farebbero di Astana la capitale della Massoneria.
Così come la città, anche la squadra di calcio di Astana è nata dal nulla, nel 2009, da una fusione di altre due squadre della città. Il tutto finanziato dall’azienda ferroviaria kazaka controllata dal governo nazionale. Dal 2014 a oggi l’Astana ha vinto 4 campionati e 3 coppe nazionali, qualificandosi anche in Champions League ed Europa League. Quest’anno è stato eliminato ai preliminari di Champions League dal Celtic, ma ha centrato il risultato storico di qualificarsi ai sedicesimi di Europa League, dove ieri ha perso male in casa contro lo Sporting Lisbona. Per potervi fare una trasferta ad Astana in questa stagione dovrete incrociare forte le dita che gli uomini di Stanimir Stoilov compiano il classico “Miracolo di Lisbona”.
Uno dei giorni più felici della vita di Josip Ilicic
La vita di Josip Ilicic è molto difficile. Non lo possiamo sapere per certo ovviamente visto che non conosciamo personalmente Ilicic, ma lo possiamo intuire da diverse cose. Lo sguardo vitreo e quasi sempre assente, tipico dei depressi; la sua storia personale - Ilicic è un profugo croato di guerra, spostatosi in Slovenia senza aver mai conosciuto il padre; la carriera un po’ ondivaga, che non è riuscita forse a premiare del tutto il suo talento.
Ieri però Ilicic, dopo il secondo gol al Borussia Dortmund, aveva sul viso un’espressione di autentica, profonda felicità. Sempre, naturalmente, negli standard di un uomo di ghiaccio. Ha corso verso la bandierina, indicando con le braccia terra, non si capisce per quale motivo, gridando dallo sconcerto. Non si era mai visto Ilicic così felice, solo forse in queste altre circostanze.
Il secondo gol ha coronato una prestazione mastodontica oltre la doppietta, con 2 passaggi chiave, 4 dribbling riusciti e una costante sensazione di pericolosità. Dopo un primo tempo piuttosto anemico, ci sono stati venti minuti all’inizio della seconda frazione in cui Ilicic è sembrato onnipotente. Senza una vera e propria punta, lo sloveno poteva occupare tutte e tre le caselle dell’attacco dell’Atalanta, anche se con una preferenza per la zona di centro-sinistra, dove ha mandato al manicomio Jeremy Toljan.
Alcuni momenti notevoli della partita di Ilicic. All’ora di gioco, per dire, gli è arrivato un rinvio rasoterra dalla difesa, ha fintato di andargli incontro e a lasciato scorrere la palla a lato di Torjan del Borussia. Quando gli è tornato addosso, ha rallentato e lo ha dribblato di nuovo. 5 minuti dopo, appena dopo il centrocampo, ha il corpo tutto rivolto verso la linea laterale, prima di rientrare con l’esterno verso il centro facendo tunnel a Castro.
Non è la prima partita in cui Ilicic sembra un giocatore inarrestabile. In pochi però si sarebbero aspettati da Ilicic un rendimento così costante nel tempo, e che lo sloveno si esprimesse anche in un contesto di così alto livello come è successo in casa del Borussia Dortmund. A fine partita Gasperini lo ha definito un attaccante che ama giocare negli spazi, e in questo senso la partita di ieri è stato il terreno perfetto in cui ha potuto proliferare il talento dello sloveno. Le squadre si sono allungate quasi subito, giocando a viso aperto, lasciando molte situazioni di uno contro uno. Ilicic però è anche molto migliorato delle scelte, come dimostra il fatto che nella partita di ieri ha messo insieme 2 gol su appena 3 tiri. Raramente forza la giocata, e quando lo fa sembra potergli riuscire tutto.
Nonostante l’idea comune che Ilicic sia arrivato troppo tardi a giocare a un livello così alto, dopo la partita ha dichiarato di non avere rimpianti: «Non so cosa mi manca per la continuità: la mia carriera è questa, sono soddisfatto di ciò che ho fatto, ma sono ancora abbastanza giovane e voglio ancora fare grandi cose».
Un momento Europa League come un altro
14 motivi per cui Leandre Tawamba dovrebbe vincere la classifica marcatori di Europa League
Con quello di ieri al Viktoria Plzen Léandre Tawamba ha segnato il suo quarto gol in Europa League. Ora è a 3 gol dal capocannoniere della Coppa, cioè Aritz Aduriz, che lo è quasi per poter divino. Nonostante le possibilità siano poche, noi tifiamo che da qui alla fine Tawamba abbia quello che si meriti: il titolo di capocannoniere dell'Europa League. Ecco perché:
Perché sarebbe il capocannoniere più grande della storia della competizione, 1 metro 90 per 90 chili.
Perché fino a pochi anni fa giocava difensore centrale.
Perché sarebbe il primo capocannoniere ad indossare la maglia numero 3.
Perché comunque non tocca la palla meglio di un normale difensore e il motivo per cui gioca centravanti è puramente fisico.
Perché somiglia a una statua dell’Isola di Pasqua.
Perché ha stile.
Perché i suoi tifosi sono dei poeti.
Perché le foto degli avversari che cercano di tirarlo giù in tutte le maniere sono di puro culto.
Perché su internet si trovano anche foto di lui che gioca sui campi di terra in Camerun con i giocatori che corrono in mezzo a spirali di polvere.
Perché prima di raggiungere la gloria in Europa League Tawamba ha dovuto passare per momenti difficili tipo non passare dei provini con squadre come il Ruzomberok, in Slovacchia.
Perché la sua carriera lo ha fatto viaggiare più di Marco Polo: Camerun, Sudafrica, Slovacchia, Libia, Kazakhista, Serbia.
Perché sarebbe il primo giocatore africano a vincere la classifica marcatori dell’Europa League.
Perché sarebbe il primo giocatore africano a vincere la classifica marcatori dell’Europa League SENZA ESSERE MAI STATO CONVOCATO IN NAZIONALE.
Perché è soprannominato The Tank, ed è l’unico calciatore però effettivamente più grande di un carrarmato.
Chi sa solo di Europa League, non sa niente di Europa League
Pare che Arsène Wenger, appena arrivato in Svezia per la trasferta di Europa League contro l’Ostersund, abbia chiesto una bottiglia di Mackmyra, uno dei migliori whisky del paese. Questa richiesta ha scatenato le ire dei tifosi dell’Arsenal, facendo tornare in auge la protesta contro il tecnico alsaziano al grido di #Wengerout.
Si vede che i tifosi dell’Arsenal non sono abituati all’Europa League: il senso vero della competizione è proprio questo, conoscere le più fini e specifiche tradizioni locali, soprattutto in fatto di alcool. Quale migliore occasione di una trasferta ad Ostersund per ampliare i propri orizzonti in fatto di bere? Che doveva fare Wenger? Chiedere una pinta di ale per rimanere fedele ai pub di Londra o un calice di Riesling in onore alla sua Alsazia? No, Wenger ha fatto benissimo.
E voi, se domani doveste allenare una partita di Europa League, sapreste richiedere un distillato tipico del paese in cui vi trovate? Di seguito 10 alcoolici più o meno forti a cui dovrete abbinare la squadra di riferimento, disegnando delle frecce sullo schermo del vostro pc/tablet/smartphone:
Heering Cherry a) Astana
Pastis Ricard b) Atalanta
Kailashka Rakia c) Copenaghen
Skinos Mastiha d) Olympique Marsiglia
R. Jelinek Slivovice e) Dynamo Kiev
Kumis f) Viktoria Plzen
Ginja de Óbidos Oppidum g) AEK Atene
Horilka z pertsem h) Sporting club de Portugal
Amaro Delle Orobie Branzi i) Red Bull Salisburgo
Vodka Red Bull l) Ludogorets
Soluzioni:
1 - c: L’Heering Cherry è un liquore inventato da Peter F. Heering nel 1818 e considerato l’originale “Cherry Brandy”.
2- d: Il pastis fece la sua comparsa nel 1915, quando il governo francese proibì il consumo dell’assenzio. Se andate a Marsiglia e non bevete un pastis al porto, non andate a Marsiglia.
3 - l: Esistono tante versioni della rakia (o rakija o come vi pare) e tutte vi faranno stare male. Molto male.
4 - g: Il Mastiha è un liquore aromatizzato al mastic, una resina ottenuta dal lentisco. Volendo generalizzare molto è un liquore alla gomma.
5- f: Lo slivovice viene solitamente consumato a temperatura ambiente per esaltare il sapore del frutto. Viene servito in un bicchierino di vetro conosciuto localmente come "panák" (letteralmente: un manichino).
6 - a: il Kums è una bevanda, tipica di molte popolazioni dell'Asia centrale, ottenuta dalla fermentazione del latte di giumenta, leggermente alcoolica proprio per via della fermentazione. Si dice “il Kumis è il sangue di un uomo e l’aria fresca è la sua anima”.
7 - h: La Ginja è un liquore prodotto in Portogallo tramite l'infusione delle amarene, da non confondere con il Jenga, che è un gioco da tavolo che non si può bere.
8 - e: L’Horilka è la versione ucraina della vodka. l’Horilka z pertsem è la versione al peperoncino. BAM.
9 - b: L’amaro delle Orobie nacque come rimedio tonico-curativo per i soldati in trincea nella prima guerra mondiale. Probabilmente veniva usato anche come “coraggio liquido”, necessario a dare la forza ai soldati al fronte e agli esterni dell’Atalanta.
10 - i: ehehehehe. Il vodka Red Bull va bene anche se vi trovate a Salisburgo o avete meno di 19 anni. In tutti gli altri casi, no.
Possibilità di passaggio del turno dopo l’andata dei sedicesimi
A più di otto mesi di distanza torna l’unica rubrica che vi fa vincere le schedine, ma lo fa senza abusare di Claudio Amendola. I sedicesimi di Europa League sono un momento particolarmente duro della vita di uno scommettitore: così tante partite e così poche certezze. Fortunatamente noi siamo come Biff di Ritorno al Futuro II, senza il letame.
Nizza 25% -Lokomotiv Mosca 75% (andata 3-2)
Non sono bastati due gol di Mario Balotelli, perché Manuel Fernandes ha timbrato tre volte. Al ritorno con una temperatura di -18° prevista sarà dura per i francesi, soprattutto se si ostinano a considerare Dante un giocatore di pallone.
Su cosa scommettere: Balotelli che si toglie i guanti e li tira a qualcuno, ma poi sente freddo e se li va a riprendere.
Su cosa non scommettere: Dante gioca bene.
Borussia Dortmund 60% -Atalanta 40% (andata 3-2)
Con gli occhi ancora gonfi per l’intensità della sfida di andata, qui è difficile fare un pronostico. Il nostro algoritmo - purtroppo - non ha un cuore e finisce per dare favorito il Borussia Dortmund per via del maggiore tasso tecnico. Voi scegliete tra i soldi e la favola dei ragazzi di Gasp.
Per tirarci su il morale una foto di Batshuayi con uno zainetto di Spongebob.
Su cosa scommettere: Ilicic che vi fa saltare dalla sedia almeno 3 volte.
Su cosa non scommettere: Petagna che segna il gol del passaggio del turno.
Copenaghen 1% -Atletico Madrid 99% (andata 1-4 )
Diamo un 1% di possibilità ai danesi perché Black Mirror ci ha insegnato che anche gli algoritmi fanno come cazzo gli pare.
Che piuttosto giocassero a basket.
Su cosa scommettere: la Danimarca che prova a comprare il debito pubblico spagnolo.
Su cosa non scommettere: la Spagna che prova a comprare il debito pubblico danese.
Spartak Mosca 10% -Athletic Bilbao 90% (andata 1-3)
Aduriz è come il vino, più invecchia più diventa buono per l’Europa League. Due gol per matare lo Spartak e tornare capocannoniere della competizione. Il ritorno sembra solo una formalità, una formalità, una formalità o una questione di qualità.
Su cosa scommettere: Aduriz ancora in gol.
Su cosa non scommettere: Luiz Adriano ancora in gol.
Aek Atene 40% -Dinamo Kiev 60% (andata 1-1)
A Kiev andrà in scena il ritorno come meno layer dei sedicesimi di Europa League. Diamo favorita la Dinamo Kiev perché in una gara tra ortodossi, nessuno è ortodosso come gli ucraini.
Per farvi forza un bel primo piano del Filarete di Kiev.
Su cosa scommettere: Marko Livaja che scapoccia.
Su cosa non scommettere: una bella partita.
Celtic 45% - Zenit 55% (andata 1-0)
Nonostante tutti gli sforzi, ancora oggi, lo Zenit va a Glasgow e prende le pizze. C’è comunque il ritorno in casa, dove la squadra di Mancini ha costruito le sue non così tante fortune.
Su cosa scommettere: Mancini che si presenta in campo con grande stile nonostante il freddo.
Su cosa non scommettere: Mancini in disaccordo con Putin.
Napoli 15% - Lipsia 85% (andata 1-3)
È difficile discernere tra quanto poco il Napoli abbia messo in campo le proprie energie e quanto invece il Lipsia sia davvero una bella squadra. Al San Paolo le provette della Red Bull hanno giocato trenta minuti di calcio davvero importanti, lanciando un messaggio a tutte le pretendenti all’Europa League. Al Napoli diamo comunque un 15% perché dai, potrebbero provarci.
Su cosa scommettere: Il Napoli che fa giocare i ragazzini che di solito entrano in campo dando la mano ai calciatori.
Su cosa non scommettere: Reina-Hysaj-Albiol-Koulibaly-Rui-Jorginho-Allan-Hamsik-Insigne-Mertens-Callejon.
Stella Rossa 45% - Cska Mosca 55% (andata 0-0)
L’andata si è giocata di martedì, in concomitanza con le prime partite degli ottavi di Champions. Per qualche motivo tutta l’attenzione è andata lì. Noi siamo basiti: è stato uno 0 a 0 godibilissimo che lascia tutto aperto per il ritorno, di cui però interessa solo a quelli con una grande passione per le stelle rosse o per il basket, dove le due squadre sono molto più forti.
Su cosa scommettere: Rivoluzione d’Ottobre.
Su cosa non scommettere: Rivoluzione d’Ottobre riuscita.
Lione 80% - Villarreal 20% (andata 3-1)
Il Lione ci ha insegnato che sa prendere molti gol fuori casa, ma il Villarreal - invece - ci ha insegnato che può prendere tre gol da Dzeko in casa. Dette fatte le percentuali.
Su cosa scommettere: Francia o Spagna, purché se magna.
Su cosa non scommettere: Bacca che per qualche motivo parla bene del Milan.
Real Sociedad 38% - Red Bull Salisburgo 62% (andata 2-2)
Possiamo pensare ad una squadra austriaca che va avanti in una competizione europea che non prevede la neve, la musica classica o la secessione viennese? Evidentemente sì, dice la statistica.
Per darvi un’idea della situazione, una foto di Giovanni Trapattoni con la tuta del Red Bull Salisburgo.
Su cosa scommettere: Retorica squadra con dei valori vs squadra senza valori.
Su cosa non scommettere: Supplementari, i giocatori hanno degli impegni alle 23.
Partizan 50% -Viktoria Plzen 50% (andata 1-1)
Qui l’algoritmo è stato democristiano perché nessuno ha la minima idea di cosa possa accadere.
Su cosa scommettere: Boh.
Su cosa non scommettere: Mah.
Steaua Bucarest 30% -Lazio 70% (andata 1-0)
Interrogato su questa partita, l’algoritmo ha detto che la Lazio si “deve sveja”. Rimane comunque favorita perché dai, la Steaua non è più quella di quando c’era Ceaucescu.
Su cosa scommettere: Milinkovic-Savic, a prescindere.
Su cosa non scommettere: Olimpico pieno.
Ludogorets 5% -Milan 95% (andata 0-3)
Dovrebbe essere una sfida senza davvero nessuna problematica per il Milan, ma voi quest’anno un 5% contro il Milan non lo lascereste sempre?
Su cosa scommettere: André Silva che si danna l’anima per ampliare il suo bottino di reti non in Serie A.
Su cosa non scommettere: Un Gattuso tranquillo in panchina che scherza con Montolivo.
Astana 0% - Sporting Lisbona 100% (andata 1-3)
Se l’Astana non riesce a vincere in casa, perché dovrebbe farlo a settemilatrecentodiciassette chilometri di distanza?
Per risparmiare qualche chilometro potrebbero andare a piedi.
Su cosa scommettere: Ma sai che un paio d’euro sullo Sporting che arriva in fondo ce li butterei?
Su cosa non scommettere: Tifosi dell’Astana che si fanno mezza Asia e tutta Europa per vedere la loro squadra perdere male.
Ostersunds 2% -Arsenal 98% (andata 0-3)
L’Ostersunds si è guadagnato il suo viaggio a Londra, ed è già abbastanza. Speranze di ribaltare il risultato nulle, ma gli diamo un 2% perché 1% Arsenal e 1% Wenger.
Su cosa scommettere: tifosi Ostersunds che dicono che pensavano Londra fosse più carina.
Su cosa non scommettere: gol di Welbeck.
Sporting Braga 3% -Marsiglia 97% (andata 3-0)
Tre percento di possibilità, come i pappini presi dal Marsiglia, che sembra una delle squadre più in forma della competizione.
Su cosa scommettere: non sullo Sporting Braga.
Su cosa non scommettere: non sul Marsiglia.
Il rigore di Tom Pettersson
Contro l’Ostersunds, la squadra del nostro cuore, l’Arsenal ha controllato la partita, ma aveva comunque trovato il modo di complicarsi la partita. All’ultimo minuto Hector Bellerin era entrato in scivolata sulle gambe di un avversario, dando la possibilità agli svedesi di fare almeno un gol. Sul dischetto si è presentato Tom Pettersson, centrocampista, 27 enne, bel ragazzo. Ha tirato il rigore alla destra di Ospina, che ha intuito e parato. È la prima volta in quattro anni che l’Arsenal salva un rigore. Secondo alcuni non c’è niente di casuale nell’errore.
Gol più Europa League
Harlem-Eddy Gnohéré in Steaua-Lazio
Virilità: 1
Assurdità: 9
Anti-epicità: 9
Paura della morte: 10
Harlem-Eddy Gnohéré (top 3 nomi Europa League) è soprannominato il bisonte ed è cresciuto con il mito di Dracula, tanto da dire: “Il mio sogno? Andare in Transilvania per lui”. Nato a Parigi, ha avuto fin qui una carriera semplicemente senza senso in cui ha militato tra le altre cose anche nell’Urania Ginevra, squadra che sembra più il titolo di un romanzo che una squadra. Arrivato in Romania dopo aver vinto il titolo di capocannoniere della serie B belga, Gnohéré sta segnando con discreta continuità, contro tutte le leggi della fisica (è davvero molto grosso).
Ieri sera la Lazio si è dovuta organizzare bene per farlo segnare: prima Caicedo ha perso una brutta palla sulla trequarti, poi Bastos ha ben pensato di provare a stoppare un lancio di suola, facendosi scappare il pallone e infine la difesa della Lazio ha pensato bene di provare il fuorigioco, quando non si doveva provare il fuorigioco. Sono tutte queste le cose che devono accadere per permettere ad un uomo di 105 chili di lanciarsi come un proiettile verso la porta avversaria. Gnohéré non si è fatto pregare e dopo aver corso come mai nella sua vita, ha chiuso gli occhi e calciato forte e centrale, riuscendo a far passare - in qualche modo - il pallone in mezzo a Strakosha, tipo bug di FIFA.
Se non è Europa League un gol in contropiede di Gnohéré, non lo è niente.
Chi tifa Europa League non perde mai
Oltre ai mille gol, alle storie di riscatto e redenzione. Oltre a le squadre sconosciute e a quelle decadute. Oltre a tutto, l’Europa League è pure la competizione dei tifosi che ci tengono, che pure se stai per essere umiliato dall’Atletico Madrid spendono tutto loro stesso nel sostenerti. Allora noi vogliamo omaggiarli un po’ questi tifosi.
Tifosi Copenaghen
I tifosi della squadra danese erano ben consapevoli della sfida che aspettava i loro beniamini. Lontani dalla vetta in campionato, fuori dalla coppa nazionale, l’Europa League era l’ultimo appiglio per salvare la stagione. “Niente batte le luci di Copenaghen di notte” hanno scritto sul loro enorme striscione tra stelle, fuochi e fumo. Purtroppo per loro l’Atletico Madrid batte agevolmente i giocatori del Copenaghen di notte, ma almeno i tifosi sì che hanno vinto.
Tifosi Celtic
Lo spettacolo del Celtic Park che canta come una voce sola ha colpito così nel profondo che anche l’account ufficiale dello Zenit si è sentito in obbligo di mostrarlo al mondo. Non so voi, a me son venuti i brividi.
Tifosi Atalanta
Nella partita più importante della loro storia, nello stadio con una delle tifoserie più spettacolari d’Europa, i tifosi dell’Atalanta si sono fatti rispettare.
A quale Keita è andata peggio?
- Naby Keita del Lipsia ha giocato un’ottima partita nella vittoria della sua squadra al San Paolo.
- Aboubakar Keita del Copenaghen non era convocato.
- Aly Keita, portiere dell’Ostersunds, ha delle colpe in almeno due gol nella partita più importante della sua vita.
Voi che dite?
5 trick per riconoscere a occhio nudo l’RB Lipsia dal Red Bull Salisburgo
- Imparare la fisionomia di tutti i giocatori del Red Bull Salisburgo e del RB Lipsia e poi rifarlo dopo ogni sessione di mercato visto che si scambiano giocatori come strette di mano.
- Andare a Lipsia o a Salisburgo, quella che vi torna più comoda, e tatuare una lattina di Red Bull sulla fronte di tutti i giocatori.
- Chiedere ai giocatori se Mozart era austriaco o tedesco. Se vi risponderanno tedesco, sono del Lipsia, se invece vi risponderanno austriaco, sono del Salisburgo.
- Farsi beccare da un’aquila radioattiva e acquisirne i poteri visivi così da essere in grado di distinguere la piccola scritta nello stemma Red Bull che identifica la città di provenienza della squadra.
- Rinunciare. Sono solo due facce della stessa medaglia, nessuno si offenderà se le scambiate.